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Autore: Jooles    27/02/2014    7 recensioni
«Le tue ultime parole?», sussurra, il respiro leggermente affannato.
«È davvero grande», asserisce.
Sasuke inarca sbigottito un sopracciglio. «Mi onora che il tuo ultimo pensiero in punto di morte vada al mio pen-»
«Io parlavo del brufolo enorme che hai sulla fronte.»
[SasuNaruSasu, questa volta in salsa fluff ♥]
[Vincitrice della sezione fluff al "OneShot contest: Angst Vs Fluff" indetto da Jo_gio17 sul forum di EFP]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Racconti di silenzi e di rumori curativi'
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La storia ha partecipato al "OneShot contest: Angst Vs Fluff" di Jo_gio17 sul forum di EFP, aggiudicandosi il primo posto nella sezione Fluff. *-*

Se ve lo stavate chiedendo, sì, ultimamente riesco a scrivere molto e riesco addirittura a portare a termine i contest a cui mi iscrivo, mica male, neh? 
Niente da dire, se non che la shot è ambientata in un ipotetico futuro post guerra e quindi post Shippuden, dove, sempre ipoteticamente, Naruto e Sasuke stanno felicemente insieme come piccioncini.
Buona lettura, ci rileggiamo nelle note a fine pagina. ^^

 







Le piccole cose
 



 
Il sabato è uno di quei pochi giorni, missioni speciali a parte, in cui Naruto può alzarsi senza essere accompagnato dal suono della sveglia. Sono le dieci passate, e lui si desta sbadigliando, già stanco in partenza. Non è certo il modo migliore per iniziare una giornata, pensa, ma si ricrede subito quando, provando ad alzarsi, qualcosa glielo impedisce. Abbassa lo sguardo sui suoi fianchi e nota con velato piacere che quel qualcosa è un braccio, bianco quasi come le lenzuola e con le vene in risalto, e quel braccio è collegato a qualcuno.
Sasuke Uchiha sta ancora placidamente dormendo al suo fianco, la schiena nuda coperta fino a metà dal leggero lenzuolo, il suo viso rivolto verso quello di Naruto.
Il biondo decide che in fondo, con quel braccio che lo trattiene, ha una scusa in più per non alzarsi. «Hai paura che scappi dal tuo carattere del cavolo?», sussurra divertito, come se potesse sentirlo.
Si aspettava che a quella frase Sasuke avrebbe aperto gli occhi, magari insultandolo e biascicando qualcosa sul quanto fosse difficile convivere con uno che lasciava i calzini sporchi per le scale o che non scaricava mai l’acqua quando andava in bagno, cose del genere. Ma il genio non apre bocca, sta veramente ancora dormendo.
E dire che una volta eri tu quello che scappava, pensa Naruto.
Per un momento all’Uchiha tremano le palpebre e il biondo immagina che stia sognando.
È cambiato molto Sasuke da quando è tornato a Konoha. Non blatera più discorsi sull’ammazzare tutti e non ribadisce più a Naruto la sua irraggiungibilità, forse perché sa che l’unico motivo che lo ha incatenato alla Foglia è stato proprio quel dobe. Però Naruto sa bene che quando cade nel mondo onirico i fantasmi riemergono e se ne accorgerebbe anche se non si fermasse a osservarlo per minuti, a volte anche ore, prima che quello si addormenti. Perché, infatti, dormire con Sasuke è davvero faticoso. Scalcia, si rigira tra le lenzuola, Naruto a volte ha paura di svegliarsi una mattina e trovarlo strangolato dal tessuto, occupa anche la sua parte del letto come a ricordargli la sua arroganza pure nel sonno, e spesso e volentieri mugugna frasi sconnesse, che purtroppo per lui non sono mai niente di erotico. Anche se quel lato non glielo fa certo mancare quando è sveglio.
Naruto scosta lentamente la tendina sopra le loro teste per far entrare un po’ di luce. Il sole si posa sulla testa di Sasuke e i capelli neri donano dei riflessi quasi blu. Il ninja biondo continua a contemplarlo e si dice che in fondo avrebbe anche potuto lasciarlo dormire tutto il giorno e lui sarebbe potuto rimanere sotto la morsa ferrea del suo braccio. In quel momento pensa che niente dovrebbe rovinare il sonno di Sasuke, e lui potrebbe guardarlo dormire fino alla mattina successiva.
Niente, ma proprio niente e soprattutto nessuno doveva ridestare Sasuke dal suo sonno. Naruto avvicina il volto al suo tanto da sentire il suo respiro sulle  sue labbra mentre i nasi si sfiorano.
È così bello, e così deve rimanere. Addormentato.
«Eeeeeeeeettchiùùùù
O forse no.
Sasuke strizza gli occhi, un gesto improvviso e rapido, poi li apre di scatto, come in allarme.
«Ma che…?», si domanda, spaesato, strofinandosi il viso con una mano.
«Ma sei idiota? Mi hai starnutito in faccia!», il genio dello Sharingan afferra un lembo del lenzuolo e se lo passa sul viso più volte, asciugandosi dagli schizzetti di muco che lo hanno raggiunto.
«Sei veramente un idiota, adesso ti ammazzo.» Naruto è troppo occupato a ridere della scena per preoccuparsi delle minacce dell’altro.
«Lo dici da quando abbiamo tredici anni, sai?», lo schernisce, provocando solo di far deturpare il volto di Sasuke in uno sguardo ancora più omicida.
«Be’, oggi è il giorno-»
«Della vendettaaa!», conclude Naruto per lui, sbeffeggiandolo ancora.
Sasuke strizza gli occhi e gli passa un braccio attorno al collo, che viene stretto nell’incavo del suo gomito. Si agitano nel letto per qualche minuto, in una lotta fatta di morsi e pizzicotti, fin quando Sasuke riesce ad avere la meglio e intrappola l’altro sotto il peso del suo corpo. Naruto si lascia sfuggire un gemito quando Sauke gli poggia una mano sul petto, aiutandosi a sollevare leggermente per incollare bene il suo sguardo nel cielo dell’altro.
«Le tue ultime parole?», sussurra, il respiro leggermente affannato.
Naruto arriccia le labbra fingendo uno sguardo pensieroso, poi solleva la testa e si concentra su un punto sulla fronte del moro, vicino all’attaccatura dei capelli.
«È davvero grande», asserisce.
Sasuke inarca sbigottito un sopracciglio. «Mi onora che il tuo ultimo pensiero in punto di morte vada al mio pen-»
«Io parlavo del brufolo enorme che hai sulla fronte», sbotta Naruto, prima di lanciare la testa all’indietro sul cuscino e ridere sguaiatamente.
Sasuke rimane un attimo interdetto, quel tanto che basta per permettere a quella piattola bionda di ribaltarlo sul materasso e di imprigionarlo sotto di lui.
«Sei un maledetto bugiardo, se già non bastasse il fatto che sei tremendamente fastidioso», Sasuke si lancia in una lista di insulti, ma Naruto lo ascolta sì e no, la testa rivolta verso il soffitto e le palpebre inferiori strizzate a proteggere gli occhi dalla luce. Naruto arriccia il naso, poi prende un profondo respiro, che rilascia sotto forma di starnuto, abbassando la testa di scatto proprio in direzione di un Uchiha già alquanto iroso.
Sasuke rimane interdetto, colpito dal fuoco di muco e da sotto gli occhi chiusi penetra comunque la sua rabbia.
«Mi dispiace, teme», sghignazza Naruto, che non è poi così dispiaciuto.
Sasuke è indeciso se liberare il Mille Falchi oppure l’Amaterasu. Nel dubbio, sotterra le risa acute di Naruto sotto un cuscino.
 
