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Autore: zoey_gwen    06/03/2014    6 recensioni
*storia scritta in collaborazione con Sara_Rocker*
Ciaooo! Sono Gwen, ma ormai qualcuno di voi dovrebbe conoscermi :3
Ho deciso di scrivere questa storia con la mia amica Sara, dato che è una scrittrice fantastica e
dato che avevamo l'ispirazione... Così, ecco qua questa long!
Parla di Gwen, una dama aristocratica del 1775, che vive insieme al suo ricco futuro sposo,
Trent. Cosa succederà quando proprio quest'ultimo deciderà di invitare al matrimonio, come futuro sposo,
il sergente militare Duncan, un suo vecchio amico d'infanzia?
Una storia ricca di amore, passione e colpi di scena, tutta da vivere insieme ai suoi protagonisti.
*Love In War*
Il link di Sara_Rocker: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=216786
Dolci :3
Gwen&Sara
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Prologo
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Aprile, 1775

La ragazza studiò attentamente la prima pagina del quotidiano del giorno. Le lettere ancora fresche di inchiostro riproducevano l'ennesimo titolo riguardante la 'Guerra di Indipendenza Americana'. Non era particolarmente interessata alla faccenda, il conflitto era recentemente scoppiato, e lei non poteva fare a meno di vederlo come un'assurda scusa per imbracciare le armi. Gli inglesi coloni del nuovo continente, si stavano semplicemente ribellando agli inglesi nativi dell'Europa. Il tutto, andava quindi a ridursi ad un omicidio continuo assolutamente ingiustificato.
Eppure, tutti quei pensieri, per quanto giusti e nobili potevano rivelarsi essere, lei non poteva esternarli. Non sarebbe stato consono. Era solo una donna infondo, ed in quanto tale i suoi gusti dovevano spaziare semplicemente dal cucito, al vestiario.
Ripiegò la rivista in due, per poi poggiarla sopra il tavolino che era di fronte a lei. 
Si trovava all'esterno della lussureggiante villa 'Wright', e quella mattina aveva deciso di rilassarsi pienamente, beandosi del sole mattutino, dolce, ma non oltremodo accecante. Detestava la calura pomeridiana, ed apprezzava quei brevi momenti in cui poteva sentirsi libera di prendere quelle piccole decisioni. Sorrise, per poi lanciare una breve occhiata al firmamento azzurro e limpido.

Si alzò, sempre mantenendo la tipica eleganza dovuta ad una signora del suo calibro, scostando appena la sedia sulla quale era rimasta accomodata tutto il tempo. Una volta in piedi si sistemò brevemente la gonna vaporosa, mentre il corsetto allacciato alla perfezione, andava ad infastidirla. Non si era ancora abituata alla sensazione delle stecche che comprimevano la cassa toracica, ma presto, per il bene suo e della sua intera famiglia, avrebbe imparato a conviverci. Raddrizzò la schiena con attenzione, attenta ad essere perfettamente composta, per poi iniziare a camminare attraverso il vialetto di ciottoli. Quel giorno, la domestica le aveva fatto indossare un abito verde abbastanza scuro, ed aveva abbinato ad esso il corsetto del medesimo colore, ma con ricamate sopra innumerevoli rose rosse dai toni particolarmente intensi. Le piacevano quei colori poco sgargianti, ed amava le giornate in cui poteva permettersi di indossarli.
Proseguì attenta a non inciampare nonostante i tacchi rigorosamente alti, mirata a non concentrarsi sul dolore da essi dovuto, ed una volta arrivata di fronte al cancello del cortile, vide con sorpresa giungere dalla strada, una carrozza guidata da due cavalli colore dell'ebano. Ammirò i due animali affascinata, fino a che il mezzo non si fermò di fronte alle grandi ed elaborate porte in metallo che dividevano la reggia dal territorio del Regno.

Il cocchiere fermò la carrozza con un paio di colpi, e non appena notò la ragazza osservarlo dall'interno del cortile, le sorrise apertamente, per poi togliersi il cappello a cilindro in un palese segno di galanteria. La ragazza rispose con una piccola riverenza.
"Voi siete per caso Mrs. Wright?" le domandò l'uomo una volta che i convenevoli furono terminati. La ragazza scosse il capo imbarazzata, agitando appena i suoi capelli scuri.
"No, ma se posso aiutarvi farò del mio meglio"
"Mi trovo qui semplicemente per consegnare una missiva" spiegò il cocchiere cercando tra le proprie tasche, ed estraendo infine, da una di esse, una busta bianca ripiegata più volte. La porse alla giovane oltre il cancello, la quale la prese subito.
"Deve essere consegnata a Mr. Wright, voi potete farlo?" domandò l'uomo con gentilezza. La ragazza accansentì con semplicità, per poi salutare e voltarsi, diretta alla villa che, oltre un paio di campi meravigliosamente ricoperti di tulipani, sorgeva imponente e lussuosa.

