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Autore: Ninriel    28/02/2014    4 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Allison  continuò a camminare a passo spedito. -Quindi anche tu abiti al villaggio?-
Lefas annuì in silenzio, sempre in testa alla fila. -E lavori per Kaa.-
L'uomo annuì di nuovo.
Era incredibilmente difficile farlo parlare, ma il tempo stringeva, e una volta arrivati si sarebbero trovati faccia a faccia con Kaa, perciò era meglio se riusciva a cavargli qualcosa in quel momento.
Shon sbuffò scocciato -Tanto non ti dirà nulla- borbottò sottovoce calciando un sasso sul sentiero. Accanto a lui, Trevor, rimase in silenzio con un sorrisetto ironico sulle labbra. Quando Allison si metteva in testa qualcosa, era difficile farle cambiare idea, e l'aveva imparato a sue spese più volte...quasi gli dispiaceva che Shon sprecasse fiato per tentare di dissuaderla. Quasi.
-E..Kaa...com'è?- sentì chiedere dalla ragazza, qualche passo davanti.
Lefas strascicò i piedi per un attimo -Me lo ha già chiesto Custode, ricorda?- rispose scocciato, mentre Allison alzava gli occhi al cielo.
Lo sguardo della custode scivolò sulle cime delle montagne, accarezzando quei candidi profili illuminati da sole, finalmente dopo tanta pioggia. Erano saliti molto, e la grotta nella quale avevano passato la mattinata il giorno prima, ormai non era altro che un ricordo.
Cavolo... Ormai sono quasi quattro giorni che siamo in viaggio,  dovremmo essere quasi arrivati calcolò.
Si girò verso Lefas-Non manca molto, vero?- e per una volta l'uomo le rispose senza sbuffare, né rendere palese la sua irritazione. Alzò un braccio, puntando il dito in un punto indefinito, in alto.
-Vedi quella zona nera, lassù? - disse indicandolo. é lo spiazzo della fortezza di Kaa. - Il villaggio si trova lì sotto. C'è una piccola pianura, tra le cime...che da qui non è visibile... vi arriveremo entro domattina, se non prima.-
-Fortezza, hai detto?- Allison si morse il labbro con espressione curiosa. -Non sapevo che Kaa avesse addirittura una fortezza- mormorò, affascinata. Da quando era lì, le palafitte le capanne erano state le uniche cose che avesse visto, e all'improvviso il suo corpo bramava, a discapito della sua razionalità, di arrivare lassù, per poter osservare qualcosa di familiare in quel mondo sconosciuto e così diverso.
Lefas non sembrò dar peso alle parole della ragazza, grattandosi la barba sul mento. -La mia signora è molto previdente, e lassù fa freddo... soprattutto di notte. La mattina il ghiaccio bloccherebbe i cardini di legno -Spiegò con voce calma. - Capisce bene, Custode, che le capanne di Ascabryh, non durerebbero più di due lune piene, perciò vengono costruite in pietra. -
Wow, è la frase più lunga che gli abbia sentito pronunciare fino ad ora.
Trevor e Shon si affiancarono a loro, prendendosi a spallate per decidere chi  sarebbe andato vicino ad Allison, incapaci di cedere il passo l'uno all'altro.
A volte sembrano proprio dei bambini... La Custode alzò gli occhi al cielo, affrettando i passo per lasciarli nuovamente indietro.
-Quindi...Kaa è come un capo villaggio, lì ? - chiese cercando di scoprire qualcosa in più, riprendendo il discorso di qualche istante prima.
Lefas annuì. -Una specie.-
-E ha molti uomini come te al suo servizio, vero? Quando siete venuti ad  Ascabryh per riferirmi il suo gentile invito - ricordò con tono ironico- eravate una decina. Cosa fate, di solito? I soldatini a guardia della grande dimora?- chiese facendo una smorfia divertita al solo pensiero. Una delle che tante cose che ancora non sapeva, era a che scopo Kaa avesse radunato tante persone alle proprie dipendenze...per non parlare del come, che da quanto aveva capito quando aveva parlato con Thyya, la donna venuta dal villaggio dell'ex-custode, includeva rituali magici ed altre stregonerie che era incomprensibile come  Kaa avesse potuto compiere, non avendo più il dominio del fuoco.
