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Autore: Asuka_Asami    23/02/2014    8 recensioni
Storia in revisione;presenza di errori di battitura come TOMILINSON o robacce del genere, scusate. Provvederò a correggere al più presto ogni singolo errore. 
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C'è un lato di me che cade a pezzi ed è la parte che tu non vedi.
-Fabri Fibra
Le parole gli morirono in gola, mentre cercava di rispondere a tono. Sussultò non appena sentì le mani possenti e maledettamente grandi di Harry, accarezzargli il ginocchio, per poi risalire lungo la coscia soda che Harry già adorava. Sorrise, vedendo il suo professore rimanere immobile.
“Vieni con me, Louis. Lo vedo che mi desideri, che vorresti baciarmi, torturarmi, farmi gemere, godere …”
“Taci, cazzo.” Sbottò, irritato da quelle parole che avevano un sapore amaro, troppo proibito per essere assaporate. Lui, contrariamente a ciò che lo spingeva ad accettare qualsiasi assurda richiesta di Harry, apparteneva a Zayn. A lui soltanto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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12 Capitolo


Louis era accovacciato su se stesso, sopra il piccolo e scomodo di vano che occupava tutto l’angolo della piccola e malmessa cucina di casa Styles, stringendo tra le mani dei piccoli fogli con gli angoli piegati e leggermente ingialliti dal tempo, custoditi da Harry come se fossero dei cimeli preziosi.
Passò un polpastrello perfettamente liscio e morbido  lungo le linee colorate  distribuite in maniera completamente confusionaria, le quali  creavano una disarmonia di colori e forme che per Louis non avevano alcun senso ma che per Harry – e un tempo anche per Alice – avevano un significato speciale.
Chiuse gli occhi, immaginando il tratto pesante di Alice  creare quel pasticcio che poi Harry avrebbe amorevolmente apprezzato ed elogiato, regalandole un sorriso che lei non avrebbe mai ricambiato. Accarezzò nuovamente quello che – secondo la sua libera interpretazione - doveva essere un cuore, immedesimandosi in quella bambina che aveva avuto l’occasione di conoscere attraverso i ricordi di Harry quel pomeriggio e cercando di catturare un po’ di quella magia che quel piccolo disegno emanava;  Immaginò la lingua della bambina slittare fuori dalla sua piccola bocca, sbavando leggermente, mentre era occupata e concentrata a realizzare uno schizzo che esternasse le sue emozioni e le sue paure che non riusciva a far comprendere, proprio come gli aveva raccontato Harry al cimitero di Londra, dove riposava da anni la piccola Alice, insieme ad un pezzo di quel cuore che un tempo era appartenuto al fratello.
 
 “Lei era una bambina dolcissima, credimi, Louis.- i suoi occhi si inumidirono, diventando lucidi, specchio della sofferenza che in quel momento lo stava tormentando.- Mi adorava ed io adoravo lei.” Harry tirò su con il naso, sorridendo amaramente e facendo comparire la fossetta sulla guancia sinistra. Louis strinse la sua mano, osservando quella fotografia rovinata, che mostrava una bambina sugli otto anni, che mostrava un broncio adorabile all’obbiettivo.
“Eravamo due gemelli inseparabili, Louis. Mia madre e mio padre erano sempre fuori casa; non riuscivano ad accettare il deficit di Alice; semplicemente la ignoravano ed io scapestrato com’ero, mi sono trovato a farle da padre e balia.” Fece un'altra pausa, prendendo un respiro profondo.
“Credo che i miei genitori- sputò quella frase con rabbia e disprezzo, come se non volesse nominarli, come se non li avesse mai considerati tali.- non abbiano mai accettato la malattia di Alice, abbandonandola a se stessa.” Sospirò, chiudendo gli occhi rossi, pieni di lacrime. Stava, lentamente e con non poche difficoltà, cercando di esternare un dolore che cercava di nascondere da anni. Credeva che con il tempo il dolore sarebbe sparito, ma, dentro lui, si stava solo amplificando.
“Harry, calmati. Respira.” Louis si accovacciò accanto al ragazzo, osservandolo attentamente. Il suo cuore perse un battito, mentre Harry cercava di regolarizzare il respiro. Era spaventato e al contempo felice di ricevere una confessione tanto grande quanto dolorosa. Carezzò delicatamente i suo ricci scompigliati, cercando di non commuoversi.
“Siamo sempre stati insieme. Non l’ho mai lasciata sola un istante, credimi. Io l’adoravo. Era così diversa da me e così delicata, che avevo paura anche ad abbracciarla. La portavo al parco, l’accudivo, giocavo sempre con lei, escludendo i pochi amichetti che ero riuscito a racimolare all’asilo. Non permettevo che qualcuno le si avvicinasse, che la portasse via. Io ero la sua unica famiglia e lei mi ringraziava, sai?- sembrava un folle, con quel sorriso amaro sulle labbra e quegli occhi pieni di rancore.- Mi sorrideva o mi schiaffeggiava; era il suo modo per accarezzarmi e ringraziarmi, Louis. Adesso non mi rimane niente, se non il ricordo della mia pelle rossa a causa delle sue carezze.”
Louis aveva ascoltato ogni singola parola, passandosi le mani sui capelli, ormai troppo lunghi. Harry gli aveva donato una piccola parte di lui e Louis si sentiva quasi in colpa per aver taciuto i suoi segreti, lasciandosi bruciare lentamente al ricordo della morte del fratello. Ma  Louis, da codardo quale era, purtroppo, non aveva confessato nulla, anche se Harry non gli aveva esplicitato come era morta Alice. Louis, mentre ascoltava le parole di  Harry, era stato colpito da una pioggia di brutale consapevolezza: L’affinità alchemica che li legava, come se fossero due fili destinati ad intrecciarsi per creare, con i loro problemi, una matassa ingarbugliata era semplicemente accumularsi di rabbia, dolore, disperazione.
Ma Harry, nella sua vita, aveva lasciato che quella sofferenza modellasse il suo carattere rendendolo un uomo che Louis aveva paura di conoscere, ma che desiderava con tutto se stesso.
 
