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Autore: jo17    25/02/2014    2 recensioni
La sua anima era spezzata e ne sentiva stridere le due estremità ormai da tempo, le avvertiva al centro del suo petto. Quel suono riempiva la sua mente e la faceva rabbrividire, e a volte era talmente forte che anche le persone che la circondavano potevano udirlo, ed era allora che assordata da quello stridore non si rendeva conto di quello che faceva.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La mattina successiva Alex si alzò presto e uscì di casa lasciando Arianna ancora immersa nel sonno.
Iniziò a camminare in un freddo mattino ascoltando il suo corpo, ogni singolo muscolo messo in movimento. Sentiva il battito del suo cuore e avvertiva intorno a se la città che si risvegliava. Alzò lo sguardo al cielo e ne apprezzò l’azzurro terso tagliato solo dalla scia di qualche aereo di passaggio. Si sentiva leggera, parte di un universo dove ogni cosa trovava la sua giusta collocazione, lei compresa.
Si sentiva purificata e avrebbe voluto regalare quella sensazione a tutte le persone che incrociava, dargli un po’ della gioia che la pervadeva, come se non fosse stato giusto che soltanto lei la percepisse, si sentiva già abbastanza fortunata, la sua fonte apparteneva unicamente a lei.
Finalmente arrivò alla sua meta.
Inspirò profondamente.
E alla fine si decise ad entrare.
 
Alex si rese subito conto di come tutto fosse cambiato, a parte il bancone del bar che era sempre al solito posto tutto il resto era decisamente diverso, ora era un posto un po’ più chic e patinato, le ricordava uno dei tanti lounge bar di Los Angeles, forse fu per questo che le piacque subito.
Si ritrovò disorientata quando dietro al banco vide una ragazza e non Leo, e per un attimo fu attraversata dal pensiero che in fondo non sapeva se fosse ancora suo o meno, aveva fatto di tutto per non sapere niente che lo riguardasse.
Quando la ragazza la vide le chiese cosa poteva offrirle ma Alex le disse semplicemente che cercava Leo.
 
  • Si è allontanato un attimo, se vuoi lo chiamo, chi lo cerca?
 
Rimase in dubbio se fosse stato giusto che Leo avesse saputo della sua presenza in quel modo, forse si, almeno si sarebbe preparato.
 
  • Alex
 
L’espressione sul volto della ragazza cambiò, da cordiale divenne carica di disgusto, si questa era la parola giusta per definire il modo in cui guardò Alex.
 
  • Quindi sei tu.
  • Scusa, ma ci conosciamo?
  • Fortunatamente no.
 
Alex rimase a guardarla. A quanto pareva la sua fama l’ aveva preceduta.
 
  • Devo dedurre che adesso non lo chiamerai.
  • Esattamente, al massimo ti posso accompagnare alla porta.
 
Per quanto la situazione le appariva del tutto assurda la divertiva, cos’ le chiese con tutta calma.
 
  • Ma tu chi sei?
  • Una che faresti bene a non..
 
  • Alex!
 
Quando si girò vide un Leo decisamente sorpreso che non aggiunse altro, provò ad aprire la bocca come a formulare qualcosa ma le parole non venivano fuori. Alex aveva pensato che sarebbe stato facile ma adesso si ritrovava senza niente da dire o semplicemente non sapeva da dove iniziare. Restavano lì a fissarsi come due statue di sale, alla fine Leo si decise.
 
  • Non pensavo che saresti venuta.
  • Nemmeno io
  • Quindi?
  • Ho.. bisogno di dirti alcune cose.
  • Va bene, ti ascolto.
  • Mi hai  detto che mi hai perdonato..
  • Si è cosi.
  • Ma come posso crederti?! Perché?!
 
Il suo volto si allargò in un sorriso.
 