«Solo tu potevi prenderti il raffreddore a giugno», lo deride Sasuke, un sorrisetto compiaciuto sul volto.
«Che ti serva da lezione, la prossima volta non uscirai di casa, di notte, senza esserti asciugato dopo la doccia.»
Naruto, sepolto sotto un fitto strato di fazzoletti usati, ha un’espressione che nemmeno il più morente dei morenti in punto di morte sfoggerebbe.
«Dod sarei uscido se du dod mi avessi ghiuso fuori», sentenzia Naruto, puntando un dito minaccioso contro la fonte del suo malanno.
«Ts», risponde l’altro, ed è quanto più vicino a una confessione che potrà mai ottenere.
Naruto si rigira sul divano, lamentandosi alla ricerca di una posizione comoda da assumere. Sasuke sbruffa infastidito alla vista di quel troglodita dimenarsi, nemmeno avesse la peste.
«Per tutti i Kami, Naruto, hai solo un po’ di raffreddore!»
Quello risponde con dei lamenti che lasciano sottintendere la sua amara sofferenza.
«Fazzoleddo», biascica poi, tendendo la mano in avanti come per afferrare in aria l’oggetto chiesto.
Sasuke sbuffa, non sarebbe lui se non lo facesse, afferra un pacchetto nuovo di fazzoletti dal tavolino lì vicino e glieli lancia addosso.
«Soffia», lo implora Naruto, sotterrandosi nel frattempo sotto una pesante coperta di pile.
«Che?», domanda retorico il genio, con un tono che lascia intendere la risposta.
«E dai, soffiami il daso», Naruto sgrana gli occhi, cercando di assumere un’aria da cerbiatto indifeso che altre volte aveva fatto breccia nel muro di alterigia di Sasuke.
«Ma non ci penso nemmeno, soffiatelo da solo!», bercia.
Naruto assume l’aria più triste che riesce a rievocare dal suo repertorio di espressioni, stringendosi la copertina addosso come un cucciolo indifeso.
«Finiscila», lo rimbecca l’Uchiha, ma l’altro non demorde. Sasuke si lascia sfuggire un grugnito irritato, giusto per fargli comprendere la gravità della situazione.
«Sei ridicolo», lo ammonisce, ma niente.
Sasuke allora si slancia in avanti, raggiunge il divano dove impigrisce il moribondo e afferra con uno scatto stizzito i fazzoletti avvolti nella loro plastica bianca e blu. Sfila il morbido pezzetto di carta dal suo involucro e lo agita in aria per aprirlo.
Naruto sorride sghembo, tirando su il naso come a offrirlo a Sasuke. Quello avvolge il dito indice e il pollice nel tessuto e lo poggia con poca grazia sul naso arrossato del dobe, strizzando con poco tatto. Naruto soffia dentro e Sasuke riesce a sentire l’umidiccio attraverso la carta. Lo guarda dall’alto, gli sembra un bambino. Un bambino stupido e irritante. E carino.
«Hai finito?» domanda spiccio. Naruto annuisce e gli sorride mostrando anche i denti che non ha. Poi si rimbocca la coperta e allunga una mano verso il suo teme. Afferra le dita sottili prima che Sasuke lo lasci lì da solo e le stringe tra le sue, calde e ruvide.
Sasuke lo guarda, beandosi per un attimo di quel contatto.
«Gradie», pronuncia Naruto prima di chiudere gli occhi e gettarsi in un sonno profondo.
 