Lefas strinse le labbra, facendole capire che le sue curiosità stavano invadendo un terreno minato, e stavano entrando in un contesto di cui lui avrebbe parlato.
O ...forse non ne può parlare...forse è stata Kaa a vietarglielo...forse...la mente di Allison cominciò ad elaborare le congetture più varie, tentando di indovinare il motivo di tale reticenza, ma dopo qualche lungo istante, la ragazza trovò più semplice, sicuro e veloce esprimere i suoi pensieri all'interpellato.
-é stata Kaa, ad ordinarti di non parlarne?- chiese rabbrividendo ad un'improvvisa folata di vento freddo. Erano saliti parecchi, dal punto dove si trovavano a mattina prima, e di lì a poco avrebbero dovuto fare i conti con la neve.
Una mano gelida le si posò sulla spalla riparata dalla casacca larga, e lei trasalì continuando a camminare mentre si girava sorpresa per il contatto, ed infastidita per l'interruzione, incontrando gli occhi di Shon.
-Cosa c'è?- lo interrogò scocciata, facendo finta di non notare il sorrisetto balenato sul suo viso vedendola trasalire. Il ragazzo si strinse nelle spalle -Nulla...-
Allison inarcò un sopracciglio scettica, senza guardare dal lato di Lefas, dove sentiva esserci lo sguardo penetrante anche se all'apparenza tranquillo, di Trevor. -Vuoi farmi credere di essere piombato qui accanto a me senza un secondo fine, interrompendo, per altro, l'interessantissima conversazione che stavo avendo con Lefas?- lo rimbrottò , ma lui non arretrò, stampandosi sulle labbra un altro di quei sorrisi.
-Fai già la mogliettina acida? Uh-uh.-
-Solo per te , tesoro.- Allison imprecò mentalmente, cercando di concludere quell'irritante scambio di battute e tornare a parlare con Lefas.
Si girò nuovamente verso il guerriero. -Allora, è stata lei?-
Lefas sbuffò esasperato, tanto per cambiare, -Deve capire, Custode, che anche se Kaa è scappata, facendo un grave torto a tutto il popolo, come dite, aveva le sue ragioni. Questo non vuol dire necessariamente che lei fosse o sia malvagia tutt'ora..e poi, ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio, no? La nostra signora non va a sventolare ai quattro venti le sue motivazioni, e solo i più fedeli dei suoi guerrieri, sanno a cosa auspichi.-
La ragazza sbuffò, spostandosi una ciocca di capelli dal viso -E tu lo sei? Uno dei suoi fedeli, intendo. - precisò.
-Se lo fossi, crede che mi ritroverei qui, al freddo e al gelo, con tre ninfe incapaci di difendersi, con manie suicide -disse alludendo al rischio che aveva corso intervenendo contro i lupi- e  un'opinione decisamente troppo alta di sé stesse? No, non lo sono, ma non mi importa. é già un privilegio essere stato chiamato nelle sue truppe...il resto verrà con il tempo, se Kaa mi riterrà all'altezza. - asserì chinando il capo con fare pensieroso, intenzionato come sempre a mettere fine al discorso con il silenzio.
-Non hai risposto alla mia prima domanda, però.-  lo riprese Allison, sapendo che avrebbe capito subito a cosa si riferiva.
Che ci sarà di tanto importante da nascondere? Non penso traffichino cadaveri...nè stuprino ragazze indifese... cosa può succede di tento segreto dentro le mura di  quella fortezza?
