Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Anna Wanderer Love    04/03/2014    10 recensioni
Seguito di "Shadows"
Nel Castello di Hogwarts vengono ritrovate due ragazze: Celeste e Rachel Elizabeth Dare.
Nessuno ha idea da dove siano spuntate; e loro non sanno come sono finite in quel luogo tanto diverso dal Campo Mezzosangue.
Nico, al Campo, impazzisce di dolore per la scomparsa della sua ragazza; ma un dio lo aiuterà a ritrovarla... forse.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Shadows Cycle'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I Need You:
Problemi.



 

Era calata la notte da un pezzo, ad Hogwarts. Le stelle brillavano in cielo, oscurate a tratti da leggere nubi grigiastre. Quasi tutti, eccetto gli insegnanti e pochi alunni, dormivano profondamente. Lunghe ombre dipingevano sinistramente il castello e il parco, mentre versi di gufi e civette provenivano dalla guferia. I minuti scorrevano lentamente; a testimoniare il passare del tempo soltanto la luna, che si alzava nel cielo sempre di più.
Quando la torre suonò la mezzanotte, successe.
Il professor Piton era nell'aula di pozioni. Lievi cerchi scuri sotto ai suoi occhi neri testimoniavano le poche ore di sonno che in quegli ultimi giorni si era concesso. Il calderone, sul fuoco acceso, bolliva spargendo per l'aula vuota un odore pungente, ma non spiacevole. Il professore si era tolto il mantello e si era arrotolato le maniche della casacca, e ora le sue braccia pallide erano scoperte. Le sue mani si muovevano sapienti, tagliando, misurando, mescolando con una precisione e, soprattutto, un amore che in classe, davanti ai suoi studenti, non esprimeva mai.
All'improvviso la porta si spalancò, e Piton, sorpreso, si girò di scatto verso la figura minuta che era apparsa sull'uscio. I suoi occhi scuri si incupirono quando riconobbe una delle studentesse del sesto anno.
-Clarkson!- Ringhiò, afferrando la bacchetta dalla cattedra dove l'aveva posata e stringendola con forza mentre si avvicinava a grandi passi verso la studentessa. -Che diamine ci fai qui a quest'ora?
La Corvonero arretrò vedendo il pugno del professore tendersi automaticamente in avanti per impedirle di sbattergli la porta in faccia e correre via a perdifiato, come aveva appena pensato di fare. La mano di Piton si schiantò sul legno di fianco alla testa della ragazza, che lo fissava tremando, senza riuscire a pronunciare una singola parola.
Dopo qualche secondo l'adulto, che torreggiava su di lei, si accorse dello stato in cui era ridotta e aggrottò le sopracciglia. I grandi occhi grigi della ragazza, incastonati in un viso a cuore dolce e sempre sorridente, erano pieni di panico. Le sue guance erano arrossate al punto che il professore si chiese sarcasticamente se non fosse appena scoppiato un incendio con lei in mezzo. Il suo petto si abbassava e alzava velocemente, anche troppo.
-P... professore, venga... l... la prego! Non so... l'ho t...trovata lì... non l'ho m... mai vista prima- balbettò Selene, guardando supplichevole l'uomo che la fissava con occhi indecifrabili, cercando nel frattempo di capirci qualcosa.
Piton socchiuse le palpebre, osservando serio la ragazza, che lo stava guardando sconvolta. Decise in un secondo. Gettò un'occhiata di rimpianto al calderone alle sue spalle, pensando che gli sarebbe costato un'altra notte in bianco rifare la pozione per Madama Chips, e spense il fuoco con un gesto rapido della bacchetta. Tornò a guardare Selene, che intanto stava lentamente riprendendo il controllo, e la guardò severamente.
-Clarkson, se questa cosa per cui sei piombata nel mio ufficio a mezzanotte non vale la pena della mia attenzione, ti giuro che fino alla fine dell'anno verrai ogni giorno a pulire i calderoni senza magia alle dieci di sera. Intesi?- Ringhiò.
-Sì professore- mormorò agitata la ragazza, rabbrividendo al solo pensiero.
-Bene. E ora muoviti. Cosa c'è?- Chiese arcigno il professore.
