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Autore: Ainely    01/03/2014    1 recensioni
2022. Il punto di non ritorno è stato superato e la Terra è sull'orlo di un imminente collasso e c'è solo una possibilità per l'umanità: riuscire ad essere selezionati per il progetto "La Culla", un'isola artificiale nel mezzo del Pacifico dove una cerchia ristretta di scienziati dà la possibilità di creare un secondo Eden per non far estinguere l'uomo. Tuttavia strani segreti si celano dietro a questo progetto tanto ambizioso ed altruista che vedrà coinvolte tre persone trecento anni dopo per smascherare i reali intenti del Concilio dei Sette a sua volta in lotta con un "esperimento" sfuggito al loro controllo assetato di vendetta.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Anno 2017.

 

Su ogni testata di giornale era stata pubblicata la notizia di un imminente collasso ecologico e climatico causato dall’intensa e selvaggia industrializzazione dell’uomo con materiali inquinanti e nocivi alla salute del pianeta.

Il punto di non ritorno era stato superato e nulla poteva servire per recuperare qualcosa e, come in una qualsiasi profezia, tutto cominciava a degenerare senza alcun controllo: omicidi e stragi in aumento quasi esponenziale, crisi economica a livello mondiale ancora più dura e critica del poco lontano 2008 ed un ribasso delle nascite con un rapporto 1 a 3.

Sembrava davvero che la fine del mondo fosse vicina fino a quando non cominciarono a farsi sentire notizie riguardo ad un piano di recupero, di una selezione di persone adatte al progetto che un’associazione di ricercatori aveva attuato nel bel mezzo del nulla nell’oceano Pacifico.

Questo progetto aveva preso il nome de “La Culla”, un qualcosa di epico e forse anche utopico che prevedeva l’ingresso di diverse persone di etnie diverse, capacità ed anche di codice genetico particolari per poter superare in modo ottimale quell’apocalisse che prevedeva morte e distruzione di tutto ciò che era conosciuto dall’uomo.

Su ogni notiziario e su ogni sito internet si diffuse il nome di questo disegno e tutti, chi per egoismo e chi per disperazione, cercarono di entrare nelle lunghe liste di selezione per tentare la propria sorte.

Una feroce selezione naturale ebbe inizio, tra prelievi sanguigni, analisi ed esaminazioni più o meno approfondite, colloqui sulle proprie capacità lavorative ed intellettuali vennero avviate da questi sedicenti e misteriosi scienziati che parevano essersi autoproclamati salvatori della razza umana oltre che padroni dell’umanità stessa e, senza trovare opposizione alcuna da parte di governi o da enti di supervisione mondiale, il progetto andò avanti come previsto dalle loro strane statistiche fino a raggiungere la sua conclusione solo cinque anni dopo.


Anno 2022.

 

La terra sembrava essere diventata un pianeta sconosciuto, notti aride e bollenti e notti gelide e pungenti. Nulla poteva sembrare normale, nulla poteva più crescere con la serenità e la bellezza di pochi anni prima ma ciò che più devastava era la presenza delle persone che avevano ormai avuto le risposte che cercavano.

La selezione al nuovo Eden era conclusa e la Terra era divisa in “accettati” ed in “negati”, odio e rancore cominciarono a diffondersi come una fiamma sulla benzina e presto il caos cominciò ad impossessarsi di ogni cosa inghiottendo anche la civiltà. Che cosa mai poteva importare ad una persona a cui era stata negata la possibilità di salvarsi? Quali freni potevano imporsi coloro che erano destinati a restare in quella giungla infernale?

Nessun organo militare rispondeva più ai propri doveri, ogni Paese aveva perso ogni potere sulla sua popolazione e nessuno più guardava in faccia il prossimo per poter provare a condividere quel poco che era rimasto, ma per alcuni le speranze non erano svanite difatti era finalmente arrivato il momento di lasciarsi condurre in un posto in cui quegli orrori non sarebbero più arrivati e mano a mano sarebbero svaniti nel tempo, come vecchi ricordi, torbidi ed inquietanti incubi.

