Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    26/02/2014    5 recensioni
Sono passati ormai tre mesi dalle ultime avventure dei nostri protagonisti e molte cose sono cambiate: Semir non è più in polizia, Clara aspetta un bambino e Ben ha un nuovo collega. Ma cosa succederà quando un nuovo caso piomberà tra le mani della polizia autostradale? Una storia di viaggi in terre lontane, di ricerche, amori e tradimenti, di amicizia, di fiducia e di paura. Un turbinio di fatti che sconvolgerà le vite degli ispettori toccandole una per una, questa volta forse con troppa violenza.
Consiglio, nonostante non sia necessario, di leggere prima di questa le altre storie della serie per comprendere meglio alcuni punti della trama.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Kim Kruger, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci ritagli di Cobra 11'
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Traffico del lunedì mattina




Ben aprì gli occhi e rimase immobile ad osservarla. Clara dormiva beatamente accanto a lui, avvolta morbidamente nel candido lenzuolo.
Era bellissima, ed era resa ancora più splendida da quel bel pancione che le era cresciuto. Erano passati sette mesi ormai e Bianca, come il poliziotto aveva già chiamato la sua futura bambina senza nemmeno sapere che si trattasse effettivamente di una femminuccia, cresceva sempre più nel ventre della mamma.
Ben si alzò piano dal letto per non farsi sentire, uscì dalla stanza per andarsi a preparare e socchiuse la porta della camera.
Clara si era fermata dal lavoro ormai da qualche giorno per via della gravidanza.

Il cellulare squillò nell’esatto istante in cui Ben stava uscendo dalla doccia. Lesse il nome sul display infilandosi l’accappatoio: Max.
Rispose contro voglia, dirigendosi verso la cucina: «Pronto?».
«Ciao Ben, sono Max.» fece una voce sveglia dall’altro capo del telefono.
«Sì, lo so, cosa succede?» domandò l’ispettore alzando gli occhi al cielo e versandosi un po’ di caffè nero in una tazzina.
«C’è stato un incidente sull’A71 al chilometro trentadue, la Kruger vuole che ce ne occupiamo noi.».
«Fantastico.» commentò Ben ironico «Arrivo, ci vediamo lì.» concluse quindi chiudendo la comunicazione.
Posò la tazzina mezza piena sul lavandino, sì infilò un paio di jeans, una maglietta e la prima giacca che gli capitò tra le mani e uscì.
Arrivò sul pianerottolo ma, subito dopo, portandosi una mano alla fronte, rientrò in casa.
Prese carta e penna e scrisse un biglietto per Clara, lo posò sul tavolo della cucina ben in vista e di nuovo uscì, di corsa questa volta, tirandosi dietro la porta.
Cominciava una giornata come molte altre.


Arrivato sul luogo dell’incidente, Ben scese dalla sua Mercedes per controllare cosa fosse successo e Max gli venne incontro con un sorriso.
Sulla quarantina, alto e muscoloso, Max Rieder era ormai da poco più di tre mesi il nuovo collega di Ben. Era piuttosto sveglio e attento, ma tra i due ancora non si era creato un gran feeling e a detta di Ben non si sarebbe mai creato. Era troppo precisino quell’uomo, secondo lui, e soprattutto molto molto noioso.
«Ciao Ben.» esordì «Come va?».
«Bene» rispose il poliziotto stropicciandosi gli occhi «Ma a letto si stava molto meglio. Che cosa è successo?».
«Sembra che il conducente di quella macchina laggiù abbia perso il controllo dell’auto, probabilmente andava troppo veloce. Lo stanno trasportando all’ospedale, è ferito lievemente. Il problema è che ha combinato un bel guaio, ci sono due chilometri di coda.» spiegò Rieder mostrando al collega la lunga fila di macchine ferme che occupava l’autostrada.
«Lo credo, a quest’ora di lunedì c’è mezza Colonia che si sposta! Temo che dovremo metterci a dirigere il traffico…» mormorò Ben non troppo entusiasta dell’idea.
«Be’ dai, sempre meglio che stare chiusi in ufficio a compilare rapporti!» sorrise Max.
I due si misero a ridere e, paletta alla mano, cominciarono a dirigere il traffico mentre altri agenti sgomberavano l’autostrada.

