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Autore: Dragon_Lady    25/02/2014    1 recensioni
“Il ballo del ceppo è una tradizione che il mondo magico tramanda da decenni e decenni, prima ancora che voi nasceste” disse la professoressa McGranitt.
Tutti gli studenti di Hogwarts attendono con ansia il ballo del ceppo, compresa Ginny Weasley. è il momento di dichiararsi, farsi avanti e invitare le ragazze al ballo; per alcuni è solo il momento di rendersi conto dei propri sentimenti; e per alcune ragazze è il momento di realizzare i propri sogni.
Il ballo del ceppo perfetto raccontato da Ginny Weasley.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Il ballo del ceppo è una tradizione che il mondo magico tramanda da decenni e decenni, prima ancora che voi nasceste” il tono della professoressa McGranitt si alzò di qualche ottava svegliando metà della classe assopita, compresa Ginny Weasley. La giornata non era iniziata bene: per prima cosa non aveva sentito la sveglia ed era arrivata in ritardo in classe, dove la professoressa le aveva fatto una romanzina sull’importanza della puntualità; secondo si era dimenticata della particola lezione del giorno: il ballo del ceppo. Quest’anno ogni cosa girava intorno al torneo Tremaghi, compreso il ballo. Nonostante partecipassero solo gli alunni del quinto anno in poi, la professoressa voleva che tutti gli studenti della sua casa sapessero danzare in caso che qualcuno di più grande invitasse loro al ballo. Ginny odiava ballare, soprattutto i balli lenti, come quello che in questo momento la professoressa stava mostrando insieme a un ragazzo del terzo anno. Il ragazzo si muoveva impacciato e imbarazzato, mentre tutta la classe rideva sotto i baffi. Nonostante questa fosse la lezione più stupida che lei avesse mai sentito, Ginny osservava avida i piedi della McGranitt muoversi fluidi cercando di memorizzare tutti i passi. Avrebbe danzato per anni con uno stupido vestito lungo se a stringerla ai fianchi ci fosse stato Harry Potter. Ginny lo vedeva con lo smoking nero elegante che la mamma gli aveva inviato, i capelli arruffati che gli ricadevano sugli occhi verdi, danzare co lei tutta la sera. Ginny venne riportata bruscamente alla realtà  dalla professoressa che invitava gli studenti ad alzarsi e a coppie provare i passi.

 

“Allora come è andata la lezione di ballo?” Hermione sferruzzava l’ennesimo berretto per elfi seduta sulla poltrona rossa difronte al caminetto acceso. “Per fortuna dopo stasera sarà tutto finito” disse lasciandosi cadere sulla poltrona difronte con un tonfo che fece scappare grattastinchi. Hermione ridacchiò.