Entrò con passo leggero, sicura di dove si trovasse l'uomo. Ormai viveva in quella maestosità da qualche mese ed aveva imparato ad anticipare le mosse del ragazzo. Si diresse verso lo studio, reggendo in una mano la busta. Non era raro che all'uomo giungessero lettere anche dal nuovo continente, infondo era Trent Wright, famoso signore posseditore di innumerevoli appezzamenti nei dintorni londinesi, eppure alla ragazza pareva particolarmente strano il modo in cui essa era stata commissionata -da un comunissimo cocchiere-. La busta era piccola, non come quella di una comune missiva, e questo significava che era stata consegnata direttamente dalla mano dello scrittore al cocchiere. Oltretutto, nessun sigillo in cera colata manteneva la lettera al sicuro, e ciò significava che il mandante non era nessuno di rinomato. La cosa spiazzò leggermente la giovane. Era curiosa di sapere chi avesse scritto, ma non fece alcuna domanda. Lasciò semplicemente la busta sulla scrivania del ragazzo, che immediatamente, avvertendo la presenza della dama, smise di prestare attenzione ai propri documenti. Ripose la penna con la quale stava scrivendo nell'apposito calamaio, e sorrise alla ragazza sinceramente sollevato nel vederla.
"Non potete immaginare che piacere è per me vedervi, Gwendoline" le mormorò mellifluo, alzandosi dalla propria sedia -decisamente pregiata- e prendendo la mano della giovane, baciandone la superficie. La ragazza non capiva quelle maniere, quelle attenzioni né tantomeno la ragione per la quale ogni nobile rispettabile dovesse indossare guanti, eppure acconsentì all'azione dell'uomo con un sorriso.
"Voi mi lusingate, mr. Wright..." mormorò lei, incerta sul come proseguire, troppo impacciata di fronte le innumerevoli attenzioni del ragazzo "V-Vi è arrivata una lettera" disse infine indicandogli la busta.
Lui abbassò lo sguardo sullo scrittoio sul quale Gwen aveva lasciato la missiva, per poi tornare ad ammirare il viso della giovane "Accomodatevi, prego" disse d'improvviso, sentendosi decisamente maleducato per non averla invitata a farlo non appena era entrata. Lei sorrise appena, per poi sedersi sulla sedia opposta alla sua. Lui tornò ad accomodarsi soddisfatto.
"potete farmi un favore?" domandò poi l'uomo, facendola leggermente sussultare dalla sorpresa.
"Sì? Cosa desiderate?" reagì immediatamente lei, già nuovamente in piedi. Lui sorrise divertito, per poi farle nuovamente segno di sedersi.
"Potete leggermela voi?"
La ragazza, confusa da quella richiesta, rimase qualche momento in silenzio, non facendo nulla. Notando, però, come l'uomo non avesse seriamente intenzione di afferrare la missiva ed esaminarla, lei obbedì. Afferrò la busta, per poi estrarre da essa un foglio bianco sporco piegato più volte su se stesso. Lo aprì con calma, rigirandosi i lembi di carta tra le mani fasciate dai guanti chiari, per poi iniziare a leggere.

'Caro Mr. Wright, 

Non so se vi ricordate di me... Sono Duncan Reed'

La ragazza interruppe qualche istante la propria lettura, prnunciando il cognome. Era al quanto strano, con la guerra attualmente in corso, che un americano scrivesse ad un signore britannico. Alzò lo sguardo in direzione del moro che le stava di fronte, lo vide in attesa che tornasse a parlare. Abbassò nuovamente gli occhi e proseguì la propria lettura.

'Sono al corrente del fatto che la mia prolungata assenza potrebbe avervi fatto dimenticare l'amicizia che in passato condividevamo, ma nel caso le vostre memorie fossero ancora intatte e benevole, avrei un importante favore da chiedervi.