Alle sue parole il guerriero la guardò quasi ammirato, colpito dalla sua tenacia, ed esasperato dalla sua invadenza. Lo so cosa stai tentando di fare, ma non ti darò corda, puoi giurarci. Gli ordini sono ordini. -Non molla mai, Custode? Beh, mi dispiace deluderla, ma non avrà altre risposte da me. Eccetto, questa. Sì. é stata Kaa. Ecco, ora ho detto tutto. -
-E cosa farebbe, se le dicessi che considero Kaa una pazza nevrotica, con tendenze megalomani, dedita solo alla violenza?- lo provocò, giocando la sua ultima carta. -Mi hanno detto che siete parecchio suscettibili quando si tratta degli insulti alla vostra "potente signora"-
-Glielo dico subito, cosa farei: -rispose Lefas, con la bocca tirata in una linea sottile,  gli occhi che, da sotto il cappuccio, lampeggiavano d'ira trattenuta. -Le direi che non ho idea di cosa sia una pazza nevrotica, ma che penso sia un' insulto, e di sicuro non è un bene. Le direi che se prova ad insultare un'altra volta Kaa, può arrivarci da sola, alla fortezza. Le direi...- strinse i denti per frenarsi, prendendo un respiro profondo., fissando Allison, fermo in mezzo al sentiero, mentre lei lo guardava a sua volta sfrontata. Il suo viso cambiò improvvisamente espressione, e anche la cicatrice che ormai la custode non notava più, si distese. L'uomo assunse un'espressione pacata, parlando con tono calmo. -Non importa, é tutta una cosa ipotetica, giusto? Lei non ha detto nulla, io non ho detto nulla, e noi stiamo continuando la nostra strada come se questa conversazione non avesse mai avuto luogo. - liquidò la questione con un cenno della mano, affrettando il passo, con il chiaro invito di non essere seguito.
 
* * *
Faceva sempre più freddo, ed il sole illuminava di riflessi aranciati  le cime innevate, lasciando scie  che sembravano dissolversi tra gli alberi che si stendevano più a valle.
Non c'erano nuvole nel cielo, e i le tinte chiare che viravano al blu più scuro apparivano molto più nitide che ad Ascabryh.
Trevor attizzò il fuoco, e la legna crepitò nel silenzio della piccola baita. In effetti, quella era una delle cose più simili ad un rifugio di montagna che Allison avesse mai visto. Era una casa con due stanzette, le pareti di pietra levigata a causa delle intemperie e un soffitto basso, come per trattenere il poco calore che i corpi umani potevano creare in un ambiente così in alto.
Allison ruppe il silenzio, alzandosi da terra. -Avete idea di dove sia finito Lefas? é fuori da un sacco, ormai... Forse dovremmo andarlo a cercare- disse incrociando lo sguardo disinteressato di Shon che scrollò le spalle restando appoggiato al muro, mentre tra le mani faceva apparire e scomparire una bolla d'acqua. Il movimento delle sue dita era quasi ipnotico, era come se si cercassero l'un l'altra, come se combattessero per afferrare quell'acqua dispettosa.
-Ti accompagno- intervenne Trevor improvvisamente, facendola trasalire, e guadagnandosi un'occhiata guardinga da Shon, il quale però non si mosse dalla sua posizione.
Allison sorrise in silenzio mentre apriva la porta e la sentiva richiudersi alle proprie spalle, accompagnata dalle mani del guardiano. Di fronte a loro gli alberi si aprivano, facendoli affacciare su un dirupo, e permettendo di abbracciate tutta la vallata con lo sguardo, anche le grandi pianure che a malapena si scorgevano nella luce ancora chiara del tramonto.
-Mi stai evitando Allison?- la sua voce le giunse vicina, troppo vicina,ma la ragazza cercò di non badarci. Era ferma nella luce del tramonto, e dava la schiena alla casa tenendo gli occhi fissi su un punto indefinito dell'orizzonte, mentre una strana nostalgia le affiorava nell'animo, e le parole del ragazzo risuonarono nel silenzio rotto soltanto dal fruscio del vento tra gli alberi. Sì Trevor, ti sto evitando, e allora? Devo per forza dipendere da te come dall'aria che respiro? Devo per forza rendere conto a te di ogni mia azione e pensiero, più di quanto già non faccia? Devo per forza aprirmi a te ogni volta che mi parli con quella voce così calda e sensu... cioè, sicura? E anche se io non ne potessi fare a meno... di te, della tua voce...non potrà mai esserci nulla di normale tra di noi, quindi cosa combattiamo a fare?
