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Autore: PONYORULES    04/03/2014    7 recensioni
"Non ricordi?".
"Aiutami a farlo".
Mi piace pensare che i sogni colleghino le persone di tutto il mondo. Che le facciano innamorare le une delle altre. Ma loro non lo ricordano.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ponyo a sto giro è schizzata male. Qualcuno si chiederà il perché, ma non temete, vi accontento subito: il fatto è che la mia testa lavora troppo. Non l'avreste mai detto, vero? 
Ebbene, quasi ogni notte sogno qualcosa di particolare.
È per questo che ho scelto di scrivere questa one shot. Perché è stato bello, emozionante e caldo.
I sogni possono essere caldi? Ma da quando?
Da sempre.

Dedicato a ZUD. 
Perché, come di consueto, stiamo-cazzo-scherzando.
 
 
민윤기 was My Husband
 
 
Ricordo pochi dettagli.
E mi scuso in anticipo se questo racconto sarà sfuocato.
Yoongi è seduto affianco a me su una panchina, si stringe nella giacca verde militare un po' troppo larga per la sua corporatura così minuta. Quando gira il viso, riconosco la sua bellezza intrinseca e sento espandersi dentro al mio stomaco una bolla di tensione. Sta guardando proprio me e riconosco nei suoi occhi una luce. Diversa da quella che ho visto finora.
Comincia a recitare, il suo inglese non inciampa fra le sue labbra ma anzi, scorre come un fiume in piena. Rispondo e un rumore alle nostre spalle mi fa sussultare.
<< No! Rifacciamo! >> urla il regista.
Annuisco, delusa e confusa. Come spesso accade, mi domando cosa ci faccio lì, e a che cosa corrisponda quel . Se sia un luogo che esiste una volta aperti gli occhi oppure se unicamente fonte della mia immaginazione.
Una sua mano calda sfiora il mio interno coscia e trattengo un gemito. Vorrei voltarmi e fare la sostenuta, facendogli capire che non sono un oggetto e che non può toccarmi dove e quando pare a lui.
Ma qualcosa, come una coscienza, mi tranquillizza e mi fa capire che è in quel preciso punto che la sua mano deve stare. Che quelle cinque dita che ora esercitano una lieve pressione, ci sono già passate da lì.
Scelgo di non ribellarmi e, docile, riprendo a recitare.
Il regista, che riconosco essere il mio precedente fidanzato, si avvicina a noi con un paio di falcate.
<< Basta! Mi sono reso conto che Suga non è il soggetto che cercavamo. Potete andare >>.
<< Potresti spiegarti meglio? >>.
<< Stai zitta >> sibila, i suoi lineamenti sempre tranquilli ora sono distorti da un'espressione di furia cieca. 
Per la seconda volta, mi piego al corso degli eventi e raggiungo il ragazzo rifiutato, che ora sta mostrando un visino triste e affranto.
<< Ehi >> gli dico, avvicinandomi. << Non ti preoccupare, non è colpa tua >>.
<< È andata così male? >> mi domanda, gli occhi un reticolo di tristezza e delusione.
Quell'immagine mi rimane stampata nella retina, come una vecchia foto di famiglia.
<< Ma no, affatto! >> esclamo, mentre gli stringo il gomito. << Qualcosa troveremo >>.
I suoi occhi guizzano nella mia direzione ed è in quel momento che capisco cos'ho detto e la palesata presenza di un "noi", mi fa allontanare dal ragazzo.
<< Io- scusa >> cerco di giustificarmi. 
<< Non scusarti >> mi dice. Mi sorride come l'ho sempre visto fare, ma percepire che le sue labbra tirate siano merito mio, mi trasmette un'emozione incredibile e non riesco a fare altro che concretizzare i miei pensieri in parole.
<< Sei bellissimo quando sorridi >>.
Non è imbarazzo quello che provo, ma sicurezza. Come se quella frase fosse già echeggiata nelle mie orecchie.
Mi si avvicina per donarmi un fugace abbraccio. Sono talmente tanto sconvolta da non riuscire a ricambiare. Mi viene voglia di baciarlo.
Ancora, una piccola parte di me non mi vieta di farlo, bensì mi rassicura, dicendomi che sarebbe una cosa normale. Che sarebbe lecito.
<< Ancora non ricordi, vero? >> la sua voce si incrina alla fine della domanda, mentre i suoi occhi rimangono bassi.
<< Di cosa stai parlando? >>.
<< Non ricordi? >>.
<< Aiutami a farlo >>.
<< Ci vuole della gran pazienza con te, Giulia >>.
È in quel momento che mi afferra la mano e la gira, facendomi vedere quello che fascia il mio anulare: un anello d'argento.
Riconosco che ne ha uno uguale.
<< Cosa significa? >> il mio cuore salta un battito.
<< Siamo sposati >>.
Ma no. Non può essere. Avrò capito male io.
Però, più fisso le nostre mani intrecciate, più non riconosco nessuna differenza nei rispettivi anelli.
<< Aspetta >> boccheggio. << Perché non ricordo? >>.
La sua risposta si infila sotto ai vestiti, nonostante gli strati di tessuto pesante e raggiunge subito il cuore, con l'unico scopo di ucciderlo.
<< Perché mi lasci solo da tempo immemore >>.
<< Spiegami di più! Mi sento impazzire >> gli urlo, mentre le prime lacrime spuntano sull'orizzonte dei miei occhi. 
<< Adesso sei qui >> fa coincidere le nostre fronti. << Rimani questa volta, vero? >>.
<< Vorrei ma- >>.
<< Ma questo è solo un sogno >>.
La disperazione si impossessa del mio corpo. Gli passo le mani sui capelli, sugli occhi, sulle labbra, lo guardo da ogni angolatura possibile, tenendo stretto questo ricordo. 
<< Voglio restare. Fammi restare, per favore >>.
<< Prometti di ricordare >>.
<< Lo farò >>.
<< Domani mattina devi ricordare >>.
<< Te lo prometto. Sei bellissimo >> gli ripeto, mentre continuo a cercare anche solo un minimo contatto.
Lui mi lascia fare, chiude gli occhi mentre con mani tremanti mi accarezza a sua volta.
Gli ultimi momenti prima del risveglio sono i peggiori. Questo perché il cervello comincia a svegliarsi prima del resto del corpo perciò a volte ti rendi conto della cosa ma non puoi combatterla.
Yoongi mi lascia andare, mi promette a sua volta che aspetterà il mio ritorno come ha sempre fatto.
È straziante aprire gli occhi.
Inforco gli occhiali e mi alzo, infilando l'anello un tempo appartenuto a mia nonna, nell'anulare della mano destra. 
Ormai il dito ha preso la sua forma ma questa volta si blocca poco prima e sussulto, mentre i miei piedi si fermano.
In quel piccolo spazio sento ancora la presenza dell'altro anello, quello con cui mi dichiaravo sposata col ragazzo di cui non posso scordarmi.
 
Mi piace pensare che i sogni colleghino le persone di tutto il mondo. Che le facciano innamorare le une delle altre. Ma loro non lo ricordano.
 
Ponyo
  
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