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Autore: Mimi18    26/06/2008    14 recensioni
[Un anno su EFP!]
“SHIKAMARU NARA!”, dire che la sua voce è salita di un’ottava è un eufemismo, “SE NON TI SVEGLI IN QUESTO PRECISO MOMENTO CESSERAI DI VIVERE!”
Oh, ora capisco.
Apro gli occhi con calma [cautela, più che altro] e mi ritrovo lo sguardo infuriato di Ino a due centimetri dalla mia faccia.
[Shikamaru x Ino]
Prequel de "A cena dai suoi" di Hilly89, di cui consiglio caldamente la lettura.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Can’t you feel my heart beat so

 

Mimi18 ©

Masashi Kishimoto ©

[Un anno su EFP, e si festeggia con Shika/Ino!]

 


'Cause every time we touch,
I feel this static,
And every time we kiss,
I reach for the sky,
Can't you feel my heart beat so,
I can't let you go,
Want you in my life.

[Everytime we touch, Cascada]

 

Le nuvole volano sopra la mia testa.

Milioni e milioni di bianche, candide, pure, tranquillissime nuvole. Mai visto spettacolo più bello in vita mia; non posso ancora credere che questa pace sia reale: nessuno sgranocchiare di patatine, nessun urlo di mia madre, nessuna battuta di scherno dei miei amici, nessuna donna che mi secca con la sua voce stridula.

Shicchan?”

No, non può essere. Non può durare solamente per così pochi attimi la pace.

Ok, ho deciso. Faccio finta di nulla, so benissimo che se ne andrà, se non le do corda. Quindi, occhi chiusi e bocca cucita.

Shicchan?!”

Non vede che sto “dormendo”? Maledizione a lei e alla sua maledettissima voce stridula da oca giuliva quale è!

Non sbattere gli occhi, Shikamaru. Rimani calmo e zitto, fermo immobile. Vedrai che se ne va, lo sai bene anche tu.

…oddio, parlo anche da solo, ora.

“SHIKAMARU NARA!”, dire che la sua voce è salita di un’ottava è un eufemismo, “SE NON TI SVEGLI IN QUESTO PRECISO MOMENTO CESSERAI DI VIVERE!”

Oh, ora capisco.

Apro gli occhi con calma [cautela, più che altro] e mi ritrovo lo sguardo infuriato di Ino a due centimetri dalla mia faccia.

Non sembra molto contenta, no. Anzi, sembra addirittura che mi voglia ammazzare: sarà per il kunai stretto nel pugno destro, sarà per la tempia pulsante, ma so che mi devo alzare da questo letto, per quanto sia caldo e comodo.

“Mendokuse”

“Ti lamenti pure!”, strilla nel mio orecchio, con la voce più stridula del solito.

Senza darmi il tempo di rispondere, Ino afferra il lenzuolo e lo tira via, scoprendomi. Vedo subito le sue gote arrossarsi, e sorrido soddisfatto.

“Che c’è, Ino-chan, non ti sei ancora abituata?”

Ringhia. Un ringhio basso che mi fa ridere.

Si china sotto il letto, afferrando un paio di mutande nere e me le lancia in faccia.

“Sbrigati. Mio padre sta per arrivare”.

Oh. Ecco cos’erano quelle urla e gli scossoni vari.

Bhè, non guardatemi male se ora sto scattando in piedi e cerco come un forsennato i miei pantaloni.

Voi non avete mai avuto a che vedere con Inoichi Yamanaka…bhè, nemmeno io fortunatamente; ma se mi trovasse mezzo nudo nel letto della sua unica figlia, Ino si ritroverebbe single in men che non si dica.

“Shika, sbrigati”

Uhm, almeno è tornata a chiamarmi con il nomignolo. È una cosa positiva, non è più arrabbiata.

Le sorrido incoraggiante, mentre lei ha scovato la mia giacca da chuunin, buttata chissà dove la notte prima.

