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Autore: Zoraya    05/03/2014    3 recensioni
"Chrono guardò Rosette, accanto a lui. Come era possibile che lui la trovasse bella anche in quello stato?
La ragazza era reduce da un combattimento e aveva i vestiti a brandelli, la faccia sporca e sofferente e diversi tagli che le coprivano il corpo. Lui non era di certo messo meglio, ma era davvero preoccupato per la ragazza perché aveva di nuovo dato libero sfogo ai suoi poteri per salvarla e le aveva tolto, ancora anni di vita. Ma cosa poteva farci?
Non se la sentiva di vederla morire davanti a lui ora."
Pensieri di Chrono e di Rosette...
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui con un'altra... cosa... 
Vi lascio alla storia dedicata ad una mia amica, Ilaria.  
Ah, ringrazio  la mia beta  Dramy96123                                                                                    


                                                                     INSIEME

 
Chrono guardò Rosette, accanto a lui. Come era possibile che lui la trovasse bella anche in quello stato?
La ragazza era reduce da un combattimento e aveva i vestiti a brandelli, la faccia sporca e sofferente e diversi tagli che le coprivano il corpo. Lui non era di certo messo meglio, ma era davvero preoccupato per la ragazza perché aveva di nuovo dato libero sfogo ai suoi poteri per salvarla e le aveva tolto, ancora anni di vita. Ma cosa poteva farci?
Non se la sentiva di vederla morire davanti a lui ora.
Probabilmente sarebbe morta presto lo stesso, ma non così presto, magari avrebbe raggiunto i trent’anni o magari avrebbe avuto un altro po’ di tempo.
E mentre Chrono portava in braccio Rosette, svenuta e lacera,  verso un posto sicuro dove lui ed Azmaria avrebbero potuto aiutarla, pregò per la prima volta nella sua vita un Dio a cui non sapeva ancora se credere.
Lo pregò affinché salvasse Rosette anche quella volta, lo pregò affinché lei lo perdonasse perché le stava mangiando l’anima e lo pregò affinché donasse a Rosette tutti gli anni che le erano stati tolti.
Il velo volò via e cadde a terra dietro Chrono, ma a lui non importava, non si fermò a raccoglierlo. La preferiva decisamente così.
Amava sentire i suoi capelli sfiorargli la pelle, anche se non avrebbe dovuto neanche pensare a lei in quei termini… Non avrebbe mai dovuto pensare a lei e basta! Lei era un essere umano e lui un demone, lei aveva uccisi molti demoni e lui l’aveva aiutata, lei era pura ed innocente anche se aveva ucciso e a lui non importava niente.
Tutte queste ragioni per cui non potevano stare insieme, volavano via un secondo dopo essere state pensate, come quel velo che contava così poco e non era mai riuscito a condizionare né la sua vita, né quella della ragazza che ora stringeva.
- Chrono… - mormorò Rosette, con voce bassa e roca.
- Ciao… - rispose lui fermandosi e cercando quegli occhi che tanto amava.
- Grazie. - aveva detto lei prima di cadere di nuovo addormentata.
No, grazie a te” pensò il demone riprendendo il cammino e individuando Azmaria che lo stava aspettando, già pronta ad aiutarlo.
Grazie a te perché sei ancora viva, grazie a te perché rendi questo mondo un posto degno di essere vissuto e grazie a te perché mi hai accettato nonostante tutto e perché sei sempre con  me. Grazie perché mi hai salvato da me stesso.”
- Come sta? - chiese Azmaria non appena lui posò Rosette su un giaciglio improvvisato.
- Ora starà meglio. - rispose lui tornando ad assumere l’aspetto di un bambino.
- Già, in effetti è solo stanca; le sue ferite sono superficiali. E’ stata decisamente peggio. - disse Azmaria.
– Perché non vai a dormire un po’ anche tu? Ci sto io con lei. - aggiunse.
E Chrono decise di seguire il consiglio della sua amica, perché era davvero distrutto. Non fece molto caso al posto in cui si trovavano, sembrava un edificio abbandonato. Non riusciva ad articolare neanche più un pensiero decente e, finalmente, il sonno lo colse.
 