  • Perché era la cosa giusta da fare.
  • Leo, io non posso accettare il tuo perdono, come faccio se io per prima non riesco a perdonare me stessa.
  • Sapevo che non era solo per quello che mi hai detto ieri sera. Vieni, sediamoci, voglio spiegarti come puoi riuscirci.
 
Prima di riuscire a muoversi lo chiamò la ragazza dietro al banco. Aveva uno sguardo supplichevole.
 
  • Leo!
  • Non ti preoccupare, va tutto bene.
 
Andarono a sedersi ad un tavolo, lui si sistemò di fronte a ad Alex. E iniziò a parlare.
 
  • Non credere che per me sia stato facile, tu non sai quanto ti ho odiata. E anche ieri sera per quanto cercassi di essere calmo, ammetto che il rivederti mi ha fatto più male di quanto credessi.
  • Leo..vedi che ho ragione?
  • Dai puoi concedermelo,del resto l’ultima volta che ti avevo visto..si insomma..
  • Avevo aperto una voragine sotto ai tuoi piedi.
  • Già, e io ci sono caduto dentro, è il paragone giusto. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Non avevo più certezze, non riuscivo a capacitarmi di come la donna che amavo mi aveva abbandonato e di come la persona di cui mi fidavo di più al mondo mi avesse ingannato e tradito.
 
Al suono di quelle parole Alex abbassò gli occhi, sapeva che aveva ragione, e le faceva terribilmente male, e si ritrovò a pensare al perché in tutto quel tempo si era messa al sicuro dal dover affrontare questa conversazione, era una vigliacca, si molto probabilmente era vero, la cosa migliore che sapeva fare era quella di girarsi dall’altra parte. Ma aveva capito che per le cose alle quali si tiene veramente bisogna lottare e soffrire, doveva dimostrare a se stessa che poteva essere una persona migliore. Una persona degna.
 
  • “Fa pace con il tuo passato”
 
Lui si era interrotto vedendo molto probabilmente come  le sue ultime parole avevano colpito la sua interlocutrice, dopo un po’ continuò.
  • Ti dovessi descrivere la mia vita dopo quella sera non ci riuscirei, ricordo poco, ero talmente preso dal cercare di riportare alla mente immagini di voi due insieme e ad analizzarle in modo ossessivo per la meticolosità con cui cercavo di ricordare i dettagli, sfumature che allora mi erano sfuggite, alla ricerca di quel qualcosa che mi avrebbe dovuto far capire che tra di voi c’era qualcosa,  cercavo il momento esatto che avrebbe potuto indicarmi quando il tradimento aveva avuto inizio e per quanto tempo fosse durato. Era un’autentica tortura perché più ritornavo indietro nei ricordi e più mi rendevo conto che era sempre stato sotto ai miei occhi, e il non essermene reso conto prima mi faceva sentire veramente il re degli idioti.
  • Leo,quando lei stava con te non c’è mai stato niente tra di noi.
  • Non di fisico, ma tra di voi c’è sempre stato qualcosa, era più che evidente. I principali episodi che mi vennero in mente furono quel weekend che passammo nella casa di montagna che ci avevano prestato, ricordi?
  • Si ma non ricordo niente in particolare.
  • No? Beh io si, fu la prima volta che provai un brivido di gelosia. Quella notte fui svegliato da un rumore, quando mi voltai a vedere se avesse svegliato anche Arianna mi accorsi che lei non c’era, sentii di nuovo quel rumore e mi resi conto che quello che mi aveva svegliato erano delle risa sommesse, allora mi alzai e quando entrai nella sala vidi voi due sedute sul davanzale della grande finestra, eravate illuminate soltanto dal riverbero della luna sulla distesa di  neve che c’era  fuori, lei stava ridendo di qualcosa che avevi detto perché teneva una mano sulla tua bocca, e tu, tenendole il polso, mio dio come la guardavi. Anche i tuoi occhi ridevano ma c’era anche qualcos’altro, fu vedere quello sguardo a raggelarmi, ma poi Arianna si rivolse a qualcuno sdraiato sul divano di fronte a voi e mi resi conto della presenza di Tania, e allora mi sentii così stupido, era come se la sua presenza mi avesse dovuto rassicurare che quello che avevo creduto di vedere era senza dubbio una follia dettata dall’ora tarda e dalla stanchezza. Ritornai in stanza e cercai di rimettermi a dormire, ma quando lei finalmente ritornò in camera mi trovò ancora sveglio, gli chiesi dov’era stata e lei mi rispose che non riuscendo a dormire aveva deciso di andare a prepararsi una tisana e in sala aveva trovato te e Tania con lo stesso problema di insonnia e così eravate rimaste a parlare. Le sue parole non so perché mi calmarono definitivamente e così riuscii a dormire.
 
