Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Reagan_    02/03/2014    1 recensioni
Nella nebbia inglese due sentieri solitari s'incrociano.
Theresa Willsbourg è una donna dedita all'educazione dei bambini e alle opere di carità, di modeste origini, vive una vita semplice come è lei, circondata dagli affetti di una famiglia unita.
Il misterioso Conte di Caithless è un uomo distrutto dal suo stesso fuoco interiore. Adolescente scapestrato e violento, si ritrova da adulto a pagare le conseguenze di troppa baldoria. Chiuso in sé stesso, incline a nascondersi della società londinese, si ritrova suo malgrado coinvolto in uno scandalo.
Ma quando le loro strade s'incroceranno, qualcosa cambierà per entrambi.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sentieri Solitari


http://i60.tinypic.com/358antk.jpg



Prologo




Theresa Willsbourg respirò a pieni polmoni l'aria fresca di febbraio.
La città sembrava essersi finalmente svegliata, così come la natura. Prese uno scialle scuro e si coprì le spalle ed uscì ad osservare il piccolo giardino davanti a casa. Bisognava fare delle migliorie e sistemare ciò che l'inverno aveva inevitabilmente rovinato, con un piccolo blocchetto e una matita leggera disegnò qualche schizzo e si appuntò qualche idea.

Ogni volta che d'estate ammirava i risultati del suo lavoro nel piccolo giardino, si rendeva conto della sua condizione di privilegiata.
Suo padre era un deputato della Camera dei Comuni molto rispettato, aveva svolto diversi incarichi importanti all'estero e si era reso protagonista di alcune importanti leggi a favore dell'istruzione per i più poveri. Pur avendo investito sapientemente il suo denaro negli anni, l'attento risparmio era necessario affinché potessero pagare la costosa retta universitaria di suo fratello Edward.
Così, William Willsbourg si dedicava al giornalismo in qualità di caporedattore del mensile londinese "Hubbert News" che aveva un discreto successo, traduceva testi, poesie e articoli tedeschi in inglese e più raramente impartiva lezioni di latino ai figli di qualche collega con forti ambizioni.
I Willsbourg godeva di buona fama fra i borghesi e gli industriali che risiedevano lungo il Tamigi e Theresa non poteva essere più fiera della sua famiglia.
Lei si dedicava come poteva alla cura della casa guidando i domestici con piglio sicuro e delicato, e alla scuola per orfani di famiglie benestanti o con una rendita dignitosa nella quale insegnava letteratura, disegno e buone maniere. Avrebbe voluto lavorare anche in periferia dove centinaia di poverissimi giovani e bambini lavoravano notte e giorno in fatiscenti fabbriche cittadine; ma dopo il terribile omicidio dell'anziano Pastore Patterson, colpito a morte da uno dei suoi studenti dopo il rifiuto di dare un voto più alto ad un ragazzo, suo padre non voleva sentire parlare di attività del genere.
Quel poco che guadagnava lo versava in gran parte alle Suore Orsoline di Saint Patrick che si dedicavano con grande attenzione a questi ragazzi e alcune volte si domandava se fosse abbastanza.

-Buongiorno signorina Willsbourg!- gridò una voce che Theresa conosceva bene. Si trattava di uno dei bottegai che lavorava nella via, il signor Minelli di antiche origini italiane, era un sarto di eccezionale bravura, talmente bravo che spesso e volentieri confezionava abiti, camicie e lenzuola alle famiglie più ricche e in vista della città.
-Buongiorno anche a lei, signor Minelli. Come va con la schiena? Le fa ancora male?- domandò Theresa avvicinandosi alla recinzione in ferro battuto che divideva la sua casa dalla strada pubblica.
Il signor Minelli fece una strana smorfia che si trasformò in un sorriso forzato. -Che le devo dire? Fa male, ma sono sicuro che sia uno di quegli acciacchi dell'età. Non sono più giovane come una volta.- le disse mestamente.
Theresa annuì e gli sorrise affettuosa. -Non dica così, signor Minelli. Lei è un uomo che ha lavorato duro. Le sue fatiche giovanili chiedono solo il pagamento del pegno. Dovrebbe andarne fiero.-gli si avvicinò ed a bassa voce. -Che ne dice se oggi pomeriggio venite a prendervi una tazza di tè con noi. Mio padre torna presto ed è sempre contento di vedervi, porti anche il suo aiutante e sua nipote! Sono sicura che gradiranno un po' di riposo e una tazza di tè.-
Il signor Minelli arricciò le labbra e sembrò sul punto di rifiutare ma odiava contraddire quella ragazza posata e seria qual'era la signorina Willsbourg. Annuì e le promise che avrebbe partecipato e che avrebbe trascinato i due ragazzi per una pausa dal molto lavoro che avevano da fare per la stagione mondana.
Theresa lo salutò ricordandogli l'orario e continuò il suo lavoro in giardino, non appena delineò ogni spazio e ogni possibile pianta, decise di rientrare e aiutare la cuoca, l'ormai anziana signora Betsy, nella preparazione dei dolci, occupazione che nonostante le perplessità di suo padre, le piaceva più della musica o del ricamo.
L'idea che con le sue mani potesse creare qualcosa di buono come il pane o delle focaccine dolci, la faceva sentire straordinariamente utile.





