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Autore: psychoE    28/02/2014    4 recensioni
Cercava la soluzione per essere felice, ma le sue speranze per lei erano quasi nulle.
Tutto ciò la rendeva triste, una ragazza triste e sola.
Lei era Ellie.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una cosa veramente fantastica è rimanere tra le sue braccia, sotto le coperte, dopo un bel bagno caldo fatto insieme.
Le settimane seguenti a quella giornata furono fantastiche, le migliori della mia vita.
Stavo bene, ma bene veramente, ormai non stavo così da anni.
Eppure, Brian era riuscito a fare uscire la vera me, ad aiutarmi e a guarirmi finalmente da tutto ciò che mi faceva male.
Dio solo sa quanto devo a questo ragazzo...
Quella sera, ero a casa sua, avevo deciso di dormire lì visto che i miei genitori, la mattina seguente, sarebbero arrivati a casa di mia nonna per il mio compleanno.
Avrei usato una scusa di essere uscita la mattina presto, così mi avrebbero aspettata a casa e avrei potuto fare le cose con calma.
Eravamo già al 7 di Novembre, l'indomani sarebbe stato il mio compleanno.
Denise se n'era ormai andata da quasi un mese, non sto neanche a dire che mi mancava già un sacco.
A quanto pare, però, non mancava solamente a me...ma anche a Zacky! Per tutte le due settimane dopo la sua partenza, non aveva fatto altro che chiamarla ogni sera.
E neanche ammetteva che gli piacesse! Dannazione, quanto era testardo quel ragazzo.
“A cosa pensi, piccola?” mi domandò Brian mentre intrecciavo le mie dita alle sue.
“A quello che è successo in questo mese e a quanto sono...felice.”
Lui continuava a baciarmi il collo, le sue labbra a contatto con la mia pelle era qualcosa di inebriante.
“Ti prometto che lo sarai per sempre.” mi sussurrò dolcemente, spostandomi una ciocca di capelli dal viso per accarezzarmi una guancia.
Mi voltai e incontrai i suoi bellissimi occhi color nocciola, quegli occhi che mi fecero innamorare di lui.
Ebbene sì...mi ero innamorata. Ma lui non lo sapeva, non ero ancora pronta a dirglielo e soprattutto ero convinta che non fossi ancora ricambiata.
Mi strinsi maggiormente a lui, adoravo sentire il calore che il suo corpo emanava.
Mi scappò uno sbadiglio, così mi stropicciai gli occhi, ormai stanca.
“Ma tu hai sonno” mormorò continuando ad accarezzarmi.
“Mh...nah...” farfugliai rifugiandomi tra le sue braccia.
“Dormiamo...” sussurrò, dopo avermi lasciato un bacio a fior di labbra.
Feci come diceva, chiudendo gli occhi e subito dopo cadendo in un sonno profondo.
 