Ah, l’ho sempre detto che Ino è troppo precipitosa; praticamente non mi da mai il tempo di entrare in camera sua che si è già attaccata a me. E non dico che lo fa sempre castamente, sia chiaro. Ino non è poi così innocente da come si potrebbe pensare guardando i suoi capelli biondi e gli occhioni azzurri.

Nemmeno quando ha un’aria da bambina a me sembra innocente, a dire la verità. In fondo, è lei che indossa quei vestiti provocanti che lasciano un larghissimo spazio all’immaginazione, no?

“Shika, ho sentito la sua voce!”; i suoi occhi sono impauriti. Non capisco se per me o se per lei...

Fatto sta che scavalco il davanzale della finestra, rendendomi conto solo in quel momento che indosso i pantaloni all’incontrario e la giacca senza la maglietta. Non mi stupirei nemmeno se la scarpa destra fosse a sinistra.

“Ino, ho dimen..”, non mi da il tempo di finire la frase.

Mi fa gesti evasivi con le mani, invitandomi ad andarmene, sparire, eclissarmi, come sillabano le sue labbra.

Sbuffo seccato, pensando già ad una qualche scusa da inventarmi con mia madre: dovrò spiegarle che fine ha fatto la mia maglietta, dopo una notte da Cho. Non vorrei che pensasse male.

Sto già per calarmi dal tetto, quando le mani di Ino mi afferrano le spalle e mi girano, dolcemente.

Poggia piano le labbra sulle mie; non mi da nemmeno il tempo di ricambiare che si è già allontanata, un sorriso malizioso sulle labbra.

“Ci vediamo agli allenamenti”, mi dice ammiccante, chiudendo la finestra davanti alla mia faccia, probabilmente, da pesce lesso.

Mi passo una mano, lisciando il codino spinoso e leccandomi il labbro con la lingua: sento ancora il suo sapore di mora.

 

“Hai perso la maglietta”, domanda per l’ennesima volta, con uno tono di chi non crede a nulla, uno sguardo eloquente e un sorrisetto malizioso, la seconda donna più seccante della mia vita: mia madre.

Ha le mani incrociate al petto, non credo di averla mai vista così divertita.

“Sì”, rispondo incerto.

Se prima ero sicuro che le avrei dato a bere la storia dell’alcool, ora sto temendo sinceramente.

Mai sottovalutare le madri; sicuramente starà pensando che ho passato la notte da qualche donna. Effettivamente sarebbe la spiegazione più plausibile, e non sarebbe nemmeno una bugia.

“Quindi”, inizia portandosi un dito alla bocca, “non centra nulla una certa biondina, vero?”

...ma ovviamente a mia madre non può sfuggire nemmeno l’identità della donna in questione.

O ripiego su una bionda inventata o svelo ai quattro venti la mia relazione con Ino.

Se lo faccio so benissimo che avrò vita corta, Inoichi mi troverà e ammazzerà prima che possa dire addio a qualsiasi persona.

Mendokuse, che palle l’amore. L’ho sempre detto che porta solo guai!

“Non farne parola con Inoichi”, sbuffo, salendo le scale.

La risatina di mia madre mi perfora le orecchie, fino a quando non arrivo in camera mia.

Apro la porta, sbadigliando. Ho voglia [e bisogno] di dormire un paio d’ore; quando sto con Ino non riesco mai a dormire: un po’ per quello che facciamo, un po’ perché miss seccatura non mi lascia in pace nemmeno quando dormo e si mette a tirare calci e pugni a non finire.

Mi ruba perfino le coperte, a volte.

Una donna isterica e possessiva. Come cavolo ho fatto a cascarci?!

“Ciao, Shika-chan”.

Oh bhè, in effetti è facile capirlo, mentre la guardo mi sembra così naturale stare con una come lei, che non mi pongo nemmeno più il problema.

La saluto con un cenno, avvicinandomi al letto su cui è seduta con le gambe accavallate; forse non si rende nemmeno conto che le sue mutande lillà sono in bella vista.

“Ti si vedono le mutande”, sbotto, buttandomi poi sul letto, accanto a lei che, velocemente, si abbassa la gonna esageratamente corta, per una kunoichi.