Per tutta risposta Selene si voltò e cominciò a camminare lungo il corridoio, non quello che portava alle scale, bensì quello che conduceva al dormitorio dei Serpeverde. Il professore si lasciò quasi sfuggire un sospiro irritato e cominciò a seguirla, maledicendo tutte le ragazzine che si mettevano in testa di aver bisogno dell'aiuto degli insegnanti per qualsiasi cosa. La Clarkson girò l'angolo di un corridoio, e Piton la vide rallentare il passo fino a fermarsi di botto. Anzi, la sentì, visto che per poco non le andò a sbattere contro.
-Dannazione, Clarkson, che...
Severus venne zittito dallo scatto dell'allieva, che indietreggiò fin quasi a toccare il suo professore con la schiena, senza nemmeno rendersene conto. Lui la fissò accigliato, sentendo già l'irritazione irrigidirgli i muscoli.
-E... era qui- sussurrò Selene, e Piton alzò gli occhi sul corridoio davanti a loro. Era vuoto. Buio, in penombra. Soltanto piccole candele in alcune, poche lanterne illuminavano fiocamente le pietre delle pareti, creando ombre scure tra i bordi dei sassi levigati.
-Non vedo niente, Clarkson- disse in tono neutrale, tornando a guardare la ragazza, che si stringeva nervosamente le braccia al corpo. Un breve pensiero interrogativo attraversò la mente dell'uomo. Come mai lei aveva freddo e lui stava morendo dal caldo?
-Signore, er...- la "a" della parola della Clarkson si trasformò da un'innocua lettera a uno strillo di paura che destabilizzò i poveri timpani del professore. Con un ringhio Severus afferrò la spalla della ragazza e la spinse dietro di sé, alzando repentinamente la bacchetta.
-NO!!- Lo strillo della Clarkson irritò ancora di più il professore, se possibile.
-Clarkson!- Sbottò, distraendosi per un secondo. -Taci, per una buona volta!- Tornando a guardare l'ombra che percorreva barcollando il corridoio, Severus si preparò a schiantarla, ma Selene lo fermò. Si liberò dalla sua presa e corse in avanti, sorpassando l'insegnante, che trattenne un sospiro esasperato. Merlino, ma quanto è incosciente? Perfino più di Potter!
Ma, correndo in avanti, Severus si rese conto che per una volta Selene aveva fatto una cosa giusta.
L'ombra misteriosa era una ragazza. Una semplice ragazza che appena li vide sgranò gli occhi e cadde al suolo. Fortunatamente le mani di Selene corsero a sorreggerle la testa in modo da non fargliela battere per terra.
Piton si inginocchiò accanto a loro, e appena i suoi occhi neri si posarono sul viso terreo della ragazza, ebbe un tuffo al cuore. Gli ricordava enormemente Lily. Lo stesso colore dei capelli, rosso fuoco, soltanto che quelli della sconosciuta erano ricci. Il volto a cuore era pallido e sul naso e sulle guance la pelle candida era cosparsa di lentiggini. Le labbra carnose erano schiuse. Abbassando lo sguardo, Severus vide che era vestita come una Babbana, con una maglia a maniche lunghe color muschio, jeans che sembravano essere stati bucherellati da numerose forchette e lame di coltello e colorati con i pennarelli e un paio di stivali marroni.
-Ehi- Selene stava scuotendo dolcemente il volto della ragazza, che dopo un paio di istanti socchiuse gli occhi, stordita.
Erano verdi. Di un bellissimo verde smeraldo. Come quelli di Lily, pensò Severus.
-Come ti chiami?- Chiese ansiosamente la Clarkson. Per un attimo, l'insegnante alzò lo sguardo su di lei e vide che era pallida, forse per lo spavento appena preso. Teneva i suoi grandi occhi grigi sulla sconosciuta, e così non si accorse dello sguardo dell'insegnante.
-Rachel- la voce roca della ragazza distolse l'attenzione di Severus dalla sua studentessa, riportandolo a guardare la rossa, che lo guardava. -Rachel Elizabeth Dare- ripeté. Dopo aver osservato Severus per un altro istante, socchiuse gli occhi. -Profetessa, Oracolo di Febo Apollo- aggiunse, prima di svenire.
Selene sgranò gli occhi e guardò il professore, che guardava Rachel come se fosse stato davanti a un mucchio di caramelle per bambini, confuso e sdegnato allo stesso tempo.
-E ora?- Chiese con voce tremante.
 