Quando si sveglia è già sera e gli fa un po’ male il collo, visto che si è addormentato sul divano. Si tira le mani sopra la testa per stiracchiarsi e cerca di allungare le gambe per fare altrettanto, ma qualcosa gli blocca la distensione delle ginocchia.
Alza lo sguardo e Sasuke è raggomitolato all’angolo opposto del divano, la testa che gli ricade in avanti. In mano tiene un fazzoletto aperto, pronto all’uso.
Naruto osserva i capelli coprirgli il viso, il petto che si alza e si abbassa al ritmo del suo respiro, il modo in cui la maglietta gli scivola perfettamente sugli addominali, quelle piccole cose che gli conferiscono nell’insieme un senso di pace e intimità. Si delizia di quella visione prima di svegliarlo pungolandogli una coscia con il piede. Sasuke si ridesta di scatto, guardandosi intorno.
«Sei rimasto qui per me?», domanda Naruto, facendo pressione sul suo tono più smielato possibile per mettere in difficoltà l’Uchiha, colto in flagrante nel fatto di essere, tutto sommato, un bravo fidanzato.
«Ts, ma che dici,» sostiene, la voce ancora un po’ impastata dal sonno, «ti colava il naso mentre dormivi e mi stavi sporcando la coperta.»
Naruto si piega in avanti e annulla subito la distanza dall’altro. Gli si lancia praticamente addosso e le loro labbra cozzano, si sentono perfino i denti, ma nessuno dei due se ne preoccupa.
«Pensavo stessi male», lo schernisce Sasuke, sorridendo malizioso con le labbra ancora incollate a quelle de jinchuuriki.
«Passato tutto», taglia corto Naruto, facendogli scivolare una mano dietro la testa e spingendoselo addosso, tanto per fargli capire di tacere.
«Sicuro? Non voglio che tu mi starnutisca addosso mentre-»
«Stai zitto», lo rimbecca il biondo, e Sasuke sorride ancora, prima di afferrare la copertina e nascondercisi sotto insieme a Naruto.







n/a
Sono molto emozionata! Infatti, ho deciso che questa sarà la prima di una serie di storielle collegate, ma che si potranno leggere benissimo anche da sole. Direte "Che palle", lo so, lo so benissimo, ma io ho una voglia matta di scrivere, e chi mi vorrà sopportare sarà ben accetto! ^^
Inoltre, questa storia partecipa al contest che ho citato sopra, il quale consiste nel scrivere due storie, una angst e una fluff con gli stessi protagonisti. Questa è la fluff, a breve verrà anche l'altra (oggi non mi sento in vena di depressione, perciò attenderà ancora un po' nella mia cartella word).
E poi, niente. Spero che qualcuno si faccia vivo, i commenti sapete che sono sempre ben accetti.
Alla prossima!
  
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