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Autore: Guitarist_Inside    28/02/2014    2 recensioni
Il protagonista di questa Songfic non è Matt, e nemmeno Padge, Jay o Moose.
Il protagonista è un ragazzo qualunque, un ragazzo come me o come voi o come una qualsiasi persona che cammina sulla Terra.
Per questo motivo, fino all’ultimo non ero sicura se pubblicarla tra le storie originali, o tra le fanfic nella sezione riguardante i Bullet. Alla fine ho deciso in favore di quest’ultima, in quanto questa storia è nata, quasi per caso, proprio ascoltando (e leggendo il testo) di P.O.W. dei Bullet For My Valentine.
~Dal testo:
No, non ce la faccio più a restare così.
Sono bloccato qui, in questo posto mortale che alberga dentro di me, legato, oppresso, sferzato, come un prigioniero di guerra? Sì, lo sono.
Sono bloccato qui come prigioniero di una guerra in cui mi sono ritrovato senza volerla, senza riuscire a far nulla per evitarla.
Una guerra con il mondo, che mi ha vittimizzato.
Una guerra con me stesso, un conflitto interiore che mi dilania. E che devo riuscire a risolvere in qualche modo, prima che mi divori completamente.
Voglio uscire, voglio essere ancora libero, voglio vivere. Voglio respirare di nuovo, ancora una volta, come un tempo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il protagonista di questa Songfic non è Matt, e nemmeno Padge, Jay o Moose.
Il protagonista è un ragazzo qualunque, un ragazzo come me o come voi o come una qualsiasi persona che cammina sulla Terra.
Un ragazzo indefinito, che potrebbe anche essere una ragazza (non so bene neanche io perché ho scritto al maschile; forse perché il testo della canzone, benché in Inglese non ci sia tale differenza, sarebbe stato al maschile; forse perché ultimamente ho scritto delle Oneshot introspettive incentrate su un ragazzo di un anime, o per chissà che motivo. In ogni caso, non è una scelta rilevante).
Per questo motivo, fino all’ultimo non ero sicura se pubblicarla tra le storie originali, o tra le fanfic nella sezione riguardante i Bullet. Alla fine ho deciso in favore di quest’ultima, in quanto questa storia è nata, quasi per caso, proprio ascoltando (e leggendo il testo) di P.O.W. dei Bullet For My Valentine.
Fatemi sapere cosa ne pensate! =)

 
 

Prisoner Of War

 
In my darkest hour
A place where there's no light
I'm trapped here in this nightmare
And there's no end in sight
 
Mi guardo attorno e riesco a vedere solo un'accecante oscurità attorno a me. 
Il sole splende fuori dalla mia finestra, l'aria fresca muove dolcemente le fronde degli alberi... Ma nulla di ciò riesce a raggiungermi. 
Le ore scorrono buie, e forse ho raggiunto la più scura di tutte.
La disperazione mi avvolge, cercando di farmi annegare, trascinandomi sempre più in profondità in un oceano di timori, di errori, di rimorsi, di dubbi, di tristezza, di desolazione.
Nel posto in cui mi trovo non c'è luce. Non nel posto fisico, ovviamente: la stanza è normalmente illuminata e tutto. Ma, dentro di me, non riesco a sentire più alcuna luce, alcuna speranza, alcun calore, alcun conforto. 
Non so che cosa fare. Non ne ho la più pallida idea.
Ho commesso degli errori e me ne rendo conto.
Non sono affatto perfetto, ma d'altronde nessuno lo è. 
Neanche la società, neanche il mondo che mi circonda lo è, come invece vorrebbe far credere. 
Sono ferito, terribilmente ferito, e il sangue scorre ancora, fuoriuscendo a fiotti dalla mia anima sofferente e tormentata.
Sto soffrendo, dannatamente. 
Mi sento come se fossi intrappolato in un incubo: un incubo terribile da cui non posso uscire, perché purtroppo sono desto. Questa è la realtà, è la dura e spiacevole verità, non una proiezione fittizia di Morfeo da cui posso scappare semplicemente svegliandomi. 
No, non posso scappare facilmente. 
Sono destinato a restare in questo incubo desolato? In quest'opprimente oscurità?
Per quanto tempo ancora...?
Non riesco a vedere una fine a tutto ciò.
 