Di quella vacanza Alex ricordava solo quanto si erano divertiti a fare gli idioti sulla neve e che le era toccato dormire sul divano della sala visto che le stanze non bastavano per tutti e soprattutto la conversazione avuta con Tania quella notte. Era il periodo prima della sua decisione di accettare di sposare Matteo, venne a svegliarla dicendole che non riusciva a dormire, Alex le aveva risposto che non era lei quella da buttare giù dal letto e la sua risposta la svegliò completamente, le disse che era proprio il pensiero di lui che non la faceva dormire. Tania le riversò addosso una marea di domande sul perché non avevano fatto niente di quello che avevano progettato nell’adolescenza, perché non avevano preso un loft come sognavano in una grande città, perché non avevano viaggiato insieme.. perché non aveva conosciuto nessuno al di fuori di Matteo, forse si stava negando altre possibilità. Alex le rispose semplicemente di ritornare con la mente al passato, a quando aveva avuto effettivamente la possibilità di fare tutto quello che diceva e le chiese semplicemente di dirle se non le aveva fatte perché lui o il pensiero di lui gliel’avevano impedito, se si fosse mai sentita costretta, lei le rispose di no, e poi le chiese di guardare al futuro e di dirle dove si vedeva da lì a qualche anno, Tania le disse che non lo sapeva, ed era questo a spaventarla, se fosse stata sicura avrebbe visto chiaro di fronte a se quello che sarebbe stata la sua vita, e allora Alex le domandò se almeno riusciva a vedere qualcuno in quel confuso futuro. Le rispose senza dubbio “Te”, al che venne a entrambe da ridere e poi ritornando seria Alex gli fece l’unica domanda importante, se davvero la vedeva una vita senza Matteo, con qualcuno che non fosse lui. Se poteva fare a meno di lui. Si prese qualche minuto per riflettere e dopo le disse di no, Alex concluse dicendole che se non aveva fatto tutto quello che sognava da ragazzina, era semplicemente perché nella vita reale aveva trovato qualcosa di meglio. Non si era imposta di amarlo, nessuno le aveva impedito di vedere il mondo o di vivere in una grande città o di fare una brillante carriera, e tutti i suoi dubbi e le paure che le si presentavano davanti erano più che normali ma se il pensiero di sposarlo per lei rappresentava una fine e non l’inizio di un qualcosa di bello e importante, allora si che sarebbe stato un problema. Tania le sorrise e le strinse la mano, le disse semplicemente “grazie”. Poi furono interrotte dall’arrivo di Arianna e dopo anche Alex ricordava solo il suono delle loro risate.
 
Alex si rese conto che Leo aveva smesso di parlare, le domandò se andava tutto bene riportandola al presente. Gli rispose si, che lo ascoltava.
 