Harry socchiuse gli occhi, concedendosi più di un minuto per osservare quel meraviglioso ragazzo seduto sul piccolo divano di casa sua, con dei fogli in mano che Harry conosceva a memoria; Ogni singola sfumatura, ogni singola linea dura, tracciata con meticolosa ‘attenzione’ da parte della sorella era impressa nella sua mente. Quei colori, quelle forme bizzarre, nei meandri contorti di Harry avevano preso vita, realizzando un meraviglioso e confusionario quadro .
Gli smeraldi di Harry accarezzvaano in maniera sensuale, maliziosa, la dolce curva del sedere di Louis, coperta a da uno stupidissimo e ridicolo maglione, due taglie più grandi di quelle di Louis.
Il suo cuore si fermò, per poi battere nuovamente impaziente, quando Louis si voltò, sorridendogli dolcemente.
“Come mai sei già sveglio?” Se a Louis avessero detto che, in poche settimane, si sarebbe ritrovato tra le braccia di un uomo che non era Zayn, Louis avrebbe riso, ma dopo aver passato un altro pomeriggio con Harry, la bolla di certezze che aveva protetto per due lunghi anni, stava per scoppiare.
“ E’ tardi, Harry. Sono stato fuori tutta la notte. Devo tornare a casa.” Posò i disegni sul mobiletto nel quale erano riposti, cercando di abbassare il suo maglione, impedendo ad Harry di intravedere le sue forme che Louis odiava; Desiderava da quando era un ragazzino avere delle forme più toniche, meno formose e avrebbe di certo ringraziato madre natura se ella gli avesse regalato qualche centimetro in più.
Harry inclinò la testa, sorridendo appena. Aveva fatto il passo più lungo della gamba, confidando a  Louis quel piccolo ed indispensabile scorcio del suo passato – fondamentale, sicuramente, per avere un contatto diretto con i demoni che difficilmente riusciva a nascondere-, ma, in quell'istante ad Harry non importava assolutamente nulla. Non con Louis che lo fissava con quello sguardo tutto tenerezza e dolcezza.
“Domani verrai a scuola?” Chiuse Louis, abbassando lo sguardo, mentre sentiva le guance imporporarsi. Louis era imbarazzato, ma si sentiva stranamente al sicuro in quelle quattro mura abbastanza malmesse, anche se, in realtà, Louis aveva sempre ritenuto che i luoghi tetri, misteriosi fossero lo scenario perfetto per la solitudine che lui si meritava.
“ Sì, voglio andarmene al più presto da quella merda, che cazzo!” Harry non l’avrebbe mai ammesso, almeno non a Lou, che amava da morire studiare e un tempo desiderava diventare pediatra, perché lui con i bambini ci sapeva fare, anche se era consapevole che con il suo aspetto punk non si sarebbe di certo accattivato le simpatie di genitori e figli.
“Il linguaggio. – lo riprese bonariamente Louis, infilandosi i jeans – Comunque io adesso vado e per qualsiasi cosa chiamami. E’ un ordine, va bene.” Il suo tono era dolce ed apprensivo, come se lo considerasse un bambino  troppo piccolo ed ingenuo; Anche se, di buono ed innocente, Harry non aveva proprio nulla, anzi ripensando alla notte …
“Mi dispiace che tu debba andare via così fottutame … così presto. Salutami Zayn.”
Louis si avvicinò e ‘ Stronzo’ sussurrò sulle sue labbra prima di depositare un banale bacio sulla guancia. Harry afferrò delicatamente i suo capelli, baciandogli le labbra con cautela. Louis custodiva i suoi segreti, era uno scrigno da proteggere, perché dentro lui si trovava una parte della sua essenza malvagia, debole e fragile. Harry aveva appena mandato a buttane tutti i suoi cattivi- buoni, dal suo punto di vista- propositi, ovvero far soffrire Louis; Avrebbe cambiato strategia, forse. Avrebbe cercato di proteggere Louis e con lui i suoi ricordi migliori, quelli che gli aveva confessato il pomeriggio al cimitero e quelli che gli avrebbe confessato in futuro.
 
