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Autore: Bertu    05/03/2014    12 recensioni
Matteo è chiamato da tutti il Gigante Buono. 208 centimetri di tenerezza e amore da donare, anche se preferisce riversarlo sui piccoli pazienti dell'ospedale dove lavora che su una ragazza. Sorriso perfetto e braccia da favola, potrà mai diventare il Grande Gigante Innamorato?
Lucia abiti di fronte a Matteo, ma, complici gli orari diversi e una vita sociale inesistente, non l'ha mai incontrato. Dolce e romantica, ha un debole per i sorrisi, le belle braccia e i bambini. Sogna ormai da anni il suo "Mister X", anche se sa che non lo incontrerà mai: quando parla a un ragazzo balbetta sempre, purtroppo.
Tutto questo, però, è destinato a cambiare.
Gli amici di Matteo e la piccola Cisky uniranno le loro forse non solo per farli finalmente incontrare, ma per svolgere il ruolo di Cupido.
Saranno balbettii?
Sarà indifferenza?
Oppure sarà... amore?
Solo una cosa è certa. Come dice Ivano: "L'amore non è questione di testa, ma di pancia. Anche se io ho solo addominali scolpiti".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1

Appollaiato sullo sgabello di fuori dal bar, Matteo aspettava i suoi amici. L’estate era ormai arrivata ed era piacevole stare all’aria aperta.
Come al solito era arrivato prima di tutti: Luca e Gianluca sarebbero arrivati da lì a poco mentre Ivan… Beh, Ivan era famoso in tutto il mondo per il suo ritardo cronico.

Quella sera non si sarebbero ritrovati al solito posto, ma in un localino vicino all’ospedale. Lo facevano soprattutto per lui: quella sera era reperibile.
Anche se Ivan era un po’ una testa di cazzo perennemente in ritardo, Luca un cucciolo tenebroso che cercava di mascherare i lati migliori del suo carattere e Gianluca si fosse completamente rimbambito da quando aveva incontrato la sua fidanzata… ecco, nonostante tutti i loro difetti la loro sembrava un’amicizia da manuale: dai banchi di scuola ai tornei di bocce (quando sarebbero stati abbastanza vecchi da indossare la dentiera e passeggiare con il bastone. Adesso, citando Ivan, avevano bocce più importanti di cui occuparsi).

Scosse la testa e guardò l’orologio.
Le nove e un quarto.
Distrattamente levò lo sguardo verso la porta.
“Uffa è mai possibile che siano tutti in ritardo sparato?” pensò Matteo, battendo un piede per terra, seguendo un ritmo immaginario. Lo faceva sempre quando era nervoso, irritato, imbarazzato… o quando non sapeva che altro fare.
Ivan aveva tante buone qualità, perché doveva influenzare gli altri con il suo gene del ritardo cronico?

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

Guardò di nuovo l’orologio.
Le nove e diciassette.
- Gigante! Sono arrivato! – urlò Ivan smontando dalla moto. Poi si tolse il casco, continuando a parlare all’auricolare. - Visto non sono così in ritardo. In fondo dovevamo incontrarci intorno alle nove. Solo solamente le… fa niente, Alice, tu mi odi. Non mi più sposare? No… no… Io ti amo tantissimo! Sì, farò quel corso pre-matrimoniale a cui tiene tanto tua nonna. Certo, amore della mia vita. Ci sentiamo dopo. Ti amo… anche se non capisci i miei ritardi -

Dietro di lui erano scesi dalle rispettive macchine anche Gianluca e Luca, che salutarono Ivan con delle cameratesche pacche sulla spalla.
- Alice ti da del filo da torcere, vero? – disse Luca, prendendo una sigaretta dal pacchetto e mettendosela tra le labbra.
Ivan scosse la testa, sorridendo.
- Ѐ quello che amo di quella donna… Naturalmente insieme ad altre qualità che non scoprirai mai! Adesso devo anche fare un corso pre-matrimoniale cazzuto e non ne ho proprio voglia. Ma però… il mio cuore diventa più felice quando penso alla nostra futura gita a Las Vegas e alle spogliarelliste che mi godrò con voi! -
Gian sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
- Per l’ultima volta. NOI NON ANDIAMO A LAS VEGAS! -
- Adesso non ho più dubbi: Giorgia ti ha castrato –