 
Un gradevole profumo di caffè mi svegliò, così da farmi aprire gli occhi.
Mi stiracchiai, non trovando Syn al mio fianco.
Mi appoggiai sui miei stessi gomiti, notando che dalla finestra passava uno spiraglio di sole.
Passai una mano tra i miei capelli per sistemarli, ma, essendo troppo stanca, mi sdraiai nuovamente, sentendo il profumo di Brian sul suo cuscino invadermi le narici.
“Buon compleanno, piccola.”
La sua voce mi fece scattare seduta, ma quando lo vidi entrare nella stanza per poco non caddi dal letto.
Teneva un vassoio pieno di dolci, una tazza di caffè e una rosa rossa.
Portai le mani al viso, sentendo gli occhi pizzicarmi...nessuno, prima di allora, aveva mai fatto una cosa del genere per me.
Appoggiò il vassoio sul materasso, mentre io ancora non realizzavo.
Qualche lacrima solcò il mio viso, Brian si affrettò a sedersi al mio fianco.
“Hey, non piangere...”
“Io...non...non ho parole...grazie, amore...” mormorai tra le lacrime, sentendomi attirare a lui.
“E' una giornata importante. Bisogna festeggiarla in modo particolare!”disse asciugandomi le lacrime con il pollice.
“A Coopersburg...era già tanto se mi facevano gli auguri...” continuai singhiozzando, non rimpiangendo quei tempi.
“Adesso sei ad Huntington Beach e oggi passerai il compleanno più bello della tua vita” disse prendendo un pezzo di brioche e porgendomelo.
Aprii la bocca, vedendolo ridere ma iniziò comunque ad imboccarmi.
“Quando dico che sei piccola, ho ragione!” esclamò continuando a ridere.
“Non sono piccola!” dissi mettendo un finto broncio.
“Eccome se lo sei!” continuò portandomi un bigné alla crema vicino alla bocca.
Di nuovo aprii la bocca, ma questa volta gli morsi un dito, così impara a darmi della bambina!
Ritirò il dito facendo una strana smorfia, per poi guardarmi socchiudendo gli occhi.
Neanche il tempo di pensare che mi si posizionò sopra, mentre cercavo di liberarmi da quella posizione.
Ci ripensai quando si abbassò per mordere il mio collo, sentivo le cicatrici comparire ma allo stesso tempo mi eccitava fin troppo.
Alzai la sua maglia, lasciandolo a petto nudo. Accarezzai il suo fisico atletico mentre le sue mani si intrufolavano sotto la felpa che indossavo.
Improvvisamente, però, la porta si aprì: era Papa Gates e aveva il fiatone, sembrava aver fatto una maratona.
“Fermi, fermi, fermi! Stanno-”
“Papà, prendi un cazzo di respiro!” gli disse Brian alzandosi per prendere la sua maglietta caduta a terra.
“I tuoi genitori, Ellie, stanno arrivando!” continuò sempre, anche se il suo respiro iniziava a regolarizzarsi.
“Eh? Che cosa? Qui?” sbarrai gli occhi scattando in piedi.
“Sì, Suzy ha ricevuto una chiamata da tua nonna che diceva di avvisarti, saranno qui tra pochi minuti...scusate l'interruzione ma ho temuto per le palle di mio figlio, Michael è imprevedibile! Oh, auguri cara.” finì la frase richiudendo la porta, lasciandomi scoppiare in una fragorosa risata.
“Che hai da ridere? Ho un padre premuroso!” scherzò lui, mentre io non riuscivo a smettere.
Con ormai le lacrime agli occhi, decido di alzarmi per fiondarmi in bagno facendo una doccia veloce.
Torno in camera di Syn, prendendo il cambio che mi ero portata...da quanto non indosso dei vestiti da ragazza per bene.
Metto su un paio di jeans e un maglione bianco molto sobrio; lego i capelli in una coda alta, per poi passare a un leggero velo di mascara.
“Chissà cosa diranno quando vedranno i capelli...” pensai ad alta voce.
“Hey, calmati...sei troppo agitata.”
Sentii la mia schiena aderire contro il torace di Brian mentre mi guardavo allo specchio, notando che proprio lui stava indossando una camicia nera con le maniche alzate fino ai gomiti.
“Che...che cos'hai addosso?” chiesi sorridendo.
“Mio padre...” disse semplicemente, arrossendo.
Mi voltai di scatto, sentendo i miei fianchi venire circondati dalle sue forti braccia.