William Willsbourg si tolse la giacca e la consegnò al maggiordomo che lo fissava indispettito e si guardò intorno.
La residenza londinese dei Baroni di Hamilton era sempre stata di una imponenza seconda solo alle case della famiglia reale, i ricchi mobili e la cura maniacale colpivano ogni dettaglio. L'unica nota dolente era la mancanza di un giardino, tuttavia di Baroni di Hamilton possedevano altre dimore nella loro contea dove erano soliti cacciare e passeggiare per tutto il tempo. Per un attimo ricordò l'unica passeggiata intorno alla loro dimora di campagna che aveva fatto più di vent'anni fa con la donna che poi aveva sposato e reso padre due volte. Rammentò la lussureggiante foresta intorno a loro, le risate di quella donna semplice nonostante i fronzoli dei suoi abiti e quel primo bacio arrivato quasi a sorpresa. Una stretta stritolò per un attimo il suo vecchio cuore e si diede del sentimentale, si domandò cosa avrebbe detto sua moglie, vederlo lì dove erano stati cacciati e ripudiati, convocati dai suoi stessi parenti.
All'inizio temette che fosse uno scherzo, la lettera era stata recapitata in uno dei suoi uffici a Londra e sembrava una busta commerciale qualunque, forse qualche giovanotto dell'alta aristocrazia trovava divertente la cosa, tuttavia il contenuto della lettera lo preoccupò.
Sua moglie era l'ultima figlia di una lunga serie di eredi che a causa dei loro eccessi e del disprezzo del pericolo avevano incontrato la morte ancora fanciulli. Solo tre erano sopravvissuti. Sua moglie, la sorella Lady Deawile con due figli della stessa età dei suoi ragazzi e il Barone di Hamilton, un uomo dedito al gioco d'azzardo, famoso per essere stato protagonista di uno scandalo di proporzioni gigantesche qualche stagione mondana prima. Aveva sposato una donna di nobile lignaggio ma impoverita dall'Indipendenza degli Americani, che dopo avergli dato un erede sano era fuggita in una delle proprietà della sua famiglia in perenne ritiro spirituale.
Il maggiordomo si sistemò il colletto e lo precedette attraverso i diversi cunicoli dell'immensa casa.
-Sua signoria e sua sorella Lady Deawile vi attendono nel loro salotto privato.- disse il maggiordomo.
Quando li vide trattenne il respiro.
Sui volti dei Baroni di Hamilton gli anni di scorribande ed eccessi erano accentuati ad ogni ruga ed ad ogni piega del viso. Della figura snella e agile di Lady Deawile era rimasto ben poco, mentre gli occhi stanchi e cerchiati di nero del Barone di Hamilton non erano altro che i segni di una malattia incubata per troppo tempo.
-Signor Willsbourg, quanto tempo è passato, dieci anni?- domandò Lady Deawile agitando con fare compiaciuto un lembo dello scialle.
-Direi quasi venticinque anni, Lady Deawile.- rispose seccato William.
-Non si vuole sedere?- chiese il Barone alzando un sopracciglio e spiegando appena un braccio verso una poltrona posta vicino alla porta.
-No, grazie Barone. Sono certo di non essere stato invitato per un tè da voi. Vi chiedo umilmente di spiegarmi il motivo della mia convocazione.-
Il Barone deglutì imbarazzato e fece uno strano cenno alla sorella che si alzò e si avvicinò alla finestra dando le spalle.
-Avrete sicuramente letto del debutto della mia adorabile figlia, Lady Germaine Deawile e del suo repentino fidanzamento con il giovane Horace Sinclaire del clan Sinclaire ... -
William si sistemò nervosamente il polsino della camicia ed interruppe la donna. -Non so di cosa voi stiate parlando, Milady. Purtroppo non mi interesso di cronache mondane.-
Lady Deawile si voltò appena, il volto inscurito da una gelida espressione. -Dovete sapere che Sinclaire purtroppo ci ha lasciato prematuramente. Il giovane Sinclaire è morto tre settimane fa.-
-E' sempre triste la morte di un giovane nobile, non trovate?- domandò il Barone a William.
Willsbourg preferì non commentare e chiese ai due di spiegare nuovamente il motivo della sua convocazione.
-Volete che vada dritta al punto? Va bene, vi accontento. Il giovane Sinclaire ha ... prematuramente toccato la mia adorata bambina.- Lady Deawile tirò fuori un fazzoletto e lo premette sul volto piangente. -La mia povera ed innocente bambina è stata compromessa!- gracchiò prima di gettarsi sul divano. -Suo fratello maggiore, il Conte di Caithless deve risponderne!-
