Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: lady hawke    24/02/2014    2 recensioni
Jaime non aveva atteso troppo a lungo, e quando le parole di re Aerys erano sembrate troppo si era semplicemente scagliato come una furia, ancora e ancora, senza pensare alle conseguenze e a quello che sarebbe diventato. L’aveva capito solo dopo, seduto sul Trono di Spade, perché quello scranno era rivelatore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jaime Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Autore: Ladyhawke
Fandom: Games of Thrones
Titolo:  E dunque gli sorrisi
Personaggi: Jaime Lannister
Riassunto:  Jaime non aveva atteso troppo a lungo, e quando le parole di re Aerys erano sembrate troppo si era semplicemente scagliato come una furia, ancora e ancora, senza pensare alle conseguenze e a quello che sarebbe diventato. L’aveva capito solo dopo, seduto sul Trono di Spade, perché quello scranno era rivelatore.
Rating: Pg13
Word:  566
Generi: Introspettivo
Avvisi: violenza
Note:  Ho pensato spesso alla sensazione che può dare uccidere un uomo che odi, e mi son sempre chiesta quale e quanta possa essere la soddisfazione. Nel caso di Jaime le cose sono naturalmente un po’ più complicate,  e dunque eccoci qua.
Beta: Charme, il fratello perfetto.




“Colpì Aerys alla schiena…”

Jaime era sempre stato un impulsivo, e non aveva avuto bisogno di riflettere a lungo per piantare la sua arma nella schiena di un re pazzo in fuga. L’aveva colpito con tutta la forza di cui era stato capace, irritato e spaventato da quel cantilenante “Bruciateli tutti.” Sempre più a fondo, sempre con più forza, per zittire quella voce; voleva solo che la smettesse. Aerys sembrava così restio a morire, la sua carne faceva così resistenza contro il metallo, come se volesse ribellarsi. Jaime aveva spinto ancora, con le mani imbrattate di sangue. Nonostante gli sforzi di Jaime, nonostante la voce si facesse sempre più debole, Aerys viveva, e il giovane cavaliere non riusciva più a sopportarlo. Fu con soddisfazione che mise un piede sulla schiena del re che aveva giurato di proteggere per far leva e levare la spada. Aerys non era che un grumo di sangue e ossa, ma respirava ancora. Lo prese per i capelli con forza, come se volesse strapparglieli, gli sollevò la testa e gli tagliò la gola. Per poco non perse la presa, quando la testa cedette, per colpa della trachea tagliata in due e per colpa del sangue caldo e viscido. Osservò per bene quegli occhi viola farsi opachi per essere certo che fosse morto.  Fu allora che si sentì svuotato, sereno.
Non sapeva che cosa l’avesse spinto a sedersi sul Trono di Spade, ma fu bello osservare il corpo di Aerys da lì, dall’alto. Fu appagante, anche se questo faceva di lui uno spergiuro senza onore. Jaime aveva in sé l’arroganza di chi è molto giovane, ma già, forse, la consapevolezza di un adulto. Il sollievo non sarebbe durato a lungo. Alzò un attimo gli occhi al cielo, sollevato. Approdo del Re non era bruciata, e poco importava che la sua cappa fosse rossa e non bianca.
Importò, invece, agli occhi di Ned Stark. Jaime abbassò lo sguardo quando sentì i passi di qualcuno per la sala, e notò subito la disapprovazione negli occhi del Lord. La vide e non gli importò. Tenne la spada insanguinata davanti a sé come un trofeo e sorrise, come a dire: “Hai visto di cosa sono stato capace?”
“Hai ucciso il re.” Disse, e Jaime annuì, sorridendo ancora, con arroganza. Jaime era poco più che un ragazzo in fondo, e aveva fatto qualcosa di memorabile. Che importavano i giuramenti, che importava del re? Il re era un pazzo. Eppure, pur continuando a sorridere, Jaime capì che nessuno avrebbe fatto di lui un eroe. Non con quel sangue sulle sue mani, non con il suo culo Lannister sul quel trono così scomodo.
Non fece niente per discolparsi, e dovettero quasi insistere per farlo alzare di lì, come se a lui importasse della corona…
Quel trono era scomodo e decisamente troppo rivelatore. Il sollievo di essere seduto e comodo fu velocemente sostituito da una sensazione di disagio che, intuiva, avrebbe presto invaso la sua vita.
“Bruciateli tutti.”
Jaime l’aveva impedito, ma nessuno lo sapeva.
“Bruciateli tutti.”
A Jaime era piaciuto infilare la sua spada in quella carne, perché era stato come liberarsi di un peso, ignaro che presto ne avrebbe portato un altro.
“Bruciateli tutti.”
Jaime sorrise di fronte al disprezzo di Stark, di fronte alla perdita dell’onore. Sorrise anche se non c’era niente di divertente, perché aveva infamato il suo nome per sempre, e non ci aveva nemmeno pensato. 
  
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