Non sarà saltata sul balcone con quella, spero.

“Sai, Shika. Sono venuta a salutarti e porgerti le mi condoglianze”, se ne esce dopo qualche minuto, guardandomi con un sorrisetto sghembo e terribilmente divertito: non ho mai notato quanto lei e mia madre fossero simili.

Un momento...salutarmi? Mi sta mollando?

“Mi stai mollando?”

Mi chiedo se posso usare il termine “mollare”, quando ci vediamo solo la notte e due volte a settimana di giorno. Inoltre gli unici che sanno della nostra relazione sono Choji, Sakura, Tenten e, ora, mia madre.

No, non credo sia il termine adatto.

“No, io no. Sarai tu che lascerai me, dopo che avrai sentito quello che sto per dirti”.

Inarco un sopracciglio scettico, portandomi a sedere.

La guardo in attesa, finché non riapre la bocca per parlare.

“Mio padre ha scoperto tutto”, sputa fuori, facendo cadere lo sguardo sul letto e iniziando a giocare con il lenzuolo.

...

Merda, merda, merda, merda, merda!

 “Come cazzo ha fatto? Mi ha visto?”

Lei scuote il capo, facendo dondolare i capelli biondi.

Si sta mordendo il labbro, lo vedo anche se ha la testa abbassata.

“E allora come..”

Un fulmine a ciel sereno. È chiarissimo come Inoichi ci abbia scoperto.

Ino non è certo la ragazza più adatta a tenere indumenti maschili in camera sua, in effetti.

Mi do una sberla in fronte, e lei mi guarda spaventata.

Afferra le mie spalle, inginocchiandosi di fronte a me.

I suoi occhi sono umidi.

“Shikamaru”, mi chiama anche con il nome per intero, “io non voglio crearti problemi. Se non te la senti, possiamo finirla qui. Non voglio che mio padre ti faccia qualcosa a causa mia!”

Dovrei prenderla come una dichiarazione?

La fisso per un attimo negl’occhi, scorgendovi un lampo di paura e titubanza. Non ho mai visto Ino in questo stato: sono forse io a crearlo?

Bhè, non è una cosa che mi piace molto.

Preferisco la Ino isterica e seccante di sempre, piuttosto che a questa, preoccupata e...bhè, seccante pure questa, a dire la verità.

Mi intenerisco, lasciandomi scappare un sospiro.

Spalanca gli occhi, quando inizio ad accarezzarle la testa.

“Sinceramente, Ino, penso che tuo padre mi ammazzerebbe comunque. Quindi tanto vale dimostrargli che facciamo le cose sul serio, no?”, domanda retorica, tanto ormai mi sono scavato la fossa da solo, mi caccio nei guai e ci rimango, dovesse essere per tutta la vita.

Vedo il suo viso aprirsi in un sorriso, mentre il sangue affluisce alle mie guance. Maledetta Ino...

Mi sento soffocare quando le mi abbraccia. O meglio, quando lei si aggrappa al mio collo stringendolo in una morsa non proprio femminile e che sembra una tecnica di lotta, per stendere l’avversario.

Allungo una mano verso la sua schiena, accarezzandola.

Si stacca, per poi gettarsi su di me, baciandomi. Giocando con le mie labbra, stuzzicandole, soddisfando i miei muti desideri.

Quando allungo una mano e l’appoggio al suo petto sento il cuore battere.

È stupido stupirsi per una cosa così ovvia. Qualsiasi essere umano ha il cuore che batte; eppure, non so perché, mi ritrovo a sorridere come un deficiente.

Che seccatura queste donne.

 

* *** *

 

“Quindi, anche se lo conosci già, questo è Shikamaru Nara, il mio ragazzo”, dice Ino con un sorriso che va da un orecchio all’altro, guardando Inoichi negl’occhi.

Ma lui non la osserva; ha gli occhi puntati da un’altra parte, più precisamente sulle mani mie e di Ino, che lei ha intrecciato appena ci siamo seduti al tavolo di casa Yamanaka.