-Come potete vedere, signor Willsbourg, la famiglia ne è distrutta. Il Conte di Caithless è un uomo ... particolare. Non dedito alla mondanità o al divertimento di nessun tipo. Frequenta spesso i salotti politici a qui voi siete avvezzo. Non mi stupirebbe se le vostre strade si fossero già incrociate più di una volta.-
-E con questo, Vostra Signoria?- commentò William. -Qual'è la tanto urgente azione che volete da me, dopo vent'anni di ripudio?-
Il Barone alzò un sopracciglio e sorseggiò un po' di brandy che si era precedentemente versato.
-Caro cognato, quello che vogliamo da voi è semplice. Vorremmo che convinceste con la vostra parlantina sciolta il Conte di Caithless a prendere in considerazione di prendere in moglie la nostra cara Germaine così da rimediare gli atti brutali che suo fratello ha perpetrato tranquillamente.-
Un silenzio imbarazzato calò nella piccola sala, William non poté fare a meno di domandarsi cosa avrebbe fatto se al posto di Germaine vi fosse stata la sua dolce bambina, ma quando gettò uno sguardo sul modo incontrollato con cui il Barone beveva un secondo bicchiere di liquore tutta quella compassione che aveva provato era scomparsa.
-E cosa ci guadagno io, a fare il vostro messaggere? Voi nobili non siete soliti a discuterne fra di voi?-
La risata squillante e maligna di Lady Deawile riecheggiò a lungo nella stanza. -Sciocco uomo comune, credete veramente che non ci abbiamo già provato? Sinclaire non ha intenzione di riceverci. Dice che gli arrangiamenti del fratello non sono affari suoi, ha voluto persino indietro l'anello!-
-Quello che la mia cara sorella voleva dire, è che il Conte di Caithless è un uomo schivo a causa della sua terribile sfortuna. A corte e dintorni si sapeva del patto fra i due. Il maggiore avrebbe ereditato ciò che gli spettava mentre il fratello avrebbe avuto un erede con una compagna degna del titolo, per questo mia sorella è tanto dispiaciuta. Una simile fortuna non capita tutti i giorni nell'intricato mondo dei matrimoni. Il motivo principale per cui abbiamo deciso di rivolgervi a voi è che rappresentate in pieno ciò che il Conte sembra ammirare di più negli uomini: l'impegno politico per cause sociali immonde.-
-E' divenuto un peccato mortale, Vostra Signoria?-
-Non direi, signor Willsbourg. Sono convinto che riuscirete a convincere ad organizzare un incontro fra di noi. D'altronde non frequentate entrambi il noto club liberare "Boole's"? Comunque, se riuscirete nel vostro intento avrete la nostra riconoscenza.-
William si ritrovò a ridacchiare. Non era solito sentire persone che si rivolgevano a lui con quel tono, durante i primi anni in Parlamento, i nobili della Camera dei Lords lo facevano quasi per sport. Era abituato a quel tipo di trattamento.
Si tolse gli occhiali di corno, massaggiò la fronte stanca e li inforcò con energia. -Bene, Vostre Signorie, sono grato a voi del tempo che mi avete concesso. Temo di non potervi essere d'aiuto in questa impresa nonostante sia tremendamente dispiaciuto della sventura della giovane Germaine. Sono sicuro che potrete chiedere alle autorità locali aiuto nel caso in cui vi sia stata ... violenza. Pregherò spesso per la vostra cara ragazza.-
Si voltò ma fu interrotto dalla voce gracchiante di Lady Deawile. -Siamo sicuri che anche lei è preoccupato per la situazione di sua figlia Theresa. Cos'ha, ventisette anni ed non è ancora maritata? Conosciamo molti nobili e uomini con i mezzi disposti a sposarla senza chiedere una dote. Potrebbe sistemarsi per sempre e non darle più noia!-
Se solo Lady Deawile si fosse fermata alla penultima frase, William si sarebbe voltato curioso di sapere quale grande soluzione coniugale avevano in mente. Ben sapeva che sua figlia, la sua dolce e seria Theresa, meritava qualcosa di più di un impiegato o di un ufficiale militare, era una donna colta e decisamente semplice, ma queste caratteristiche a Londra non sembravano essere apprezzate dai più, persino gli operai cercava la bellezza spudorata del trucco pesante e dei bustini troppo stretti. Era preoccupato e desiderava ardentemente di vedere la sua unica figlia femmina sposa e madre, tuttavia era certo che ben pochi uomini potevano meritarla e a lui non dispiaceva averla intorno ancora un po'.
S'inchinò con rispetto verso i due signori, pronunciò ancora delle scuse e finalmente uscì via.