 

«E te pareva!» esclamò Semir imboccando l’A71 con la sua BMW grigio metallizzata «Due chilometri di coda? Accidenti, non saremo mai lì per le otto e mezza.».
Aida si sporse dal sedile posteriore: «Te l’avevo detto che dovevamo uscire prima papà!».
L’uomo sospirò: «Lo so cucciolo mio, ma non pensavo che dovessimo passare anche ad accompagnare tua sorella all’asilo, doveva andarci la mamma!».
La bambina mostrò un’espressione poco convinta: «Comunque la maestra vuole che siamo davanti al museo alle otto e mezza e se arriviamo in ritardo si arrabbia.».
«Le parlo io alla maestra, cucciolo, stai tranquilla.» la rassicurò Semir cambiando corsia e cercando di capire perché già in prima elementare si dovessero fare così tante gite, per di più senza l’accompagnamento da parte delle insegnanti. Mai una volta che si partisse direttamente da scuola, i bambini dovevano sempre recarsi con i genitori nei luoghi della visita, dove poi trovavano le maestre ad aspettare.
«Sai che vedremo anche le mummie papà? Ci sono dei miei compagni di classe che non vedono l’ora, a me le mummie fanno un po’ paura.» confessò la piccola sempre sporgendosi dal sedile posteriore.
«Ma no, tu sei coraggiosa, cosa vuoi che siano due mummie in confronto alla grande Aida Gerkhan?».
La bambina rise divertita riappoggiandosi allo schienale.


Ben continuava a muovere la paletta avanti e indietro controllando il traffico che lentamente cominciava a sbloccarsi, quando gli sembrò di vedere tra le macchine una BMW alquanto familiare.
Sorrise ed estrasse il cellulare componendo il numero del suo ex collega, senza smettere di dirigere le vetture.


«Ecco, pure questo adesso!» fece Semir sentendo il cellulare squillare. Lo estrasse da una delle tasche del giubbotto e lo portò all’orecchio con una mano, aprendo la comunicazione.
«Buongiorno socio!» esclamò una voce conosciuta dall’altra parte.
«Ben!» rispose Semir sorpreso. Ancora l’amico non aveva perso il vizio di chiamarlo “socio”, nemmeno dopo tre mesi che non era più in polizia.
Aida da dietro rizzò le antenne sentendo nominare il suo zietto preferito.
«Come andiamo?».
«Bene… Cioè, sono imbottigliato nel traffico ma a parte questo bene.» spiegò l’ex ispettore costatando che finalmente le macchine cominciavano a muoversi.
«Dai, non è così critica la situazione, si sta sbloccando.» disse invece il ragazzo.
«Sì, hai ragione, in effetti… un attimo» Semir corrucciò la fronte «Come fai a sapere che si sta sbloccando?».
«Perché lo sto dirigendo io il traffico, Semir! Guarda alla tua destra.».
L’ex poliziotto si girò e vide Ben fermo sulla corsia d’emergenza con una paletta in mano, che gli faceva segno di fermarsi. Sorrise.
«Sono in ritardo Ben, devo portare Aida al museo egizio! Stasera ti chiamo e ci mettiamo d’accordo per vederci tutti insieme, va bene?» propose Semir al telefono superando l’amico e riprendendo a viaggiare ad una velocità ragionevole.
«Affare fatto socio. E, a proposito, non si guida al cellulare, sono 148 euro di multa più i punti, socio!».
«Spiritoso! Vai a dirigere il traffico va’! Ciao.».
Semir posò il cellulare sul sedile accanto al suo dopo aver chiuso la comunicazione. La Kruger li aveva messi a dirigere il traffico, quel pensiero lo fece sorridere. Quanto gli mancava il suo lavoro in polizia! Gli mancavano tremendamente i colleghi, i casi da risolvere, il comando, le sfuriate del commissario. Gli mancava tutto.
«Papà, invitiamo a casa zio Ben?» chiese Aida con occhi luccicanti.
«Sì tesoro, uno di questi giorni invitiamo Ben e Clara a cena.».
«Perfetto… ora accelera però papà, altrimenti la maestra Anna ci sgrida.».




Primo capitolo!
Ecco a voi l’ottava storia della serie “Dieci ritagli di Cobra 11”. Lo so, avevo detto che avrei postato entro la fine delle vacanze natalizie ma non ci sono riuscita, preferivo prima finire la storia per poi pubblicarla più velocemente (in realtà non è proprio finita, ma tralasciamo u.u).
Vi avverto, sarà lunga e ci vorrà un po’ prima di entrare nel cuore della vicenda. Tengo molto a questa storia, penso che sia il perno dell’intera serie, spero che vi piacerà. Cercherò di aggiornare al massimo una volta a settimana.
Ringrazio chi già sta seguendo e chi lascerà recensioni che, come sapete, sono sempre gradite! Un bacio
Sophie :D

  
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