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Autore: P h o e    04/03/2014    6 recensioni
| Raccolta collettiva - Jackunzel.
—Credo che tu debba aggiungere dell'azzurro al cielo e un po' di erba sulla superficie del dirupo, così sembrerà più realistico— puntualizzò, cercando di non apparire maleducato o scortese, intendeva solo farglielo notare, per un risultato migliore.
La ragazza sussultò, spaventandosi più del dovuto all'udire della sua voce, non si aspettava di certo che qualcuno l'avesse seguita.
—Che ci fai qui?— domandò infatti, stringendosi nelle spalle ed ignorando il suggerimento del ragazzo.
—Beh, ti è caduta questa— disse, lanciandole la bomboletta con una mano, mentre l'altra rimaneva al caldo nella tasca della sua pesante felpa blu.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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RACCOLTA COLLETTIVA


Attraverso le sfumature dell'alba.








 
La campanella dell'ultima ora suonò puntuale come mai prima di allora. 
La professoressa tentò inutilmente di assegnare i compiti, ma gli alunni coprirono la sua voce con schiamazzi di ogni tipo e urla di sollievo, inducendola a rassegnarsi e a borbottare qualcosa di poco gentile verso i giovani d'oggi.
Jack si stiracchiò lentamente, prendendosi tutto il tempo necessario per sgranchirsi le ossa ormai formicolanti, erano state le due ore di lezione più pesanti a cui avesse mai partecipato, odiava ogni materia che si collegasse al passato e per l'ennesima volta si domandò nuovamente per quale motivo dedicassero tutto quel tempo prezioso -che avrebbe potuto spendere in altro modo- a studiare degli ormai defunti storici.
Ma rinunciò ad ogni risposta, con una scrollata di spalle. L'unico suo desiderio in quel momento era sdraiarsi sul suo comodo letto e ascoltare della sana musica.
Notò ancora del gran movimento tra i banchi, ma la sua attenzione venne catturata dalla ragazza che sedeva a due file di distanza dalla sua. 
Rapunzel, o qualcosa del genere. Una ragazza tranquilla in apparenza, durante le lezioni interveniva solo se interpellata e molte volte veniva sorpresa a disegnare, quando succedeva la vergogna la portava a nascondersi quasi sotto al banco, con la testa china.
Jack non ci aveva mai fatto tanto caso, probabilmente se non ci fosse stato il registro a ricordare il nome della ragazza, lui non sarebbe stato nemmeno in grado di riconoscerla.
Ma la sua attenzione venne catturata da una bomboletta spray che le cadde dallo zaino, aveva tutto l'aspetto di una bomboletta da graffito. A che cosa poteva servirle qui a scuola?
Vide Rapunzel chiudere goffamente lo zaino e correre fuori, senza nemmeno dare il tempo a Jack -il quale era intenzionato a fargli notare la bomboletta- di togliersi le cuffiette dalle orecchie per chiamarla.
A quel punto il ragazzo sbuffò, alzandosi e infilando l'unico libro presente sul banco nello zaino. Si avviò, probabilmente non l'avrebbe più ritrovata, ma in quel momento proprio non se la sentiva di correre dietro a qualcuno.
Cercò di farsi strada attraverso la fitta rete che gli studenti si ostinavano a formare davanti al portone e tra le migliaia di teste scorse anche quella bionda di Rapunzel. Non si spiegò il motivo di tanto interesse, ma in qualche modo gliel'avrebbe restituita.
Si rigirò la bomboletta tra le mani, annoiato, aspettando che qualcuno lo lasciasse passare e quando finalmente il cancello si aprì, fu come se finalmente l'aria tornasse a circolare.
Jack cercò di oltrepassare la massa di studenti frettolosi di tornare alle loro dimore, per non perdere di vista la ragazza che -piccola com'era- riusciva a guizzare da un capo all'altro della folla come se si fosse spalmata addosso dell'olio e questo l'agevolasse.
Spintonò per errore qualcuno, ma riuscì a congedarsi con uno: Scusa, amico.
Gli autobus e gli studenti cominciarono a dimezzarsi e finalmente Jack riuscì a tenere il suo passo, mentre lei si infilava in un vicolo cieco che avrebbe messo paura a chiunque ragazza, considerando le persone poco affidabili che vi giravano.