Theresa sorrise vedendo come il giovane assistente del signor Minelli, il signorino John Ronchest, stesse tentando goffamente di corteggiare la bella ma alquanto svampita nipote di quest'ultimo, la signorina Mary Minelli. Era un quadro adorabile, l'amore giovanile, così intriso di cortesia e sincero affetto. Per Theresa era toccante vedere uomini e donne uniti da qualcosa di più di un semplice accordo monetario.
Nonostante avesse un nome rispettabile e una reputazione di ferro, gli uomini non facevano certo la coda per lei, ormai da qualche anno si era messa in pace e non aveva cercato nemmeno di sollevare la questione con suo padre o suo fratello.
Si avvicinò alla finestra e si mise a fissare la pioggia che cominciava a scendere dal cielo, gli occasionali passanti si erano fatti improvvisamente rapidi, sgusciando via alla ricerca di un riparo o di un ombrello.

Quando vide una ombra familiare avvicinarsi verso il cancello di casa, decise di venirgli incontro, lasciando in salotto i due giovani alle loro chiacchierate intime e il signor Minelli al suo sonnellino pomeridiano.
Aprì la porta e respirò a pieni polmoni l'aria fredda e trovò inebriante il costante picchiettio delle piccole gocce d'acqua sul suo viso. Suo padre la salutò con una mano e quasi corse verso il portone di casa, era ormai arrivato di fronte a sua figlia quando si accorse che la ragazza fissava rapita una carrozza scura passare per la via.
Il signor Willsbourg si voltò e vide il ricco stemma ricamato sulla portiera e la costosa livrea che indossava il cocchiere.
-Oh perbacco, una carrozza della famiglia reale?- domandò William alla figlia.
Theresa scosse la testa. -Non credo padre, sembra più la carrozza di un nobile d'alto lignaggio. Strano che passi di qui per andare verso il centro … - Theresa notò che all'interno della carrozza qualcuno aveva scostato le tende e si era sporto per osservare l'esterno. Dovette stringere gli occhi perché non credeva bene a ciò che aveva visto, un volto completamente coperto da una maschera di cuoio. Strinse lo scialle e lentamente con gli occhi ancora puntati sulla carrozza seguì suo padre all'interno della dimora.







   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Reagan_