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Autore: EriChan92    26/02/2014    5 recensioni
Come si trovò nel bosco, nel cuore della notte, e con solo la propria pelle a coprirlo, Jong Woon non sapeva proprio spiegarlo.
[YeWook]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ryeowook, Yesung
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera~
Piccola One Shot YeWook, spero vi piaccia l'idea! ^^
Buona lettura ♥

EriChan92
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
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Night Meeting

 

 

Come si trovò nel bosco, nel cuore della notte, e con solo la propria pelle a coprirlo, Jong Woon non sapeva proprio spiegarlo.
Ricordava perfettamente la serata trascorsa nella villa di campagna di Kyuhyun, dove l'amico aveva organizzato un party,
la musica da rave gli rimbombava ancora in testa, facendogliela dolere eccessivamente.
Ricordava perfettamente anche di, a parer suo, non aver alzato troppo il gomito, e di essersi recato in una camera da letto per cercare di smaltire la sbornia.

Ma effettivamente Jong Woon aveva eccessivamente alzato il gomito, così si svegliò steso su un manto di foglie secche e umide.
Il vento era gelido e l'unica fonte di luce era quella della Luna, che di tanto in tanto faceva capolino tra le fitte chiome degli alti alberi.

Si guardò intorno spaesato e confuso.
Non sapeva che direzione prendere per tornare a casa del suo amico, e non sapeva da parte era arrivato.
Iniziò ad avere paura, ed essere completamente nudo e tremante in un bosco al buio proprio non l'aiutava.
Si maledì per essere stato così sciocco da cedere alle pressioni di Kyuhyun, famoso “intenditore” di super alcolici, e di aver quindi bevuto più del dovuto.

Prese a camminare, lentamente e con non poco sforzo, visti capogiri che rendevano le sue gambe molli e poco sicure,
verso la direzione che gli sembrò più semplice e facile da percorrere nelle sue condizioni.

Non sapeva dire da quanto camminava.
I piedi reclamavano pietà, come ogni particella del suo essere.
Pensò di essere ormai al limite delle proprie forze, sentì il peso del suo corpo divenire eccessivo rispetto alla forza delle proprie gambe,
che cedettero, facendolo cadere rovinosamente a terra.

Rimase immobile qualche minuto, poi si mise seduto.
Si lasciò andare ad un pianto isterico, colmo di rabbia, disappunto e stanchezza.
Urlò forte.
Cercò di liberarsi di quella sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco, che gli faceva provare un'immensa delusione nei suoi stessi confronti,
per non essere riuscito a controllarsi, e per essere finito in tale situazione.

Continuò ad urlare tra un singhiozzo e l'altro, finché i suoi occhi non provarono un improvviso fastidio.
Cercò di mettere a fuco la figura che, lentamente, si stava avvicinando a lui.
Si rese conto essere una persona, e che il fastidio agli occhi era provocato da una torcia, che gli era stata puntata in faccia.
Non seppe dire subito se si trattasse di un uomo o di una donna, di un ragazzo o di una ragazza, ma si sentì così sollevato e in salvo,
che d'istinto si alzò, con le poche forze rimaste, e si buttò addosso a quella presenza, abbracciandola e ringraziandola di essere arrivata a salvarlo.

Riaprì gli occhi e si trovò steso su un comodo sofà, coperto da un plaid morbido e caldo.
Il divano si trovava di fronte ad un camino, da cui usciva un tepore meraviglioso, che fece sentire subito meglio il ragazzo.

Per la seconda volta in poco tempo, si rese conto di non sapere dove si trovasse, ma ricordava, o gli parve di ricordare, di essere stato trascinato,
mentre ormai delirava per la stanchezza e la febbre, dalla persona che gli era venuta incontro nel bosco.
Dedusse di trovarsi a casa di tale persona, e che, probabilmente, si era presa cura di lui.

-C'è nessuno?

Chiese Jong Woon sedendosi a fatica sul divano.

-No... Non alzarti.

Si sentì arpionato per le spalle nude, e tirato indietro verso il cuscino.

Provò, per quei brevi istanti in cui le sue orecchie udirono quella melodiosa voce, e in cui due esili e calde mani toccarono la propria pelle,
tanti piccoli brividi, molto simili a formicolii, propagarsi per tutto il corpo riscaldandolo, battendo il fuoco del camino su tutti i fronti.