Alle prime luci dell’alba cominciarono a sentirsi gli urli e gli echi delle sirene che segnavano l’arrivo dell’esercito del progetto La Culla, persone altamente addestrate per proteggere coloro che sarebbero diventati i fortunati e ridenti cittadini di quell’isola artificiale nel Pacifico.

Come con l’Arca di Noe vennero riuniti tutti coloro che avevano avuto l’onore di essere stati selezionati e non appena l’aria e la luce del sole si fecero troppo schiaccianti per essere sopportate partirono alla volta della Culla.

Molti si erano chiesti in quei cinque anni che aspetto potesse mai avere la loro nuova casa, in molti l’avevano immaginata riccamente decorata come una delle sette meraviglie del mondo antico, altri l’avevano sognata come un luogo governato solamente da alta tecnologia o chi, più semplicemente, sognava e sperava di poter trovare un posto in cui i propri figli potessero salvarsi.

Come si suol dire si trattò di un viaggio quasi epico, un viaggio molto lungo e sicuramente simile ad un viaggio che consisteva nel fuggire da qualcosa che nessuno augurerebbe mai di vedere.

Quel giorno sarebbe passato alla storia, i padri avrebbero raccontato ai loro figli del momento in cui videro l’isola tanto agognata e così a loro volta avrebbero raccontato ai loro figli la storia dei loro avi.

La bellezza di quel luogo lasciava senza fiato chiunque la guardasse, come la leggendaria Atlantide si stagliava imponente dalle scure e profonde acque dell’oceano e i suoi palazzi sembravano esser nati dalle mani di un esperto maestro del vetro, dalle forme più diverse e fantastiche questi palazzi brillavano di mille riflessi grazie alla luce del sole e dava l’idea di essere davvero giunti in un posto lontano ed alieno.

Ogni cosa era stata studiata, ogni minimo particolare era stato scelto per rubare l’attenzione a chiunque vi posasse lo sguardo.

Forme aggraziate ed orientaleggianti, archi che sembravano circondare l’intera isola non come mura ma come gigantesche porte che potessero accogliere i suoi nuovi abitanti. Mano a mano che le diverse navi si avvicinavano tutti poterono anche meravigliarsi nello scorgere verdeggianti fronde che completavano tutto quel panorama utopico.

Chi mai avrebbe detto che l’uomo sarebbe stato in grado di costruire qualcosa di simile e di perfetto? Nessuno poteva crederci e in un modo o nell’altro la loro fiducia e la loro disponibilità era nelle mani di coloro che avevano deciso di ospitarli.

L’intera struttura dell’isola, se vista dall’alto, era a forma di cerchi concentrici uniti da una serie di ponti elevatoi che mettevano ogni anello in comunicazione fino a raggiungere l’isola centrale costitutita da un imponente castello fatto di mille colori ed oro che rilucevano come se fossero elementi vivi grazie alla maestria con cui erano stati soffiati quei meravigliosi vetri e per come era stato lavorato l’oro. Ogni anello aveva diversi tipi di costruzioni, da quelle più semplici a quelle più complesse e decorate, ricche di giochi di luce e di riflessi e di verdeggianti giardini esotici e piccole riproduzioni di città famose e uniche come Venezia o Bangkok o Il Cairo.

Dunque i profughi erano diventati cittadini di una città che era diventata l’emblema di una nuova civiltà, un posto dove si poteva ancora dire “La Terra è casa mia”, dove occidente ed oriente non esistevano più e dove il mondo era il proprio Paese.

Ogni persona venne accolta con gioia e rispetto da chi era entrato a far parte di quell’organizzazione e tutti vennero riuniti in una grande piazza, l’adrenalina e l’emozione di sapere che cosa sarebbe successo era tanta e quasi palpabile mentre un assordante boato di voci faceva tremare il petto di ogni persona.

All’improvviso il suono di un corno echeggiò per tutti gli anelli della città sospesa sull’acqua e tutti i rumori assordanti cessarono d’esistere mentre calava un silenzio quasi riverenziale non appena una delle porte principali del palazzo si aprirono.

Un uomo dalle vesti di seta color terra bruciata rilegata in vita da un’elegante fascia rossa si fece avanti, aveva un aspetto dignitoso ed un volto rilassato e disteso incorniciato da una capigliatura brizzolata pettinata in modo semplice e pulito, e si presentò al nuovo popolo della Culla.