“Sei dannatamente eccitante...come al solito.” gli sussurrai poggiando sul suo collo le mie piccole ed esili braccia.
Mi alzai un poco sulle punte per baciarlo meglio, sentendomi stringere sempre di più a lui.
Ci dovemmo staccare, però, quando sentimmo il campanello suonare.
Sospirai.
“E' iniziata...”
“Su, non fare l'esagerata!”
“Oh, vedrai.”
Lui mi prese per mano e, insieme, scendemmo al piano di sotto vedendo i miei genitori salutarsi con i suoi come se si conoscessero da una vita.
“Tesoro, auguri!” esclamò mia madre correndo ad abbracciarmi.
La strinsi forte...un poco mi erano mancati.
Subito dopo andai da mio padre, che mi sorrise baciandomi la fronte.
“Sei cresciuta un sacco...auguri Ellie.” commentò squadrandomi dalla testa ai piedi.
“Oh mio dio, Brian! Quasi non ti riconoscevo!” disse la mia genitrice affrettandosi a salutare anche lui.
“Sapevamo che saresti diventato davvero un bel ragazzo!” continuò strizzandogli le guance e facendolo arrossire.
“Grazie signora...” rispose imbarazzato, grattandosi il capo.
“Chiamami pure Jane, tesoro.”
Avrei voluto sotterrarmi.
“Volete fermarvi per pranzo?” si intromise Suzy, mentre io e Brian ci scambiammo un'occhiata per intenderci.
“Sicura che non sia un disturbo, cara?” chiese mia madre, lasciandosi poi convincere da Papa Gates e mio padre.
“Perfetto, allora vado a preparare”
“Ti aiuto!” aggiunse Jane, sparendo nella cucina con l'altra.
“Bene Mike, che ne dici di vedere la mia macchia nuova? Ti farò salire l'invidia fino ai capelli.” iniziò Brian Sr.
“Volentieri.” replicò lui.
E anche loro due se ne andarono, lasciando me e Syn da soli.
Tirai un sospiro di sollievo e lo abbracciai, poggiando la testa sul suo petto.
“Rovineranno questa giornata...” mormorai sentendomi stringere ancora di più.
“Ma no, dai, a me non sembra essere andata così male!”
“Sono imprevedibili e dannatamente lunatici...chissà quando gli dirò che non frequento ancora l'università...”
“Vedrai che capiranno. In ogni caso, io sarò qui per te.”
“Grazie, Brian” sussurrai alzando lo sguardo verso il suo.
“Di niente, piccola” concluse baciandomi dolcemente.
In momenti come quelli, avrei voluto urlare al mondo di amarlo...ma, dannazione, non potevo.
Presto ci ritrovammo a tavola, io ero seduta di fianco a Brian, Suzy a mia madre e i nostri padri come capi-tavola.
Il pranzo sembrava procedere bene, finché i miei non iniziarono la loro parte.
“Ellie, cos'hai sotto il labbro?” fece mia madre, facendomi sospirare.
“E' un piercing.”
“Non mi sembra di averti dato il permesso.” continuò mio padre.
“Fino a prova contraria sono maggiorenne, non dipendo da voi.” ribattei acida.
“Finché ti manterremo noi, direi di sì, signorina.”
“Per non parlare di quei capelli...sono orribili.”
Poggiai la forchetta, sentendo la mano di Brian prendere la mia.
“Oh andiamo Mike, non dire così. Secondo me sta bene!” cercò di intervenire Papa Gates, beccandosi un'occhiataccia dal mio genitore.
“Ellie, non credere che adesso che vivi lontana da noi tu possa fare quello che ti pare!”
“Ripeto che adesso sono maggiorenne, non potete decidere voi per me.”
Vidi entrambi iniziare ad arrabbiarsi date le mie risposte brusche.
“E l'università? Che mi dici di quella? Quanti esami hai già dato?”
“U-Uno o due...” tentennai, forse troppo.
Mia madre mi scrutò attentamente, arrivando ad una conclusione purtroppo giusta.
“Tu non ti sei iscritta!” disse alzando il tono della voce e facendomi di conseguenza sobbalzare.
“Non...non ne ho avuto il tempo.” affermai con poca convinzione, stringendo maggiormente la mano di Brian.
“Ci hai mentito, sei diventata bugiarda. Mio dio, dov'è finita mia figlia?”
Non risposi, cercando di calmarmi.
“Ellie, mi hai delusa. Non pensavo ti comportassi così. Ti abbiamo dato molta fiducia, lasciandoti sola qui ad Huntington Beach e tu ci ripaghi così?”
