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Autore: darkroxas92    02/03/2014    3 recensioni
Fantomius, ladro gentiluomo del 1920. Paperinik, supereroe del pianeta Terra del 1998. Un solo costume, due destini diversi.
E se Fantomius fosse portato nel futuro dal Razziatore? Come reagirebbe in un mondo a lui completamente nuovo?
Il destino dei nostri paperi preferiti potrebbe dipendere dall’incontro tra questi due paperi mascherati…
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Un po' tutti, Uno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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04: Un vizio di famiglia

Capitolo 04: Un vizio di famiglia
“È inutile nonno… non verrà di certo fuori così solo perché lo chiami urlando.” fece Roh, esasperata. Erano in giro da ore e ovviamente non avevano trovato nessuno.
“Tu non lo conosci come lo conosco io! So che verrà fuori!”
“Infatti eccomi qui!” fece una voce.
La ragazza fermò subito la sua moto, evitando solo per pochi centimetri di prendere in pieno Fantomius, che era saltato fuori dal nulla davanti a loro.
“Immagino ne sia passato di tempo… Commissario Pinko.” continuò il ladro, senza riuscire a nascondere un velo di tristezza. “Forse troppo.”
“Sapevo saresti saltato fuori!” esclamò l’altro, sorridendo. “Ora finalmente posso arrestarti e-”
“Mi spiace, ma non intendo fermarmi. Sai, sono leggermente fuori posto. Però, quando ti ho sentito chiamarmi, non potevo restare nascosto aspettando di ripartire.”
“E tu credi davvero che io ti lascerò-”
Ma Pinko si dovette interrompere quando cominciò a tossire forte, subito soccorso dalla nipote.
Il ladro gentiluomo restò a osservarlo, mentre un crescente senso di colpa si faceva largo dentro di lui.
“Sai… penso che la smetterò con i furti.” disse, cogliendo di sorpresa i due. “Dopo ciò che ho visto qui, non credo di poter continuare.”
“Che cosa vuoi dire?”
Fantomius sorrise.
“Il mio erede è un eroe. È il salvatore dell’intero pianeta. In un certo senso, ha ristabilito il mio nome. Ed è per questo che non ho intenzione di infangarlo ulteriormente. Non appena tornato a casa, appenderò il costume al muro. E lì rimarrà, finché un giovane papero non lo ritroverà solo molti, molti anni dopo.”
Pinko restò a osservarlo. Poi, con sua grande sorpresa, il ladro si portò una mano sulla maschera.
“Ma prima di andare… penso sia giusto lasciarti un regalo d’addio.” fece, per poi levarsela.
“Quackett, eh?” disse lui, osservando il suo volto. “Hai già provato a farmi credere di essere lui e-”
Ma il papero si avvicinò interrompendolo. “Tira pure. Non è una maschera. Sono davvero io.”
Il vecchio commissario lo guardò in silenzio.
“Quindi, alla fine… eri davvero tu…” fece a bassa voce, osservandolo rimettersi la maschera.
“Già. Ora sai la verità, vecchio mio.”
“Umpf. Non sono poi così vecchio.” rispose lui, sorridendo. “Ora va, e ringrazia che nella fretta di uscire mi sia dimenticato le manette a casa!”
Fantomius annuì, per poi superarlo.
“Sai cosa mi mancherà più di tutto?” fece, fermandosi. “I tuoi inseguimenti. Erano quelli a darmi la motivazione per continuare. Mi divertivano.”
Dicendo ciò riprese ad allontanarsi, finché non scomparve.
“Nonno… ne sei sicuro?” domandò Roh.
“Mi sono sempre chiesto chi si nascondesse dietro quella maschera… E anche se non so come sia possibile che lui fosse qui, come se non fosse passato un solo giorno, ora mi è tutto chiaro. Quell’ultimo messaggio che Fantomius mi inviò settant’otto anni fa, nel quale mi ringraziava… Ora ha finalmente senso.”
Pinko si calmò sul sedile del sidecar.
“Torniamo a casa, Roh.” disse chiudendo gli occhi. “Sono stanco e non vedo l’ora di dormire… Voglio tornare a inseguirlo, proprio come facevo tanti anni fa…”
La ragazza annuì, rimettendosi alla guida e sorridendo tristemente.
“Fantomius… il più grande rivale di mio nonno… Non pensavo che l’avrei mai incontrato di persona. Immagino dovrei ringraziarlo… se mai lo dovessi rivedere. Non ho mai visto il nonno così felice.”
Con questi pensieri in testa, mise in moto.
 
 

~~~~~~~~~~~~~~~

 

Paperopoli, 1998

 
Archimede stava finendo di sistemare una nuova invenzione, quando la luce di un lampione fuori dalla finestra venne oscurata.
“È da tempo che non vieni a trovarmi… Paperinik.” fece senza girarsi.
“Volevo ringraziarti. Anche a nome di Fantomius.”
“Immagino che sia riuscito a tornare al suo tempo allora, vero?”
“Già. Non abbiamo capito come fosse finito qui, ma alla fine siamo riusciti a risolvere la questione. Mi ha detto di chiederti scusa per non essere riuscito a passare a salutarti e ringraziarti.”
“Capisco… Beh, sono contento per lui. Sarebbe stato un crudele scherzo del destino se fosse rimasto qui.”
