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Autore: Ivola    01/03/2014    6 recensioni
Dopotutto è per questo che scrivo, no? Per rendere la mia vita meno noiosa. Per gettarmi nelle vite di personaggi che manco esistono, vivere le loro avventure e le loro disgrazie.
Sto delirando. Non è per questo che scrivo. Io scrivo per… Dio, non lo so.

[ Linguaggio schietto. ]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa flashfic è nata completamente di getto, ed è fortemente autobiografica. Non mi piace, ma questa sono io, queste sono le mie pippe mentali.










 
Forse quella dello scrittore è una maledizione




Ho sonno.
Sono le ventitré e dieci. No, non posso andare a dormire ora, anche se ho sonno.
C’è mia madre che mi guarda, vuole che mi metta sotto le coperte perché ho un’aria stravolta.
No, come cazzo glielo spiego che devo finire di scrivere o non sarò contenta? Che vuole capire lei, che nella sua vita non ha fatto altro che prendersi cura della sua famiglia?
Io non voglio figli, non voglio un marito. Sono indipendente. Ce la faccio da sola, voglio vivere da sola. Voglio vivere in Inghilterra, o in Germania, o in Giappone. No, voglio vivere sulla Luna.
Il mondo non mi piace, non è mai come vorrei. Vorrei poterlo scrivere io, il mondo, vorrei che andasse come dico io, così le persone non dovrebbero sforzarsi di capirmi e io non dovrei sforzarmi di capire loro. Sarebbe tutto più facile, ma sarebbe anche tutto più noioso.
Dopotutto è per questo che scrivo, no? Per rendere la mia vita meno noiosa. Per gettarmi nelle vite di personaggi che manco esistono, vivere le loro avventure e le loro disgrazie.
Sto delirando. Non è per questo che scrivo. Io scrivo per… Dio, non lo so. Per sfogarmi, forse, o per dimenticarmi della mia vita, che non è un granché.
Mi sveglio, vado a scuola, prendo un autobus che puzza di merda per tornare a casa, pranzo, mi addormento sul divano riguardando l’ultimo episodio di Game of Thrones, accendo il computer, provo a fare i compiti, controllo le notifiche su facebook mandando i compiti decisamente a puttane, ceno, mi lavo e vado a dormire.
Che schifo. A volte penso di non avere un briciolo di vita sociale. Ci siamo solo io e Microsoft Office Word, che è il mio migliore amico e il mio peggior nemico. A volte sembra che l’icona sul desktop mi fissi, che si prenda gioco di me, che voglia tenermi sveglia fino a quando non sarò troppo stanca per continuare a scrivere.
Forse quella dello scrittore è una maledizione. Forse io sono l’aliena e gli altri gli esseri umani. Forse due più due fa davvero cinque. Forse la mia immaginazione mi sta drogando.  
Forse ci sono troppi forse.
Ho sonno.
Sono le ventitré e cinquantadue.
D’accordo, ma’, vado a dormire.











 
   
 
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