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Autore: M4RT1    06/03/2014    3 recensioni
Finnick, Johanna, un'amicizia profonda.
O forse qualcos'altro.
Finnick ama Annie. La amerà per sempre.
Johanna, invece?
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Storia partecipante al Contest "L'altra faccia di San Valentino" indetto da Emily_Kingstone
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ― Tu odi San Valentino, vero?

― Non lo odio. È solo che è per gli innamorati.

― E tu non lo sei?

― Fatti gli affari tuoi, Odair.

Ti volti dall’altro lato, lo sguardo piantato ostinatamente sulla moquette rosso scuro.

― D’accordo ― borbotta lui, sgranando gli occhi verdi. Non ti sei mai concessa di guardarli a lungo, ma sai che sono pieni di sfumature, l’hai sentito dire alle oche con cui va a letto.

― E tu, invece? ― lo punzecchi. È la tua forma di attacco e di difesa, l’unica che funzioni contro lo sfacciato, timido Finnick Odair.

Lui si ritrae. Lo fa letteralmente, appiattendosi contro lo schienale del sediolino, i capelli che prendono una strana piega a contatto con la stoffa. Giocherella un po’ con il braccialetto di corda,  ma non risponde.

― Come stai passando questo giorno?

Sai di fargli male, ma non puoi farne a meno. Devi chiuderti in te stessa, stabilire che anche oggi non sarà lui a dominare la conversazione. E per farlo, qualche volta, lo ferisci in maniera sottile.

― Sai benissimo come lo sto passando.

Certo che lo sai, sei qui con lui. Seduta in questo dannato treno superlussuoso, circondata da cioccolata e zollette di zucchero, diretta a Capitol City a trecento chilometri orari.

C’è una sorta di strana atmosfera, ti dici. Un’aria a metà tra il depresso e il complice, quella che spesso aleggia tra voi, Vincitori e perdenti al tempo stesso. Quella che, quando ti ha chiamato ieri notte, si tagliava col coltello, mentre ti chiedeva se ti andasse di accompagnarlo.

― Scusami, lo so ― fai marcia indietro, fissandolo negli occhi per un secondo.

Sai bene quanto impegno ci avesse messo, per prepararle quella sorpresa. Quante volte ti avesse telefonato per un consiglio, nonostante tu non fossi proprio il tipo di ragazza a cui piace organizzare appuntamenti. Quanti aiuti gli hai dato per la tovaglia, la cena, il regalo.

E la cosa che più ti spaventa, che più ti disgusta, è che da un lato ne sei felice. Sei felice che la sua serata con Annie sia andata a monte, nonostante ti dispiaccia così tanto. Per lui, o forse per lei. Ti senti privilegiata, ad avere del tempo da passare insieme? Non lo sai. Non sai nemmeno se lo ami. Non sai niente.

― Siamo quasi arrivati, ci conviene prepararci ― ti mormora, lo sguardo altrove. Indossa un paio di pantaloni grigi e una camicia bianca, senza cravatta. Una volta gli hai chiesto perché indossasse sempre la camicia, a Capitol City. Ti ha guardato con un’espressione tra il divertito e l’amaro e ti ha detto: “E’ più facile toglierla”.

In quell’occasione, non hai desiderato farlo. Non ti saresti abbassata al livello di una di quelle donne di mezza età che sono disposte a pagare un ragazzino pur di portarselo a letto.

― Da chi sei stato invitato? ― chiedi, alzandoti in piedi. Siete nel tunnel che vi porterà alla capitale, ma le luci al neon rendono tutto abbastanza vivido. Ti stiracchi, in attesa in una risposta.

― Si chiama Jasmine, ha trentadue anni.

Potrebbe quasi andar bene, per lui. Ha solo dieci anni in più, in fondo. Annuisci, sistemandoti il caschetto di capelli scuri e chiudendoti bene il giubbotto di pelle.

Non sarai tu la stella, oggi, ma passare inosservata non sarà comunque facile.

― Dove ti aspetta?

― Di fronte al parco. Puoi rimanere lì, se vuoi.

C’è una nota di scuse nella sua voce, ma la ignori. Sai che è dispiaciuto di averti portato con lui, nonostante a Capitol siano disposti ad accettare molti dei suoi capricci, pur di averlo dalla loro. Ma il suo dispiacere non è per i guai che questa gita potrebbe portarti, è per te.

Non sanno che, dalla loro parte, non ci è mai stato.

― Credo che ti aspetterò al chiosco ― gli rispondi. Il chiosco è il vostro posto, quello in cui vi conosceste due anni fa, durante il tuo primo anno da Mentore.

Lui fa cenno di aver capito e scende dal treno. Lo osservi camminare, fissi le sue gambe muoversi in ampie falcate, le braccia dondolargli lungo i fianchi, il capo chino in avanti in quella strana posa e capisci che, almeno per oggi, il suo appuntamento di San Valentino è con te.

Ci sarà un momento in cui sarà nudo nel letto di un’altra, in cui fingerà di amarla e di divertirsi, ma sapete entrambi che non sarà così.

Ci sarà un momento, o forse sarà una vita, in cui amerà un’altra, e l’amerà con tutto se stesso, come sta già facendo. Ci sarà, e nessuno potrà negarlo. E forse la sposerà e ti inviterà alle nozze, anche se non potrai andarci perché è vietato viaggiare tra i Distretti. E ne sarai contenta, forse, perché non sopporteresti l’idea di vederlo accanto a lei, nonostante tu le voglia bene, in un modo strano che non riesci a comprendere.

Ma per oggi, lui è tuo. È tuo in un modo diverso da quello che vorresti, ma questo San Valentino è vostro.
 
  
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