Ma Rapunzel sembrava conoscere quegli angoli alla perfezione e li superava senza timore. Girò parecchie volte attraverso quei vicoli, prima a destra, poi qualche volta a sinistra e infine di nuovo a destra, sembrava quasi un labirinto.
Si fermò finalmente di fronte ad un murales, che notò per la libertà e la serenità che gli trasmetteva. A differenza degli altri, i quali si limitavano quasi tutti a scritte volgari o prive di significato, su questo c'era rappresentato un sole che albeggiava riflettendosi su acque cristalline e accostato ad un enorme dirupo schiarito particolarmente da sfumature che rappresentavano appunto l'alba.
Era incredibile, ma per quanto Jack ne fosse rimasto incantato, non riuscì a lasciar correre alcuni particolari come forse i colori troppo aranciati per un cielo che ancora non aveva visto il sole, oppure i pochi particolari del dirupo che avrebbero potuto rendere il tutto ancora più magico.
Senza contenersi, le si avvicinò, proprio quando lei si tolse le scarpe e spostò la lunga e pesante treccia dietro la schiena per impedire che le finisse sul viso.
—Credo che tu debba aggiungere dell'azzurro al cielo e un po' di erba sulla superficie del dirupo, così sembrerà più realistico— puntualizzò, cercando di non apparire maleducato o scortese, intendeva solo farglielo notare, per un risultato migliore.
La ragazza sussultò, spaventandosi più del dovuto all'udire della sua voce, non si aspettava di certo che qualcuno l'avesse seguita.
—Che ci fai qui?— domandò infatti, stringendosi nelle spalle ed ignorando il suggerimento del ragazzo.
—Beh, ti è caduta questa— disse, lanciandole la bomboletta con una mano, mentre l'altra rimaneva al caldo nella tasca della sua pesante felpa blu, che tanto amava.
Rapunzel la prese al volo, tornando subito a squadrarlo con fare sospetto. Mai prima di allora qualcuno le si era avvicinato con gentili intenzioni, solitamente veniva presa di mira a causa dei suoi lunghi capelli che venivano volutamente pestati per recarle fastidio.
E, nonostante le raccomandazioni e la morbosa gelosia che sua madre nutriva verso di lei, Rapunzel riusciva sempre a trovare quei cinque minuti per sfogare le sue angosce in un murales o anche solo in un dipinto. Quello era il suo modo di sentirsi libera, immaginarsi un determinato posto -nonostante magari non l'avesse mai visto- in un determinato momento e renderlo concreto.
Be', forse concreto non era esattamente la definizione esatta, ma tutte le sue opere nascevano da idee chiare e concise.
In cuor suo fu comunque grata a Jack per avergliela riportata, infondo lui non le aveva mai fatto nessun torto, non aveva motivo di avercela con lui.
—Grazie...— mormorò sottovoce, infilando la bomboletta nello zaino e stropicciandosi la gonna con fare nervoso. Socializzare non le era mai riuscito granché bene.
Jack alzò due dita a livello della fronte, salutandola e facendo per andarsene, ma la ragazza lo fermò in tempo.
—Jack, aspetta!— lui si voltò. —Per il consiglio di prima... mi farebbe piacere se mi aiutassi a scegliere i colori, non ho mai visto un'alba, non ho idea di come sia.—
Il ragazzo rimase immobile, riflettendo.
Rapunzel desiderava farsi qualche amico, in tutta la sua vita aveva sempre pensato di essere strana o diversa dagli altri, per via dei suoi capelli e forse quella poteva essere la sua occasione per conoscere qualcuno, anche se sua madre non lo avrebbe mai accettato. Jack non sembrava un cattivo ragazzo, infondo.
—D'accordo, non c'è problema— rispose dopo attimi di esitazione. —Troviamoci domani mattina davanti al faro, alle cinque e sii puntuale, mi raccomando.—
Rapunzel rimase sorpresa da quell'invito, o qualsiasi cosa fosse. Cos'avrebbero dovuto fare così presto davanti ad un faro? L'unica cosa certa era che avrebbe fatto una gran fatica a svegliarsi e che sua madre probabilmente l'avrebbe scoperta, ma se quello era un modo per conoscerlo meglio e farsi dare qualche consiglio sulla pittura... be', si sarebbe dovuta adattare.
Con un breve cenno del capo annuì, guardando Jack allontanarsi.