“Sono stata male, va bene?!” sbotto alzando anche io la voce.
“Hai ventun anni, che male avrai mai potuto sentire...” rise ironico mio padre, seguito da mia madre.
“Vaffanculo.” sibilo tra i denti.
“Oh mio dio! Anche maleducata! Sarà meglio portarti a Tijuana con noi, vero Michael?”
NO!” urlai alzandomi di scatto.
Voi non avete mai capito nulla di me, non avete mai provato neanche a farlo. Potete scordarvi di portarmi a Tijuana, stronzi.
A quel punto, mio padre si alzò e mi diede uno schiaffo.
Istintivamente, lasciai la mano di Syn e mi diressi verso la porta, con le lacrime agli occhi.
“Dove credi di andare?!”
Quelle sono le uniche parole che sentii da loro due, prima di uscire da casa Haner.
“El! Piccola, fermati!”
Era la voce di Brian, quando mi voltai me lo ritrovai davanti, così mi portò nel cortile.
“Hey...” mi sussurrò prendendomi il viso tra le mani.
“Che ti avevo detto?” dissi prima di iniziare un vero e proprio pianto nervoso.
Mi strinse a sé, cullandomi tra le sue braccia.
“Ci sono io qui.”
“Loro hanno ragione...sono come hanno detto...” singhiozzai stringendomi alla sua camicia.
“No, non pensarci neanche. Si sbagliano e vedrai che se ne accorgeranno. Tu non devi buttarti giù, sai che non sono vere tutte quelle cose.”
“Invece sì...”
A quel punto, alzò il mio viso e puntò il suo sguardo sul mio.
“Te lo giuro, Ellie, non è vero. Altrimenti, a quest'ora, non saresti la mia ragazza. Sei fantastica, sei la ragazza migliore che io abbia mai conosciuto e non potrei chiedere di meglio.”
Accorciai la distanza tra le nostre labbra e lo baciai, sentendomi dannatamente rassicurata e felice, nonostante ciò che era appena successo.
Tuttavia, non riuscivo a capacitarmi dello schiaffo che mio padre aveva osato darmi, né di tutto ciò che mia madre mi disse.
“Andiamo, entriamo dal retro, non ci vedranno.” mi mormorò dopo avermi schioccato un bacio sulla fronte.
Pian piano, aprì la porta e ci fiondammo al piano superiore, nella sua camera.
Giusto il tempo di sedermi sul letto che sentimmo delle urla dal piano inferiore.
E' un'irresponsabile! Non possiamo lasciarla sola un attimo che diventa una ragazza maleducata e per di più bugiarda!”
Non siate così duri con lei...”
Oh no, Brian, 'sta volta ha esagerato! Dice di essere stata male...ma che male vuole sentire alla sua età?”
“Michael, tesoro, adesso stai esagerando...”
“Non ti permettere, sto facendo quello che è meglio per lei. E invece si comporta come un'ingrata. Questa non gliela farò passare liscia, se non verrà con noi a Tijuana, sarà costretta a trovarsi un lavoro. Col cavolo che la manterrò!”
Strinsi i pugni e sospirai, sentendo il mio viso bagnarsi.
“Piccola, non piangere...”
Purtroppo, questa volta, neanche Brian riesce a farmi sentire meglio.
Credo che una delle sensazioni peggiori esistenti sia l'essere una delusione per i propri genitori...che schifo.
Sentii la porta principale chiudersi di colpo e le voci cessarono.
Subito mi sdraiai sul materasso a pancia in giù, scoppiando a piangere.
Syn si affrettò a mettersi vicino a me, iniziando ad accarezzarmi la schiena.
“Non li voglio più vedere...” mormorai sentendomi veramente male.
“Capiranno di avere torto, ne sono sicuro.”
“Tu non li conosci...”
Improvvisamente, mi fece voltare verso di lui, lo vidi osservare i miei occhi arrossati.
“Però conosco te e posso giurare che non sei né irresponsabile, né ingrata e tantomeno bugiarda. Sei una ragazza bellissima, con o senza capelli rossi, con o senza piercing. Sei fin troppo responsabile, da quando ti conosco mi stai aiutando a prendere decisioni più ragionevoli e a non agire d'impulso. Non hai nessun difetto, se non quello di credere troppo al giudizio delle persone. Oggi è il tuo compleanno e non permetterò a nessuno di fartelo passare a piangere, perciò smetti di piangere, fallo per me.”
“L-Lo pensi davvero?” chiesi incerta.
“Certamente, piccola.”