Ino mi stringe più forte: probabilmente ha notato pure lei l’occhiata di suo padre; eppure, quando giro il viso ha ancora un sorrisetto [tirato] sulle labbra.

Deglutisco, vedendo che pure lei, così positiva qualche ora prima, sta lentamente preoccupandosi.

Perché non è facile come con mia madre?

Perché i padri devono sempre essere così ossessivi?

“Papà”, Ino decide che è venuto il momento di interrompere il silenzio, “io e Shikamaru stiamo insieme. Non m’importa poi molto di quello che pensi, te l’ho presentato solo per pura formalità.”

Credo di non aver mai spalancato la mia bocca più di quanto sto facendo ora.

Non mi stupirei se la mia mascella finisse a terra, sul pavimento, a fare compagnia a quella del padre di Ino.

Perché non mi sono scelto una ragazza come Hinata?!

Ino deve sempre complicare le cose già difficili, sempre.

“Ino, non...”

“Con questo non voglio dire che non ci tengo al tuo parere”, continua imperterrita, come se non si fosse nemmeno accorta dei nostri sguardi, “io ti voglio bene, ma amo Shikamaru”.

Uh. Mi ama. Ha detto che mi ama.

...l’ha detto vero?

La sto ancora guardando, quando Inoichi sospira e sbatte un pugno sul tavolo.

Mi giro a guardarlo, spaventato.

“E sia.”, sbotta infine, lanciandomi un’occhiata raggelante. “Ma se la farai soffrire...”

Credo che lasci la frase in sospeso per creare suspance. Lo fanno tutti, perfino Ino quando mi minaccia. Inizio pure a notare le somiglianze, ora!

“Grazie papà!”

Ino ha lasciato la mia mano e si è gettata sopra il tavolo; ora sta stringendo suo padre in un abbraccio da strangolamento.

Vedo lo sguardo dell’uomo oltrepassare la figlia, fino ad arrivare a me.

Con due dita mi punta.

È una minaccia?

 

Sinceramente, non pensavo che mia madre e quella di Ino sarebbero state così entusiaste della nostra relazione.

“Un modo per unire le famiglie”, dice ora la madre di Ino.

Prego?

“Oh, sì! Ino, con l’abito da sposa sarai incantevole!”

Ma che sta dicendo quella strega di mia madre?

Cerco lo sguardo della mia ragazza, e la trovo sospettosa quanto me.

“Che dite?”, domanda allora, allontanandosi di un passo dalle due donne.

Sua madre la guarda con un sorriso di ovvietà, mentre afferra le nostre mani e le unisce.

“Bhè, stiamo programmando le nozze!”, esclama con allegria.

I loro sorrisi scompaiono alle urla mie e di Ino.

“MATRIMONIO?!”

...

Ma scherziamo? Sapete quanto sarebbe seccante preparare la liste di tutti gli invitati?!

 

“Amore…?!”

“Dimmi.”

“Ti amo…”

“Anch’io…”

“Sì, ma…io ti amo tanto, tanto…”

 Perché queste parole mi risuonano come un avvertimento che sta per dirmi qualcosa che non mi piacerà?

Osservo mia moglie dall’alto in basso, sfoggiando un’espressione alquanto dubbiosa; lei ricambia con un falso sorriso a 32 denti…sì, decisamente sta per dirmi qualcosa di brutto!

“C’è qualcosa che vuoi dirmi?” provo a facilitarle le cose…

“Io? Nooo…figurati…”

[A cena dai suoi, Hilly89]

 

* *** *

 

N/a

Bruttina, lo ammetto. Ma volevo festeggiare l’anno, quindi l’ho postata comunque.

Come qualcuno avrà capito, è una sottospecie di prequel de “a cena dai suoi”, di Hilly89, che mi ha dato gentilmente il permesso di scriverlo.

Bhè, direi che non ho altro d’aggiungere. Almeno un po’ mi sono divertita a scriverlo ed è una Shika/Ino in più.

Le mosche bianche sono in calo, signori. C’è bisogno di loro!

Remember: ShikaIno is ROCK!

 

Mimi

 

 

 

 

 

   
 
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