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Autore: DoYouKnowEllie    26/02/2014    4 recensioni
« vedi 'l grande Achille,
che con amore al fine combatteo. »
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Πολυξένη καὶ Ἀχιλλεύς
-  P o l i s s e n a   e   A c h i l l e  -


« vedi 'l grande Achille,
che con amore al fine combatteo. »


.

Fu presso il Tempio di Apollo Timbro che il Pelide sorprese Troilo, figlio di Priamo della quale la natura si era discussa a lungo a causa della sua bellezza, ad abbeverare il suo cavallo sullo Scamandro che pareva volergli urlare di fuggire, che pareva volergli urlare del suo nemico alle spalle ma niente poté impedire alle Moire di tagliare il filo della vita del bellissimo figlio del re di Ilio. Achille lo trapassò per la gola mettendo fine alla sua vita e facendolo cadere dentro il fiume, piè veloce era intento ad afferrare il suo cavallo e le sue armi prima che i flutti del fiume lo portassero via ma un urlo parvero distrarlo lasciando che il corpo di Troilo fosse portato via dallo Scamandro, parve maledirsi da solo per la sua imprudenza quando, ad un tratto, i suoi occhi si alzarono su di una figura meravigliosa, una delle più belle che i suoi occhi avessero mai visto: lunghi e scuri erano i capelli che scendevano morbidi e sinuosi fino ai fianchi, grandi erano gli occhi cerulei, il collo esile, le gambe aggrazziate nascoste da una tunica candida, le mani sottili erano sulla bocca come a voler evitare di essere sentita dall'acheo che fu mosso da una forza che ancora non aveva conosciuto negli anni di guerra e di vita però più lui si faceva avanti più lei si faceva indietro terrorizzata dalla vista dell'uomo. « Chi siete? » Domandò Achille non osando distogliere lo sguardo « Ditemi il vostro nome » Il suo pareva addirittura un tono di supplica. Il Pelide si fece più avanti notando che la donna oramai era schiacciata contro un salice alquanto spoglio.
La donna parve voler aprire la bocca per parlare ma boccheggiò un istante prima di presentarsi « Il mio nome è Polissena. »
« Polissena... » Ripetè lui facendo un ultimo passo così da poter quasi sfiorare il suo viso « Mi ucciderete, non è così? »
« Perché dovrei? » Chiese confuso lui che quasi si era dimenticato pure della guerra « Mi farete schiava? » Domandò ancora non dando alcuna risposta ad Achille « Oh, bella Polissena, ti porterei al campo acheo per presentarti come mio bottino anche ora! »
« Bottino? » Parve offesa lei che spintonò Achille con molta poca forza tanto che all'acheo risultò facile riprenderla ma arrivò solo a strapparle la veste e cadere in terra con un tonfo mentre lei cavalcava verso le porte troiane con il cavallo del principe Triolo. Achille aveva cercato d'inseguirla e parve raggiungerla ma non ebbe il cuore di reincontrare quegli occhi offesi e di fare sua una donna che era rimasta persino ferita da un suo commento. Era la freccia di Eros quella che gli aveva sfiorato il cuore? Era proprio l'alato amore che si prendeva gioco di lui?
Mentalmente, Achille, invocò Anteros sperando di rivedere quella donna che tanto lo aveva colpito.

 
. .