Allison rimase in silenzio per un istante, senza darsi pena di dire ciò che pensava.
-No, Trevor.- rispose poi senza girarsi. Il ragazzo la affiancò rimanendo in silenzio per qualche secondo.
 -Perché a me sembra di sì, invece? - chiese a voce bassa. - So che non posso prendermi libertà... ma sai che non puoi continuare così, Allison. Te la ricordi quella sera, al villaggio? Nel mio letto... certo che te la ricordi...- mormorò guardandola, specchiandosi nei suoi occhi resi lucidi dal riflesso del sole ormai rossastro.
La ragazza sorrise amara. -Non è per quello, che mi comporto così. Non per  quella sera, almeno. Siamo chiari Trevor, se sopravvivremo a questa cosa di Kaa, io dovrò sposare Shon. Shon, okay? E quando torneremo a casa troveremo tutto come lo abbiamo lasciato...Sarà strano, non pensi? - chiese fissandolo seria. Poi abbassò lo sguardo -Ho paura che non riuscirò a gestire entrambe le cose...entrambi i mondi. Da una parte ragazza innamorata, dall'altra Custode. Da una parte libera di vivere la mia vita come cazzo voglio, dall'altra imprigionata in un ruolo in cui ogni mia azione ha uno scopo, ed è pilotata da qualcuno. - distolse lo sguardo dal suo viso, imbarazzata dell'essersi messa a nudo così, davanti a lui.-Voglio qualcosa di stabile nella mia vita, non questo andirivieni tra dimensioni...questo non sapere mai cosa succederà dopo. - mormorò abbassando lo sguardo. 
Trevor fece un sorrisetto, prendendole il mento con una mano, mentre si avvicinava, e  la stringeva contro di sé, petto contro petto, naso contro naso, fronte contro fronte.
-Ascoltami bene Allison. Non lo ripeterò, perciò prestami attenzione. So quali sono i tuoi doveri, e purtroppo so anche quali sono i miei. E anche per il, cito le tue testuali parole, "non sapere mai cosa succederà dopo". Io ci sarò anche lì. Nel dopo. Qualunque esso sia...okay? Devo tenere le distanze, è vero, ma...io ci sono sempre, se hai bisogno di me. Sempre. Se hai bisogno di me come guardiano...o come scopamico.-Ridacchiò, accompagnato dopo un'istante da lei.
-Trevor, non te ne puoi uscire così dopo una quasi dichiarazione. Era una frase da film cavolo. E tu l'hai rovinata!-sbuffò Allison ed il ragazzo roteò gli occhi esasperato, per poi fissare nuovamente il viso di lei. - Beh..per questa quasi dichiarazione, mi devi un bacio. - asserì serio -sempre se vuoi...sia chiaro-precisò con un lampo di insicurezza.
-E da quando chiedi il permesso?- lo prese in giro la ragazza . Il guardiano si avvicinò alle sue labbra, posandovi sopra le proprie. -Hai ragione- sussurrò divertito. -Io ciò che voglio me lo prendo con la forza- mormorò.
 E si avventò sulla sua bocca.
Allison rispose al bacio, costringendolo a frenare i movimenti irruenti. Gli mordicchiò il labbro inferiore, lo succhiò, e fece incontrare le loro lingue con la stessa calma. Trevor emise un ringhio soffocato quando la sentì prendere vita tra le proprie labbra, e cercò un contatto più profondo inspirando l'odore della sua pelle ad occhi chiusi. Era rilassante baciarsi così, senza fretta, senza la paura del dopo. Le loro labbra si incontravano, si assaporavano, e si lasciavano con rimpianto, per poi riunirsi subito qualche istante dopo...  lasciandosi travolgere da quell'incendio che era nato come una fiammella sparuta, e ora si perdeva nel tramonto rosso come il sangue, e permeava i loro corpi abbracciati, quell'incendio che sembrava non spegnersi mai  e  ardeva con intensità crescente e poi scemava, e lasciava che il tramonto li illuminasse così.
