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Autore: tagliarsi_con_gli_origami    06/03/2014    5 recensioni
Harry Styles amava le olive nere, il vino rosso, le rose blu, le macchine viola e le camicie rosa.
Le casette a schiera di Paddington con i giardini interni e i muri di cinta alti nemmeno due metri, l'odore del cibo da asporto delle bancarelle di Camden, e il rumore dell'ago dei tatuaggi, la consistenza dei marshmallow che non poteva mangiare, e il gusto di menta delle gomme da masticare.
Louis Tomlinson odiava i noccioli delle olive, preferiva la birra, i girasoli, le auto di lusso rigorosamente nere e le divise da calcio di un mascolino rosso, al massimo a righe.
Voleva il traffico di Piccadilly, la metropolitana di notte e le ambulanze sotto casa, i ristoranti al buio e i dolci veri, caldi, da pasticceria.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ai Kodaline e Harry Styles, 
che hanno deciso che uccidere la gente
per avvalorare la teoria malthusiana 
della popolazione,
sia un bel modo di passare la giornata.








 
Quando trovare arrapante Harry Styles
con una maglietta leopardata diventa un problema.









Louis cerca la telecamera.
Deve essere nascosta da qualche parte, perché non può esserci niente di reale e di credibile in quel momento.
Qualcuno è nascosto da qualche parte, e lo sta filmando.
Ha la stessa sensazione di quando, da ragazzino, nei primi anni delle superiori, scopriva per la prima volta le magiche dita lunghe dell'autoerotismo aromatizzato al senso di colpa. Perché qualcosa non poteva essere così bello e appagante, se dietro la porta non si nascondevano Lottie o Fizzie, per spiarlo e calargli le braghe con sua madre e tutto il vicinato.
Non poteva esistere qualcosa che lo facesse stare così bene, e fosse completamente suo.
Nemmeno le seghe, per dire.
E a ventidue anni suonati, e suonati davvero, perché fare il compleanno più o meno lo stesso giorno di Gesù vuol dire che suona di tutto in qualsiasi momento per ricordarti che sei più vecchio, la sensazione è la stessa.
La masturbazione ha perso, almeno un po', le palpitazione del senso di colpa, ed è diventato quasi un noioso esercizio quotidiano per mantenere il corpo vigile e la mente sgombra.
Ma quel momento, quel momento è un bolo di senso di colpa trasportato per sette anni in Tibet da uno scarabeo stercorario con i super poteri e la sceneggiatura di un film sulla sua vita pronta per Bollywood.
Pensa brevemente che, se davvero qualcuno lo sta spiando, dovrebbe trattenere il respiro, gonfiarsi un po', irrigidire la schiena e sembrare più alto. 
Magari mettere su una mezza posa da figo, di quelle riflessive, profonde, occhi socchiusi e labbra arricciate. 
Probabilmente sul Vanity Fair stropicciato in bagno fra la tazza del water e il porta-spazzolone c'è un articolo che potrebbe aiutarlo a trovare una posa da macho per sembrare sexy. O anche non da macho, visti i quindici chili di ossicine da ragazzina che si ritrova.
Semplicemente da essere umano di sesso ben identificato, che non pieghi il polso come la tipa con la faccia da cavallo di Sex & The City...
E magari non camminare come quell'altra di Sex & The City, quella che, non so se posso dirlo in fascia protetta, comunque era il Sex della situazione, insomma.
In tutto ciò, mentre Liam e il suo nuovo taglio di capelli da pappone islandese con la zeppola si muovono davanti all'ingresso del locale come entità fuse in un unico sogno erotico sadomaso misto a cucciolo affettuoso, Harry Styles ha davvero una maglia dalla fantasia leopardata.
E non è a disagio.
Anzi, sembra stia urlando al mondo qualche scoordinata frase di cui mangiarsi dodici parole al secondo, ma che inequivocabilmente significa “gay”.
E non è che non lo sapesse prima, ma comunque strani eserciti di animali selvatici si stanno agitando nel suo stomaco. Così, per piacere.
Piacere.
Ha idea che sarebbe un vero piacere fare molte cose con quelle macchie di leopardo. Molte, moltissime. 
Se Louis fosse ebreo sicuramente un qualche avo si risolleverebbe dalla tomba per ricordargli quanto sporco, infimo e basso sia il suo istinto alla riproduzione, o semplicemente il suo istinto all'atto riproduttivo senza fini riproduttivi, e per questo ancora più sibillino e cruento, ma nella sua famiglia non è che la gente vada in chiesa così spesso, se non quando si sposa sua madre, che è comunque un avvenimento che risolleva la media di matrimoni pro capite di tutta la contea.
Pensandoci, a giudicare dai ninnoli sbatacchianti sul suo sterno, uno sterno che non passa inosservato sotto quelle camicie senza bottoni e tutti quei tatuaggi, va detto, Harry Styles è probabilmente ebreo, in qualche ironico ma sicuramente irritante bandolo della sua matassa genetica.
Assieme all'ominide, l'Homo-non-troppo-Sapiens, la scimmia, e il gene della masticazione lenta che contagia anche il linguaggio e probabilmente l'apprendimento, Harry Styles ha sicuramente qualche avo ebreo che si ridesta dalla tomba ogni tanto per ricordargli il destino crudele dei sodomiti e dei fornicatori.
Vista la fantasia inequivocabile della sua maglietta, a Harry Styles frega del destino dei sodomiti e dei fornicatori quando gli frega della caduta prematura della retina di Louis che cerca di non incrociare per sbaglio quella specie di pelliccia maculata da Sheena la Regina della Giungla.
A giudicare dalla sua maglietta, Harry Styles ci tiene particolarmente al destino dei sodomiti e dei fornicatori, destino che tenta in ogni modo di far collimare col suo, con tutto il suo...tutto.
Louis Tomlinson raramente deve strizzare gli occhi per scacciare dalla mente una qualsiasi immagine. La morte di Leonardo di Caprio in quasi tutti i film in cui muore Leonardo di Caprio, le mattanze delle foche, i film con Matthew McConaughey, la sua retina ha sempre resistito ad ogni scempio visivo del mondo conosciuto, ma c'è quest'immagine di Harry Styles e del suo...
Destino.
Del suo destino.
Destino.

