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Autore: Ivola    06/03/2014    11 recensioni
[ Daryl/Beth | What if...? e possibile Spoiler! 4x12 ]
L’altro fece oscillare il contenuto del bicchiere, i gomiti appoggiati alle ginocchia e i capelli sudici che gli cadevano sulla fronte sudata. Senza aggiungere nulla, bevve il liquore in un solo sorso. Schioccò la lingua sul palato e le lanciò un’occhiata in tralice. «Hai soltanto… quanti, sedici anni?»
«Diciotto» lo corresse Beth, stirando le labbra. «Tu a quanti anni hai perso la verginità?»
Daryl aspettò qualche secondo per rispondere, continuando a fissarla con quei suoi occhi magnetici e indagatori. «Diciotto.»
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ho visto la 4x12 due volte, e il mio parere su questa puntata non cambia. Beth e Daryl stanno prepotentemente diventando la mia OTP nel fandom di The Walking Dead. La prima volta che ho visto questa puntata ho pensato sul serio che Beth avrebbe finito per parlare di sesso/verginità durante il gioco del "Non ho mai...", quindi questa fanfiction è nata di conseguenza. Perdonatemi se sono orridamente OOC, è la mia prima shot nel fandom e spero di non aver scritto qualcosa di campato in aria. 
Detto ciò... mi auguro che vi piaccia, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate :)








 
Never have ever
 
 
«Non ho mai…» cominciò, prima di tentennare brevemente.
Daryl alzò lo sguardo su di lei, poi lo riabassò.
«Non ho mai fatto sesso.»
L’altro fece oscillare il contenuto del bicchiere, i gomiti appoggiati alle ginocchia e i capelli sudici che gli cadevano sulla fronte sudata. Senza aggiungere nulla, bevve il liquore in un solo sorso. Schioccò la lingua sul palato e le lanciò un’occhiata in tralice. «Hai soltanto… quanti, sedici anni?»
«Diciotto» lo corresse Beth, stirando le labbra. «Tu a quanti anni hai perso la verginità?»
Daryl aspettò qualche secondo per rispondere, continuando a fissarla con quei suoi occhi magnetici e indagatori. «Diciotto.»
«Oh» commentò la ragazza, sorseggiando dal suo bicchiere.
«Che c’è? Sorpresa?»
Le gote di Beth si arrossarono leggermente e fu costretta a spostare lo sguardo altrove. «No, soltanto che…» Si bloccò. «Niente.»
Daryl si alzò dalla poltrona sfondata e la bionda, per un riflesso condizionato, si alzò a sua volta.
«Vorresti provare?» chiese lui con un ghigno obliquo, che somigliava più a una smorfia rattristita che a un sorrisetto provocatorio.
Beth lo fissò boccheggiando, non sapendo cosa dire. Voleva provare? Con Daryl, e, per di più, in una catapecchia circondata da vaganti?
«Sì.» Fu soltanto un sussurro a uscire dalle labbra, ma l’altro lo colse al volo.
Daryl non esitò un istante e le prese il volto pallido tra le mani callose e fece scontrare le loro bocche quasi con violenza, attirando la sua nuca verso di sé in modo da impedirle di staccarsi dalle sue labbra ancora inumidite dal liquore.
Beth non sembrò stupita più del necessario e dopo un secondo di stordimento rispose al bacio con uguale foga, come se stesse aspettando da tempo quel momento, come se baciare Daryl fosse un bisogno fisiologico.
La sue labbra erano dure, rigide, calde. Era la bocca di un uomo, quella che stava baciando, la bocca di Daryl. La sua lingua si insinuava a cercare quella di lei con veemenza, senza freni. Le afferrò saldamente i fianchi snelli, arrivando ad accarezzare con insistenza la pelle lasciata scoperta dalla canotta.
Beth represse a stento un brivido, continuando a domandarsi cosa la stesse spingendo a buttarsi nelle braccia del cacciatore. Perché lei era solo una preda. La preda. Lo era sempre stata, probabilmente.
Daryl sembrava assai più famelico di quando andava a caccia di non-morti con la sua balestra, sembrava stanco di fare l’eroe e stanco di essere solo.
Non stava con una donna da quelli che pensava fossero secoli.
Mossero qualche passo all’unisono, finché Beth non sbatté dolorosamente la schiena contro una parete. Gemette piano, e quel piccolo suono riempì la testa di Daryl come una melodia, spronandolo a toccarla con più insistenza – vita, fianchi, cosce – e a baciarla con più voracità.
«Daryl…» ansimò la ragazza, reclinando la testa all’indietro. «Daryl, no, aspetta…» Non aveva paura di lui. Era questo ciò che si ripeteva. Eppure in quel momento era in bilico tra il terrore e il desiderio di andare avanti. Voleva scappare. Voleva stringersi al corpo nudo di Daryl, sentirlo dentro di sé. Ma voleva anche finirla lì.
Sei sempre stata una codarda, pensò, mordendosi forte il labbro inferiore mentre l’altro scendeva a baciarle l’incavo tra i seni.
Le mani le tremavano mentre correvano ad afferrare qualsiasi parte di Daryl riuscisse a raggiungere in quella posizione. Capelli, spalle, braccia. Affondò le unghie nella sua pelle già troppo segnata dalle cicatrici e gemette ancora quando quello salì giusto di poco con la bocca per morderle il collo.
«Daryl…» ripeté, la voce più flebile, simile ad un lamento. O a una supplica.
Daryl a quell’implicita richiesta si bloccò, scostando bruscamente il proprio viso da lei. La guardò in faccia per un tempo che le sembrò interminabile, e fece un’espressione che non avrebbe scordato mai: di delusione, repulsione verso se stesso, mortificazione.
Aveva ancora le mani rudemente strette intorno al suo bacino e il respiro fin troppo velocizzato di lei sul collo. La lasciò andare improvvisamente, allontanandosi e scuotendo la testa.
«No…» mormorò soltanto mentre indietreggiava, gli occhi spalancati su di lei. Si passò la lingua sulle labbra leggermente arrossate.
Beth rimase ancorata al muro senza riuscire a muovere un muscolo. Era tutto finito. Forse ne voleva ancora, o forse era giusto così. Non lo sapeva.
Daryl si voltò e ad ampie falcate andò a recuperare il liquore.
Beth gli si avvicinò di poco, ma quello la incenerì con un’occhiata e poi stappò la bottiglia bevendo direttamente da lì. Se ne scolò quasi la metà, quando poi tornò a fissarla. Scosse di nuovo la testa. «No. La tua prima volta non sarà con me, ragazzina
Beth si sentì offesa da quell’appellativo, ma non lo diede a vedere. Si lasciò ricadere sulla poltrona e attirò le ginocchia al petto. «D’accordo, Daryl Dixon» disse, guardando un punto imprecisato oltre la sua nuca e provando a cancellare il ricordo di quei brevi e intensi istanti.
Forse, con un po' di determinazione, ci sarebbe riuscita.
Forse.












   
   
 
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