Severus sospirò, maledicendo sé stesso, la Clarkson e Poppy.
L’infermiera li aveva cacciati fuori dalla sala appena Severus aveva posato la ragazza svenuta sul letto. E lui non era riuscito a schiodarsi la Clarkson di dosso nemmeno con la minaccia di farle passare ogni notte a riordinare le scorte delle pozioni. A quel pensiero il volto della ragazza era impallidito un po’, ma aveva continuato a seguirlo, prima mentre portava la sconosciuta in infermeria e poi mentre aspettava un verdetto da Poppy. Si era seduta su una sedia e lì si era appisolata dopo qualche minuto.
Severus stava aspettando in piedi accanto a lei, la bacchetta nella mano. Ormai erano passati più di dieci minuti da quando Madama Chips li aveva cacciati fuori e cominciava a spazientirsi.
Gettò, tanto per controllare, un’occhiata alla Clarkson. I lunghi capelli di un biondo cenere davvero singolare le ricadevano sul volto, nascondendo la sua espressione. Non che fosse interessato, ovvio.
Finalmente la porta si aprì e Madama Chips fece la sua comparsa. Selene si svegliò di soprassalto e si strofinò gli occhi mentre la medimaga la guardava dolcemente.
-Non dovresti essere qui- la rimbrottò. -E’ l’una passata, domani hai lezione! Vai a letto!
Severus vide le guance della Clarkson diventare di un lieve rosso mentre si alzava, ancora un po’ intontita. I lineamenti dolci del volto esprimevano il desiderio di ascoltare il consiglio della donna, ma scosse la testa.
-No, voglio sapere come sta- mormorò accennando con un gesto del capo all’infermeria, vuota tranne che per la sconosciuta.
Madama Chips storse il naso, ma non obbiettò, aspettandosi che l’avrebbe fatto Severus. Il professore, però, non disse nulla, e si limitò a scoccare alla studentessa un’occhiataccia per la sua ostinazione. Poi il suo sguardo di ghiaccio corse a Poppy.
-Allora?- Domandò impaziente.
Lei sbatté le palpebre, sorpresa non tanto per le parole scorbutiche, ma per il comportamento strano del suo collega. Di norma avrebbe spedito via Selene senza farsi problemi a togliere qualche centinaio di punto a Corvonero. Ma, be’, evidentemente non ne aveva voglia. Cosa strana, anche questa.
-Sta bene- esordì. -La ragazza sta bene. Non ha ferite varie né graffi, è in perfetta salute. Nel sonno continuava a borbottare cose senza senso, però. E chiamava anche un certo Percy, o Perseus. Molto spesso.
Il silenzio calò tra i tre. La prima a spezzarlo fu Selene, parlando senza pensare.
-Perseus... Perseo... non era un eroe della mitologia greca?
Madama Chips le scoccò un’occhiata interrogativa e Severus si voltò a guardarla. Sotto ai loro sguardi la ragazza arrossì vistosamente e si scostò nervosamente una ciocca di capelli dalla guancia.
-Sì- disse Severus, sorpreso, ma senza darlo a vedere. Madama Chips lo guardò inarcando un sopracciglio. -Ma non vedo come questo possa c’entrare.
Selene si strinse nelle spalle, affondando i pugni nelle tasche del maglione.
-Forse è meglio che vada a chiamare Minerva- sentì dire dal professor Piton, e Madama Chips rispose qualcosa che lei non ascoltò. La sua mente stava correndo. Rachel aveva nominato un certo Percy, Perseo, e aveva detto di essere “Profetessa, Oracolo di Febo Apollo”. Ora, Selene era una mezzosangue. Suo padre era Babbano, e insegnava storia antica. Le aveva insegnato tutto sui vecchi miti greci e romani. Non poteva essere una coincidenza. O quella ragazza era davvero fissata con la storia antica, oppure era impazzita.  
Però non era sembrata pazza.
Selene accantonò la questione, spingendola in un angolino della sua mente, sentendosi chiamare dal professore. Batté le palpebre e vide Piton che la fissava freddo e severo come sempre.
Madama Chips era sparita.
-Clarkson- ripeté -per stavolta non ti toglierò punti e non ti punirò. Ma se ti becco un’altra volta a girovagare per la scuola dopo il coprifuoco non la passerai liscia. Ora fila a dormire.
Selene abbassò la testa, ma senza abbassare lo sguardo.
-Sì signore- borbottò.
Poi si voltò e cominciò a camminare nella direzione del dormitorio. Ebbe l’impressione di sentire lo sguardo pungente del professore puntato sulla schiena finché non voltò l’angolo e scomparve.
 