Ettore era morto, il più coraggioso dei troiani era caduto. Polissena aveva perso tanto, poco era quello che gli era rimasto e compativa Andromaca, moglie del fratello Ettore, e il nipotino Astianatte, ancora in fasce. Quanto gli avevano tolto gli achei? Quanto gli era stato privato a causa di Paride?
Suo fratello Troilo era morto per mano di quell'acheo, il vile Achille! Molto era l'odio che Polissena nutriva nei suoi confronti tanto che, quando suo padre Priamo rivolette il corpo del figlio Ettore indietro, Achille voleva che il peso del corpo di Ettore gli fosse ridato in oro nonostante il Pelide era addirittura commosso dalla scena che Priamo gli fece.
Polissena sapeva che nemmeno tutto l'oro della città poteva raggiungere il peso del fratello così, una volta uscita si tolse i suoi preziosi gioielli, li posò sulla bilancia che era stata costruita difronte Ilio, guardò per l'ultima volta il corpo malmenato di Ettore e lei stessa salì sul piatto in modo che il tesoro raggiungesse il peso del fratello: mai Achille era stato più lieto di un bottino!
« Prendo il mio bottino, così basterà. Non necessito più dell'oro della città! Ho già la figlia più bella di Priamo » Urlò calcando su "mio" in modo che tutti capissero che quel danaro e quella donna erano solamente suoi. « Solo una cosa.. » Parve interrompere Polissena « ...dovrai sposarmi, Pelide »
« Ti sposerò! » Accettò subito lui. « Al Tempio di Apollo Timbreo, quello dove uccidesti mio fratello Troilo. Apollo ha visto la morte di mio fratello e Apollo ci sposerà. »

 
. . .

Il matrimonio tanto atteso da Achille parve compiersi in pochi attimi. Solo la coppia era presente dentro il tempio quando ad un tratto, mentre Polissena stava per baciare la testa del marito -che dava le spalle all'enorme statua di marmo del dio-, Paride spuntò da dietro la scultura del grande Apollo colpendo al tallone, con una freccia avvelenata, il Pelide che cadde in terra rantolando dal dolore. Sentiva che Thanatos era vicino.
Mentre moriva Polissena gli saltò addosso prendendolo per le spalle e gli urlò così: « Stupido e vanitoso! Come hai potuto credere che io mi fossi innamorata di te? Se io son venuta con te è solo per carpirti il segreto della tua vulnerabilità e ora muori, vile! Muori come hai fatto morire mio fratello Troilo, l'unico uomo che io abbia mai amato! » Sentì la vita lasciare il suo corpo ma il suo cuore aveva smesso di battere molto prima, ogni parola che Polissena gli sputava contro era come una coltellata alla cassa toracica.

 
. . . .

La città fu distrutta, i maschi furono uccisi e le donne fatte prigioniere e distruibite ai vincitori. Meneleo si riprese Elena, Neottolamo si prese Andromaca, la moglie di Ettore, Ulisse si fece assegnare Ecuba, la moglie di Priamo e Agamennone si prese Cassandra, la figlia più bella di Priamo insieme a Polissena ma dal brutto carattere che non faceva che predire altor che sventure!
Sul Sigeion però, durante la notte, comparve il fantasma di Achille che disse « Anche io voglio una donna! » Tutti lo guardarono esterrefatti chiedengoli chi mai volesse lui « Voglio Polissena! » Esclamò « Che sia uccisa sulla mia tomba »

Il mattino dopo, gli achei prelevarono Polissena dal recinto delle schiave e la trascinarono per i capelli fino alla tomba del più valoroso degli achei e lì, prima di essere uccisa disse: « Oh, Achei! Voi che avete distrutto la mia città, ascoltatemi: io sono qui, pronta a morire. Ma che nessuno vedi il mio corpo, io stessa porgerò il mio collo al carnefice! Non fatemi morire da schiava, di questo sì che mi vergognerei... » Così si strappò i pepli fino ai fianchi mostrando il seno nudo bello come quello di una statua « Ecco! » Disse a Neottolamo « Colpisci qui in mezzo... » S'indicò in mezzo ai seni « ...se il petto che vuoi. Se è il collo che vuoi, è pronta per te la mia gola! » E dopo che il figlio di Achille l'ebbe trafitta anche morendo ebbe cura di cadere nascondendo con decoro ciò che agli occhi dei giovani andava nascosto e gli achei la coprirono di fiori.


#DoYouKnowEllie
Non ho mai scritto una storia originale e tantomeno in una sezione epica, questa è la mia primissima volta e sono fiera d'illustrare un mito così poco conosciuto come quello di Polissena e Achille, pochi sono quelli che conoscono anche solo l'esistenza della belle figlia di Priamo...
Non ho molto da dire, solo di recensire e farmi notare le ripetizioni e gli errori che -sicuramente- ho fatto.
  
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