  • Poi mi vennero in mente tutte le volte che la sorprendevo a fissarti e lei, a una mia domanda a che cosa stesse pensando, cercava di dissimulare cambiando argomento, ma non sempre ci riusciva, come quando una sera eravamo in giro come al nostro solito per locali, e tu venisti abbordata da una ragazza tutta matta alla quale davi corda, mi ricordai di come Arianna era diventata di cattivo umore, ma non ci feci caso, era stata taciturna per tutta la sera quindi quando mi disse che voleva andare a casa non mi sorpresi più di tanto, mi colpì invece come fu brusca con te quando venimmo a salutarti e tu eri ancora presa a parlare con quella ragazza, non ricordavo che ti avesse mai risposto malamente prima di allora e forse anche quello mi avrebbe dovuto far capire. Comunque tutta questa valanga di ricordi mi fecero convincere che voi due vi prendevate gioco di me da chissà quanto tempo.
  • No Leo non è affatto così.
  • Forse, ma lei in qualche modo che non capivo mi aveva usato.
  • Non è esattamente così, ma di questo dovresti parlare con lei, se mai avrai la voglia di perdonare anche lei
  • Per assurdo l’ho perdonata molto prima di quanto abbia fatto con te.
 
  •  
  • Ma fammi andare con ordine, ero fuori di me e talmente arrabbiato con il mondo intero che per poco non ho fatto fallire questo posto. Fortunatamente Matteo è venuto in mio soccorso, e dopo anche Laura.
 
E indicò la ragazza che l’ aveva “accolta”, stava a poca distanza da loro a guardarli e ad ascoltare in silenzio il racconto di Leo. Ma il modo in cui guardava Alex diceva molto, e la fece convincere che se ne avesse avuto il potere in quel momento l’ avrebbe incenerita con lo sguardo.
 
  • A lei devo molto, mi ha conosciuto in un periodo in cui di certo non ero una buona compagnia, e nonostante questo ha visto qualcosa in me e ha avuto tanta pazienza, ha lottato per farmi capire che potevo ancora fidarmi delle persone, che potevo di nuovo amare.
 
Mentre lo diceva la guardava ed entrambi si sorrisero.
 
  • Comunque i giorni successivi alla mia “scoperta”, quando Tania mi disse che non sarebbero partiti, che non mi avrebbero lasciato solo, che potevo contare su di loro, per qualsiasi cosa gli fui così grato e gioii pensando che dietro questo loro comportamento ci fosse stata la scelta di abbandonarti, fui contento nel sapere che tu ti saresti ritrovata da sola, perché avevo la certezza che anche Arianna prima o poi ti avrebbe lasciata e allora avresti pagato il tuo egoismo. La solitudine sarebbe stata la tua punizione. Pensieri stupidi lo so, me ne vergogno un po’.
  • Se mi odiavi così tanto mi dici cos’è successo dopo? Come fai a stare qui adesso a raccontarmi tutto questo.
  • Fammi finire, adesso ci arriviamo. Comunque, quando venni a sapere che invece Tania aveva continuato a sentirti, quando seppi che, un anno dopo venivano da voi mi arrabbiai come un matto, gli dissi che non volevo più vederli, che dovevano sparire dalla mia vita e che erano esattamente come te! Come diavolo facevano a continuare a frequentarti dopo quello che mi avevi fatto, come potevano volerti ancora bene? E per la prima volta dopo non so quanto tempo vidi Tania piangere, non disse niente, ricordo che si alzò e andò via. Matteo provò a farmi ragionare ma lo cacciai. In quel momento ero io ad essere solo. Ma tu questo dovresti saperlo.
  • No, non mi hanno mai detto niente, io gli chiedevo solo se stavi bene e poi non ho mai voluto sapere niente di te. Il tuo pensiero mi uccideva.
  • Ma fammi il piacere!
 
Per la prima volta Laura intervenne nella conversazione, si, senza dubbio la odiava.
 
  • Se ti fosse importato qualcosa di lui..
  • Laura ti prego!
  • No ha ragione lei, ho provato amore per Arianna dal primo giorno che l’ho incontrata, più di quanto ne provassi per te. So che quando venni a sapere che stavate insieme avrei dovuto strapparmi il cuore. Ma non ci sono riuscita e quando lei mi ha detto quello che provava per me, lo so, ne sono consapevole, ti ho venduto per le mia felicità.
 