“A domani.” Louis richiuse la porta alla sue spalle, sospirando.
 
Era domenica e di Zayn nessuna traccia. Louis controllò attentamente ogni camera, soprattutto la camera da letto e rimase subito allibito, deluso, forse ferito, vedendola intatta. Le lenzuola fresche e bianche non erano state utilizzate quella notte. Ma, Louis, quel presentimento che Zayn non fosse nel loro appartamento l’aveva avuto non appena era entrato a casa. La domenica era il giorno delle coccole, del profumo di cioccolata o cornetti appena comprati che avvolgeva la piccola cucina e Louis, che non era stato accolto da quelle fragranze famigliari, purtroppo, aveva intuito la mancanza di Zayn, anche se stentava a crederci.
Si fece scivolare lungo la porta della loro camera, afferrando le sue ciocche castane con le mani. Odorava di tradimento e di Harry e l’esigenza di tenersi quell’odore per sempre lo spaventava.
Si sentiva schifosamente orribile per quello che stava facendo a Zayn e a Bryan.  
 
 
 
Zayn era seduto su quello sgabello di quello squallido bar da ore ormai. Precisamente da quando Louis aveva lasciato il loro nido d’amore. Louis non era più lo stesso da settimane, ovvero da quando aveva iniziato il suo lavoro come insignante in quella scuola talmente malandata che non si vedeva nemmeno l’insegna che ne indicava il nome.
La sua mente fu colpita da un breve flashback che vedeva come protagonista lui, Louis e una piccola passeggiata. La loro lite furiosa causata da un ragazzo senza volto, ma che Zayn aveva rivelato come una minaccia. La sua mente gli impediva di ragionare in maniera corretta, in maniera del tutto sensata. I suoi pensieri erano a senso unico e nella sua testa lampeggiava chiara, in mezzo a quella confusione di pensieri, una sola parola: Traditore.
 
Il panico gli permise di rialzarsi con una velocità inaudita. Sentiva l’esigenza di chiarire, se non con Louis, almeno con se stesso. Doveva capire fino a che punto la situazione stesse degenerando, perché, in quella sua nuova vita, non poteva perdere il controllo della situazione, di nuovo; Lasciando andare la persona che si era concessa di amare.
Era anche colpa sua se Bryan se n’era andato, perché non era stato forte per entrambi. I pregiudizi, gli insulti avevano reso Bryan un adolescente, quasi uomo, fragile e Zayn, troppo forte per se stesso, ma fragile per entrambi se lo era fatto scivolare tra le dita, vivendolo tropo intensamente per troppo poco tempo. Con Louis, pensò, doveva essere obbligatoriamente diverso, perché L’anima di Bryan è conservata negli occhi di Louis, pensava.
 
“Lou, sei a casa?” Louis sussultò, sistemando l’ennesima maglietta dentro l’apposita anta. Si precipitò giù per le scale, facendo attenzione a non scivolare, a causa dell’umidità che avvolgeva l’itera abitazione.
“Zayn, ma dove diavolo sei stato?” Disse in ansia e con voce acuta e tremolante.
Un attimo dopo, Zayn lottava contro i suoi vestiti e Louis capì che, anche quella volta, l’aveva silenziosamente e meschinamente tradito.
 
 

AbigayleWood

Buon Salve Ragazzeeeee !
Beh, che dire? Mi odio, davvero, ma quest’assenza è giustificata – probabilmente non interessa a nessuno, ma mi illudo che a qualcuno la mia storia sia mancata.- Ho avuto un sacco di tempo da dedicare alla scuola, amici , relativi vari. Dunque, dunque, dunque. In questo capitolo abbiamo un piccolo chiarimento e, sì, Harry ha confessato parte dei suoi segreti al dolce Louis che, però, non ha ricambiato il gesto. Dopo questo capitolo si entra nel vivo della storia, nei meandri della relazione Larry e gli Zuois, che fin ora ho messo un po’ da parte, avranno dedicati un paio di capitoli che, anticipo, saranno intensi e molto … violenti.
Louis, ormai, si è lasciato trasportare dalla corrente e da Harry, che lo metterà nei guai. So che è corto, ma non ho potuto fare altrimenti, perché seguo una scaletta per dividere i capitoli. Non so quando pubblicheò perché vorrei dedicarmi alle Os e basta, ma non mi va di lasciare un lavoro a metà.
Ho in mente molti capitoli, ma non so quando e se potrò continuare a scrivere per problemi che considero irrisolvibili. Ho notato, purtroppo, che siete un po’ calate e mi dispiace, ma ringrazio tutte le ragazze che hanno inserito la storia tra seguite, preferite, ricordate. Spero di raggiungere con questo capitolo, -che è il mio preferito, non so perché- le quattro recensioni. Fatevi avanti ragazze timide, anche perché lo sono anche io, e fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego.
Un bacione xx
 
   
 
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