“Dov’è mio fratello e Harry?” chiese sospettosa all’amica, che si rabbuiò all’istante. Alzò gli occhi dai ferri e con una mano si tolse i ricci dalla faccia “Si sono accorti che mancano poche ore al ballo e allora si sono decisi una dama”. “Ah, allora sono a caccia” disse Ginny per nascondere il fastidio, ma Hermione la conosceva troppo bene per non capirla. “Vedrai che prima o poi aprirà gli occhi e si accorgerà di quanto tu sia fantastica”. Hermione riusciva sempre a risollevarle il morale. “Lo so che sono fantastica!” disse ridendo, “tu invece hai detto con chi vai?”.Hermione arrossì violentemente a quelle parole e lasciò cadere i ferri a terra; Ginny si rotolava silenziosamente sulla poltrona dalle risate per la reazione dell’amica, che ora si guardava intorno preoccupata che qualcuno potesse averla sentita. Hermione la guardò con aria di rimprovero, “Oggi volevo dirlo, ma Ron mi avrebbe preso in giro fino alla nausea e poi non voglio che le altre mi facciano domande!” chiuse il discorso riprendendo i ferri da terra. “Cavolo Krum!” sospirò Ginny “Un po’ ti invidio, almeno tu parteciperai al ballo”. Hermione sorrise, “Lui è così…”. “Famoso!” la interruppe Ginny. “Stavo per dire simile a me!” disse rivolgendole un’occhiataccia. “Siamo davvero molto simili: ci piace studiare, non siamo dei grandi chiaccheroni  e ci piace viaggiare” disse con sguardo sognante. “E questo te lo ha detto lui? Cioè sa parlare oltre che a grugnire?” chiese Ginny dubbiosa. “Si” disse evitanto la provocazione "anche se non parliamo molto a dire il vero”.  Hermione fissava pensierosa il buco del ritratto, quando si aprì destandola dai suoi pensieri. Due ragazzi entrano nella sala comune, tutti e due imbronciati. Il ragazzo più alto con i capelli rossi aveva il muso più lungo e si andò a sedere sul bracciolo della poltrona di Hermione sbuffando sonoramente. A Hermione nascose un piccolo sorriso. “Allora chi saranno le fortunate donzelle che accompagnerete al ballo?” chiese al rosso. “Lascia perdere..” il suo umore era molto più nero di quanto si aspettasse. “Io ho invitato l’ungaro spianto al ballo!” disse il secondo ragazzo trascinando una poltrona accanto a quella di Ginny. “Non è che ha un fratello da presentarmi?” chiese la rossa a Harry. Questo le sorrise vivacemente e il suo umore sembrò migliorare. “Non andremo al ballo Hermione..” disse Ron fissando il tappeto rosso e oro sotto i suoi piedi “Domani in sala comune saremo noi tre e i marmocchi”. “Ehi a chi hai detto marmocchi?” disse Ginny indignata tirando al fratello un cuscino in faccia. “E poi Hermione ha un cavaliere, quindi sarete tu e Harry a rimanere qui!”. Hermione arrossì di nuovo e Ron sprofondò di più nello sconforto. “Allora non vuoi dirci chi è il cavaliere misterioso Hermione?” chiese Harry per rompere il gelo che si era creato. “Lo vedrete domani..”.  Harry sapeva che sarebbe stata la sua ultima parole e quindi si rivolse a Ginny. “Tu perché non vai al ballo?” il suo cuore si fermò un attimo alla vista degli occhi verdi che fissavano i suoi e il suo cervello faticava ad elaborare una risposta coerente. Prese un respiro profondo e disse: “Nessuno mi ha invitata.. ” i suoi occhi ben attenti a non incontrare quelli verdi, seguivano con finto interesse grattastinchi che giocava con un gomitolo di lana. “Be allora stavo pensando..” continuò Harry con un po’di imbarazzo “che forse ti potevo accompagnare io”. Il mondo si fermò per un attimo: Hermione per la seconda volta nella serata fece cadere i ferri e guardava Herry come fosse impazzito, Ron rischiò di soffocarsi con il succo di zucca che stava sorseggiando e a Ginny era tornato il blackout al cervello. Probabilmente Harry pensò che fosse completamente scema. Lei lo guardava a bocca aperta, ma non riusciva a far uscire neanche un suono. Alla fine dalla sua bocca uscì un fischio che interpretò come un si. Harry sorrise ed Hermione si alzò di scatto dalla poltrona risvegliando Ginny dal coma vegetativo. “Andiamo a prepararci Ginny! Il ballo inizia alle 20!”. Con foga Hermione le prese la mano e la trascinò su per le scale verso il dormitorio femminile.

 

