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Autore: Layla    25/02/2014    0 recensioni
“Il re di Bonda ha una cosa che mi interessa molto.”
“Uno shushu, immagino.”
“Sì, uno shushu molto potente, un anello.”
“Lascia perdere Ombrosa, Smiss finirai per essere il suo schiavo.”
“Oh, e così la conosci.”
“Me ne ha parlato mia sorella, assorbe le anime e trasforma gli uomini in ghoul, ma vuole anche liberarsi e ottenere un nuovo corpo. Una volta ha provato anche a prendersi il corpo di Eva.”
“Interessante. Beh, la eliminerà dalla lista e prenderò l’altro shushu, una spada infuocata, ma ho bisogno di una mano. Qualcuno che distragga il re e le guardie con la sua bellezza.”
Io lo guardo sorpresa.
“Tu vuoi che io faccia da puttana?”
“No, solo da esca. Potresti essere una principessa che viene da lontano e vuole sposare il principe, tutti dedicherebbero la loro attenzione a te e io potrei prendere ciò che voglio indisturbato.”
“Io non sono una ladra!”
“Ma rivuoi la tua mappa e questo è l’unico modo che hai per riottenerla."

{CleoxGoultard
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goultard, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo:Cleo, la dea degli yop.

 

Sei mesi dopo la nostra vita nella casa del deserto prosegue tranquilla.
Non ci sono particolari scossoni, nessuno chiede a Goultard di recuperare qualche shushu, così abbiamo tutto il tempo di fare i fidanzatini senza che nessuno ci disturbi.
Da qualche giorno però il mio uomo è strano, sembra mi nasconda qualcosa, ma non saprei dire cosa.
Forse una nuova missione?
No, me ne avrebbe già parlato.
Mi vuole lasciare?
Non credo, abbiamo una buona intesa e lui non fa altro che dire che sono la donna giusta per lui.
Fatto sta che mi nasconde qualcosa e io da brava donna curiosa vorrei sapere cosa.
“Goultard, tutto bene?”
Gi chiedo una sera.
“Sì, perché?”
“Non so, mi sembri strano.”
“Nah, è solo una tua impressione.
Piuttosto domani sera mettiti un vestito carino e truccati.”
“Ehm, va bene."
Non credo usciremo, ma suona molto come la richiesta di un appuntamento, chissà cosa avrà in mente?
Il giorno dopo mi prepara la colazione e ci alleniamo insieme come tutte le mattina, lui però è un filo distratto e per la prima volta in mesi riesco a batterlo.
“Battuto! Dove hai la testa, tesoro?
Sugli anelli di Saturno?”
Lui ride.
“Stasera capirai tutto.”
Mi risponde misterioso.
“Qualche indizio?”
Lui si alza in piedi.
“No, altrimenti che sorpresa sarebbe.”
Giusto, un punto per lui, anche se non mi sembra carino lasciarmi a rosolare nell’ansia.
Ah, uomini!
A pranzo mangiamo tranquillamente e al pomeriggio sparisce, io decido di lasciar perdere e mi faccio una dormita. Qui il clima è abbastanza fresco, ma quando di sopra fa molto caldo qualcosa penetra anche qui e diventa difficile fare qualcosa.
Mi addormento quasi subito e mi sveglio alle sei, sento dei rumori – il che significa che il mio elusivo fidanzato è tornato a casa – e decido di farmi un bagno.
Stesa nella vasca di ceramica bianca penso a cosa mettermi, deve essere qualcosa di carino, ma non eccessivamente elegante. Forse potrei mettermi quel vestito rosso che ho comprato a Bonda.
Ma sì, perché no?
Esco dalla vasca, mi asciugo per bene e mi avvolgo nell’accappatoio per andare in camera, con la coda dell’occhio vedo Goultard trafficare all’inizio del corridoio, ma  decido di non indagare.
Entro in camera mia, mi metto in intimo e apro l’armadio, ormai questa camera la uso solo come deposito o luogo per i riposini, di notte dormo con lui.
Guardo tutti i vestiti e sospiro, in questo momento invidio da morire Amalia, di sicuro avrà un armadio pieno di vestiti carini e non uno pieni di abiti pratici come il mio.
Non so cosa mettermi e odio pensare queste cose, perché mi sono sempre sentita sicura del mio abbigliamento, anche se poco femminile.
Alla fine opto per un abito corto, con la gonna a balze, senza maniche di colore rosso, mi guardo allo specchio e mi vedo carina.
Eva direbbe che finalmente ho concesso alla mia femminilità di uscire e ha ragione, vista la mia vita è sempre dovuta rimanere un po’ nascosta.
Bene, adesso devo solo affrontare l’evento e non sarà facile, ho il batticuore e sto sudando un po’ troppo, le sorprese non mi sono mai piaciute particolarmente.
L’ultima sorpresa che ho ricevuto è stata quando mi hanno detto che la mia adorata sorella doveva andare a Sadida.
In ogni caso esco dalla stanza e percorro il lungo corridoio canticchiando una canzone che dovrebbe tranquillizzarmi, ma che questa volta fallisce.
Arrivata al salone noto che è tutto decorato con fiori e candele (dove li avrà trovati?) e la tavola è imbandita con una cena degna di un re.
“Wow! A cosa devo tutto questo?”
“Vedrai!”
Mi risponde misterioso lui.
Io mi siedo a tavola e lui mi imita.
“Forza, piccola cra, mangiamo.”
Inizia a divorare un pezzo del pollo e a me non resta che fare lo stesso, anche se sono un po’ nervosa e ho lo stomaco mezzo chiuso.
La nonchalance e la tranquillità di Goultard non fanno altro che aumentare il mio nervosismo, beato lui che sa cosa mi attende.
Mangiamo il pollo e poi una torta decorata con della panna, tra poco dovrei sapere il perché di tutta questa parata. È il colmo che io non riesca a rilassarmi nemmeno durante un pranzo romantico, maledetto senso di paranoia che sviluppi nell’esercito!
“Cleo, tutto bene?”
Mi chiede a fine cena.
“Perché?”
“Non hai aperto bocca per tutta la cena e di solito non stai mai zitta.”
“È che sono nervosa. Tu sai che cosa mi aspetta alla fine di questa cena, cioè adesso, io no e non mi piace non avere il controllo della situazione.
Dio, sto diventando peggio di Eva.”
Lo yop ride di gusto, io non so cosa ho detto di così divertente.
“Non ti devi preoccupare, è una bella cosa, non c’è bisogno di essere così tesa.”
“Lo spero.”
Dico sottovoce, lui però mi sente lo stesso.
“Ok, credo che il momento sia arrivato prima che ti salti una coronaria.”
Dalla tasca dei pantaloni estrae una scatolina di velluto blu e il mio cuore salta un battito, non sarà per caso una proposta di matrimonio?
Si inginocchia davanti a me, che ormai sono diventata rossa come un pomodoro.
“Cleo, vuoi diventare mia moglie?”
Io li guardo a occhi spalancati, ci vuole un po’ prima che la domanda raggiunga il mio cervello per far sì che io possa rispondere.
“SI’, SI’,SI’!”
Urlo saltandogli in braccio e buttandoci a terra tutte e due, lui ci fa rialzare e mi mette al dito un anello con un diamante.
“Tra due settimane ci sposeremo e sarai la dea degli yop!”
“Ma così non posso invitare nessuno!”
“Visto che devi diventare una dea, purtroppo, non può venire nessuno. Festeggeremo dopo, forse, ti importa?”
“Assolutamente no!”
Esclamo raggiante, subito dopo lo bacio con passione.
Il mio sogno si sta realizzando!