Fermi. Per un istante dimentichi di tutto eccetto che delle loro labbra,  premute nell'ultimo passo di una danza antica come il mondo.
Allison fu la prima a scostarsi imbarazzata, torturandosi una ciocca di capelli con due dita. -Mmm...credevo dovessimo andare a cercare Lefas- mormorò imbarazzata, incespicandosi con le parole. -Penso che non ce ne sia bisogno- sorrise Trevor con un gesto della mano, facendola voltare verso il sentiero, dove il guerriero era appena spuntando da una curva del sentiero e camminava adagio, dirigendosi verso la baita dietro di loro senza dare impressione di averli notati.
* * *
Allison aprì gli occhi tirandosi a sedere e stiracchiandosi in silenzio. La luce mattutina faceva capolino dalle piccole finestre riparate da imposte di legno cadente.
Lefas era seduto con la schiena contro una delle pareti e, nonostante tenesse gli occhi chiusi, la Custode era quasi sicura che il minimo rumore sarebbe bastato a farlo scattare in piedi. Il guerriero mosse una mano, confermando la sua ipotesi, e la luce colpì per un istante l'oggetto che teneva in mano. Sembrava un sasso o qualcosa di simile, ma la ragazza non fu sicura di aver visto bene, e d'altronde neanche se ne preoccupò.
Solo poche ore, e sarebbero arrivati sulla cima dell'Ires We. Avrebbero finalmente visto Kaa. Una morsa le strinse il petto, come le altre volte in cui le capitava di pensarci. Si alzò facendo frusciare la casacca e i calzoni, da uomo, che ancora portava.
-Cosa fai?-
Allison si girò di scatto, incontrando lo sguardo vigile di Shon, appoggiato sui gomiti in posizione semi sdraiata.
-Sto uscendo.- sussurrò, cercando di non svegliare Trevor. -Vuoi venire?- chiese poi incerta, maledicendosi un istante dopo. Ma che cavolo ho detto? Non posso averglielo chiesto sul serio...
Il ragazzo la guardò annuendo stupito mentre si alzava flettendo le braccia, e spalancava la posta senza troppe cerimonie, non senza aver scavalcato con altrettanta  noncuranza le sacche ammassate al centro della stanza e i resti del fuoco della sera prima.
Allison uscì velocemente, inspirando una boccata d'aria fresca, quasi frizzante, a causa dell'altura. La neve riluceva candida sulle cime sempre più vicine, e una leggera foschia rendeva la sfera chiara del sole appena sorto, ancora basso nel cielo, come un disegno lievemente appannato.
-Sei nervoso?- chiese d'impulso la Custode al ragazzo, rimpiangendo che quegli abiti non avessero tasche per poterci infilare dentro le mani.
Shon si strinse nelle spalle indifferente. -Dovrei esserlo? Sono sopravvissuto fino ad ora, non penso che sarà conoscere Kaa, ad uccidermi. - ironizzò. -Tu lo sei?- domandò a sua volta, incrociando le braccia mentre fissava il panorama con espressione rilassata.
Allison fece una smorfia -Ho come un cattivo presentimento, una sensazione che non ne vuole sapere di sparire. So che accadrà qualcosa, ma non so cosa. È fastidioso. - borbottò.
-Orribile, vero? Mi capita sempre. Un momento prima ho questo strano peso nel petto,  un momento dopo è sparito, lasciandomi sereno e appagato- Disse Shon assorto.
La custode lo guardò interessata. -Quando ti capita?-
Il ragazzo girò la testa verso di lei guardandola interdetto, per poi ghignare -Beh, di solito quando scopo. -
Allison sbuffò esasperata -Ma non è proprio possibile avere una conversazione normale, con te? Sei così irritante!- guadagnandosi l'ennesima alzata di spalle.