 

“Miei cari fratelli, mie amate sorelle… vi diamo il benvenuto nel cuore della nostra isola. Mai aveva immaginato che sarebbe arrivato questo momento, mai nessuno avrebbe realmente voluto che l’umanità sopportasse tutto questo dolore ma ora è giunto il momento di chiudere le porte al passo, al veleno che ha nutrito per secoli e per millenni generazioni di uomini sanguinari, avidi ed ignoranti per lasciare spazio ad un futuro ricco di prosperità e bellezza, un nuovo inizio in cui la luce del sole risplenda e si frammenti in milioni di pezzi che possano donare a tutti voi ciò che state cercando. Noi siamo solamente un piccolo strumento nelle mani dell’eternità e dobbiamo unire le nostre anime e le nostre energie per mantenere quest’equilibrio per i secoli futuri. Se siamo qui oggi e se abbiamo potuto creare questa nuova casa, questa culla, lo dobbiamo unicamente ad una sola creatura.

Dimenticate le vostre divinità, dimenticate Dio, Allah, Budda, dimenticate ogni cosa perchè non è di sacrifici e di false speranze che l’uomo necessita, bensì di una Madre giusta e generosa, che sappia lenire i nostri doliri, che ci guidi attraverso il tempo per maturare e per diventare sempre migliori...”

 

Altre figure vestite ugualmente all’uomo che aveva preso la parola si aggiunsero e si posizionarono accanto a lui ordinatamente e silenziosamente con un’eleganza ed una tranquillità simile a quella di un rituale. Nessuno parve voler aprir bocca tanto erano stupiti e storditi da tutto quello che era successo in quelle ultime ore di viaggio ed infine l’uomo parlò ancora mentre, insieme ai suoi fratelli, chinava in avanti il capo in un profondo ed ossequioso inchino lasciando che si facesse avanti un’ultima figura dai movimenti lenti, aggraziati e sinuosi.

Lunghe vesti bianche simili a quelli di antiche divinità vennero leggermente mosse da una lieve folata di vento mentre sete dalle sensuali trasparenze lasciavano scorgere le linee voluttuose di un corpo femminile che pareva incarnare ogni tipo di bellezza.

La donna mosse lentamente la mano sinistra per poi posarla sulla propria spalla sciogliendo una delle spille dorate che aprendosi lasciò scivolare a terra uno dei veli serici che le coprivano le braccia e subito dopo qualcuno, sempre debitamente inchinato, raccolse il sacro velo bianco per toglierlo dai piedi della donna e come poco prima ripeté lo stesso gesto sollevando la mano destra per denudare l’altra.

Ancora una volta si chinò un’altra persona mentre l’uomo che aveva dato il benvenuto ai nuovi abitanti dell’isola si fece avanti per togliere l’ultimo velo che celava il volto della donna vestita con sete bianche.

Un lieve brusio si sollevò dalla folla che stava studiando quella bellezza e ne rimasero talmente incantati che nessuno osò fare alcun commento mentre tutti gli occhi studiavano quella creatura tanto bella quanto impossibile: la sua pelle era olivastra e priva di qualsiasi imperfezione come se fosse stata la pelle delicata e sensibile di un bambino, i suoi capelli erano neri corvini acconciati elegantemente sul capo in un intreccio simile alle antiche acconciature delle prime civiltà, la linea del viso era piuttosto tonda e fanciullesca mentre le sue labbra erano piene e carnose modellate in un cuore perfetto che parevano sussurrare di voler essere divorate da baci dolci e passionali.

Il suo corpo era minuto ma senz’altro aveva ogni curva sensuale e femminile, un seno sodo e generoso e fianchi morbidi e voluttuosi capaci di sedurre qualsiasi uomo, ma ciò che rapiva completamente l’anima e lo sguardo di chiunque la stesse guardando erano i suoi occhi, grandi e leggermente orientaleggianti ma del color del ghiaccio.