Tutti strabuzzarono gli occhi. Se Luca avesse bevuto un goccio di birra, certamente gli sarebbe andata di traverso.
Gian chiuse gli occhi stringendo la spalla dell’amico, fosse un pochino troppo forte.
- Lei non mi ha castrato. Mi ha aperto gli occhi e fatto scoprire le meraviglie dell’amore -
- Per me ti ha drogato. Comunque il suo pusher vende roba buona, quasi come la mia cicoria. Mia nonna, ah, che Dio l’abbia in gloria, coltivava tutto in maniera biologica. Acqua e ortiche, cacca di gallina, cacca di mucca, cacca di coniglio… -
- La smettiamo di parlare di cacca? Il discorso è un po’ di merda! – Luca si era fermato in mezzo alla strada, le braccia lungo i fianchi, l’espressione di chi avrebbe voluto trovarsi ovunque ma non lì.
- Perché? Tu non parli mai di cacca? È una cosa naturale, vero Gigante? –

Matteo guardò gli amici accomodarsi al tavolino e rivolse uno sguardo indulgente a Ivan.
Lui non gli avrebbe dato corda. Questa era una discussione da stroncare sul nascere. Rivolse alla cameriera un sorriso e questa si avvicinò per prendere gli ordini. Anche lei, per sua pura sfortuna, fu coinvolta nel discorso.
Scappò a gambe levate, il blocco degli ordini tra le mani.

- Allora… com’è andata questa settimana? – chiese Matteo.
- Alla grande, Gigante. Ho affittato ben dieci appartamenti! – Ivan era un agente immobiliare molto… bravo.
Davvero.
Nel suo lavoro erano in pochi a poter competere con lui. Merito del fascino, della parlantina incessabile e inarrestabile e della sua capacità di contrattazione.
Nonché della sua abbondante schiera di fan.
Manco fosse un campione olimpionico.

Luca scosse la testa e sventolò una mano nell’aria.
- Lascia perdere, Gigante -
Nell’ufficio tecnico continuavano i problemi di stalking.
La figlia del proprietario dell’azienda era letteralmente impazzita per il cerbiatto tenebroso e continuava ad andare a trovare il padre in ufficio che casualmente, sì… come no… casualmente, si trovava proprio davanti a quello di Luca.
Stalking e Mobbing.
Luca ne aveva le palle piene.

- La mia piccola ha la media dell’8.9 – disse Gianluca orgoglioso, gli occhi che brillavano.
- Falle i miei complimenti, architetto – si congratulò Matteo sorridendo.
- Ѐ così intelligente. E bella. E simpatica. E tenera. E affettuosa. E affascinante. E sexy –
- Ѐ brava anche a letto? – Ivan si intromise nel discorso con la sua solita delicatezza.

Luca si strozzò leggermente con i salatini (la birra non era arrivata).
Gianluca si girò, incazzato.
- La mia vita sessuale, molto appagante dovrei aggiungere, non è affar tuo -
- Ma dai, architetto. Era solo per scherzare… -
Gianluca prese un pop corn e lo lanciò addosso a Ivan.

Purtroppo fece male i suoi conti.
Ivan, per ripicca, gliene tirò addosso una manciata. In un colpo solo. Aveva le mani grandi.
- Oh! Adesso basta! Sembrate due bambini del mio reparto! – sbottò Matteo. Poi, più bonariamente, si rivolse a Ivan, pregandolo di lasciare in pace il povero architetto.

- Ascolta Matteo, te l’ho ripetuto già un sacco di volte. Sarai anche il Grande Gigante Buono, ma purtroppo non sei neancora il Grande Gigante Innamorato. Mentre io sto per sposarmi, quindi posso dire tranquillamente di essere un esperto in materia. E il nostro Gianluca ha lasciato le sue palle con Giorgia -
- Non ho lasciato le mie palle a casa di Giorgia! Sono ancora qui, vuoi vederle? –

Matteo sbatté il piede contro il tavolo e tutti si fermarono.
Dall’alto dei suoi 2metri e 8centimetri, sapeva davvero intimorire. Questo era molto utile in reparto con i bambini particolarmente dispettosi e capricciosi… ed era utile anche con quei due che poco avevano da invidiare alle piccole pazienti che avevano decorato il suo cercapersone con i brillantini fucsia, blu e bianchi.

Sapeva intimidire, ma non usava questo super potere molto spesso.
Matteo era un Gigante Buono. Una di quelle persone che si fanno in quattro, se non addirittura in quaranta, pur di aiutare il prossimo. Per questo aveva scelto scienze infermieristiche come facoltà all’università. Anche se i test di ammissioni erano stati abbastanza difficili, si era dovuto rimboccare le maniche per tutta l’estate, sapeva di aver fatto la scelta giusta. Dopo l’università si era concesso un anno sabbatico partendo con una onlus per il Mozambico: voleva aiutare più persone possibili. Ne aveva viste di ogni in quella avventura e mai e poi mai si sarebbe sognato di trarre così tanti insegnamenti da quell’esperienza.
Insegnamenti non solo di natura medica.
Soprattutto di natura umana.
Ancora non riusciva a capacitarsi del sorriso che campeggiava sempre sui volti di quei bambini. Era tornato a casa con una consapevolezza diversa e con una voglia pazzesca di cambiare il mondo.