-Vuoi sapere sul serio come la penso su Kaa?- chiese lui, continuando a parlare senza lasciarla finire -Penso che dovremmo stare attenti, ma non più di tanto. In fin dei conti cosa può farci? Ha il fuoco, ma non penso possa fare qualche differenza dato che è la Dea a permetterne l'utilizzo. E penso che dovresti mostrarti un pò più accondiscendente nei miei confronti.- Aggiunse cambiando argomento, e avvicinandosi pericolosamente al suo viso. -Non ti sarai convinta che rimarrò sempre così distaccato, vero? O forse non ti rendi conto di quante libertà ti abbia lasciato fino ad ora...-mormorò malizioso.
La ragazza si sottrasse al suo sguardo, sgusciando via dall'ombra del suo corpo. -O forse- disse sorridendo fredda- Sei tu che non ti rendi conto di cosa io sia capace-
Sarebbe stato troppo facile andare avanti con Trevor come se nulla fosse, questo lo sapeva, ma da lì a dovere tenere Shon lontano con ferro e fuoco...
Il ragazzo si riavvicinò nuovamente intrappolandola tra il tronco dell'albero ed il proprio corpo, avvicinando il naso al collo candido della Custode.
-Shon, ti prego, non voglio farti male perciò ti conviene spostarti, finché sei in tempo- lo avvertì, ma lui rise alle sue parole.
-Sono curioso di sapere se ci sai davvero fare come sembra... un bacino me lo puoi dare, no?- disse beffardo, avvicinandosi ancora.
-Shon...- la voce di Allison risuonò come ultimo avvertimento. -Lo so che non ti dispiacerebbe...sai quante pagherebbero per essere al tuo posto ora?- la prese in giro, per poi poggiare improvvisamente e con forza, le labbra sulle sue. 
-Su Allison, non farti pregare- mormorò un ultimo istante con la bocca premuta su quella della ragazza, prima di aprirgliela a forza.
La custode fece una smorfia nell'avvertire delle labbra così diverse da quelle di Trevor, premute sulle proprie. Trevor era dolce, ma al tempo stesso sfrontato e passionale in un modo che la rendeva ebbra d'eccitazione dopo pochi istanti. Shon non era nulla di tutto ciò, la baciava in un modo più bruto e sfacciato, per soddisfare solo il proprio piacere e il proprio ego. Chissà come mai si comporta in questo modo...
Fu per questo che Allison pronunciò, almeno a mente, una parola di scuse, prima di poggiargli le mani ardenti sul petto, per spingerlo via con forza.
Il ragazzo fece un salto in dietro con una smorfia di dolore, fissando alternativamente il segno bruciacchiato delle mani sottili sulla propria casacca ed Allison, ancora appoggiata all'albero, con le braccia incrociate, che gli sorrideva.
-Io ti avevo avvisato- 
* * *
-Hey, va tutto bene?- Trevor le si affiancò all'improvviso, facendo girare Allison confusa. I loro piedi coperti da calzari "invernali"  (a detta di Lefas), affondavano nel sottile strato di neve sul terreno, ma sembravano non farci caso.
-Eh? Si si, tutto okay- rispose dopo quache istante.
-Sicura? Sembri pensierosa.- disse lui con la fronte corrucciata, ma la ragazza minimizzò con una scrollata di spalle. -Sono solo preoccupata, tutto qui.-
Il guardiano non sembrò tanto convinto, ma decise di lasciar perdere. -Se lo dici tu.- borbottò restando in silenzio.
Allison sospirò, dispiaciuta dall'avergli dovuto mentire. Non era facile gestire le cose con lui già normalmente, ma adesso non erano più solo loro. E da quando Shon, quella mattina, l'aveva baciata, le era diventato difficile riordinare le idee. Non riusciva a capire come mai si sentisse così in colpa, come se anche solo quel bacio rubato avesse significato un tradimento nei confronti di Trevor. Io non ho fatto nulla, cazzo! Ha fatto tutto Shon..Perchè sto così, allora?