- Chrono! Svegliati! - urlò una voce nell’orecchio del demone che scattò seduto, subito all’erta. La odiava quando lo svegliava così. Rosette era in piedi, si era cambiata e sembrava fresca e riposata come se non le fosse mai capitato nulla e lo guardava, scocciata.
Non era vero, la amava anche quando faceva così e mostrava il suo lato di bambina.
- Ti vuoi muovere? E’ mezz’ora che ti chiamo! - sbottò ancora lei mettendo le mani sui fianchi in una posa alquanto minacciosa.
- Arrivo, arrivo. - borbottò lui alzandosi lentamente. Si sentiva ancora intorpidito e per niente riposato. Rosette sbuffò, contrariata, a volte Chrono era così insopportabile! Lo sapeva che non avevano tempo da perdere e non potevano riposare, eppure sembrava non preoccuparsene.
E poi le dava incredibilmente fastidio la sua espressione assente, perché sembrava sempre con la testa tra le nuvole? Stava pensando a Maddalena? In realtà si era un po’ risentita perché i ricordi più luminosi di Chrono erano quelli che riguardavano Maddalena…
Forse non era stata una bella idea entrare nella sua mente e vedere quello che lui aveva vissuto, perché sembrava che il demone percepisse il loro incontro come qualcosa che non doveva avvenire… Ma perché? Davvero non era all’altezza di Maddalena? Era così terribile?
Certo, a volte era scorbutica e insopportabile, ma si comportava così solo perché non voleva esporsi troppo,  e stare con Chrono significava esporsi più del dovuto con qualcuno che neanche la ricambiava e che probabilmente era con lei solo perché non poteva essere un demone completo.
Che sciocca che era! Chrono, magari non la ricambiava, ma era suo amico, di questo era abbastanza certa. D’altronde l’aveva salvata tante di quelle volte che ormai aveva perso il conto, anche il giorno prima, era corso da lei e l’aveva aiutata. Per farlo aveva dovuto prenderle altri anni, ma non importava, lei era ancora in piedi ed era pronta a correre di nuovo a cercare il fratello.
Ricordava di aver sparato contro un demone e che questo era riuscito ad evitare il gospel, dopodiché non ricordava più nulla, c’era solo il vuoto. Quando si era svegliata aveva sentito delle braccia calde e forti che la portavano lontano e aveva aperto gli occhi combattendo contro se stessa, ma doveva vedere chi la stava portando, anche se immaginava già chi fosse.
Infatti era lui, Chrono, il suo cavaliere senza cavallo e senza armatura, ma sempre pronto ad affrontare qualunque cosa per lei. Aveva pensato al suo nome e le sue labbra si erano mosse istintivamente a comporlo e dalla sua gola martoriata era uscita la sua voce, bassa, debole e roca perfino alle sue orecchie. Lui le aveva risposto con dolcezza e lei di era sentita felice di essere viva per poter sentire ancora la sua voce. “Grazie”, era questo quello che aveva detto, l’unica cosa che si era sentita di dire. Lui doveva sapere che per lei era importante e che era grata al mondo perché lo aveva incontrato.
- Tutto bene? - chiese Chrono avvicinandosi a lei.
- Sì, certo! Andiamo che è tardi! Abbiamo tante cose da fare, ha chiamato sorella Kate e ha detto che ci sono degli strani movimenti di demoni qui vicino, dobbiamo andare a controllare. -
- Come ha fatto sorella Kate a trovarci? - chiese stupefatto il demone guardandosi intorno: quel posto sembrava davvero abbandonato.
- Prima che partissimo, sorella Kate ha dato ad Azmaria l’indirizzo di questo posto che appartiene ad un alleato dell’Ordine. Da quello che ho capito, il tizio abita al piano superiore e lascia disabitato quello inferiore perché vedendo quello che c’è, o meglio, che non c’è quaggiù, nessuno salirà su e lui sarà al sicuro. - spiegò Rosette quasi senza prendere fiato.
Chrono sorrise, guardandola di sottecchi. Era agitata, chissà perché?
- Azmaria ci aspetta, muoviamoci. - disse poi. Il demone annuì e la seguì.
 