E ora, all’incirca tre anni dopo, era l’infermiere più ben voluto di tutto l’ospedale.
Lo chiamavano perfino al pronto soccorso quando i piccoli pazienti avevano troppa paura da non riuscire a essere calmati neppure dalle loro madri.
Era in questo momento che interveniva Matteo.
Con una risata, una storiella o qualcosa inventato sul momento riusciva a far fronte a ogni crisi. Tutti amavano il Gigante Buono.

La cameriera arrivò con le ordinazioni, lasciò il biglietto e ripartì alla velocità della luce.
- Basta parlare di cacca e palle, ok? E basta con queste tue inutili pretese, caro Ivano. Non riuscirai a convincerci ad andare a Las Vegas… Se proprio vuoi credo che Luca sappia come procurarti delle spogliarelliste in zona, senza andare a spendere tutti i nostri fondi in un viaggio che non riusciremo a ricordarci a causa del troppo alcool – disse Matteo massaggiandosi la nuca. – E poi… io sono felicissimo di vedere il nostro Tinti così… così in coppia. E so che sei felice anche tu, anche se non lo dai a vedere -
Ivan diede una gomitata a Gianluca e poi rise di cuore.
- Non c’è bisogno che lo dica: Gianluca già lo sa che sono contento per lui. Adesso è ancora più divertente stuzzicarlo – sollevò la birra al cielo incitando un brindisi all’amore.

- E tu Gigante? Quando ti deciderai a mettere la testa a posto? -
- Ho già la testa a posto. Sono arrivato puntuale io –
- Abbiamo già uno scapolo d’oro nel gruppo… almeno tu devi trovare il vero amore. Fallo per noi – Matteo guardò Gianluca con occhio critico. Forse era da prendere in considerazione quello che aveva detto Ivan… ma era così bello vedere l’architetto innamorato.
Scosse la testa.
- Ho i miei pazienti a cui pensare -
- Ma loro non ti tengono al caldo di notte – obiettò Ivan.

Ma il Gigante scosse ancora la testa.
- Tengono caldo il mio cuore. Ѐ questo che conta -

Ripresero a parlare più tranquillamente, cercando di convincere Ivan che Las Vegas era tutto fuorché la scelta perfetta.
Improvvisamente un bip ripetuto e sordo cominciò a farsi sentire, sempre più forte.
Matteo bevve l’ultimo sorso della coca, slacciando il cerca persone dalla cintura.

1301 Em PrSoc !!!

- Non sei riuscito a staccare quei brillantini? – gli chiese Luca.
- Dai… sembra il cerca persone di una drag queen! Devi comprarne un altro! – rincarò la dose Ivan.

Matteo prese una banconota dal portafoglio e la piazzò al centro del tavolo.
- Il giro lo pago io, visto che devo andare. Ci sentiamo – disse scappando verso la sua macchina e avviando il motore.
Fortunatamente l’ospedale distava non più di tre minuti.

Mentalmente Matteo si preparò al peggio.
1301 era il codice usato per le situazioni più complicate, quelle che comprendevano anche l’intervento di membri delle forze armate.
E, se avevano chiamato lui, significava che erano coinvolti anche delle piccole povere anime innocenti.

Scalò la marcia parcheggiando al suo solito posto.
Corse verso il Pronto Soccorso, senza passare dallo spogliatoio.
Un’infermiera lo aspettava all’entrata e lo accompagnò nella stanza 3, sorvegliata da due soldati dell’esercito, ciascuno con un’arma in mano.
Matteo fece un respiro profondo e si preparò mentalmente a quello che poteva esserci dietro la porta.

***

Una donna era stesa sul lettino, circondata da dottori, infermieri e uomini in giacca e cravatta.
E da una bambina.
Una bellissima bambina bionda che Matteo riconobbe subito.
- Ciao Cisky! – disse con voce allegra avvicinandosi e posandole una mano sulla testolina.
Si ricordava benissimo di quella bambina: era venuta qualche settimana prima a farsi medicare una brutta ferita sul ginocchio e si era lasciata avvicinare solo da lui. Gli altri medici di turno erano si erano arresi nel sentire le sue urla e le sue proteste.
E avevano deciso di chiamare Matteo che aveva risolto la situazione in un baleno.

Francesca, così si chiamava la bambina, l’aveva ricompensato con un grande sorrisone e un abbraccio che aveva fatto breccia nel cuore di Matteo.
- Come stai piccola? – le sussurrò tenendo sempre una mano su di lei in modo da trasmetterle calore e rassicurarla.
La bambina si girò, gli occhi azzurri pieni di lacrime.
- La mia mamma sta andando in cielo – sussurrò stringendo la mano della donna stesa nel lettino.