Quella giovane donna era la chiara incarnazione di ciò che l’umanità racchiudeva in sè, era la Madre che la Terra aveva generato e avrebbe guidato quel nuovo popolo verso il domani, sarebbe stata colei a cui tutti avrebbero fatto riferimento, sarebbe stata tutto per loro.

 

E così, al termine di quella cerimonia la bellissima Madre dalla carnagione dorata e dagli occhi color del ghiaccio sollevò energicamente le mani verso il cielo proclamando così l’inizio di quella nuova epoca di luce e con essa scoppiarono urla di gioia e di acclamazione mentre un coro prese pian piano il sopravvento fino a diventare un’unica grande voce: Lunga vita alla Madre! Grazia e prosperità alla Culla!

La Madre si ritirò e con lei anche il suo seguito di grandi sacerdoti che lasciarono alle guardie il tacito compito di controllare i nuovi arrivati e di sistemarli secondo l’ordine che era stato stabilito.


Anno 2351.

 

“No, non possiamo aspettare. Dottore, faccia quel che le è stato detto e non chieda spiegazioni, siamo stati chiari?”

La voce dell’uomo era stata fredda, tagliente e risuonò sulle pareti di quella sala mal illuminata e spoglia mentre gli altri membri del Concilio stavano seduti sulle loro poltrone ad osservare l’uomo che era stato convocato a quell’incontro segreto.

“Ma non posso! Non è ancora pronto l’elemento! Sarà questione di sei mesi, massimo un anno! Signori, lo dico per voi, sapete quanto tempo occorre impiegare per coltivare una cosa del genere e un minimo errore potrebbe essere solamente uno spreco di risorse che…”

Venne ancora una volta interrotto da un cenno del capo e il dottore cercò di riprendere fiato mentre sperava di riuscire a convincerli che non era quella la soluzione, ma nulla servì a convincerli.

“Dottor Ross non continui, la nostra decisione è definitiva e necessitiamo di quel campione, non la stiamo pagando per non eseguire i nostri interessi. Torni in laboratorio e proceda. Ad ogni eventuale errore che si verificherà in futuro terremo conto della nostra responsabilità.”

L’uomo si passò la mano sul volto detergendosi col palmo il sudore che gli imperlava il labbro superiore ed il mento, era teso e non sapeva che cosa fare e se davvero quei tipi si fossero presi le loro responsabilità se fosse successo qualcosa perchè sapeva che molte persone avevano il vizio di sparire se non soddisfacevano i desideri del Concilio dei Sette.

Venne dunque congedato e lentamente uscì da quella sala tetra e senza luce per imboccare il suo solito corridoio sotterraneo che portava al suo laboratorio scientifico nascosto sotto la base del palazzo della Madre.

Come al solito non aveva incrociato nessuno, nè una guardia, nè un sacerdote, nessuno. Con un mesto sospiro sollevò una mano per lasciare che venisse scansionata dal piccolo analizzatore e qualche secondo più tardi la porta blindata si aprì rivelando un tetro chiarore proveniente da una lunga serie di colonne di vetro dentro cui c’erano tante forme umane addormentate in una sorta di incubatrice.

Una stanza assolutamente inquietante se vista come un allevamento di tante donne in diverse fasi di età ma era quello ciò che faceva, doveva monitorare la crescita di ciascuna di quelle creature fino al loro sviluppo totale e tenerle a disposizione dei suoi datori di lavoro.

Con una profonda angoscia nel petto si avvicinò alla colonna numero 641 e si accucciò alla base metallica trafficando con i diversi cavi e pulsanti che monitoravano lo status dell’ospite.

In salute. Pulsazioni regolari. Frequenza celebrale nella norma. Temperatura corporea stabile.

Premette il tasto di scarico del liquido e subito dopo un rumore meccanico lasciò presagire quel che sarebbe successo, una serie di rumori meccanici diedero inizio alla procedura di risveglio e non appena Ross si raddrizzò per poco non perse la propria compostezza nel vedere che già l’elemento 641 aveva gli occhi fissi su di lui, non più color del ghiaccio ma viola.

Il dottore sapeva che quello non era il preludio di qualcosa di positivo, ma in qualche modo sapeva che sarebbe stato trascinato in quel vortice consapevole o meno.



Continua

 
   
 
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