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Autore: Sprotte98    01/03/2014    3 recensioni
Be stronger Mr. Mr.
You made my heart race Mr. Mr.
You make broken glass from scars turn into stars Mr. Mr. Mr. Mr.
Seguì con lo sguardo le sue mani che scivolavano sulla stoffa nera della giacca, fermandosi sul suo petto, un po’ a sinistra, per poi infilarsi sotto di essa, solo il fine strato della camicia a dividerle dalla sua pelle. Quasi riusciva a sentire il freddo fin dentro il cuore che batte.
« E’ qua che sei malato, Mr. Choi, è un punto delicato e dobbiamo curarti con molta attenzione. »
[ Super Generation ~ SiFany ]
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Choi Siwon
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mr. Mr.





Everyday comes with various worries,
I want someone to take the lead,
But you ignore me and close your eyes.
You bad bad bad boy, you so bad..





Casinò Royale, un edificio pieno di luci, per gente ricca. All’interno giravano soldi, droga e belle donne; niente di nuovo, almeno non per lui. Aveva, però, completato missioni in modi migliori di quella. Si trattava di non sporcarsi nemmeno la giacca di sangue, certe volte.
Appoggiò la schiena contro la portiera dell’automobile, tirando indietro la testa. Non poteva permettersi di prendere il volante finché le tempie non avessero smesso di pulsare. Se ripensava a quanto era stato idiota a lasciarsi colpire così facilmente, uscendo dal caveau interno..
« Stai bene? »
Chiese una voce femminile, avvicinandosi. Non veniva da dentro il palazzo, non indossava nessun abito da sera. I pantaloni di pelle nera, al contrario, lasciavano intendere che era un tipo che si trovava facilmente fuori da quel genere di luoghi. Non era affatto sorpreso di averla incontrata nel garage.

« Devi esserti preso a botte con qualche giocatore ubriaco, vero? »
Lei pensava che lui fosse andato lì per il poker, ovviamente, lo smoking nero era una copertura migliore di quanto si potesse credere.

Scosse la testa, facendole segno con la mano che non aveva bisogno di aiuto, e fece per aprire la portiera, prima che lei lo fermasse.
« No, aspetta. Lascia almeno che ti pulisca il viso. »
Stavolta non si mosse. Gli occhi di lei erano accattivanti, ma lo sguardo non poteva non fermarsi sulle labbra: dipinte di un rosso sfacciato e pericoloso, terribilmente seducenti. La seguì con lo sguardo mentre tirava fuori un fazzoletto rosa da una tasca interna del giacchino.
“ posto strano per tenere un semplice fazzoletto di stoffa. “
Se solo la testa non gli stesse ancora pulsando per il frastuono forse avrebbe potuto mettersi in salvo prima, invece le lasciò appoggiare le mani sul suo viso ed asciugare la goccia di sangue che colava lungo la mascella, percorrendo la strada su fino alla tempia.
« Come ti chiami? »
Le chiese, ipnotizzato da quella presenza. Lei lo guardò dritto negli occhi, mischiando il nero con il nero, e lentamente, con una leggerezza terribile, poggiò la stoffa sulla sua bocca. L’odore era acre e forte, ma lui lo capì troppo tardi. Sgranò gli occhi.
« Tiffany. »
Immagazzinò il nome in un angolo della sua mente e lo sguardo gli ricadde su quelle labbra rosse, che si stavano curvando in un sorriso, prima che tutto diventasse nero..

 
 