L'unica cosa che riuscii a fare fu abbracciarlo, perché dopo tutte quelle parole...io non ne avevo.
E, dannazione, io mi stavo veramente innamorando di lui...sebbene avessi giurato di non farlo mai semplicemente per non soffrire.
Ma, di cosa mi preoccupavo? Brian mi stava rendendo felice, anche se allo stesso tempo debole.
Più lo amavo, più mi indebolivo...ma a quanto pare sembrava andarmi bene.
“Niente più lacrime per oggi, va bene?”
Annuii convinta, sorridendogli.
“Adesso, se non ti dispiace, mi tolgo questa camicia. Mi sento troppo a disagio!” disse alzandosi e iniziando a sbottonarsi la camicia.
Mi alzo anche io per vestirmi a mio modo, iniziando slegando i capelli e sfilandomi il maglione che indossavo.
Lo guardai mentre cercava una maglia da mettere, mi morsi un labbro dopo aver osservato il suo fisico dannatamente eccitante.
Lui se ne accorse e mi sorrise maliziosamente, osservando anche lui il mio corpo semi-nudo.
Mi affrettai a piazzarmi davanti a lui, facendo sfiorare i nostri nasi.
“Dove eravamo rimasti, stamattina?” chiesi sussurrando, accarezzandogli il collo.
“Non svegliar il can che dorme...” borbottò prima di fiondarsi sulle mie labbra.
Con un bacio ricco di passione, finimmo sul letto e lo feci posizionare tra le mie gambe non staccandomi neanche per un attimo da lui.
E fu proprio quando lo sentii dentro di me che capii di stare facendo l'amore con lui, perché sentii qualcosa di diverso, il mio cuore batteva come la prima volta che lo conobbi.
Amavo vedere quanta dolcezza metteva in quei movimenti sebbene decisi, di solito pareva un ragazzo freddo e scontroso, mentre con me era un'altra persona.
Per non parlare di quando raggiungeva il piacere dentro di me, in quel momento sentivo di essere il più possibile legata a lui.
Poi, nonostante la stanchezza, dopo tutto ciò continuava a tenermi stretta a sé accarezzandomi il ventre con le nocche.
Lo lasciai riposare, quella mattina si doveva essere svegliato presto per prepararmi la colazione, sembrava particolarmente stanco così naturalmente ne approfittai per riposare anche io.
Dopo un paio d'ore sentii qualcuno bussare alla porta, vedendo poi entrare Suzy mentre Brian si era appisolato.
“Ellie, ti va di scendere a parlare un po'?” chiese a voce bassa.
Annuii, vedendola uscire dopo poco.
Riuscii a non svegliare Syn mentre mi sfilavo dalla sua presa e mi rivestivo.
Scesi al piano di sotto e trovai Suzy e suo marito sul divano ad aspettarmi.
“Scusa se vi abbiamo disturbati, ma pensavamo ti servisse sfogarti un po', ti abbiamo vista scossa prima” iniziò lui.
“Non dovete scusarvi, Brian è stanco e così l'ho lasciato riposare. Piuttosto, devo scusarmi per il comportamento che ho avuto a pranzo...” dissi abbassando lo sguardo.
“Ma figurati, Michael ha decisamente esagerato”
“Già, e mia madre ovviamente non ha esitato a dargli corda.”
“Jane mi ha detto che tuo padre è molto nervoso negli ultimi tempi-”
“Suzy, potrà essere nervoso quanto gli pare ma non permetto che si alzino le mani con me. Non ho più dieci anni e sono abbastanza grande per prendere le mie decisioni.”
“Non possiamo darti torto...tuttavia, cercheremo di farli ragionare. Tu, piuttosto, hai deciso se andare con loro o...?”
“Oh, no, assolutamente...non riuscirei ad andarmene da qui, ora come ora. Intendo, prima che succedesse tutto ciò mi sentivo al massimo della felicità...probabilmente grazie a Syn. Senza di lui, beh, non avrei superato alcune difficoltà che mi perseguitavano da tutta la vita ormai.”
Per un attimo mi imbambolai pensando a lui, così scossi la testa.
“Sono veramente felice che tu e Brian vi siate ritrovati, anche lui sembra più solare da quando state insieme.”
Sorrisi a quelle parole che pronunciò Suzy, veramente contenta di ciò.
“Allora, spero che il mio adorato figlio riesca a distoglierti da quei pensieri, vedrai che tutto si risolverà!”