Leo rimase un attimo a fissarla in silenzio, sorpreso da tanta sincerità, sospirò e riprese il suo racconto come se avesse assorbito quello che aveva sentito.
 
  • Ad ogni modo, al loro rientro Tania venne qui, entrò come una furia e me le cantò di santa ragione, la conosci no? Mi lanciò sul banco una foto e quando la misi a fuoco vidi che si trattava della foto che avevamo fatto il giorno del loro matrimonio, pensai che era molto crudele. Mi disse di guardarla bene e di capire che quelle persone erano le più importanti della sua vita, tutte, nessuna esclusa, quindi mi dovevo rassegnare al fatto che non mi sarei liberato di lei tanto facilmente, e che non aveva nessuna intenzione di rinunciare a te, per quanto iniziasse a pensare che la sua vita senza di noi sarebbe stata senza dubbio più facile. Ma non poteva, le era impossibile. Credo di non averle mai voluto bene così tanto come allora.
 
Alex ripensò al volto affranto della sua amica la sera prima. Poi fu di nuovo presa dal racconto di Leo
 
  • Poi avvenne il mio primo incontro con Arianna e quel poco di cuore che mi era rimasto andò in frantumi, soprattutto perché mi resi conto che speravo che con lei ci fossi anche tu. Non so perché. Ci incontrammo per caso, l’amavo ancora? No, non credo, ma mi fece male, di sicuro non mi era indifferente, e poi il pensiero di te ritornò con forza e violenza. La trattai veramente male, la provocai, le dissi le cose peggiori che mi vennero in mente. E lei non disse niente, se ne rimaneva lì ad ascoltare tutte le cose orribili che le stavo vomitando addosso e per poco non rischiai di beccarmi un bel pugno in faccia da Matteo. Non ci riuscì solo perché fu proprio Arianna ad impedirglielo, lo fermò e gli si mise davanti, gli disse che non era necessario e poi si rivolse a me dicendo che avevo ragione a trattarla in quel modo, se lo meritava, se fosse bastato a lenire la mia collera, il mio dolore, sarebbe rimasta lì a farsi insultare tutto il tempo che ritenevo necessario. Era consapevole che avrebbe potuto passare una vita intera a chiedermi perdono ma che non sarebbe bastato a riparare al torto che avevo subito da lei. Poi aggiunse una cosa che mi fece vergognare e ritornare in me, come se mi avesse dato uno schiaffo. Mi disse che se speravo che sarebbe corsa da te a raccontarti l’accaduto mi sbagliavo, perché per causa sua c’era già abbastanza odio fra due persone che invece si sarebbero dovute voler bene al di sopra di ogni cosa. Mi disarmò, perché aveva espresso quello che in fondo alla mia anima speravo, cioè di vederti arrivare per..non so per che cosa, picchiarmi?
 
Ad Alex ritornarono alla mente le parole dette durante il furioso litigio della sera prima, di come non era del tutto sbagliata la sua sensazione di esclusione e di come fosse esatta la sua incapacità di affrontare le situazioni a differenza di Arianna che invece sapeva gestirle con più saggezza di lei. Si ritrovava lì seduta con Leo che la portava a conoscenza di fatti che avrebbe dovuto sapere ormai da tempo e che invece Arianna, conoscendola, aveva pensato bene di tenerle nascoste, perché senza alcun dubbio Alex avrebbe avuto esattamente la reazione tanto sperata da Leo. Vide che era rimasta turbata dalle sue rivelazioni, le diede un attimo e poi riprese.
 