Rapunzel immerse la testa nel cappotto, stringendo le spalle e cercando di scomparire dentro la pesante sciarpa. Estate o inverno che fosse, la notte si trascinava dietro un vento gelido che la mattina infastidiva gli alunni, già poco vogliosi di andare a scuola.
A quell'ora, poi, il vento soffiava ancora più impetuoso, muovendo gli alberi fino a farli ondeggiare e probabilmente creando violente mareggiate.
In lontananza scorse il faro dove avrebbe dovuto trovarsi con Jack e cercò di accelerare il passo, considerando che era partita di casa abbastanza tardi e la strada da percorrere era stata lunga e solitaria, temeva di poter incontrare qualche malintenzionato, ma fortunatamente non accadde.
Scorse il ragazzo appoggiato all'unica costruzione presente su quel dirupo e lo riconobbe grazie al pesante giubbotto che portava, largo almeno due volte più di lui.
I suoi capelli venivano scompigliati dal vento, portando il ciuffo che solitamente s'inclinava verso sinistra, da tutte le parti.
Quando lo raggiunse lui la salutò con un cenno del capo e Rapunzel giurò quasi di aver intravisto una traccia di sorriso.
—Ciao— ricambiò subito lei, sfregandosi il braccio imbarazzata. —Allora, perché siamo qui?—
—Tra poco lo vedrai— si limitò a rispondere lui, senza poi aggiungere altro.
Rapunzel abbassò il capo, trovando le sue scarpe più interessanti di qualsiasi altra cosa li circondasse. Quel silenzio era più imbarazzante del fatto che fossero da soli, in mezzo al nulla praticamente.
Le era difficile stringere rapporti con delle ragazze, figurarsi con dei ragazzi. E mentre lei sentiva la pressione di quel silenzio schiacciarla, lui se ne stava fermo ad osservare altrove, forse non nutriva l'altrettanto bisogno di dire qualcosa.
—Cosa farai dopo gli studi?— domandò lei, dopo istanti di silenzio.
—Mi piacerebbe fare il maestro— rispose Jack, guardandola finalmente negli occhi —Mi piacciono i bambini.—
Rapunzel si perse nell'incredibile varietà di sfumature che adornavano quegli occhi, quasi di ghiaccio. Profondi, ecco come li avrebbe descritti, freddi ma profondi. Avrebbe voluto dipingerlo, un ritratto che si colorava solo di bianco e nero, a parte gli occhi che li avrebbe lasciati del loro colore esatto, apposta per risaltare il tutto.
Ma sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederglielo e anche se ce l'avesse avuto, lui avrebbe sicuramente rifiutato.
—E tu?— domandò, riportandola alla realtà.
—I-io cosa?— 
Jack sorrise e questa volta Rapunzel lo vide bene, aveva un sorriso bellissimo, —Cosa vuoi fare dopo gli studi.—
—Ah...— sussurrò abbassando la testa e riflettendo. —Mi piacerebbe fare l'artista, o scrivere un libro, ma in realtà ho molti sogni. Il primo è quello di viaggiare per il mondo e vedere posti nuovi.—
Già, quello era il suo sogno, ma sua madre non glielo avrebbe mai permesso. Lei era costretta a rimanere nella sua casa, senza amici e l'unica libertà che aveva era la lettura e l'arte, l'ultima in particolar modo.
Un raggio di luce le sfiorò la guancia e lei di riflesso chiuse l'occhio, infastidita.
—Ci siamo— disse Jack, voltandosi verso il mare che sembrava finalmente essersi calmato, insieme alla gelida brezza che poco prima li avvolgeva —Ho pensato che ti sarebbe piaciuto.—
Rapunzel osservò rapita tutti i colori e la maestosità che quell'alba le stava mostrando. 
Nonostante il sole fosse appena visibile, l'arancione che fuoriusciva dall'orizzonte andava a mischiarsi coi colori freddi del mare davanti ai loro occhi e del cielo, sfumandolo di un arancione quasi impossibile da creare.
Le nuvole, che in altri momenti la ragazza avrebbe odiato, ammorbidivano la luce, mascherandosi come delle macchie che sembravano essere state create apposta per il paesaggio.
L'acqua scintillava a contatto con tutte quelle luci in contrasto, sembrava che tutti gli elementi di fronte a loro giocassero e si rincorressero tra di loro.
Rapunzel ammise che il suo dipinto non poteva nulla di fronte a tutta quella bellezza e le luci erano effettivamente sbagliate, come le aveva fatto notare Jack.
Ma dopotutto lei non aveva mai avuto modo di vedere l'alba.
Rimase a sorridere a bocca aperta, come mai nessuno l'aveva vista e quando fece per girarsi verso Jack con l'intenzione di ringraziarlo, lui la stava guardando sorridente.
Per un attimo non disse nulla, si domandò cosa la incantasse di più: se l'alba o il sorriso di Jack.
Nonostante i suoi occhi fossero azzurri come il cielo invernale, Rapunzel in quel momento li trovò più confortevoli di un sole estivo.
—Grazie, è bellissima!— esclamò contenta come una pasqua. D'ora in avanti non si sarebbe più sbagliata riguardo ai colori che contornavano quel paesaggio così artistico e nemmeno su Jack.
Era forse l'alba di un nuovo amore?

