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Autore: HystericalFirework    03/03/2014    0 recensioni
Merlino, tu lo ami! E’ sempre stato così, era scritto, era destino.
E allora perché sente un vuoto che le consuma l’anima? Perché dal quarto anno, non ricorda esattamente come o perché, una parte del suo cuore è stata cancellata, e al posto di essa è rimasto solo un vuoto sordo e senza motivo?
Hermione Granger cammina per i corridoi di Hogwarts, con il cuore impolverato e una pila di libri stretta al petto, quando scappa in giardino senza motivo apparente, con le lacrime che si gelano sul volto.
[...]
E la domanda si trasforma, come tutte le volte in cui lui chiude gli occhi.
La domanda non è più “Chi è Draco Malfoy?” .
La domanda è “Chi sarebbe ora Draco Malfoy se…?” .
Se , che cosa?
Se non avesse cancellato l’unica parte bella della sua vita?
Che poi, lei non si poteva definire esattamente parte della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hogwarts, quarto anno,
Gennaio.
 
 
Ora di pozioni.
Vorrei scappare, rintanarmi in un angolo buio e piangere fino a quando le lacrime non basteranno più. Vorrei scomparire solo per un po’, o in alternativa trovare qualcuno da prendere a pugni nella pancia.
Io, Hermione Granger, non sono mai stata più indignata, arrabbiata e… triste.
“Su, devi scegliere un posto dove sederti”.
In condizioni normali mi avvicinerei a Harry e Ron, inizieremmo a bisbigliare e il professor Piton ci riprenderebbe con tono canzonatorio, lancerebbe frecciatine soprattutto a Harry e usciremmo dall’aula alla fine dell’ora, mortificati e persi nei nostri pensieri, ma pur sempre insieme, inseparabili come sarebbe giusto.
Ma oggi non è così. Oggi sono sola.
Sarebbe troppo imbarazzante sedermi vicino a Ron, far finta che non sia successo niente e sentirgli raccontare a Harry gli insopportabili dettagli della sua relazione con Lavanda.
Mi guardo intorno, tutti i posti vicino ai miei compagni sono occupati, così volgo lo sguardo verso i banchi dove sono seduti i ragazzi delle altre Case.
Solitario, in un banco davanti alla cattedra, sta Draco Malfoy.
“No, Hermione, non castigarti ulteriormente”.
E invece mi vado a sedere proprio vicino a lui, che con aria di sfida avvicina la sedia alla mia.
- Ciao Mezzosangue, i tuoi amici ti hanno cacciata?
“Non rispondere” penso tra me e me.
- Che c’è? Il tuo stupido gatto ti ha morso la lingua?
- No, Malfoy, ma non credo di dover sprecare parole con un furetto come te.
Lui, indignato si gira dall’altra parte.
- Okay, Mezzosangue, perché non sei con i tuoi amici?
- Come se ti interessasse.
- Sarò anche uno stronzo, ma quando vedo una ragazza quasi in lacrime è buona norma offrirle aiuto- questo suo atteggiamento, così inaspettato e imprevedibile, mi fa ancor di più venir voglia di piangere.
- Non voglio che provi compassione per me, Malfoy.
- Draco.
- Come?
- Mi chiamo Draco.
- E io non mi chiamo Mezzosangue, ma dopo quattro anni ancora dubito che tu sappia il mio vero nome.
- So benissimo che ti chiami Hermione.
Lo guardo sbigottita, con fare interrogativo.
- Del resto devo conoscere il nome della seconda della classe.
- Seconda? Come hai detto, Serpeverde?
- Seconda, viene dopo il primo.
- Che sarebbe?
- Io, sarei io.
- Ma per favore!- mi scappa una risata.
Piton non può non notarlo e ci fulmina con lo sguardo.
- Signorina Granger, signor Malfoy, vi diverte tanto la mia lezione?
- Oh, no, professore- rispondo io abbassando la testa.
- Allora fareste meglio ad uscire.
- Come? Dalla classe? No, non è possibile, io non sono mai stata cacciata da una lezione, io…
- Andiamo, Granger- Malfoy mi prende per mano, per mano!, e mi porta lontana.
Chiude la porta dell’aula dietro di sé e mi sorride.
- Draco Malfoy, cosa diamine ti è preso?!
- Rilassati, ora ci facciamo un giro così scarichi la tensione, okay?
- Okay un corno! Ti rendi conto di avermi fatta cacciare dalla classe senza neanche farmi scusare e…
- Ora capisco perché Piton non ti sopporta- bofonchia buttandosi sulla neve del cortile.
- Come scusa?
- Sei terribilmente petulante, Granger.
- E tu sei un pallone gonfiato che si diverte a cambiare umore da un momento all’altro! Non credere di passarla liscia, io…- una palla di neve mi colpisce in pieno viso.
Mi giro furibonda verso di lui che ride scomposto, rotolando nel bianco manto immacolato che si era posato da poco sul terreno.
- Impara a divertirti, Grifondoro!
- Io so divertirmi.
- Ah sì? Dimostralo.
Mi abbasso e raccolgo quanta più neve le mie mani mi permettano di contenere, poi con tutta la forza la lancio nella sua direzione.
- Mancato- dice nell’esatto momento in cui schiva la mia gigantesca palla.
- Prova a prendermi, Granger!
Ci rincorriamo lungo il perimetro della scuola per il resto dell’ora, io rido e per qualche minuto mi dimentico di Ron, di Lavanda, di Harry e del suo non volersi schierare.
Ci ritroviamo sulla neve a fissare il cielo di un grigio indefinito.
“Questo grigio assomiglia così tanto agli occhi di Draco” penso.
Ma scaccio subito dalla testa queste considerazioni. Lui è Malfoy. Domani ritornerà ad odiarmi, ci guarderemo in cagnesco e sarà di nuovo la carogna di sempre.
- Stai meglio, Mezzos…- lo fulmino con lo sguardo.
- … Hermione. Stai meglio, Hermione?
- Sì, Draco, sto meglio.
- Non mi vuoi dire niente?
- Cosa dovrei dirti?
- Non so… Grazie?
- Ti aspetti anche dei ringraziamenti?
- Ci ho sperato- dice lui voltando la testa dall’altra parte e sfoderando un sorriso a metà.
- Diciamo che.. siamo pari- rispondo dopo un po’.
- Non lo voglio sapere, Granger.
- Cosa?
- Perché tu abbia litigato con i due bambocci.
Sto in silenzio, le preoccupazioni riaffiorano.
- Ma non ti devi preoccupare, sai? Sei in gamba, molto più in gamba di loro. E’ normale che siate in disaccordo se tu percepisci le cose prima.
- Io…
La campanella suona, e mentre tutti escono dalle aule, io torno alla realtà.
Draco Malfoy, un Serpeverde, uno dei peggiori.
Mi alzo repentinamente, riprendo i libri e mi incammino a passo veloce verso la prossima lezione.
- Alla prossima, Grifondoro.
Inconsapevolmente, sorrido.
 
