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Autore: yuzuki chan    25/02/2014    4 recensioni
"L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue." scriveva William Shakespeare. Questa frase riassume perfettamente ciò che accadrà, il cuore di Juvia ha subito troppe ferite, ha seguito il suo amore per Gray ma niente vi è stato. E Gray che fugge l'amore potrebbe esserne colpito... Nello stesso momento un bianco male sembra avvicinarsi e minacciare la persona a cui più tiene...
Coppia principale: Gruvia
Coppia secondaria: Jerza
Capitolo speciale: Elfever
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gray/Lluvia, Lyon Bastia, Ultear, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tu chiamale se vuoi, emozioni [Gruvia]'
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Camminava lentamente verso la bacheca delle missioni. La luce soffusa della stanza le illuminava impercettibilmente il volto diafano. Il rumore che regnava il quel luogo le riempiva completamente la testa, ma le lasciava il privilegio di pensare. Lesse svogliatamente le richieste e le relative ricompense. Doveva andar via dalla Gilda, non poteva sopportare ancora a lungo quello che le stava accadendo. Prese una missione di difficoltà media, in modo da non aver bisogno di alcun aiuto. Voleva, doveva rimanere da sola.
Si sedette al bancone, fissando il pezzo di carta che teneva tra le mani per evitare che il suo sguardo iniziasse a spaziare il salone alla ricerca di lui. Una settimana fa si era visto in privato con Ultear, e da allora non le rivolgeva più la parola. Nonostante ciò continuò a provare a comportarsi normalmente, nella speranza che le cose tornassero come prima. Ma non vi era stato niente da fare.
Non era pronta ad una situazione simile, aveva sempre dato per scontato che lui ci sarebbe sempre stato. Anche se non l’amava potevano sempre esser amici, ma ora il mondo le era crollato addosso, lasciandola senza forze. E il trovarlo a dialogare con le altre ragazze della Gilda, anche a costo di perdere una delle risse quotidiane, non faceva altro che peggiorare la situazione.
“Perché fa così male?” si chiese trattenendo a stento le lacrime.
Dopo tutte le attenzioni che gli dedicava la sua più alta ricompensa era stato un “grazie” scontroso. Lo amava, ma cominciava a far fatica a sopportare tutte le sofferenze che questo sentimento le portava.
“Ormai l'unica cosa che devo fare è chiudere gli occhi e lasciarmi trascinare dalla corrente... Non importa dove mi porterà, non importa quanto farà male... Il dolore vero deriva solo dall'amore vero, e se andandomene riuscirò a cancellarlo questa è l'unica cosa che io possa fare...”
Fece per alzarsi dalla sedia quando l’ennesima lite scoppiò nella sala. Fu un attimo, vide il ragazzo volare verso uno spigolo di ferro e si gettò in avanti, per impedirgli di esser ferito. Arrivò in tempo per contrastare l’urto, i capelli neri corvini adagiati al suo petto. Gray alzò lo sguardo, non aspettandosi quel morbido atterraggio. Non appena vide colei grazie alla quale si era risparmiato un brutto livido distolse lo sguardo e si alzò, senza rivolgerle la parola, e si diresse fuori. La ragazza istintivamente lo seguì.
“Ti sei fatto male?” chiese cercando di mantenere un tono distaccato.
Attese la risposta per qualche minuto, ma questa non sopragiunse.
“Va tutto bene?” provò nuovamente continuando a fissarlo da lontano. L’aveva sentita ne era sicura, ma nonostante questo non rispose.
“Gray!” esplose allora liberando l’angoscia che le attanagliava il cuore. Eppur lui continuava a non considerarla. Si diresse verso di lui, mettendosi di fronte al suo corpo scolpito.
“Perché mi ignori? Ti ho fatto qualcosa di male?” domandò fissandolo dritto negli occhi.
Il ragazzo spostò il suo sguardo in una diversa direzione, rimanendo sempre in silenzio.
Attese ancora. Lacrime bollenti minacciarono di scenderle lungo le guance. Si girò verso la strada e senza dire una parola di allontanò da lui. Le lacrime le scendevano copiose lungo le guance.
“Ha portato il sole nella mia vita ma la pioggia dentro di me. Cosa sono le lacrime se non piccoli cristalli liquidi fuoriusciti da un cuore spezzato? Sono stata forte per troppo tempo, le ho trattenute con tutta la mia forza, ma non si possono controllare le proprie condizioni atmosferiche... Arriva quel momento in cui dentro il cuore regna il freddo e dagli occhi scende la pioggia...”
Stava correndo via, stava cercando di scappare dal dolore, stava cercando di scappare dall’amore.
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi di ritorno :D E anche prima del previsto :3 Vi informo che l’ispirazione mi è venuta ieri sera prima di andare a dormire e che non ho ancora la più pallida idea di come far finire questa storia :’) In compenso ho in testa anche una piccola one-shot ;)
  
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