“Non hai idea di quanto…” rispose il papero mascherato, per poi allontanarsi.
Solo a quel punto l’inventore si girò.
“Non potevo certo dire… che il nonno aveva scritto su un suo diario che un giorno il suo amico Lord Quackett gli raccontò di un curioso episodio che aveva vissuto.”
 
 

Paperopoli, 1920

 
“Ne sei sicuro caro?” chiese Dolly, osservando il suo amato nascondere il suo costume in una delle stanze segrete.
“Sì. Ormai per Fantomius è giunto il momento di riposarsi.”
“È successo qualcosa l’altro giorno, vero?”
Quackett sorrise. “Non hai idea di cosa… e un giorno te lo racconterò volentieri.”
“Ma sei certo di poter sopportare una vita noiosa come quella di un nobile?”
“No di certo. Però, non posso più usare i panni di Fantomius. Quelli serviranno in futuro a un altro coraggioso papero.”
“Non riesco proprio a capire cosa vuoi dire.” fece Dolly Papera, sospirando ma sorridendo subito dopo.
“Voglio dire… che intendo partire per un lungo viaggio intorno al mondo… e mi piacerebbe che tu mi accompagnassi. E non solo in questo viaggio.”
Dolly sgranò gli occhi.
“Vuoi dire-”
“Sì.” la interruppe lui. “Direi che siamo stati semplici complici per troppo tempo, no?”
“Sarebbe fantastico!”
“Prima però, devo inviare l’atto di proprietà di questa villa.”
“Come?” fece lei sorpresa.
“Oh, non ti preoccupare. L’atto verrà consegnato solo tra qualche decina d’anni… a un certo Gastone Paperone, ma all’indirizzo di Paolino Paperino. E dovrà risultare come il premio di una lotteria.”
 

1998, da qualche parte sul pianeta Terra


Un papero dai capelli neri, che indossava una maglietta dello stesso colore, appoggiò la mano sul bordo di una rupe, per poi tirarsi su con forza.
“Forza amore… ci siamo.” disse, cominciando a tirare una corda.
Pochi secondi dopo, la testa di una papera fece capolino da sotto.
Il compagno la osservò tirarsi su, mettendosi seduta sul bordo come se niente fosse: era una papera dai capelli biondi, che indossava una semplice maglietta da marinaio, decorata con un farfallino attorno al collo.
“Da qui c’è un’ottima vista, Oliver.” fece Della, ammirando il paesaggio.
“Già.”
“Sapevo che vi sarebbe piaciuto.”
fece una voce ben nota ai due, che si girarono, ritrovandosi faccia a faccia con il Razziatore.
“Mi chiedevo quanto ci avresti fatto aspettare.” fece Oliver, per nulla spaventato.
“Dai tempo al tempo. Creare un paradosso non è così facile come può sembrare.” rispose lui.
“Allora hai incontrato mio fratello, eh?” domandò la papera, ridacchiando.
“Anche troppe volte.” sbuffò il criminale temporale. “Allora, avete portato quello che vi avevo chiesto?”
“Certo.” rispose Oliver, per poi tirare fuori dalla tasca un grosso diamante rosa. “Il Monte Rosa è tutto tuo.” concluse, lanciandolo al ladro, che lo prese al volo.
“Avevo sentito di quanto fosse bello… e le leggende su di lui dicevano il vero. Mi frutterà un bel po’ di quattrini.”
“E per l’altra cosa che ti avevamo chiesto?” domandò Della.
“Sì, ho fatto anche quello.” rispose lui, tirando fuori da sotto il mantello una fotografia che le consegnò.
I due paperi la osservarono, sorridendo.
“Crescono velocemente, eh?” disse la papera, guardando Qui, Quo e Qua che sorridevano mentre andavano sullo skateboard, ignari di essere stati fotografati.
“Ancora non capisco perché li avete affidati a quel papero. Stando con lui, rischiano di diventare anche loro degli squilibrati che vanno in giro con un mantello.”
“Beh, non che con noi il rischio fosse minore, anzi! All’epoca ignoravamo che anche il mio caro fratello si fosse dato a una doppia vita. Credo che alla fine sia un difetto di famiglia.” spiegò Della.
“Già, sebbene credo sia più colpa di mio nonno. Anche se effettivamente loro avevano un ottimo potenziale. Mi hanno messo un candelotto di dinamite sotto la sedia come se niente fosse. E ho sentito che hanno risolto parecchi misteri con i loro zii.”
“Già. Anche da dove vengo io sono piuttosto famosi. Non come loro zio, ma anche loro hanno lasciato il segno nella storia.”
“Bene… Ora direi che è meglio andare.” fece Oliver. “Abbiamo dato un orario ben preciso, sarebbe maleducato da parte nostra non presentarci. Non pensi anche tu, Dolly cara?”
“Temo proprio di sì, Phantom.” rispose lei, ridacchiando, per poi tirare su con la corda un zainetto, da cui estrasse un costume rosso e uno nero.
Il Razziatore sghignazzò e si girò, per poi lasciarsi avvolgere dal vortice del tempo.
“Ogni volta che li incontro non posso fare a meno di ridere.” fece scomparendo. “Paperinik è l’eroe che combatte i criminali… e sua sorella, assieme al marito, sono due famosi ladri internazionali. L'ironia della sorte mi sorprende sempre.”

   
 
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