“Grazie per esservi preoccupati, davvero...”
Mi lasciai abbracciare da quelle due fantastiche persone, ero felice che a qualcun altro importasse di me.
Qualche secondo dopo vidi scendere il mio ragazzo dalle scale, con una faccia a dir poco assonnata.
Lo vidi cacciare uno sbadiglio, per poi dirigersi verso di me ed abbracciarmi da dietro.
Neanche il tempo di schioccargli un bacio che sentiamo il campanello suonare.
Brian si affretta ad aprire e vedo entrare i ragazzi uno dopo l'altro.
“Haner, ti sei appena svegliato?” esordì Zacky dandogli un piccolo schiaffo sulla guancia.
Subito dopo mi notarono e si affrettarono ad avvicinarsi a me tutti con il sorriso stampato in faccia.
“Buon compleanno Ellie!” dissero in coro, facendomi sorridere.
“Grazie ragazzi”
“Allora, noi dobbiamo provare qualche canzone, ma dato che non vogliamo annoiarti abbiamo portato qualcuno che ti tenga compagnia nelle due ore che mancano alla festa!” continuò Jimmy spingendomi verso la porta.
“Ma potevo anche rimaner-”
“Assolutamente no, ci vediamo più tardi!” mi interruppe proprio Syn dopo avermi dato un bacio a fior di labbra.
Confusa, mi diressi fuori dalla casa e trovai Val sorridente che mi aspettava.
In questo mese ho stretto amicizia con lei, è veramente una persona fantastica.
Inizialmente pensavo se la prendesse con me per via di Michelle, ma a lei non importava perché a quanto pare sua sorella non era stata molto fedele a Brian.
Non avrei mai detto che fossero gemelle, se non per l'aspetto, erano veramente due persone diverse.
“Tesoro! Buon compleanno! Ti va di accompagnarmi a comprare un vestito? Magari prendi qualcosa anche tu, visto che sarebbe l'ora di portarti a qualche festa qui, prima o poi!” mi chiese mentre ci incamminavamo verso il centro di Huntington Beach.
Arrivammo in un negozio che non faceva di certo per me, ma Valary insistette e non potei dirle di no.
Lei iniziò a prendere un sacco di vestiti corti da provare, mentre era nel camerino ne approfittai per vederne qualcuno per me.
“El, questo come mi sta?”
Mi voltai: aveva addosso un vestito rosso che risaltava le sue curve con una scollatura a cuore e una cintura dorata in vita.
“Sei bellissima!” le dissi sorridendo, vedendola girarsi davanti allo specchio.
“Dici che a Matt piacerà?” chiese arrossendo un poco.
“Ma certo...inizierà a sbavare! Sai che lui è innamoratissimo di te...”
Il suo sguardo si rabbuiò, capii di aver detto qualcosa di sbagliato.
“Tesoro, qualcosa non va?” mi preoccupai.
“Oggi...abbiamo litigato...” mormorò sospirando.
“E' tornato il mio ex ragazzo e, dato che vi ero molto legata, ho deciso di andare a prendere un caffè con lui, non dicendo nulla a Matt per evitare scenate di gelosia. Invece, l'ha scoperto, ma giuro che non è successo niente! Ma, naturalmente ha frainteso tutto...”
“Cerca di parlarci stasera...con questo vestito non ti dirà di certo di no. Fidati, ti ama veramente e non ti lascerebbe scappare per una cosa simile!”
Quello che le ho detto sembrò averla rassicurata, vedendola sorridere tirai un sospiro di sollievo.
“Adesso tocca a te provare qualcosa e credo di avere il vestito giusto!” esclamò portandomi dentro il camerino.
Mi porse un vestitino nero, quando lo indossai notai che mi arrivava poco più su delle ginocchia, facendomi sentire a dir poco a disagio.
Lo scollo era pronunciato a “V” e la stoffa si stringeva in vita.
Quando uscii per specchiarmi, Val spalancò gli occhi.
“Oh mio dio. E tutto questo ben di Dio, quando pensavi di farcelo vedere?”
Arrossii violentemente, sentendo le guance bruciare.
“Io...non credo sia il caso...”
“Non lo dire neanche per scherzo, anzi, questo sarà il mio regalo di compleanno per te. Purtroppo non sapevo cosa prenderti e ho escogitato questa uscita a posta” disse ridacchiando, l'abbracciai.
“Sei un tesoro.” affermai, tornando a cambiarmi.
 