Matteo la guardò più attentamente e riconobbe la donna che aveva accompagnato Cisky.
Ma non era la stessa.
Era molto più magra e pallida e respirava a fatica.
Sul torace si poteva chiaramente vedere una grande macchia scura rossa.
“Sangue” intuì Matteo. Anche senza vedere la cartella intuì che la situazione doveva essere grave. Ma Cisky era troppo pura, troppo innocente per subire un dolore del genere.
Doveva proteggerla.

Si inginocchiò, in modo da avere il suo viso alla stessa altezza di quello della piccola.
- Non ti preoccupare, piccina. Vedi tutti questi dottori? Loro sono qua per guarire la tua mamma come io ho aiutato a guarire te, ricordi? -

La mamma di Francesca aprì gli occhi a fatica e fece un segno con la mano.
L’infermiera che aveva accompagnato Matteo nella stanza prese Cisky in braccio e, nonostante le sue proteste, la portò fuori dalla stanza.

Matteo seguì la scena con gli occhi, ma poi la sua attenzione ritornò sulla donna. Gli aveva arpionato il braccio e lo fissava.
- Devi prenderti cura di Cisky – sussurrò debolmente.
- No. Lei deve prendersi cura di Cisky. Aver fiducia nei suoi medici, rimettersi al più presto e aver cura di Cisky – le disse mantenendo la voce calma e non facendosi prendere dal panico.
- Sto morendo Matteo. Mi hanno sparato e sto morendo. E voglio nominarti tutore legale di mia figlia –
- Tutore legale? Ma non mi conosce nemmeno! Come fa a essere sicura che sua figlia sarà in buone mani? –
La donna cercò di distendere il suo volto in un sorriso che si trasformò in una smorfia di dolore.
- Lo so, non ti dimenticare che noi donne abbiamo un sesto senso. Prenditi cura di mia figlia, insegnale le buone maniere, terrorizza il suo primo ragazzo, accompagnala al cinema a vedere i cartoni, indirizzala verso una buona università. Mi fido di te, ti prego -
Iniziò a tossire e i dottori si avvicinarono trafficando con i macchinari.
La donna aveva ancora lo sguardo fisso su Matteo.
Sul Gigante Buono che sospirò e chiuse gli occhi.

Prendersi cura di una bambina di poco più di tre anni.
Lui che non sapeva allevare neanche un coniglio e aveva fatto morire dozzine di pesci rossi nell’arco della sua vita.
Non sapeva cucire un bottone.
Non sapeva di vestiti, gonne o… barbie.

Ma era il Gigante Buono.
Aprì gli occhi e sorrise alla donna.
- Sì. Mi prenderò cura di lei -

Anche se un po’ avventata, il Gigante sapeva di aver preso la decisione giusta.


Ciao e benvenute :)
Matteo e Ivan vi stringono in un abbraccio  e sperano che il primo capitolo vi sia piaciuto :) Come potete vedere si divide principalmente in due parti e i toni sono molto diversi. Non vi preoccupate: le parti comiche abbonderanno a discapito di quelle drammatiche :D Concedetemi solo un altro capitolo per sistemare un po’ la situation e poi… diciamo che Ivan, e le sue battute, avranno molto spazio :P
Come potete intuire il protagonista e alcuni personaggi non sono nuovi: li abbiamo conosciuti in “Un nuovo Messaggio”, ma il GGI si può leggere tranquillamente come una storia a sé :) Questo non vuol dire che non potete leggere UNM… :P Anzi, se volete leggere qualcosa di spiritoso, carino e frizzante dateci un’occhiata ;)
Ma ritorniamo a parlare del nostro GGI :) Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto :) Riuscirete a dare un po’ delle vostre attenzioni anche a Matteo, l’infermiere tenerollo? ;)
E alla Bertu, che aspetta in grazia di ricevere una vostra recensione? ;) Ritornando serie un attimino, se avete due secondi di tempo e riuscite a lasciarmi due parole per consigliarmi, criticarmi oppure incoraggiarmi… mi farebbe molto piacere  *^*
Ricordo il mio account fb (https://www.facebook.com/bertu.efp)  dove potrete trovare spoiler, foto dei personaggi. Se avete dubbi, richieste o contestazioni (spero di no xD) contattatemi :)
Mi trovate anche su ask :D (http://ask.fm/BertuEfp )
Ivano vi manda un bacione e dice che vi ama tutte :D
Io vi stringo in un abbraccio <3
Tanto love
Robi
   
 
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