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Autore: Gio_Snower    26/02/2014    4 recensioni
Ib ha ormai sedici anni e presto ne compirà diciassette.
Sono passati ben sette anni, quasi otto, dal giorno in cui prestò un fazzoletto bianco ad un ragazzo e strinse insieme a lui una promessa.
Però da un anno circa, terribili incubi la perseguitano insieme a strani avvenimenti.
Sogni di blu, visi deformati, inseguimenti e paura.
Finché un giorno vede quel ragazzo in televisione e...
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garry, Ib
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La Rosa Rossa e La Rossa Blu
Il fazzoletto bianco
 
Ib si svegliò male quel giorno.
Nella sua testa immagini spaventose di un posto che non ricordava.
Era un museo, tanto simile al luogo in cui aveva incontrato lui.
Si mise la divisa scolastica tanto simile ai vestiti che indossava quand’era più piccina.
Il rosso era sempre stato uno dei suoi colori preferiti, oltre al rosso dei suoi occhi.
Osservò i suoi capelli lisci e color del cioccolato allo specchio ed un sorriso le incurvò le labbra.
Poi scomparì e sospirò.
Quei sogni, quelle immagini così spaventose, la tormentavano già da un anno.
E nei suoi sogni correva inseguita da quadri o da altre cose spaventose.
Si svegliava con l’immagine di un museo scuro nella mente e la paura nel cuore mista alla tristezza.
Aveva forse perso qualcosa?
Non ricordava.
Sapeva d’esser stata in un Museo quando aveva nove anni e d’aver incontrato lui, ma non rammentava nient’altro.
Sembrava che altri ricordi fossero celati da una cortina di confusione nella sua mente.
Scese le scale ed entrò in cucina. Il padre e la madre la salutarono con un sorriso caloroso.
«Buongiorno, tesoro.» le augurò la madre fissandola.
Per un attimo i loro volti le sembrarono distorti e deformati come se fossero stati dipinti velocemente e con grande dolore.
Una forte fitta alla tempia la fece ondeggiare lievemente mentre si portava la mano alla fronte ampia coperta dalla frangetta.
«Che succede amore?» le chiese preoccupato il padre con un sorriso rosso sangue.
Ib strabuzzò gli occhi.
Poi la vista le divenne di nuovo chiara ed i suoi genitori tornarono normali.
«Niente…» rispose flebilmente.
Dietro al padre il televisore era acceso e sintonizzato su un telegiornale.
Una reporter bionda stava affiancando una figura alta e snella.
La telecamera s’avvicinò ancora fino a che non inquadrò il giovane dai capelli viola.
Lui.
«Garry è uno dei più famosi stilisti di tutto il mondo.
Il suo debutto avvenne ben sette anni fa, quando lui era appena diciottenne! Le sue creazioni erano ispirate ai capolavori del famoso artista Guertena!» spiegò la giornalista.
Garry aveva un volto affilato ed annoiato mentre l’osservava con il solo occhio destro visto che l’occhio sinistro era coperto dalla lunga frangia violacea con riflessi più scuri.
Il cuore di Ib palpitò più velocemente mentre fissava quell’occhio azzurro sullo schermo del televisore.
«Mi dica, si mormora che le sue prime creazioni e quelle di quest’anno abbiano una cosa in comune, ma quale?
Sono ispirate anch’esse alle opere del grande Guertena?» gli domandò con impeto la giornalista.
«No. Sono ispirate ad un incontro importante ed ad avvenimenti avvenuti quel giorno.» disse lapidario Garry con un’espressione scura in viso.
«Cosa intende con quel giorno?» continuò imperterrita la donna.
«Non intendo dirglielo!» urlò Garry.
La donna tremò, spaventata e sorpresa.
Ib fissò il televisore trattenendo il respiro.
Quel giorno?
Intendeva forse il giorno in cui l’aveva incontrata?
«Scusi. L’intervista è finita.» disse lui arrossendo leggermente e se ne andò piantando là la bionda giornalista.
Aveva parlato poco con lui, il tempo di dargli un fazzoletto bianco e di stringere quella promessa inusuale, eppure di lui si fidava.
Ib sapeva com’era.
Conosceva quel suo carattere e non s’era minimamente sorpresa di quello scatto improvviso.
Lui era come le rose blu.
Questo pensiero la colpì come un macigno e boccheggiò in cerca di aria.
La sua testa divenne pensante e confusa.
Come poteva conoscerlo così? Come poteva fidarsi così tanto di lui?
Perché il nome di Guertena le mandava agghiaccianti brividi lungo la schiena, ora?
Riprese a respirare lentamente.
«Oggi sei davvero strana, Ib.» commentò sua madre.
Lei l’osservò in cerca di qualche deformazione sul suo volto, ma non successe niente.
Sospirò di sollievo.
Annuì per rassicurare la madre. 
«Esco.» disse.
Uscì e camminò.
Andò nel luogo che aveva indicato prima la televisione.
E lì lo vide.
Vide Garry.
Gli corse incontro, come se da questo dipendesse la sua vita.
Gli corse incontro con le braccia tese, un’espressione di gioia e paura sul volto, e con il respiro affannoso.
Lui la vide ed il suo occhio azzurro s’illuminò in segno di riconoscimento.
Allargò le braccia ed arrossì.
Lei gli si precipitò e l’atterrò.
«Ib…» mormorò lui alzando lo sguardo.
Lei non aveva parole. Osservò il suo volto e le sue mani in cerca di ferite, sorpresa lei stessa dall’istinto protettivo che provava nei suoi confronti.
«Non sono ferito, Ib.
Siamo usciti.» la rassicurò lui.
«Da cosa?» chiese lei alzando lo sguardo rosso e preoccupato sul suo.
«Dal falso museo…possibile che non ricordi?»
Ib scosse la testa.
L’espressione di Garry si fece tesa, poi triste, poi di nuovo preoccupata.
«Da quanto hai gli incubi?» le chiese.
Come faceva a saperlo? Si chiese Ib.
«Dimmelo.» le ordinò imperiosamente.
«Da poco meno di un anno…» mormorò lei.
«Presto ricorderai.» disse lui e la sollevò mentre s’alzava da terra.
«Però ci siamo rivisti, come avevamo promesso, no?» le sorrise lui.
Lei annuì e gli sorrise.
«Vieni a vedere la sfilata. Dopo ti darò qualcosa.» mormorò Garry guardando altrove.
Ib sorrise ed entrò dentro l’edificio.
 