Non le piaceva Shon, questo era più che ovvio, ma stranamente non era neanche arrabbiata con lui, nonostante il suo comportamento decisamente invadente. Molto invadente, in effetti.
Il sentiero si strinse improvvisamente, diventando un lungo slalom tra abeti frondosi e
sassi levigati che sembravano posti lì come gradini. Lefas cominciò a parlare con stupore di Allison, abituata a dovergli tirare le parole di bocca ogni volta che si prospettava una conversazione.
-Siamo quasi arrivati- annunciò saltando agile da una pietra all'altra, segno che quel sentiero doveva essergli molto familiare. -Kaa non vi aspetterà all'ingresso del forte, probabilmente vi lascerà il tempo per riposarvi. Non fate osservazioni sulle guardie, non tentate di parlare con loro, non rivolgetevi agli abitanti del villaggio. - Disse sciorinando quegli ordini come fossero chicchi di riso. -Dormirete nel palazzo della mia signora, e banchetterete con lei. Appena arrivati al palazzo troverete altre guardie ad attendervi, e loro vi scorteranno dentro. Domande?- chiese fermandosi improvvisamente.
Trevor sbuffò scocciato dopo essersi guardato intorno. -Sì. Non dovevamo essere arrivati?- Allison si guardò intorno disorientata, senza riuscire a scorgere altro che alberi, alberi, e alberi, e  decine di metri più in là, una bassa ma ripida parete di roccia.  Poi alzò lo sguardo.
-Infatti lo siamo, Trevor. - mormorò rapita.
Di fronte a loro, soprelevate, si stendevano case di pietra costruite su grossi massi, come funghi. Case piccole e solide, che punteggiavano la cima innevata come impronte di un'animale. Le piccole dimore si stendevano rade sui grandi campi coperti di neve, scomparendo completamente man mano che il terreno diventava più ripido. E poi, proprio sulla cima, svettava la fortezza. Un punto nero sulla distesa candida. Ma non era così che appariva ad Allison. La Custode avvertiva un'energia che solo durante la sua prima trasformazione aveva percepito, qualcosa che superava anche i successivi interventi della Dea.
E così, dopo giorni di viaggio,avevano raggiunto la loro meta. Era sul serio quello il famoso villaggio in cui Kaa dimorava?
La custode espirò nervosamente, osservando il suo fiato condensarsi in una nuvoletta e svanire dopo qualche istante. Tante paure, tante improvvise incertezze, che culminavano in un unica domanda a risposta più che aperta.
E ora?






NDA :D
Hey hey hey *agita le mani sperando di essere vista* 
So che sono mancata per un bel pò.. ma oggisono quì con un nuovo ed emozionante capitolo yeeeeehhh 
...
ma chi voglio prendere in giro *sob* anyway, il capitolo è qui, e spero vi sia piaciuto :D Mi dispiace se ultimamente vi sto facendo aspettare due tre settimane prima di pubblicare, lo so che si perde il filo della storia..ç.ç ma sono così impegnata, e la scuola, e... va bè. Sono quì, ed è quello che conta, perciò AMATEMI  per avervi fatto questa sorpresa (Ed era ora, direte voi..) 
Ringrazio di Quore (con la Q, perchè" io può". ^-^ ) BlueBerries98 -che ha anche betato questo capitolo, fatele un applauso- , e loveinabook, che hanno recensito lo scorso capitolo *-*
Ora... come ultima cosa... che ne pensate del banner?E soprattutto, si vede? *.* so che é venuto gigante, ma non sono ancora pratica... oltretutto ne ho fatti un bel pò, quindi penso che fra un paio di capitoli lo cambio e ne metto un altro :) bene, ora ho sul serio detto tutto... bella gente, ci si vede al prossimo capitolo ^-^
Ciaoociaoo
Alla prossima, 
Ninriel 

 
  
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