  • Alex, avessi visto il suo sguardo mentre mi diceva questa cruda verità, mi fece sentire scoperto, così immaturo, insomma se volevo avere un confronto con te perché non ti venivo a cercare e basta invece di stare lì ad insultarla, aveva letto la mia anima e non capivo come avesse fatto.
  • Si..so di cosa stai parlando, è quello che di lei mi ha sempre colpito, ha visto dentro al mio cuore, ha visto la creatura che vi si nasconde.. e mi ama lo stesso..e tu sai questo cosa vuol dire per me.. Riuscire ad avere accanto una persona che mi accetta per quella che sono..e ti assicuro che non le ho reso le cose semplici..e nonostante tutto lei rimane al mio fianco..
  • Si lo so..mi è costato veramente tanto riuscire a comprendere come avevi potuto farmi una cosa del genere..e quella sera guardandola dritta negli occhi compresi..ma soffrivo forse il doppio per essermi reso conto di che cosa avevo perso. Comunque quella sera andai via senza riuscire a dire o a fare nient’ altro. Fu al nostro secondo incontro che ci chiarimmo, cioè lei mi disse a cuore aperto come il suo comportamento fosse stato imperdonabile e che non aveva nessuna giustificazione valida ai miei occhi. Prima ti ho detto che l’ho perdonata, è vero, ma lei non lo sa, mi è rimasto un minimo di orgoglio che mi impedisce di dirglielo.
 
Sorrise.
 
  • E qualche tempo dopo mi sorpresi a pensare te, a noi, com’eravamo un tempo, com’eravamo da ragazzini, e mi venne in mente di quella volta che decisi di scappare di casa.
 
Il ritorno di quel ricordo la fece sorridere.
 
  • Ricordo che venisti a salutarmi, eri pronto e con lo zaino in spalla, quanti anni avevamo?
  • Dodici, e tu avevi provato a fermarmi ma ormai avevo deciso, non volevo più vivere con mio padre, e allora decidesti che saresti venuta con me, che non mi avresti lasciato solo. E mentre preparavi la tua roba iniziasti a parlare delle grandi avventure che avremmo vissuto.
  • Già, ti dissi che saremmo dovuti andare verso le montagne e ti assicurai che tuo padre non ti avrebbe trovato.
  • Invece quando ci ritrovarono non eravamo nemmeno riusciti ad uscire dalla città, tu ti prendesti tutta la colpa, dicesti che era stata una tua idea e che mi avevi convinto, pensavi che così mio padre sarebbe stato più clemente, e non solo non fu così ma a te tua madre le suonò di santa ragione.
  • Si..ma cosa c’entra tutto questo?
  • C’è che con il passare del tempo,degli anni, mi sono accorto che quello che mi faceva stare male adesso non era il pensiero di te ed Arianna, ma era avvertire la tua mancanza a farmi soffrire, come potevo volerti ancora bene, e la risposta stava in una vita intera vissuta in simbiosi con te, quella sera ti dissi che ti avevo amato, ma non ne sono sicuro, cioè per me fu facile scambiare per amore quello che sentivo, io e te eravamo una sola persona, di che non è così.
  • Non posso negarlo, ma forse non era giusto, guarda dove ci ha portato.
  • Forse, ma la mia infanzia e la mia giovinezza non la scambierei per niente al mondo, ci siamo divertiti insieme, ci siamo sostenuti, abbiamo sofferto, non so che cosa avrei fatto senza di te e la tua famiglia che alla fine è diventata la mia, è grazie a te che ho incontrato Tania e Matteo, e allora ho capito che si può anche sbagliare, ma poi è stato uno sbaglio? Io ti guardo e vedo una luce nei tuoi occhi che non ti conoscevo e allora penso che era giusto che le cose andassero così, sicuramente gestite diversamente ma ormai è andata. In questi anni ci siamo persi ma ci è servito per disintossicarci da situazioni ormai stantie. E poi io adesso sono felice.
 
E allungò una mano verso Laura che gliela strinse e si lasciò trascinare vicino a lui.
 
  • Se riavrò indietro la mia migliore amica, la persona che è stata la cosa più vicina ad una sorella, non mi mancherà più niente.
  • Leo, c’è solo un problema.
  • Quale?
  • Lei mi odia.
 
Alex lo disse sorridendo. Anche lui lo fece.
 