 
My body lies here frozen
No voice to scream or shout
Escape, it feels untouchable
I know I must get out
 
Resto rannicchiato nel mio angolo, isolato dal mondo. 
Il mio corpo giace immobile, come se fosse congelato, così come è ghiacciata la mia anima. Sono paralizzato dalla morsa gelida della disperazione, che si fa strada sempre più in me, pervadendomi fin negli angoli più reconditi della mia essenza.
Vorrei alzarmi, vorrei urlare, gridare il mio dolore, per mostrare l'inferno che sto attraversando. Vorrei, ma non ho voce per farlo: le corde vocali sono come bloccate, non riesco a emettere alcun suono.
Vorrei correre. Ma dove? 
Spostarmi di luogo non servirebbe a nulla: non posso scappare dai miei problemi. 
Non posso scappare dalle mie responsabilità. 
Non posso scappare dai miei errori.
Non posso scappare dai miei pensieri.
Non posso scappare dalle mie paure. 
Non posso scappare dalla società. Non posso scappare dalle pressioni che il mondo esercita su di me. 
Non posso scappare da voi. Non posso scappare da voi traditori della mia fiducia, da voi che mi avete pugnalato senza farvi troppi problemi. 
Non posso scappare da te; il tuo ricordo continuerebbe a rincorrermi e perseguitarmi, unendo tristezza, rabbia e rimorso.
E soprattutto, non posso scappare da me stesso.
No, la fuga sembra qualcosa che non posso toccare, sperimentare, raggiungere. 
Però una cosa l'ho capita ed è diventata una certezza: devo uscirne. Devo trovare un modo per mettere una fine a tutto ciò, per uscire da questa oscurità che mi imprigiona.
Voglio e devo risvegliarmi da questo incubo, non posso restare per sempre succube.
Voglio e devo riprendermi la mia vita. 
Lo so, ne sono sicuro ormai.
 
 
Wake my...
Wake myself from all this anger
Claw my...
Claw myself from six feet under
No, no more
Am I stuck here like a prisoner of war?
I will breathe once more
I will breathe once more
 
Vorrei urlare, vorrei chiedere aiuto a qualcuno, ma a chi? A te? A qualcuno? A me stesso?
Non lo so.
Però so che desidererei risvegliarmi da questo incubo, riaprire gli occhi che bruciano per lo sforzo di scrutare in questo buio soffocante, per vedere di nuovo davvero.
Svegliami da tutta questa rabbia, da questa frustrazione disperata e irata che mi sta asfissiando. Aiutami a ritrovare un angolo di serenità.
Aiutami a rialzarmi. Tirami su in qualche modo, anche artigliandomi, di sicuro non farà più male della sofferenza in cui sono avvolto ora. Ma ti prego, sollevami da queste oscure profondità, da questi sei metri sott'acqua, o sottoterra, o dovunque io sia sprofondato.
No, non ce la faccio più a restare così. 
Sono bloccato qui, in questo posto mortale che alberga dentro di me, legato, oppresso, sferzato, come un prigioniero di guerra? Sì, lo sono.  
Sono bloccato qui come prigioniero di una guerra in cui mi sono ritrovato senza volerla, senza riuscire a far nulla per evitarla.
Una guerra con il mondo, che mi ha vittimizzato.
Una guerra con me stesso, un conflitto interiore che mi dilania. E che devo riuscire a risolvere in qualche modo, prima che mi divori completamente.
Voglio uscire, voglio essere ancora libero, voglio vivere. Voglio respirare di nuovo, ancora una volta, come un tempo.
Sì, voglio respirare. E respirerò ancora.
 