Il giorno seguente, Rapunzel raggiunse come di consueto il suo murales.
Aveva disegnato per tutta la notte e tutta la mattinata quello a cui aveva assistito il giorno precedente e si era giurata di rimuovere il suo attuale graffito per sostituirlo con l'idea che aveva piantata in testa.
Svoltò l'ultimo angolo, abbastanza sicura di sé, ma quando si trovò davanti al suo murales, tutta la sicurezza sparì.
Al posto dell'opera che si ricordava di aver lasciato due giorni prima, c'era una nuova alba, con nuove sfumature più azzeccate e contorni più dettagliati e, proprio lì, dove il faro s'innalzava fiero per illuminare la costa, scorse due figure appostate.
Era lei e al suo fianco c'era Jack.
—La prossima volta potremo provare con il tramonto— disse qualcuno alle sue spalle.
Lei si voltò, trovando Jack con una bomboletta tra le mani e con almeno dieci tipi di colori differenti sui vestiti e i piedi nudi, si poteva chiaramente notare quanto avesse faticato per creare quel graffito.
—Sicuro!— rispose lei di rimando, togliendosi le scarpe dai piedi e raccogliendo una bomboletta finita a terra.











 


Nota autrice:
Questa one–shot fa parte di un fenomeno più ampio che io e le mie collaboratrici abbiamo voluto chiamato 'raccolta collettiva'. Si tratta infatti, come dice la parola stessa, di una serie di storie facenti parti di una raccolta frastagliata che abbiamo deciso di pubblicare collettivamente – un capitolo per ogni account. Ci siamo incentrate su tutte le possibili coppie nei The Big Four e voi avete appena letto la mia.
Qui di seguito, eccovi i link di reindirizzamento sulle altre: 


"Jack Frost ti pizzica il naso"  Hijack/a u t u m n ;
"Infinita letizia della mente candida" Mericcup/Shin92;
"One day we'll meet again" Meripunzel/Ucha;
"Ovunque i tuoi passi ti condurranno"  Jarida/Spirit734

Ehilà!
Ok, non ho aggiornato l'altra fan fiction che ho in corso, ma quest'idea è meravigliosa e ho pensato (tutte noi lo abbiamo pensato, credo) che sarebbe stata bella una raccolta sulle coppie dei Big four.
Ho scelto la Jackunzel perché era la prima volta che scrivevo su loro due, mi piace come pairing, sono teneri!
Grazie a tutte le persone che recensiranno e grazie anche alle mie collaboratrici c:
Alla prossima!
  
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