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Autore: LadyBlackRose    01/03/2014    3 recensioni
2350, sono passati 150 anni da quando la tecnologia ha posto del tutto la sua impronta, e con essa, anche nuove e severissime regole. La vita di tutti cambiò, molta gente morì, nessuno voleva sottostare a quelle cosiddette “Regole”, quasi il pensiero diventò vietato, e chi non seguiva la legge.. veniva ucciso.
*******************************************DAI CAPITOLI***************************************
La gente era relegata ai propri doveri, doveri che non lasciavano il temo per una pausa, per pensare, per respirare.. non lasciavano nemmeno il tempo per camminare dieci minuti in una giornata.
In quella città nulla [...] poteva essere definito “bello”, o “superfluo”. L' arte ormai non c' era più, o quasi.[...] Tutti erano troppo presi dalla loro frenetica vita, dal loro lavoro, dai loro figli; era importante trovare una buona scuola per loro, scuola che portava ad un buon lavoro, lavoro che portava ad avere sempre meno tempo per se stessi, e quindi ti rendeva una persona efficace, utile a quella città dove nulla era dato al caso, dove nulla non esisteva per niente, ma tutto doveva servire per qualcosa.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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"CAPITOLO 1"


-Quindi fra quanto potrai averlo?- 
A parlare era una giovane ragazza, il suo tono di voce era basso, talmente basso che si trovava protratta in avanti verso il suo interlocutore, sembrava dovesse nascondere qualcosa, visto anche il modo in cui s’ osservava attorno. Occhiate fugaci a destra ed a sinistra, a volte spostava la testa verso l’ alto. Si trovava in uno strano ambiente, pareva un negozio, uno di quei negozi di cento e passa anni fa, madidi di polvere, ma dall’ odore di casa. Vintage, diremo ora. Alti scaffali che vanno fino a toccare il soffitto carichi di cianfrusaglie per alcuni, tesori per altri. Vi erano oggetti che cent’ anni fa venivano definiti “d’ antiquariato”,  ora, per il popolo ricco e potente, vengono detti “roba da buttare, inutile”. Orologi, tazze in porcellana, strane sedie comodissime, morbide, sgabelli di legno con intarsi, e addirittura quelle che potevano essere definite delle radiosveglie. Le pareti di quell’ improbabile negozio erano in legno scuro, legno, strano materiale, accogliente e familiare, ormai non più visto, sostituito da quel freddo e privo di emozioni, acciaio, o ferro; tutto ormai era diventato grigio, come il cielo.
-Lo sai.. è illegale, sarà dura-
 Sta volta, era l’ interlocutore a parlare, il suo tono di voce era ancora più basso della ragazza-spia protratta verso di lui. L’ omino era basso e tarchiato, con pochi capelli in testa, ed una barbetta incolta. Aveva una voce roca.
-Ti stai forse tirando indietro? Dopo tutto quello che io ho fatto per te?-
La ragazza, capelli rossi e minuta, pareva adirata dopo aver’ sentito parlare il proprietario.
-Ho sempre saldato..-
Fece una pausa, addossate agli scaffali, erano presenti addirittura vecchie scale a pioli, ormai quasi introvabili, solo per collezionisti.
-.. i miei debiti.-  Terminò, lanciando un occhiata fugace e quasi velenosa all’ uomo.
-Certo, lo so, non lo metto in dubbio ma..-
Ella lo interruppe.
-Ma cosa? Mi sembra tu abbia ricevuto sempre i tuoi soldi, anche più del dovuto..-
-Elizabeth, non ti stò dicendo che non lo avrai, io rischio la morte per te, ti stò solo dicendo che..-
Un rumore lo interruppe, come una campanella, Elizabeth s’ alzò subito ritta dalla posizione semichina che aveva preso nel corso della conversazione e sentenziò:
-Quindi, potrebbe ripetermi il prezzo di questa fantastica lampada?-
L’ omino tarchiato alzò la copertura alla loro precedente conversazione, come abbiamo scoperto essere una lampada e l’ avvicinò ad una lente, che pareva quella per leggere i carati dell’ oro.
-Ha una buonissima rifinitura, ed è totalmente in legno, puro legno..-  La ragazza continuando la sua recita sobbalzò:
-Vero legno? Credo di non averlo mai preso in mano, sa, è per mia nonna, lei ci tiene molto, amava le cose in legno, quindi mi ha lasciato dei soldi per comprargli una lampada; quella che aveva s’è rotta, non me la faceva mai toccare.-
Il rumore si ripetè, la campanella risuonò: Qualcuno era uscito dal negozio.
Elizabeth parve tanto allarmata quanto il proprietario, che s’ affrettò ad emanare:
-Non possiamo più trovarci qui, vattene subito, ti farò sapere.-
-Quando?-
-So dove trovarti, stà attenta.-
Sgranò gli occhi:
-Devo sapere quando.-
-Và, e prendi questa, in caso tornassero.-
Fu tutto di fretta, pochi istanti immersi in una vasca gelida di emozioni. La rossa prese la lampada portagli dall’ uomo e se ne andò, facendo risuonare un'altra volta la campanella.


AngolinoDell'Autore *-*
Ciao a tutti, e grazie per aver' letto questa storia, spero tantissimo vi sia piaciuta, volevo giusto ricordare, che è un primo capitolo, giusto per' incuriosire (ove spero esserci riuscita), nei prossimi, sicuramente vi sarà più azione, ed anche più contenuti. :) 
Ringrazio nuovamente tutti per la lettura, e per qualsiasi critica o consigio non esitate a lasciare un commento, ne sarei veramente felicissima *-*
  
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