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Autore: ToraStrife    05/03/2014    3 recensioni
Dove mi trovo? Freddo, buio. Duro. Duro come terra e rocce.
Lo riconosco: terreno montano. Dov'è la mia gemella?
Ma soprattutto, dove sei tu, amico mio?
Prima classificata al contest "Il buio... e le scarpe" (Original Concorsi 17)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una scarpa nel buio
Una scarpa nel buio
(A shoe in the dark)


testo


Dove mi trovo?
Freddo, buio. Duro. Duro come terra e rocce.
Lo riconosco: terreno montano.

Dov'è la mia gemella?

Ma soprattutto, dove sei tu, amico mio?
Tu che non mi abbandonavi mai, neppure per dormire.
Non sento il tuo calore in me.
Non sento il sudore della nostra vicinanza, anche se la reazione da parte della gente era di schifo, se non di fastidio.
Mi hai quindi abbandonata?
Eppure, quando mi avevi scelta, eri così felice!
Sono passati diversi anni, ma la mia fibra non si è mai consumata.
Tu, che non sei neppure capace di allacciarti le scarpe, avevi scelto noi.
Io e la mia gemella, le specialiste dello strappo.
Ti accompagnavamo sempre, degne del nostro nome, a fare ginnastica, a correre per le strade.
E quando ti avevano invitato a fare questo maledetto week-end in montagna, eri così affezionato a noi che hai voluto portarci con te.
Gli amici, forse gelosi, ti hanno sconsigliato in tutti i modi.
"Ma lasciale a casa!"
Ma come si permettevano? Manco fossimo vecchie ciabatte, incapaci di tenere il passo.
Loro che ostentavano le loro compagne attempate.
Cantavano anche "Vecchio scarpone" mentre camminavano.
Che modi. Che maleducati.
Nessun rispetto.
E dire che la nostra nazione ha la gloriosa forma di uno stivale!

Ma di che mi lamento? Forse la colpa è invece tua.
Dove sei?

Non riesco a scorgere nulla attorno a me.

La luce è totalmente assente, procedere in queste condizioni è come cercare un sassolino sul fondo di una scarpa: ti fa male quando cammini, ma a cercarlo col dito non trovi mai nulla.
In certe situazioni agitarsi fa bene: tiri fuori quello che hai, e spesso anche il problema.
Ogni tanto il rumore di una goccia che cade in una pozza d'acqua produce un'eco in queste pareti rocciose.
Forse sono sul fondo di un crepaccio, o dentro una grotta.

Allora è vero, mi hai abbandonata!
Lo ammetto, non sono mai stata brava sulle strade di montagna, ma lo sai bene, il mio ambiente è l'asfalto, il cemento, al massimo un po' di sterrato.
In questi insidiosi e sdrucciolevoli percorsi alpini, può capitare di scivolare e cadere.
E tu sei caduto nella tentazione di abbandonarmi.
Al primo scivolone ecco che non sento già più il tuo calore.
Mi hai lasciata al mio destino, quindi, come un mocassino bucato.
Ti sei fatto sedurre da qualche montana solida e massiccia.
Hai messo il piede in due scarpe, e hai scelto lei.

Il buio è un mostro nero che mi divora, dentro e fuori. Mi ingloba con la sua impenetrabilità e mi rende parte di esso.
Mi sento più nera di una scarpa da tip tap.
E i mostri neri attorno a me, quelli peggiori, sono quelli che mi immagino, le paure e i rimorsi che si risvegliano e mi assalgono nel profondo, insieme ai "se".

"Se" tu fossi stato un pantofolaio, e avresti preferito una tipa dolce e affettuosa.
"Se" per esserlo io fossi stata una ballerina.
Ma tu non ami ballare, tu ami camminare, correre.
Ed era per questo che eravamo fatti l'uno per l'altra.

Oh, se solo potessi vederti, sentire il tuo calore ancora una volta...

Ma vedo un raggio di luce scacciare le tenebre.
Le ombre si ritraggono come vampiri infastiditi dal sole.
E in effetti è proprio il sole che fa capolino da lassù, quella che finalmente riconosco come la cima di un crepaccio, nel cui fondo io giaccio.
E anche le ombre interiori finalmente se ne tornano nel buio della mia coscienza, lasciando posto a quella lucidità che ti fa pensare di esserti risvegliata da un incubo, pur non avendo mai dormito.

Ci manca solo il classico canto del gallo, come quello che sentivamo ogni mattina prima di alzarci per il footing, ricordi?

Il buio finalmente se ne va.
Finalmente ho trovato la mia gemella!
Eravamo state tutta la notte vicine, e nessuna delle due lo sapeva.
E con somma gioia, scopro che ci sei anche tu!
Mi hai ancora indosso, allora non mi hai mai lasciato, mi hai sempre tenuta con te!
Che stupida sono stata, a farmi tutte quelle paranoie, sul fatto che mi avessi buttata via.
Ero gelosa, lo ammetto, quando gli amici ti prendevano in giro, quando camminavamo e tu scivolavi sempre per colpa mia.
Fuori dal mio ambiente mi sentivo un disastro, ora posso ammetterlo, ed ero diventata terribilmente insicura ed ansiosa.

Avevo paura che tu, lusingato dalle tentazioni locali, mi abbandonassi quaggiù, ma ora so che erano tutte fantasie.
Siamo legati indissolubilmente, lo capisco adesso.
Resterò con te per sempre, te lo prometto, non ti abbandonerò mai, come tu non hai abbandonato né me, né la mia gemella.

E so che è così, perché vedo la tua testa grondante di passione, la tua faccia mezza rossa, chissà se per l'imbarazzo, e gli occhi persi nel vuoto.

Ci vogliamo bene, è evidente, non c'era bisogno di spaccarsi la testa, per capirlo.
Neppure su quella roccia appuntita.
L'acqua del *plic* che sentivo in continuazione dunque un colore ce l'aveva.
Rosso come il filo del destino che ci unisce.
E questo spiega anche perché non sentivo più il tuo calore.
Dai, non c'è bisogno di essere così freddo con me.
Siamo soli, noi tre.

E se nessuno ci verrà a disturbare, dopo tanto tempo, con naturalezza, mi mostrerai anche quel gran sorriso che non hai mai mostrato a nessuno.


Fine


  
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