Ginny si guardava allo specchio senza smettere di sorridere. Non ci credeva! Harry Potter l’aveva invitata al ballo del ceppo! Ginny si diede un pizzicotto sul braccio, ma non era un sogno stava succedendo davvero. L’orologio segnò le 20 e il suo cuore fece un salto nel petto come se volesse volare via. “Hermione è ora di andare! Muoviti!”. L’amica uscì da bagno di corsa e Ginny per un secondo non la riconobbe: era bellissima nel suo vestito azzurro, i capelli erano stirati e lucidati e raccolti dietro la nuca in una crocchia morbida così che alcuni boccoli ricadevano liberi sul suo viso. Ginny sorrise soddisfatta del suo lavoro: c’erano volute due ore per conciarle in quel modo i capelli. Hermione aveva insistito molto per acconciarle i capelli, ma Ginny si era rifiutata categoricamente; l’unica cosa che a Hermione era stata concessa di fare era truccarle leggermente gli occhi. Ginny ringraziò mentalmente sua madre per averle mandato il vestito da cerimonia. La signora Weasley, come lei, sperava che qualcuno l’avrebbe invitata, ma nessuna delle due avrebbe mai scommesso su Harry. Ginny osservava orgogliosa il vestito verde smeraldo che le ricadeva a pennello fino alle ginocchia. Le due amiche si guardarono sorridendo emozionate allo specchio, per poi scendere in sala grande dove i loro cavalieri le aspettavano.

A ginny non tremavano così tanto le gambe dal primo anno, quando aveva ripercorso la camera dei segreti dopo la sconfitta di Tom. Quando lo vide tra la folla le sue gambe smisero di tremare e scese le scale senza staccare gli occhi da lui. Harry era bellissimo con il suo smoking nero e avvicinandosi Ginny si rese conto che il suo vestito era della stessa sfumatura di verde dei suoi occhi. Forse non era vero che la mamma non aveva scommesso su di lui!

Il sorriso di Harry scatenò in lei un mare di emozioni e la sua mano tesa era un porto sicuro, la prese e sentì di essere nel posto giusto al momento giusto. Tutto era perfetto.

“Vieni, i campioni entrano per primi” disse accompagnandola verso il portone della sala grande. Avanzò tra la folla, davanti ai suoi compagni sbigottiti e non potè fare  a meno di sorridere felice come una bambina il giorno di Natale. Ginny intercettò Ron, insieme a Padma, che però non la vide, il suo sguardo era del tutto concentrato su Hermione che stringeva la mano di Victor Krum. Ginny si accorse di essere al centro della sala solo quando Harry le strinse la vita e le mise un braccio sulla sua spalla. La musica partì e con essa anche i loro piedi, Ginny cercava di ricordare la lezione di quella mattina della McGranitt, ma con crescente panico si accorse di non ricordare nulla. Harry fissava concentrato i suoi piedi e contava sottovoce. Alzò lo sguardo su di lei e scoppiarono a ridere. Da quel momento non importavano più i passi, Ginny e Harry ondeggiavano e i loro movimenti riuscivano naturali; non importava dei numeri, della gente che li osservava o della musica: loro due erano insieme, i loro sguardi intrecciati.  Il tempo si era fermato e Ginny ormai non si ricordava più chi fosse o dove erano, vedeva solo i suoi occhi verdi, la saetta sulla fronte e il suo sorriso spensierato bello da star male. Le loro labbra erano sempre più vicine. Ginny non poteva credere che stesse succedendo proprio a lei. Questo momento lo aspettava da tutta la vita e ora stava per baciare Harry Potter!

Ormai sentiva il suo respiro sulle sue labbra, quando un rintocco risuonò nella sala, e poi un secondo. Harry si allontanò mentre anche il terzo rintocco la riportava alla realtà. “Forse è meglio che ti svegli” le disse con voce dolce.

 

Ginny riaprì gli occhi. Era il 24 Dicembre ed era in ritardo per la lezione di ballo con la McGranitt. Si alzò dal letto e corse verso il bagno. Per poco non inciampò nel suo bagaglio ai piedi del letto. I suoi occhi caddero sul vestito verde da cerimonia, e il ricordo del sogno la colpì come uno schiaffo. Quella sera sarebbe andata al ballo del ceppo con Neville, e Harry sarebbe andato con Calì. La tristezza la prevalse come l’acqua che si infrange sugli scogli. Per un attimo fissò il vestito depressa, poi si ridestò. Non si sarebbe arresa! Lei un giorno avrebbe baciato Harry Potter, un giorno lui si sarebbe accorto di lei! Rinvigorita da questa certezza uscì dalla camera pronta ad affrontare quella lunga giornata.

 

 

  
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