Dovete, d'apprima, sapere, che sono divenuto soldato durante la guerra di indipendenza. Immagino penserete che, facendo parte di schieramente opposti, non sarebbe il caso di portare avanti la missiva, ma siete in errore. Il fatto è che, sono alleato ai Britannici in gran segreto, protetto dalla Corona stessa.

Ho combattuto in questi mesi con astuzia, ma -ahimè- un mio compagno (Americano) ha scoperto la mia truffa. Sono rimasto ferito ad un braccio ed in queste condizioni non posso imbracciare nemmeno un fucile. Necessito di asilo immediato, e voi siete il solo amico che che possiedo in Europa. Ora, potreste designare la mia salvezza, come la mia sconfitta.

Saluti, 
Sergente Reed.'

La ragazza ripiegò il foglio in due, per poi prestare attenzione all'uomo di fronte a lei. Non era particolarmente estasiata all'idea che, uno di quei militari senza senno, ammiratore della violenza, potesse venire a risiedere nella villa, ma purtroppo lei -sapeva bene- non aveva alcuna voce in capitolo. La sua sola speranza poteva essere che il moro non ricordasse l'esistenza del sergente. Eppure, notando lo sguardo sorridente e leggero di Trent, dovette arrendersi all'idea che invece, le sue memorie erano ancora esistenti.

"Meraviglioso" si lasciò sfuggire dopo qualche minuto di silenzio, a parere di lei molto pesanti, lui. Si alzò, scostando disinteressanto la sedia sulla quale era seduto ed accostandosi immediatamente alla propria dama, sorridente. Lei ricambiò la sua espressione con falsità.
"E' perfetto" incalzò nuovamente, probabilmente in attesa di un commento di lei. Gwen sospirò, per poi sfoderare la sua migliore espressione di agio, prima di parlare.
"Posso sapere la ragione della vostra leggerezza, Mr. Wright?"
"Oh, signorina Gwendoline, quanto volte dovrò ripetervi che potete chiamarmi Trent?" domandò lui, ormai arresosi alla rigida formalità della giovane che, in risposta, si strinse semplicemente nelle spalle imbarazzata, incerta nel potersi effettivamente concedere tanta confidenza.
"Comunque sia," tornò a parlare lui, uscendo dallo studio ed iniziando ad attraversare il corridoio. Lei lo seguì "Sono tanto allegro, perchè il signor Reed è stato probabilmente uno dei migliori amici che abbia mai avuto" le raccontò ammaliato "Sicuramente il più sincero tra essi" aggiunse infine con un sorriso malinconico a contornargli il volto.
"Sincero?" domandò lei non capendo il riferimento. L'uomo annuì con semplicità.
"Vedete, essere in possesso di tante ricchezze, non sempre è presagio di buon auspicio. Spesso ci si può trovare vittima di ladri o falsi... Il Signor Reed, nonostante la sua povertà materiale, è sempre stato particolarmente ricco di spirito" spiegò, rispendendole con sincerità e serenità. Trent ricordava le giornate trascorse con il giovane amico, incontrato una giornata per puro caso in America, in una proprietà in precedenza appartenuta a suo padre, e divenuto d'improvviso il suo compagno di giochi a vita.
"Non udivo sue notizie da cinque anni oramai."
"Da quando avevate quindici anni?" domandò lei, in cerca di conferma. Lui annuì nuovamente.
"E' incredibile. Lo ricordo come un povero orfano ed ora mi scrive che è divenuto sergente." disse il ragazzo, fermandosi al centro del corridoio. Lei lo imitò, giungendogli di fronte.
"Credo che sia, oltretutto, un momento perfetto"
Lei non comprese quell'ultima allusione, alla quale domandò immediatamente chiarimento. Lui sorrise.
"Tra sei mesi giungeranno le nostre nozze, Gwendoline" le disse dolcemente il moro, passandole dolcemente una mano tra i capelli morbidi e scuri di lei, per quanto incipriati fossero "Desiderò sia mio testimone"

ANGOLO AUTRICI:


Ciaooo! 
Come va? Spero bene, dopo aver letto questa long! :D
allora, il prologo (bellissimo) l'ha scritto Sara, quindi mi aspetto tante recensioni dato che è bellissimo! 
Il prossimo capitolo lo farò io, anche se faccio schifo a scrivere tenterò di essere al suo livello (o perlomeno ci provo -.-") 
A presto! 
Dolci :3
Gwen&Sara
  
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