 
This feeling's overwhelming
It just won't go away
I'm captive in this nightmare
And this is where I'll stay
 
Questo sentimento è sempre più opprimente. 
Ormai respiro a fatica, mentre il mio cuore batte all'impazzata, rimbombandomi nelle tempie come una grancassa follemente percossa, senza tregua.
Sono una sua vittima. Sono vittima di questo dannatissimo sentimento che non saprei definire se non come un insieme di mille altri, che si intersecano e sovrappongono in una fitta tela che si stringe sempre più attorno a me.
Sono come un insetto caduto prigioniero in una ragnatela, che non sa che fare se non aspettare la propria fine, fissando il ragno che si avvicina sempre più, per avvolgerlo nel proprio bozzolo e infine divorarlo. E il ragno mio carnefice è questo stato d’animo in cui mi ritrovo.
Non so come contrastarlo. 
Certamente non se ne andrà da solo, questo lo so bene. Ma non so comunque come reagire; i vincoli che mi imprigionano sono diventati troppo stretti e la mia anima sta agonizzando.
Sono prigioniero in questo dannato incubo, e probabilmente questo è il posto in cui resterò, volente o nolente.
 
 
Wake my...
Wake myself from all this anger
Claw my...
Claw myself from six feet under
No, no more
Am I stuck here like a prisoner of war?
I will breathe once more
I will breathe once more
 
Chiunque tu sia, ti prego, aiutami. 
Non ce la faccio più.
Sto soffocando, sto affogando; ti prego, svegliami da questo dannato incubo, prima che sia troppo tardi.
Svegliami da questa rabbia che ribolle intorno e dentro me.
Afferrami con i tuoi artigli, non preoccuparti se questi possono ferirmi ulteriormente: sarebbe una sofferenza ben lieta, se mi permettesse di tornare in superficie. 
Non ne posso più di tentare invano e disperatamente di non affogare in questo scuro oceano di disperazione.
Non ce la faccio più a restare qui, bloccato, inerte, come un dannato prigioniero di questa fottutissima guerra. 
Quando finirà questo conflitto? 
Finirà?
Potrò essere di nuovo libero?
Respirerò ancora?
Potrò riempire nuovamente i miei polmoni di fresca e salubre aria di speranza e felicità? Potrò inspirare ancora, profondamente, senza sentirmi oppresso da un peso insopportabile?
Voglio respirare ancora.
Io respirerò ancora, ad ogni costo.
 
 
My anxiety is rising
It just won't go away
All this tension keeps building
Please, just leave me to die
 
L'ansia sta crescendo esponenzialmente in me. 
Vorrei calmarmi, ma più ci provo e peggio sto. Riesco solamente a ottenere l'effetto contrario, dannazione! 
Non so cosa fare, non so cosa pensare, non so nulla.
Riesco solo a pensare che tutto ciò non sta passando e non passerà.
Resterò confinato qui, in questo nulla che mi dilania.
Inerme. 
Prigioniero.
Le mie urla, i miei pianti, tutto sarebbe solo invano.
La tensione continua ad aumentare e non posso far nulla per impedirlo.
È tutto inutile.
Io sono inutile.
Non riesco a reagire. 
 
Una parte di me vorrebbe combattere ancora, non arrendersi, lottare fino allo stremo, non darsi per vinta fino alla morte.
Vorrebbe continuare a dibattersi con le fievoli forze che mi sono rimaste, pur di non lasciarmi risucchiare in questo oscuro baratro. 
Vorrebbe dimostrare che non sono un debole, che posso rialzarmi e riprendermi la mia vita. 
Che non mi lascerò buttare giù così facilmente. 
Che non mi lascerò abbattere da un mondo esterno che mi giudica e mi opprime senza conoscermi; né da gente che credevo di conoscere e di cui mi fidavo, che invece mi ha tradito, pugnalandomi e voltandomi le spalle; né dalle difficoltà che la vita lancia una dopo l'altra sulla mia strada, per mettermi alla prova o solamente per complicarmi le cose; né dai rimorsi amari per parole, decisioni e azioni di cui mi sono pentito; né da questa sensazione di rabbia cieca verso il mondo e verso me stesso; né da questo senso di impotenza, frustrazione e disperazione che cerca di penetrare fin nel profondo della mia anima e del mio cuore sofferente.
Questa parte di me vuole insistere a lottare, per farmi riprendere la mia vita, la mia vera vita e non l'ombra di essa. Ed è disposta finanche a morire, pur di farmi respirare un'altra volta.
 