  • Non è un tipo facile ma possiamo lavorarci.
  • Amore non contarci troppo.
 
Alex si rimise in piedi.
 
  • Leo, mi piacerebbe dirti che ritornerà tutto come prima ma non posso..però..
 
Furono distratti dalla porta che si apriva e di certo Alex non si sarebbe mai aspettata di vedere entrare Tania e Matteo e alle loro spalle, arrivata senza dubbio insieme a loro l’amore della sua vita.
 
Alex andò incontro a questo inaspettato gruppetto.
 
  • Tania..
 
Fu interrotta dal sonoro schiaffo che le diede. Restarono tutti a guardarla sorpresi da quel gesto.
 
  • Questo è per come ti sei comportata ieri sera.
  • Si..si hai ragione, me lo sono meritato..
 
Poi in uno slancio l’ abbracciò forte.
 
  • E questo è perché quando lei mi ha chiamato stamattina non potevo credere che tu fossi qui. Ben tornata.
 
Esattamente come in passato, erano di nuovo loro quattro,erano di nuovo una certezza. Era palese a tutti che non sarebbe stato più come un tempo, ognuno di loro aveva ormai la propria vita  piantata su binari ben precisi e distinti, ed ognuno di esso conduceva in direzioni diverse, forse distanti gli uni dagli altri ma i loro cuori rimanevano legati da un filo invisibile reso forte e resistente dalle prove alle quali era stato sottoposto nel tempo. Nemmeno tutto l’odio e il rancore provato per un grave torto subito erano riusciti ad intaccare l’affetto costruito con tanta fatica negli anni, in una vita intera. Ancora legata a quell’abbraccio Alex aprì gli occhi e incrociò quelli di Arianna, che le sorrideva, e se mai fosse stato possibile si ritrovò ad amarla ancora di più, era la sua forza e la sua salvezza.
 
Quella mattina quando Alex si ritrovò abbracciata a lei camminando verso casa sentiva che la felicità si racchiudeva tutta lì, in quell’abbraccio che la teneva legata a lei, si trovava nel sapere che ogni mattina si sarebbe svegliata avendola al suo fianco, nei modi più dolci di far pace tutte le volte che si sarebbero trovate inevitabilmente a litigare, nel decidere che film andare a vedere,nello scegliere che cosa cucinare o indossare per un evento.
Nel ritrovarsi intorno ad un tavolo con gli amici più cari e l’ amore della sua vita.
 
Alex vedeva la sua esistenza attraversata da una linea netta che la divideva in due distinte parti, la prima quella fatta di insicurezza, solitudine, di perenne senso di vivere in un errore, di dolore e di pura follia. L’altra invece si allontanava da quella linea assumendo una gradazione di colore che aveva iniziato a tingere le sfumature di grigio che rappresentavano la sua vita di allora, sino ad arrivare ad essere abbagliata da colori intensi e caldi, dati da una mano esperta e quella pittrice aveva un nome, aveva una consistenza che le regalava sicurezza, che le aveva dato un senso di completezza.  Nella sua vita non aveva fatto altro che sentirsi sbagliata, ma adesso le sembrava una cosa così assurda anche solo pensarla, e doveva ringraziare soltanto lei.
 
Una volta aveva letto una frase che diceva che le scelte più difficili nella vita non sono quelle fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, bensì quelle fra ciò che è giusto e ciò che è  meglio, ed era vero, Alex lo aveva sperimentato sulla propria pelle, perché era questo quello che aveva fatto, aveva deciso di fare la cosa migliore per se stessa, egoistico forse, perché in fondo per quanto possiamo amare le persone che subiranno le conseguenze di queste decisioni, è l’istinto di sopravvivenza a prevalere, e allora ci lasciamo guidare solo da quello che sentiamo provenire dal profondo del cuore, da sempre, inseguiamo quella promessa di felicità che si spera di trovare in fondo alla strada che abbiamo scelto di percorrere.
  
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