    ♦
 

Selene stava uscendo dall’aula di storia della magia per ultima, a causa di un Tassorosso che aveva fatto cadere la metà dei suoi libri a terra, riuscendo a inciampare nella cartella sotto al banco, quando andò a sbattere contro qualcosa di nero.
Barcollò all’indietro, sveglia all’improvviso, e vide il professor Piton fissarla con un’aria più incupita del solito.
-Oh.. mi scusi, professore...- tentò, la lui la interruppe con un brusco gesto della mano.
-Clarkson- esordì fissandola torvo. -Se non la finisci di sbattermi addosso ogni qualvolta che ci incrociamo sappi che ti toglierò un migliaio di punti entro la fine dell’anno.
Infatti, nelle ultime settimane il professore sembrava una calamita. Selene non lo faceva apposta, ma lo urtava ogni volta che gli passava accanto, per colpa della folla, o di una stringa allacciata male o uno sgambetto scherzoso delle sue amiche.
-Sì signore- farfugliò arrossendo e inclinando il volto in avanti così che i suoi lunghi capelli biondi le coprissero le guance.
Severus la osservò per un attimo, notando come le sue dita si stringessero nervosamente attorno al ciondolo della collana che portava al collo, a forma di cuore. Si addolcì un po’.
-Volevo avvisarti che... Minerva mi ha ordinato di avvisarti- si corresse notando l’occhiata sorpresa della studentessa -che la ragazza si è svegliata.
-Rachel?- Saltò su Selene.
Il professore alzò un sopracciglio.
-Ti risulta che siano state trovate altre ragazze, Clarkson?
Lei arrossì immediatamente, abbassando lo sguardo.
-No signore.
-Bene.- Concluse Severus, facendo per voltarsi e scivolare via nel corridoio, ma lei lo fermò.
-Professore?- Si voltò seccato e incrociò i suoi occhi grigi, che lo guardavano speranzosi. -Posso andare ora a trovarla?
Severus restò sorpreso da quella richiesta. Sapeva benissimo che lei adesso aveva altre lezioni, ma non rispose subito di no. Si limitò a fissarla, a lungo e insistemente, ma la Clarkson non abbassò gli occhi. Continuò a guardarlo, anche se dopo qualche manciata di secondi avvertì la necessità di abbassare lo sguardo.
-Non dovresti nemmeno chiedermelo- disse infine Severus, aggrottando le sopracciglia. -Fila. A lezione- aggiunse, tanto per non essere frainteso.
Selene sentì un moto di delusione assalirle il petto, ma non protestò. Sapeva che era inutile, con lui. Fece una smorfia di fastidio, tanto per esprimere il concetto, ma si arrese subito.
Voltò la schiena al professore e iniziò a camminare tranquilla verso il fondo del corridoio di pietra, oramai vuoto.
-Ah, signorina Clarkson?
Selene si voltò, guardando curiosa il professore, che emanava un’aura di freddezza.

-Ha richiesto espressamente di vederti.
Non aggiunse altro. Si voltò e sparì dietro l’angolo opposto a quello di lei, sentendo il suo sguardo sulla schiena coperta dal lungo mantello nero.
 

Quando Selene entrò nell’infermeria rischiò di essere travolta da un’alquanto indaffarato elfo domestico. Sgranò gli occhi, cercando di evitare l’impatto e riuscendoci solo grazie alla mano che l’afferrò e la tirò via dalla traettoria della piccola creatura.
In pochi secondi si ritrovò pressata contro il fianco muscoloso di un Serpeverde del settimo anno, James Watson. Arrossì istintivamente mentre gli occhi azzurri di lui luccicarono nel vedere il rossore spargersi sulle guance della sua amica.
-Giorno Sel!
-Ciao James- borbottò lei, liberandosi della presa del ragazzo e camminando perplessa verso i professori che erano radunati attorno al letto della ragazza... di Rachel.
-Ma che succede?- Mormorò, rivolta all’amico. Lui le cinse le spalle con un braccio, senza preoccuparsi di farla irrigidire.
-Non ne ho idea, ma sono lì da un po’- ammise, passandosi una mano tra i capelli ricci e castani.
In quel momento Piton si voltò e li vede. Assottigliò le labbra, riducendole a una linea sottile, e si avvicinò. Il suo volto apparentemente calmo e gelido era turbato da una strana irritazione.
Si fermò davanti a loro e fissò la Clarkson negli occhi, come se il Serpeverde non esistesse.
-Hai visto anche un’altra ragazza l’altro ieri?
Selene sgranò gli occhi, stupita. Ci impiegò qualche secondo per rispondere, confusa, qualche secondo in cui le sopracciglia nere del professore si corrugarono ancora di più.
-No, certo che n...- le si strozzò la voce in gola, mentre la sua mente cominciava a galoppare. -Dice che c’era un’altra ragazza? Io non l’ho vista nei sotterranei, ma Mikaela aveva detto che aveva visto qualcosa ai margini della Foresta Oscura...- aggiunse mentre la sua mano cercava istintivamente quella di James, che gliela strinse.
Piton ebbe un moto di fastidio nel vederli scambiare quella piccola effusione, ma vide che la ragazza non era concentrata su quel contatto. Anzi, stava pensando.
-Clarkson?- La chiamò la preside, raggiungendoli. Evidentemente Minerva aveva sentito tutto.
La ragazza sbatté le palpebre e puntò i suoi grandi occhi grigi sulla professoressa.
-Sì, preside?
-Sapresti trovare il posto dove la tua amica ha detto di aver visto quel “qualcosa”?
Selene deglutì.
-Sì.
 

