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Autore: M4RT1    06/03/2014    1 recensioni
Una breve Haymitch/Maysilee.
Prima dei Giochi, dopo la Mietitura.
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Storia partecipante al contest "Angst vs Fluff" indetto da Jo_gio 17 :)
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Maysilee Donner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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È arrivata all’improvviso, quasi come un uragano.
Non credevi ti sarebbe entrata così tanto nel cuore, eppure l’ha fatto. Ti ha travolto come un fiume in piena, come un vento troppo forte, come le esplosioni che, di tanto in tanto, squarciano il silenzio del Dodici.
Ed è stato bello, ti dici. È stato bello quando si è avvicinata, sorridente e titubante, e ti ha mostrato come mimetizzarti alla corteccia del finto albero del Centro d’Addestramento. È stato bello come quando, con Gloria, vi sedevate sui gradini di casa tua e chiacchieravate fino a notte inoltrata, fino a quando suo padre non arrivava a trascinarla a casa con quel suo cipiglio divertito. È stato bello come quando nacque Hugo, il tuo fratellino, e i tuoi genitori erano felici.
Ora è di fronte a te, un pennello in mano e l’espressione assorta. Sei terribilmente consapevole del suo tocco, delle sue dita sottili che ti stringono il polso mentre le setole ruvide disegnano qualcosa – un fiore, forse?
Ti perdi nei riflessi dorati dei suoi capelli, nella fossetta sul suo naso, nel brufolo sulla sua fronte. Quei tratti così comuni, così umani, così tipici di casa tua, d’improvviso sono qualcosa di indescrivibilmente bello. Qualcosa di raro, che non vedrai mai più. E ti lasci cullare dal suo fiato che ti scompiglia i capelli mentre, con soddisfazione, alza il mento e ti fissa negli occhi.
“Fatto”.
È una foglia, quella dipinta sul dorso della tua mano. Una foglia verde cupo con dei riflessi giallognoli, un misto di colori particolari e comuni al tempo stesso. È incredibile come sia riuscita a cogliere sfumature di tonalità impensabili per una foglia, come le abbia riprodotte sulla tua pelle con quei pochi colori a disposizione. Non sei un gran pittore, ma certe cose le vedi.
A fatica, la trascini via dalla postazione di mimetizzazione. Passate davanti a quella di tiro con l’arco, di lancio dei coltelli. Quando giungete alle tecniche di sopravvivenza vi fermate, insieme, come se aveste programmato la cosa. Lei ti guarda e scoppia a ridere – quella sua risata così stridula, quasi ridicola, e coinvolgente. Ti senti quasi in colpa a ridere di lei, con lei, distraendo gli altri Tributi e mostrando loro le tue debolezze – le sue. Quest’anno ci sarà il doppio delle vittime, ma sempre un unico Vincitore. Sei quasi sicuro di non essere tu, che morirai non subito, ma non abbastanza tardi da poter scommettere su chi prenderà il posto come Mentore.
Non ci speri neppure, di uscire dall’Arena. È difficile, faticoso, è più di quanto tu voglia. O forse è quello che ti dici per non provare l’amara delusione della sconfitta, per non esalare l’ultimo respiro rimpiangendo quello che non potrai fare. Un obbiettivo, però, vuoi portelo comunque: vuoi che Maysilee ti sopravviva, che campi almeno fino a quanto il cannone non annuncerà la tua morte. Non vuoi altro, perché le persone che ami sono al sicuro: tua madre lo è, Hugo e Gloria lo sono. Probabilmente, vincerà quel ragazzo del Quattro e i Distretti continueranno la loro storia come tutti gli anni. Senza di voi, senza nemmeno pensarci.
“Che ti succede?”
La voce di Maysilee ti riscuote. È china su di un pezzetto di legno bruciacchiato che, nonostante il fumo, non vuole saperne di accendersi a dovere. Si sposta i capelli sudati dietro un orecchio e schiude le labbra in una specie di ghigno, fissandoti. Sa che stai facendo il sentimentale, e ti prende in giro per questo.
“Non sopporto di vedere una persona e sapere che morirà di freddo”, sdrammatizzi tu. Lei finge di essere offesa e torna a sfregare i legnetti, mettendoci un sacco di forza che non credevi che avesse.
Aiutarla sarebbe cavalleresco, certo. Ma non vuoi darle la soddisfazione di scoprire che le vuoi bene davvero.
 
  
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