Ma un'altra parte è stanca, non ha più l'energia per lottare e per continuare a tenersi a galla nuotando in questo oceano di disperazione. 
Pensa che ormai sia tutto perduto, che resterò qui prigioniero per sempre e che dunque sarebbe più facile arrendermi subito, lasciarmi trascinare negli abissi più bui e farla finita.
Crede che la mia sarebbe solo una lotta inutile, perché il mondo ostile avrebbe sempre il sopravvento su di me. 
Non ha più speranze, non riesce a vedermi vivere di nuovo libero.
E questo sconforto si fa sempre più spazio in me, dannazione.
Sono vittima del mondo e vittima di me stesso. 
Sono un caso perso? O c'è ancora speranza per me, nascosta da qualche parte? 
In ogni caso, piuttosto che vivere come un'ombra di me stesso e trascinarmi in questa finta e gelida vita di morte della mia anima prigioniera, preferirei morire davvero. 
Per favore, piuttosto lasciami morire qui, ora, ma non tormentarmi più...
 
 
Make, make, make it go away
All I wanna do is live another day
Make, make, make it go away
All I wanna do is live another day
Live another day
 
Ti prego, fa' che tutto ciò finisca, fa' che vada via.
Tutto ciò che voglio, che voglio veramente, è poter vivere un altro giorno.
Poter vivere davvero, di nuovo. 
Poter riprendere in mano la mia vita.
Ti prego, fa' che tutto ciò vada via.
Ti prego, aiutami a mettere una fine a questa prigionia.
Aiutami a vivere un altro giorno, a rialzarmi più forte, a cambiare e a respirare, finalmente, in una nuova era della mia vita.
 
 
Wake my...
Wake myself from all this anger
Claw my...
Claw myself from six feet under
No, no more
Am I stuck here like a prisoner of war?
I will breathe once more
I will breathe once more
 
Svegliami, liberami da questa rabbia e da questo dolore che mi accecano. 
Permettimi di vedere ancora le cose, di osservare ogni prospettiva del mondo e di me stesso, di trovare un lato buono e una luce in ogni cosa.
Aiutami a ritrovare una luce dentro di me, per combattere questa tetra oscurità e non permetterle di ingoiarmi. 
Aiutami ad avere la forza per combattere, per riemergere da questi sei o seimila metri sottoterra in cui sono sprofondato, per rialzarmi e curarmi le mie mille ferite che sanguinano.
Aiutami a guarire, a guarire dal mondo e da me stesso; a poter andare avanti, guardando le mie cicatrici come un monito e una testimonianza della mia vita, con le sue scelte, i suoi sbagli, le sue esperienze positive e negative. 
Afferrami, fai sprofondare i tuoi artigli nella mia carne e lascia che questo dolore possa diventare qualcosa di positivo che mi scuota e mi risvegli dal torpore disperato di cui sono prigioniero. 
Voglio rialzarmi. 
Voglio trovare la forza di ritrovare il vero me stesso e vivere la mia vita.
Voglio avere il coraggio di riprendere il mio cammino, con le difficoltà che dovrò affrontare e gli errori che indubbiamente commetterò ancora, col proposito di non arrendermi fino alla fine e di cercare sempre di migliorarmi. 
Non voglio più essere bloccato qui come un prigioniero di guerra, voglio uscire da questo conflitto e mettere una fine a questo sentimento oscuro che mi bracca.
Ti prego, svegliami da questo incubo.
Ti prego... Ma a chi sto parlando? A chi sto chiedendo aiuto? 
A un'entità sovrannaturale, ammesso che essa esistesse e mi ascoltasse? 
A te?
A qualcun altro? Qualcuno che conosco o uno sconosciuto? 
O a me stesso, forse?
In ogni caso, devo far pace con me stesso, devo risollevarmi, devo aiutarmi.
Perché non voglio più essere un prigioniero di questa guerra, voglio respirare libero.
E io respirerò ancora. 
   
 
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