 
Era da un po’ che aspettavano di vedere qualche demone. Si trovavano in macchina, davanti alla casa nella quale, almeno secondo sorella Kate, c’erano state delle riunioni di demoni.
Fino a quel momento non ne avevano visto neanche uno. Az si era addormentata da un pezzo sul sedile dietro e Chrono e Rosette facevano la guardia in silenzio.
- Si è stancata davvero tanto oggi. - esordì Rosette, tanto per dire qualcosa, indicando Azmaria.
- Starti dietro è faticoso. - rispose lui, per scacciare la noia.
- Cosa vorresti dire? -
- Oh, avanti! Non dirmi che non lo sai di essere stancante! Non conosco nessuno che lo è più di te. – disse ancora il demone che voleva morire per mano di una suora non molto paziente.
- Io sì! - rispose lei alzando la voce. Questa scambio di battute la stava, suo malgrado, divertendo molto.
- Ah sì? E chi è?- chiese lui.
- Tu! - rispose lei puntandogli un dito contro.
- Cosa?! -
- Hai capito bene, tu! Sei incredibilmente pensieroso, prendi tutto seriamente e ultimamente sei sempre assorto nei tuoi pensieri! Lo so che tu hai tantissimi anni e che non ti importa niente di noi due stupide umane, ma esistiamo anche noi! - sbottò la ragazza. Non sapeva neanche lei perché gli avesse detto quelle cose, non che non avesse mai pensato a ciò, ma non aveva neanche mai considerato l’idea di dirlo ad alta voce. Solo che lei non era brava a tenersi tutto dentro, prima o poi esplodeva ed ora era successo.
Aveva accumulato troppo. Chrono la guardava serio.
Era ferito, come poteva pensare una cosa del genere?
Lui non le considerava stupide! Erano le due persone più importanti della sua vita!
- Cosa dovrei fare, allora? - chiese furioso alzando anche la voce. Azmaria aprì gli occhi, ma li richiuse subito: non voleva intromettersi tra loro due, perciò continuò a fingere di dormire.
- Dovresti lasciarti andare ogni tanto, sai? Se c’è una cosa che ho imparato è che la vita è troppo breve e ciò che è accaduto oggi, non accadrà ancora. Fai quello che vuoi per una volta, non quello che dovresti! - urlò anche lei.
-Vuoi davvero che faccia quello che desidero? Lo vuoi davvero? Allora poi non lamentarti!- esclamò il demone avvicinandosi a lei.
La baciò, cogliendola di sorpresa.
Azmaria aveva aperto gli occhi appena in tempo per vedere la scena e poi aveva finto di nuovo di dormire con un sorriso sulle labbra.
Rosette era stupefatta… Allora non gli era indifferente! Lui non la considerava stupida, lui la ricambiava con la stessa passione con cui lei stava ricambiando il suo bacio. Era felice di stare con lui, di aver iniziato quella discussione, di aver iniziato la stessa missione.
Lui era un demone, e allora? Lui le stava mangiando l’anima e le stava togliendo la sua vita, e allora? Preferiva vivere pochi anni con lui che una vita intera senza.
Da quanto desiderava un suo bacio? Anni? Minuti? Secondi? Non  lo sapeva, ma il tempo non era importante, nulla era importante, neanche i demoni che potevano vederli ed ucciderli quando volevano, neanche Azmaria che poteva osservare tranquillamente tutta la scena.
L’unica cosa che contava era Chrono, la sua intera vita, il suo tempo.
Il demone, da parte sua, non aveva abbastanza lucidità per pensare. Una parte della sua mente era il tilt, l’altra cercava di governare tutte quelle emozioni che gli avevano invaso la mente non appena aveva assaggiato le sue labbra rosse che sembravano un frutto, calde e morbide. L’interno della sua bocca, umido e… dolce. Era lì che si generava la vita, o almeno la sua vita. La sua pelle era soffice ed ardente sotto le sue dita, i suoi occhi brillavano ed i suoi capelli, privati del velo, profumavano di lei e gli solleticavano il viso accaldato. Come poteva anche solo pensare di resistere? Rosette era dolce ed aspra allo stesso tempo, era amore e dolore, era umana ed era divina, era se stessa e lui non poteva sottrarsi al suo incantesimo.
Se solo avesse avuto ancora le sue corna, avrebbe fermato il tempo e avrebbe continuato a baciarla per sempre, impedendole di andarsene, impedendole di lasciarlo.
- Rosette… - mormorò quando si staccarono per prendere fiato. Lei aveva le labbra gonfie, le guance rosse e il fiatone. Lui non stava messo meglio. La ragazza gli sorrise dolcemente e gli accarezzò una guancia, lentamente. Lui le prese la mano e ringraziò di nuovo ogni divinità esistente per avergli dato la possibilità di conoscerla. Un colpo di tosse dietro di loro li fece staccare imbarazzati.
- Ehm, ragazzi, non vorrei disturbarvi, ma ci sono due tipi alquanto brutti che ci hanno visto. - disse Azmaria, spaventata ed imbarazzata. Chrono e Rosette si guardarono ancora e sorrisero. Ci sarebbe stato ancora tempo per i baci, a patto che avessero ucciso quei demoni, o sorella Kate li avrebbe disintegrati.
Così scesero dalla macchina proprio mentre i due demoni avevano deciso di attaccarli, pronti a sconfiggerli, come sempre.
Insieme! 



NOTE:

Come ho già scritto sopra, ho dedicato questa storia alla mia amica Ilaria perché ha odiato tantissimo sia me che Dramy96123 perché nell'altra storia avevamo interrotto i nostri due prodi proprio mentre stavano per baciarsi... Così ha iniziato a pregarci di scriverne un'altra in cui si baciavano. Dramy è stata categorica ("La storia è bella così, non c'è bisogno di aggiungere altro"), ma io ho pensato di scriverne una solo per lei per farmi perdonare e farle un regalo di compleanno... Alla fine mi hanno obbligata a pubblicarla... Spero vi sia piaciuta... 
Un bacio :)

 

 

  
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