 
“Val, non posso uscire conciata così!” mi lamentai guardandomi allo specchio, qualche ora dopo.
“Oh andiamo, sei bellissima. ” rispose mentre continuava a passare la piastra tra i miei capelli.
Mi aveva truccata a dir poco splendidamente, una linea decisa di eyeliner nero marcava la forma del mio occhio e risaltava i miei occhi verdi, assieme alla matita.
Per illuminare aveva usato dell'ombretto oro, che si intonava alle borchie che erano presenti negli stivaletti col tacco neri che mi aveva prestato.
Perché tutto questo? Avevamo deciso di andare a bere qualcosa insieme, quella sera. Una serata tra amiche, insomma.
Anche lei era bellissima, come al solito, con quel vestito e un trucco pesante nero stava veramente da dio.
“Bene, siamo pronte, andiamo?” chiese posando la piastra e mettendo un altissimo tacco dodici ai piedi.
Annuii e presto fummo in macchina.
Inviai un messaggio a Brian, dicendogli che stasera sarei passata da lui sul tardi, ma non mi rispose.
In realtà, lo avevo cercato anche nel pomeriggio, ma di lui nessuna traccia...magari aveva di meglio da fare.
Mi maledii per aver fatto quel pensiero e notai di essere arrivata al locale, al Johnny's.
Scesi dall'auto con Val, dirigendomi verso la porta.
E quando la aprii...
SORPRESA!
Quasi non mi prese un colpo quando trovai i ragazzi, Denise e tutti quelli che in queste settimane avevo conosciuto, proprio davanti a me.
Portai le mani al viso, emozionandomi come mai feci in ventun anni.
Delle lacrime scesero sulle mie guance, commossa da quel gesto che nessuno, prima d'ora, aveva mai fatto per me.
“El, non piangere!” sentii dire da Matt, seguito da tutti gli altri che lo ripeterono.
Vidi Brian affrettarsi per abbracciarmi, baciandomi poi la fronte e sussurrandomi qualcosa.
Cercai di ricompormi, sperando che il trucco non mi fosse colato e salutando finalmente tutti con un caloroso abbraccio.
“Non ho parole ragazzi, davvero...posso solo ringraziarvi di cuore, sono veramente felice di essermi trasferita qui.” mormorai sorridendo.
“Te lo meriti, tesoro” aggiunse Val.
“Allora, iniziamo o no a fare festa?!” esclamò Jimmy provocando l'approvazione da parte di tutti.
La musica iniziò a riempire la stanza e andammo ad un tavolo per ordinare da bere.
Brian mi trascinò sulle sue gambe, stringendomi in vita quasi avidamente.
Mise una mano su una mia coscia mezza nuda, io vi poggiai la mia sopra.
“Questo vestito...sarà un peccato sfilarlo stasera.” mi sussurrò all'orecchio, provocando un brivido che percorse tutto il mio corpo.
Gli sorrisi maliziosamente, lasciandogli un lieve bacio sulle labbra.
“Gates, dobbiamo andare” annunciò Johnny, dando una pacca sulla spalla al mio ragazzo.
Lui annuì e mi fece alzare.
“Dove vai?” chiesi curiosa.
“Vedrai.” rispose semplicemente, avviandosi verso il palco.
Mi sedetti vicino a Denise, non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo da Syn.
Tutti loro impugnarono il proprio strumento, già si iniziavano a sentire gli schiamazzi del pubblico.
“Hey guys!” esordì Matt, notai che il locale iniziava velocemente a riempirsi, sembravano tutti essere fan degli Avenged Sevenfold.
“Bene, vedo che oggi abbiamo un buon pubblico. Come ovviamente saprete, suoneremo poche canzoni, dato che siamo qui per festeggiare il compleanno di una nostra cara amica, Ellie!” disse Johnny sorridente.
“Auguri Ellie!” urlarono tutti, facendomi sentire un poco in imbarazzo.
Sentii Jimmy dare il tempo e subito iniziarono a suonare, erano ancora meglio dal vivo.
Si vedeva che ci mettevano il cuore in quello che facevano, dai loro movimenti e dalle loro facce.
Dopo una mezz'oretta, si fermarono e vidi Zacky impugnare una chitarra acustica.
“La prossima ed ultima canzone è nuova, un'inedito che abbiamo scritto da poco. E' diversa dal nostro genere, il testo l'ha scritto Gates...”
La folla urlò al sentir pronunciare quel nome, mentre la mia curiosità cresceva sempre di più.
Quest'ultimo tossicchiò al microfono e iniziò finalmente a parlare.
“Beh...la canzone si chiama “Seize the day” ” disse abbassando lo sguardo.
“Oh avanti, dillo a chi è dedicata!” lo intimò l'altro chitarrista.
“Lo capirà da sola” concluse, prima di iniziare la canzone.
 