Una volta che la nuca si scontrò contro il cuscino, i suoi occhi si posarono sul proprietario di quelle mani e di quella voce.

Un ragazzo.

Un ragazzo dai lineamenti dolci e morbidi, il viso contornato da capelli tendenti al lilla.
Gli occhi erano lievemente accentuati da una riga di matita, rendendoli ancora più profondi e dolci.
Se ne innamorò.

Ma dovette ricredersi quando spostò lo sguardo sulle sue labbra.
Gli parvero eccessivamente belle ed invitanti.
Si chiese se fossero morbide quanto sembravano.

La sua mano si mosse senza il suo controllo, finché le dita non incontrarono, per un breve e leggero tocco, le labbra del suo salvatore.
Quando si rese conto del gesto appena compiuto, con il cuore palpitante nel petto e paonazzo in volto per l'imbarazzo,
si girò verso di lui inchinandosi, e chiedendogli scura per la sua maleducazione.

-Non ti preoccupare. Piuttosto...

La voce di quel ragazzo, il cui nome per lui era ancora un mistero, lo incantava da cima a fondo.
Lo vide grattarsi la testa nervosamente, e le sue gote colorarsi di un pallido color rosa, mentre il suo sguardo si posò sulle fiamme del focolare.
Pensò che era davvero adorabile e carino.

-Sei ancora nudo... E... E anche piuttosto vispo. Dovresti coprirti...

A Jong Woon gelò il sangue nelle vene.
Abbassò lo sguardo e capì.
Vide (e sentì) “l'allegria” dei suoi paesi bassi, coprendosi poi il più in fretta possibile divenendo ancora più rosso di quanto già non fosse.

-Mi trovi nel bosco, mi salvi portandoti a casa tua e io appena sveglio ti tocco le labbra e mi... Beh... Scusami. E grazie...

Il ragazzo rise e si morse il labbro inferiore, continuando a tenere lo sguardo fisso oltre Jong Woon.

-Capitata a tutti appena svegli...
-Ah.. Eh si... Appena svegli...

Jong Woon volle credere che il ragazzo la pensasse davvero così in merito alle sue reazioni fisiche.
Anche se era chiaro, viste le espressioni imbarazzate e al silenzio appena calato, che non lo credeva affatto.

-Comunque... Il mio nome è Ryeowook. Mi spieghi che ci facevi tutto nudo nel bosco, nel pieno della notte e con il freddo che c'è?

Chiese il ragazzo cambiando argomento.

-Ecco...

Jong Woon rise portandosi una mano alla bocca.

-Non ne ho la più pallida idea! Ero ad una festa, pensavo di essere andato a dormire e invece mi sono svegliato in quelle condizioni nel bosco...
Che situazione. Non credevo di aver bevuto così tanto. Eh... Tu invece che ci facevi in giro?

-Io non ero in giro! Ero nel mio morbido lettone, al caldo sotto le coperte, e dormivo. Ma delle urla a dir poco spaventose mi hanno svegliato.
Pensavo che i lupi stessero sventrando qualche bestia! Perciò mi sono infilato le scarpe e sono uscito.
Ti ho trovato a pochi metri dalla porta di casa mia, tutto rannicchiato su te stesso, tremante e urlante. Mi sono spaventato parecchio.
Poi ti sei alzato e ti sei buttato a peso morto su di me, ringraziandomi per averti salvato. Infine ti ho trascinato dentro casa!

-Dio.. Che figura. Anzi, doppia figura del cavolo.

Entrambi si fecero scappare una risata.

-E tu come ti chiami?
-Yesung... No, quello è il soprannome, mi chiamo Jong Woon.
-Belli, tutti e tre.
-Tutti e tre?
-I tuoi nomi, e te.

Ryeowook, detta quell'ultima frase, che lasciò interdetto e a dir poco emozionato Jong Woon, si alzò e uscì dal salotto.