-Mikaela ha detto di averlo visto lì... tra degli alberi- Minerva e Severus seguirono la direzione del dito della loro allieva, aggiustando la presa sulle bacchette.
In effetti, tra le ombre degli alberi della foresta, c’era un’ombra strana, deforme...
Entrambi i professori sentivano perfettamente il respiro tremante di Selene, forse per il freddo, forse per la paura. Minerva scoccò un’occhiata a Severus, comunicandogli con il suo sguardo grigio e scintillante di restare a proteggerla.
Poi la donna iniziò ad avvicinarsi all’allavamento tra le radici nodose e contorte degli alberi.
-Clarkson- mormorò Severus, avvicinandosi alla ragazza di qualche passo, mettendosi davanti a lei.
-Sì, professore?
-Fuori la bacchetta.
Selene trattenne un gemito. Odiava combattere. Odiava pensare di far male a qualcuno, anche soltanto metterlo al tappeto temporaneamente. Comunque, obbedì. Le sue dita sudate si strinsero attorno alla sua arma, tirandola fuori dalla tasca del maglione e puntandola verso il basso, e non verso la schiena del professore.
Minerva sparì dietro un tronco di un albero, sotto i loro occhi, spaventati e tremanti di una e gelidi e razionali dell’altro.
Per qualche breve attimo a tensione attraversò l’aria e i loro cuori presero a battere forte.
Poi sentirono un urlo.
-E’ una ragazza!- Severus e Selene tirarono un sospiro di sollievo e si avvicinarono quasi correndo a Minerva. Appena il tronco non ostacolò più la loro vista, la videro inginocchiata a fianco a una ragazza sdraiata per terra. Severus si inginocchiò dall’altro lato, posando due dita sulla gola della sconosciuta, inerme e svenuta. Aveva lunghi capelli castani, un viso dolce, a cuore, e enormemente pallido.
-E’ viva- sentenziò -ma per poco, se non ci sbrighiamo a portarla a Poppy- aggiunse, rivolgendosi velocemente alla preside.
Minerva annuì, agitando la bacchetta e sollevando la ragazza in aria. Fece apparire una coperta con cui avvolse il corpo inerte e poi Severus la prese in braccio.
-Selene, svelta-  la incoraggiò la preside, vedendola ancora immobile sopra l’ammasso di radici. La Corvonero sbatté le palpebre, ma senza riuscire a distogliere lo sguardo dal fagotto immobile tra le braccia del professore, che la fissava palesemente irritato.
-Sì preside- mormorò Selene, girandosi meccanicamente e seguendo la McGranitt, che procedeva svelta. Erano tutti e tre ansiosi di uscire dalla Foresta Proibita... e capirci qualcosa di più.


 

  •


Angolino Timido Dell'Autrice:
Ehm.. zao! ^^
Voglio ringraziare tutti quelli che sono riusciti a leggere quest'obbrobrio...
Questa ff è il seguito di "Shadows", dove è raccontata la storia di Celeste, figlia di Morfeo (e ragazza di Nico tra tante altre cose XD)
Non penso sia necessario leggera per capirci qualcosa, qui... a parte che saranno presenti nuovi personaggi (eh sì: torneranno tutti, dal primo all'ultimo: Laura, Joanna, i mitici fratelli Stoll (SAREBBE IMPENSABILE NON SCRIVERE DI LORO ANCHE QUI!), Hector, Ajax, Yoru... ok, la pianto :D)
Come avrete visto, cìè una new entry: Selene Clarkson, sbadatissima Corvonero con l'hobby di andare a sbattere contro il nostro tenerissimo cuccioloso professor Piton/Snape!
*Piton spunta dal nulla e mi avadakedavrizza*
Sono ancora qui, sì (ma il mio cervollo no, quello non l'ho mai avuto XD) grazie a Nicuccio!! Che farà la sua comparsa nel prox chapty!
Bien, ora vado che ho freddo alle mani e devo fare la pasta per il mio gemello che se arriva a casa e non trova nulla mi stacca la testa! >.<
e....
RECENSITEEE, voglio sapere se continuare!!
Bacioni,
Anna

P.S: L'immagine di Nico è della strastupenda Viria! Vi prego, non copiatela, non sono sicura di poterla usare! Ma visto che è bellissima...

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Anna Wanderer Love