Lo spettacolo iniziò.
Garry era scomparso da qualche decina di minuti e le luci erano calate a parte quelle puntate sulla lunga passerella.
Una melodia suonata al piano risuonò per l’edificio.
Allora vennero fuori.
Un bambino vestito di blu con un capello a forma di testa di pupazzo, donne vestite di rosso, blu e giallo e per ultima una donna vestita di verde.
Il dolore alla testa riprese.
Boccheggiò in cerca d’aria e socchiuse gli occhi quando la vista le si annebbiò.
Garry corse verso di lei e la sollevò fra le braccia portandola via mentre tutti li osservavano.
Ib svenne fra le sue braccia.
 
Rinvenne sentendo un gran caldo.
Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide fu la faccia preoccupata di Garry che la fissava.
Arrossì leggermente.
S’accorse d’avere il suo cappotto steso addosso e le parve una sensazione familiare…
Un senso di déjà-vu la colse, come se Garry le avesse già prestato il suo cappotto in passato.
«Era tutto vero?» gli chiese sorprendendo sé stessa.
«Sì.» rispose lui adottando un’espressione seria.
Una forte fitta la colpì alla testa mentre ricordava quel che con tanta fatica aveva dimenticato.
«Ma ne siamo usciti.» dichiarò aggrappandosi a Garry.
Lui annuì e le sorrise dolcemente accarezzandole la testa.
«Aspettami qui, Ib.» disse Garry alzandosi.
Ib scrutò la stanza e notò che era di un abbagliante color bianco con mobili di vari colori.
Era una stanza particolare che dava un senso di malinconia lì ed una sensazione di calore là.
Era da Garry.
Lui tornò con le mani dietro alla schiena.
Ib si alzò e lo guardò alzando al testa per raggiungere il suo sguardo.
Rispetto a quando aveva nove anni ora erano un po’ più vicini.
«Ti ricordi la promessa, Ib?» mormorò con voce dolce lui.
Lei annuì senza distogliere lo sguardo da quello di lui.
Garry con una mano portò le sue davanti al suo petto e le rivolse verso su prima di fargliele unire a coppa.
Poi posò delicatamente un involucro bianco nella sua mano.
Ib lo aprì delicatamente.
Il fazzoletto bianco che gli aveva dato tanti anni prima conteneva due rose: una rossa ed una blu.
«Finalmente ci siamo rincontrati.» bisbigliò.
«Sì.» Garry l’abbracciò e la strinse teneramente a sé. «E non ti lascerò più.» la rincuorò.
Ib si sporse verso di lui e sorprendendolo gli rubò un bacio.
Garry arrossì timidamente, poi si ritirò lentamente indietro facendo ondeggiare il ciuffo violaceo dei suoi capelli.
«Andiamo?» gli chiese Ib prendendolo per mano.
Garry annuì e sorrise delicatamente stringendo la sua mano.
Ib ricambiò con un sorriso lieve ed affascinante, più adulto dei suoi sedici anni.
I suoi occhi lampeggiarono prima che Garry s’abbassasse a posargli un leggero bacio sulla tempia.
Poi i due uscirono alla luce del sole per una passeggiata.
Ora erano salvi.
Ora erano di nuovo insieme.
La rosa rossa e la rossa blu ora potevano sbocciare ed intrecciarsi assieme mentre aspettavano il momento in cui sarebbero appassite.

 
 
   
 
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