Yesung utilizzò quei pochi istanti di solitudine per riordinare le idee.
Sapeva ormai per certo che quel ragazzo non gli era indifferente.
Anzi... Non gli era per niente indifferente.
Ne era rimasto colpito al primo sguardo.
Gli piaceva da impazzire, in tutte le sue sfaccettature.
A partire dal suo aspetto fisico, lo stile della sua acconciatura, il pigiamone stile “giraffa” che indossava, il suo sorriso,
che trovava stupendo ed emozionante, alla sua risata cristallina e stridula e alla sua voce acuta.
I suoi occhi poi lo facevano letteralmente impazzire, e la sua bocca...
Beh, la sua bocca sapeva bene cosa aveva provocato in lui.
Si.
Capì che quel ragazzo, il suo salvatore, Ryeowook, gli aveva rapito il cuore.
Pensò che, forse, era tutta colpa dell'alcool che aveva ingerito a fargli provare certe emozioni.
Ma dovette ricredersi e tornare alla prima constatazione, quando lo vide rientrare con due tazze fumanti in mano,
e quando il suo cuore iniziò a fare capriole pericolose nel suo petto.

-Thè?
-Oh... Grazie. Quanto sarò in debito con te dopo questa notte?
-Tanto, anzi, troppo. Meglio.
-Perché?
-Perché così dovrai sdebitarti, e potremo vederci ancora.

Jong Woon rimase a fissare Ryeowook qualche attimo, in cerca di una risposta sensata da dargli.
Ma il suo cervello era ormai andato a farsi friggere.

-Quando mi sarò sdebitato vorrai ancora vedermi?
-A dire il vero, vorrei non usare questa scusa per ottenere qualche appuntamento con te.
-Ti piaccio proprio eh?
-Credo di piacere più io a te!

Sorrise facendo mancare l'aria a Yesung.

-Mh... Forse.

 

Senza più dire una parola, spinti da una forza che non erano in grado e che non volevano controllare, si spinsero in avanti, fino a che le loro labbra non coincisero.
Si baciarono profondamente, con desiderio e lussuria.
Ryeowook schiuse la bocca e diede il permesso alla lingua di Yesung di entrare, e di esplorare il suo interno.
Le loro lingue giocarono intensamente, fino a che, a corto di fiato, i due non furono costretti a staccarsi.

-Dio se baci bene.
-Davvero Jong Woon?
-Si, davvero.
-Era la prima volta per me.
-Non scherzare.
-Non scherzo.
-Chi è che vive da solo e che non ha mai baciato nessuno?

-Io, primo perché non vivo da solo, i miei sono al piano di sopra che dormono moooolto profondamente, e secondo... Ho diciotto anni.
Lo so che generalmente i ragazzi a quest'età hanno già fatto certe esperienze, ma è difficile se sei gay e timido.
-Chi sarebbe il timido?? Ti faccio notare come hai flirtato con me poco fa.
-Mh... Con te riesco ad essere me stesso.
-E saresti?
-Un piccolo diavolo.

Dopo quel lungo botta e risposta, ripresero a baciarsi più intensamente di prima.
Finirono entrambi sul pavimento, avvinghiati l'uno all'altro.
Le mani di Yesung si infilarono cautamente nei pantaloni di Ryeowook e andarono a palpare i glutei sodi del suo fondo schiena;
mentre le mani di Ryeowook vagavano libere e indisturbate sulle schiena nuda del ragazzo stretto a sé, affondando le unghie nella sua pelle.

-Ryeowook... Io...
-Si. Anche io.
 

Ryeowook non fece finire di parlare Yesung.
Sapeva bene cosa voleva chiedergli di fare, e lui non se lo sognò minimamente di rifiutare.
Lo voleva anche lui, dal più profondo del suo cuore.
Voleva fare l'amore con Yesung.

 

 

-Yesung?
-Mh...?
-Mi hai fatto male.
-Scusami...
-Beh, la prossima volta andrà meglio, vero?
-Già pensi alla prossima volta?
-Certo, non credere di liberarti di me tanto facilmente.
-Non chiedo di meglio piccolo.

I due si scambiarono un bacio dolce prima di addormentarsi.
Yesung, che ormai era al caldo con tra le braccia la cosa più preziosa che potesse trovare,
non seppe fino al pomeriggio seguente che Kyuhyun e gli altri stettero fuori tutta la notte a cercarlo.

  
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