Quando Siwon riprese conoscenza, non c’era una singola fibra di muscolo nel suo corpo che non urlasse di dolore. Provò ad aprire gli occhi, ma la luce accecante puntata sul suo viso lo forzò a richiuderli di scatto, sentendoli bruciare.
« Stai tranquillo, sei in un ospedale. »
Una voce conosciuta parlò, suadente, alle sue spalle. Si rese conto di essere disteso, probabilmente su di un lettino da ambulatorio medico, con lo schienale leggermente tirato su. Quando provò a muoversi, si rese conto di non essere in grado di farlo. Anestetici, forse?
« Avanti, su, apri gli occhi, Mr. Choi. »
Sentì di nuovo quelle mani posarsi sulle sue guance, da dietro, accarezzandolo in modo fin troppo dolce. Erano fredde in confronto al suo corpo a bollore. Fece come era stato detto, e la luce della lampada gli sembrò meno accesa di quanto non fosse stata prima. Si trovava in una stanza di un azzurro piuttosto scuro; turchese, avrebbe osato dire. Era definitivamente una stanza d’ospedale, o qualcosa di simile. Le luci, invece, così come molti oggetti intorno a lui, spiccavano di rosa acceso. Lei non riusciva a vederla, era dietro di lui.
Fece appello alle sue forze per riuscire a parlare, ma la voce gli uscì impastata, in bocca un sapore dolciastro, nauseabondo.
« Dove sono? Che ci faccio in questo posto? »
Lo sentì che stava sorridendo, anche senza riuscire a vederla. Non era difficile immaginare quelle labbra curvarsi all’insù all’insorgere di una domanda come quella.
« Te l’ho detto, sei in un ospedale. Sei qui perché sei malato, ovviamente, e dobbiamo curarti. »
Malato? No, grazie, era sicuro di essere perfettamente in salute. L’allenamento fisico era essenziale per gli uomini come lui ed i suoi superiori lo facevano sottoporre a continui controlli medici. Era perfettamente consapevole di essere il migliore, nel suo gruppo.
« Ma di cosa stai parlando.. »
Cercò di muovere il collo, contorcendo il viso in una smorfia per lo sforzo, e rimase sorpreso di esserne - più o meno - capace. La sentì sorridere di nuovo, ma stavolta furono anche le orecchie a percepire quella risata sussurrata, quasi un mugolio, di quelli tipici femminili.
Seguì con lo sguardo le sue mani che scivolavano sulla stoffa nera della giacca, fermandosi sul suo petto, un po’ a sinistra, per poi infilarsi sotto di essa, solo il fine strato della camicia a dividerle dalla sua pelle. Quasi riusciva a sentire il freddo fin dentro il cuore che batte.
« E’ qua che sei malato, Mr. Choi, è un punto delicato e dobbiamo curarti con molta attenzione. »
Poi si ritirò, lasciando la stoffa gelare in quel punto. Dal suono che faceva camminando, Siwon avrebbe potuto giurare che portava i tacchi. Era vestita in modo completamente diverso da quando l’aveva incontrata la prima volta, cambiava perfino il taglio di capelli. Si chiese quanto diamine doveva aver dormito. La guardò raggiungere un armadietto alla sua destra e prendere un raccogli documenti dello stesso colore rosa scuro che appariva qua e là nella stanza, per poi appoggiarlo su un carrello di metallo a fianco al suo letto. Quando lo aprì, vide che dentro c’erano una quindicina di piccoli fascicoli blu zaffiro, ognuno contrassegnato da un nome e un numero, indicati a lato con un’etichetta sporgente. Sul primo, quello sulla cima, svettava un numero uno accompagnato dal nome ‘Park Jungsoo – Leeteuk’. Scorse la lista, leggendo con poca sorpresa il nome di tutti i suoi compagni. Tutte le etichette erano blu tranne una, rosa accesa, che recitava il nome ‘Kim Kibum’. Per la prima volta ebbe davvero paura: Kibum era sparito anni prima nel nulla, senza lasciare alcuna traccia.
Tiffany prese dal mucchio quello con il suo nome, senza preoccuparsi di chiudere di nuovo il porta documenti. Non sembrava affatto preoccupata della possibilità che lui potesse portare fuori di lì delle informazioni, evidentemente era sicura che non sarebbe stato in grado di farlo, e pensò che probabilmente aveva intenzione di eliminarlo prima che ci riuscisse.
La ragazza scorse il fascicolo con aria concentrata, lasciandosi scappare qualche esclamazione di sorpresa o qualche mugolio perplesso, ogni tanto. Ad un certo punto inarcò un sopracciglio e lo fissò di sbieco.
« Hai veramente ucciso un bambino di sei anni dandogli fuoco? »
Lui non rispose, rimanendo indifferente. Quel bambino era il figlio di un uomo molto potente che si era messo contro l’agenzia di spionaggio per cui lavorava. Dopo quell’episodio il padre aveva completamente smesso di importunare il loro lavoro. La sua vita si componeva di certe cose, non poteva avere spazio per i rimpianti.
Quando si ritenne soddisfatta di ciò che aveva letto, Tiffany richiuse il fascicolo, lo rimise in mezzo agli altri e portò al suo posto il porta documenti.
« A quanto pare la situazione è più grave di quello che pensavamo, Mr. Choi. »
Il suo tono era freddo, ma non sembrava molto diverso da quello che avrebbe usato un medico per riferirsi ad un malato terminale appena diagnosticato. Cercò di guardarla in viso, inutilmente, visto che lei era già tornata nella posizione di prima e non riusciva a vederla se rimaneva dietro lo schienale.
« Cosa intendi con “più grave”? »
Chiese, temendo già di saperlo molto bene. Quando lei gli rispose, la voce era velata, come se avesse parlato attraverso una mascherina medica, tuttavia le parole si distinguevano molto bene.
« Il tuo cuore è irrecuperabile, Mr. Choi, sembra che avrai bisogno di un trapianto. »
I brividi gli salirono seriamente lungo la spina dorsale. Quella donna voleva trapiantargli un nuovo cuore!? Cerco seriamente di ribellarsi, stavolta, ma il suo corpo non rispondeva, rimaneva afflosciato sul lettino rosa, incapace di muoversi. Guardò Tiffany spostarsi verso il telefono attaccato al muro ed alzare la cornetta, abbassando la mascherina con una mano per poter parlare più chiaramente. Vedendo per l’ultima volta quelle labbra, immaginò che le avrebbe ritrovate anche all’inferno, là dove il signore lo avrebbe spedito per i suoi – molti – peccati.
« Sì, sono io… Chiama Hyoyeon… Sì, deve venire immediatamente, abbiamo un caso grave… Sì, va bene, grazie. »
Per la prima volta nella sua vita, Choi Siwon si rese conto di essere un cucciolo smarrito nelle mani di quella donna, non meno indifeso di un piccolo cagnolino da borsetta. Lei si chinò sul lettino e lo guardò fisso negli occhi. Per la seconda volta lei mischiò le loro iridi nere e per la seconda volta lui si rese conto di non avere scampo, alcuna via di uscita.
« Andrà tutto bene, » disse, accarezzandogli il viso con una mano « Adesso dormi, Mr. Choi. »
Mentre la maschera con l’etere veniva premuta contro il suo volto, Le ultime parole di lei continuarono a riecheggiare nella sua mente, sbiadendosi e confondendosi, mentre tutto tornava di nuovo nero.
“ Dormi, Mr. Choi… Mr. Choi… Mr… Mr… “