 
Ricordi, ricordi che si affollano e corrono ad una velocità impressionante nella mente della giovane strega.
 
 
- Non possono saperlo, Her, nessuno può saperlo.
- Tuo padre non può essere un problema, Draco.
Lui mi guarda in silenzio.
- C’è qualcosa.
- Qualcosa?
- Sì, qualcosa che mio padre non dice, ma sento che è qualcosa di terribile.
Gli prendo il viso tra le mani, nascosti nel bagno delle ragazze, osservati solo - forse- da Mirtilla Malcontenta. E lo bacio.
- Ce la faremo, qualunque cosa sia la affronteremo.
- E se non fosse solo mio padre?
- Cosa intendi?
- Se ci fosse un qualcosa di oscuro… anche dentro di me?
- C’è dell’oscurità in ognuno di noi, Draco- sorrido. Lo penso davvero.
- L’importante è trovare qualcuno che ci ricordi cos’è la luce.
 
 
Hermione pensa in quel momento che i sentimenti sanno di sale, come le lacrime, e di zucchero, come le cose più dolci.
 
 
- E’ un Mangiamorte, Hermione. E vuole che lo diventi anche io.
- Puoi rifiutarti! Puoi scappare, non devi fare tutto quello che tuo padre dice.  
- A quale scopo? Diventerebbe sospettoso e prima o poi scoprirebbe di noi. Non posso farti questo, io…
- Tu cosa, Malfoy? Mi ami? Non ci credo, non credo ad una singola parola. Se scegli lui rinunci a me, se scegli l’oscurità anziché la luce non posso più aiutarti.
- Io…
- Non essere un codardo!
- Io scelgo te! Sceglierò sempre te.
 
No, no.
Si sta avvicinando alla fine. Sta per finire tutto. Hermione può sentirlo. 
 
- OBLIVION!
 
 
Si sveglia di soprassalto, ricoperta di sudore.
- Ehi, ehi, ehi… Stai bene? Herm, oddio, oddio, mi ero preoccupato! Ti contorcevi nel sonno da ore- un Draco pallido come un cadavere la fissava con enormi occhi grigi, pieni di apprensione.
Lei non sa cosa dire: ci sono così tante parole, ma nessuna sembra adeguata.
- L’amore trova sempre un modo di ricordare- sussurra, più a se stessa che a lui.
Il Serpeverde la guarda e per un momento le sembra che stia per scoppiare in lacrime, poi la abbraccia così forte da farla tremare, e la bacia così a lungo che il tempo sembra fermarsi.
 
La porta si apre di colpo.
- Voi due siete in un mare di guai- tuona Gazza.

 
 
 
 
 Nota dell’autrice:
Sono imperdonabile, probabilmente ho perso tutti i lettori. Ma ero troppo legata a questa storia e, anche se a distanza di mesi, dovevo continuarla.
E finalmente, ho ripreso a scrivere.
Grossi problemi personali me ne hanno tolto sia il tempo che la voglia, ma è stata un’astinenza decisamente dolorosa, perciò sono felicissima di riprendere a fare l’unica cosa che mi riesca davvero: intessere racconti.
Ringrazio tutti quelli che hanno avuto pazienza e hanno tenuto questa storia tra le “Seguite”, ma ringrazio anche quelli che ci sono stati prima, entusiasti, perché senza di voi non avrei ricominciato.
Spero che vi piaccia.
La storia dovrebbe finire all’undicesimo/dodicesimo capitolo.
Fino ad allora, lieta di stare con voi.
Hysterical Firework. 
  
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