Seize the day or die regretting the time you lost.
It's empty and cold without you here, too many people to ache over.
 
Potevo giurare di aver già sentito quelle parole...
 
I see my vision burn, I feel my memories fade with time,
but I'm too young to worry.
These streets we travel on will undergo our same lost past.

Brian continuava a fissarmi mentre suonava, mi sorrise poco prima di iniziare a cantare la seconda voce.
 
I found you here, now please just stay for a while,
I can move on with you around.
I hand you my mortal life, but will it be forever?
I'd do anything for a smile, holding you 'til our time is done,
we both know the day will come, but I don't want to leave you.
 
Ma allora...quella canzone non era dedicata a Michelle, ma...a me.
 
I see my vision burn, I feel my memories fade with time
But I'm too young to worry.
A melody, a memory, or just one picture...
 
La canzone continuò, mentre io cercavo di contenere le mie lacrime, sentivo il mio amore per lui crescere sempre di più.
 
So, what if I never hold you, yeah, or kiss your lips again?
So I never want to leave you and the memories of us to see,
I beg don't leave me.
 
Seize the day or die regretting the time you lost,
It's empty and cold without you here, too many people to ache over.
 
Trials in life, questions of us existing here,
don't wanna die alone without you here,
Please tell me what we have is real.
 
Ed eccolo, finalmente, in uno dei suoi tanti assoli.
Ma, caspita, questa volta sembrava che la chitarra parlasse per lui. Quelle note mi riempirono il cuore, come se avessi solamente bisogno di quelle.
Altre, anche se poche, parole conclusero quella magnifica canzone che avrei ascoltato per tutta la mia vita.
Si congedarono col pubblico e dopo qualche autografo furono di nuovo da noi.
Ovviamente, non diedi neanche il tempo a Brian di sedersi che gli saltai in braccio, sentendo le sue braccia posarsi sulla mia schiena.
“Deduco che ti sia piaciuta” ridacchiò lui, mentre io gli sorridevo come un'ebete.
Subito posò le sue labbra sulle mie, regalandomi uno dei migliori baci che io abbia mai ricevuto.
“Ti va di fare una passeggiata?” mi chiese subito dopo essersi staccato.
“Certo...” risposi ancora in trance, lasciandomi prendere la mano.
Era incredibile quanto poteva essere perfetto, quante emozioni mi facesse provare a
“Mancano due minuti a mezzanotte” mi disse mentre camminavamo sul pontile della spiaggia.
Mi voltai verso di lui, dopo esserci sdraiati alla fine della passerella, con le gambe ciondolanti sul mare.
“Grazie, Brian. Hai reso questa serata la migliore della mia vita, con quella canzone poi...non potrei essere più felice...” gli mormorai poggiando la testa sul suo petto.
“Potrei rendere questo ultimo minuto ancora migliore di tutta la giornata, usando solamente due parole.”
“Non credo sia possibile...”
Con una mossa veloce, si mise seduto e mi mise sulle sue gambe.
Spostò una ciocca di capelli dal mio viso senza staccare il suo sguardo dal mio, sentivo il cuore battermi a mille.
Ti amo.”
Persi uno, due, forse tre battiti quando pronunciò quelle due parole.
Non riuscivo a credere che l'avesse detto davvero, non poteva essere vero...
Ripetilo...” dissi con la voce che a dir poco tremava.
“Ti amo, ti amo, ti amo!” continuò ridendo, vista la mia reazione.
Oh mio dio.”
Mi avventai sulle sue labbra, dandogli un bacio con tutta la passione che potessi metterci.
Ti amo anche io...” risposi con le lacrime sulle guance, sentendolo sorridere sulla mia bocca.
Il suono di alcune campane segnò la mezzanotte...aveva veramente reso quel minuto il migliore della giornata.
Ma che dico?
Il migliore della mia vita.







//Mi scuso per la lunghezza del capitolo, spero di non avervi annoiati! E spero anche che vi sia piaciuto, fatemi sapere.
Ringrazio LivingForThem e Rinoa Heartilly Vengeance per aver recensito il capitolo precedente :)
  
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