Be stronger Mr. Mr.




Angolo dell'Autrice:

Salve miei amati lettori, è molto tempo che non ci vediamo, eh? Più o meno da quando ho pubblicato la mia ultima One Shot e credo fosse...giugno? Del 2013, ovviamente. Diciamo che mi sono rimessa all'opera per festeggiare il comeback delle Girls' Generation, che personalmente mi è piaciuto davvero ma davvero tanto.
Voi direte "perché l'hai postata qui, allora, se è per le SNSD?" e mi giustifico dicendo che, come sempre, pubblico la storia nella sezione di cui fa parte il protagonista sul cui punto di vista si focalizza la storia (il nostro - sfortunato - Siwon, quindi).
Come al solito non ho niente da dire, se trovate degli errori di battitura o virgole buttate lì senza riguardo è perché sono la scrittrice scadente che sono sempre stata: mi scoccia rileggere più di due volte.
Il poster l'ho fatto io e direi che la cosa si vede, uso sempre le solite psd. 
Non avevo la più pallida idea di cosa mettere come genere, giuro, quindi se pensate che ciò che ho selezionato non sia appropriato per favore ditemelo, csì magari di figuracce ne faccio una e solo una...
Ringrazio sentitamente chiunque sia arrivato a leggere fino alla fine la storia e adesso si sta anche sorbendo queste ultime righe di saluti. 
La dedico a Siwon, Tiffany e a quel genio al quale è venuto in mente di fare un video ambientato in un ospedale rosa.
Alla prossima storia,

Sprotte98.
 
  
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