 

Il giorno della cerimonia è finalmente arrivato.
Per l’occasione lascio i capelli sciolti e indosso un abito bianco, Goultard cerca di convincermi a mangiare qualcosa prima di andare, ma non ci riesce: ho lo stomaco chiuso, non ci entrerebbe nemmeno una pagliuzza.
Alla fine rinuncia e mi prende per mano, mi porta in una stanza della casa che non avevo mai visto: una stanza circolare con al centro una colonna.
Al suo tocco la colonna si apre.
“Entra, Cleo.”
Io lo faccio piuttosto esitante, ma lui mi segue subito e poi tutto diventa bianco.
“Goultard che sta succedendo?”
Gli chiedo allarmata.
“Non ti preoccupare, non è niente.”
Finalmente finiamo di salire e mi ritrovo in una stanza completamente bianca con solo due sedie, su cui ci sediamo. Dal pavimento – o dall’alto – si fa viva una luce che danza e parla.
“E così è questa la tua sposa, Goultard. Sei sicuro che possa diventare anche dea degli yop?”
“Sì, l’ho vista combattere e ne ha la stoffa, te lo posso assicurare.”
“Sei davvero sicuro? Perché una volta che avrete siglato questa promessa nessuno dei due potrà tirarsi indietro.”
“Io sono sicuro e tu Cleo?"
Io deglutisco incredula guardando quella cosa.
“Sì, sono sicura anche io.”
Dico alla fine.
“Non si direbbe.”
La luce danza intorno a me causandomi un lieve fastidio.
“No, è che di solito non sono le luci a celebrare i matrimoni e mi devo abituare a questa novità.
Voglio sposare Goultard, comunque.”
La luce tace.
“Va bene, mi  sembri sincera, ragazzina.
Iniziamo.”
La luce si mette davanti a noi.
“Vuoi tu, Goultard, sposare la qui presente Cleophe?
Amarla ed assisterla nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia?”
“Sì!”
“Vuoi tu, Cleophe, sposare il qui presente Goultard?
Amarlo ed assisterlo nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia?”
“Sì!”
“Potete scambiarvi gli anelli.”
Mio marito si fruga le tasche e ne fa uscire una piccola scatola di velluto nero, dentro ci sono le fedi e le mie dita tremano un po’ quando infilo l’anello sull’anulare, lo stesso succede a lui.
“Siete ufficialmente marito e moglie!”
La luce si dirige verso di noi e sento che è entrata in me, per la precisione ho la sensazione che abbia fatto scoppiare una bomba nel mio corpo. Solo che è una bomba che non ferisce, al contrario mi riempie di energia.
“Bene, Cleophe. Ora sei anche tu una dea, la dea degli Yop, consorte di Goultard, dio degli yop.”
Io muovo una delle mie mani incredula, poi sorrido.
Senza pensarci due volte mi lancio nelle braccia del rosso e ci baciamo con passione. Il sogno di una ragazzina troppo civettuola è diventato realtà e non potrei essere più felice.
In fondo il bianco mi piace molto.
Buona vita, Cleo!


   
 
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