Proprio non riesce ad avere la meglio sul destino di Harry Styles.
Fortunatamente, ad un certo punto, Liam parla.
Liam Payne parla velocemente con un pesantissimo accento del Nord. Ha anche una zeppola che per il mondo potrebbe sembrare adorabile, e che a Lou quasi sfugge, malgrado la sfida vivente che è Liam per ogni stenografo del Regno Unito (tanto che probabilmente ne esiste solo uno in grado di battere abbastanza velocemente quello che dice, ed è stato impagliato, essiccato, o conservato in una capsula criogenica per estrapolare il suo DNA e clonarlo), ma aiuta, davvero tanto, la pioggia di parole, come le pallottole di Salvate il Soldato Ryan.
Louis ha pianto, per dire, guardandolo, perché tutto quel materiale da porno sprecato lo ha sempre trovato un insulto alla levatura mondiale del cinema erotico.
Porno gay, come ogni film di guerra a stelle e strisce mai prodotto.
Come ogni singolo centimetro di pellicola a stelle e strisce mai prodotta.
“Potresti anche smetterla di fare l'offeso e andare a parlarci”
Parlarci. 
Ah, sì, parlare con Harry Styles, una prodezza ginnica tale che verrà annoverata fra gli sport estremi nel 2015. 
Parlano anche di Olimpiadi.
Non vuole parlare con Harry Styles, Louis Tomlinson. 
Alla peggio vuole masticare la fantasia di leopardo della sua maglietta e vedere se gli ricorda Sheena la Regina della Giungla, o atti impuri anche peggiori consumati nella giungla.
Potrebbe ucciderlo, soffocarlo con una delle sue bandane da Gay Pride, una delle sue collanine buoniste in cui Gesù e gli ebrei sono tutti amici e non si vorrebbero sterminare a vicenda, dopo essersi sterminati lungamente in quarantamila pagine di Scritture o cazzi vari.
Vorrebbe prenderlo a calci nelle palle, se mai le sue gambette arrivassero a raggiungere le vertiginose altezze delle sue zampe da giraffa, vorrebbe anche consigliargli un bravo logopedista, un neuropsichiatra infantile, un bagno turco, anche, per schizzare fuori dai pori tutta la sua irritante ed invadente sessualità.
Magari chiedergli, boh, se è vero che lo stallone quasi quarantenne che lo aspettava con il dvd di una versione porno di Notting Hill è il suo amico con figlia e non il suo “amico con figlia”.
Devo smettere di associare Harry Styles ad animali della savana, a film porno e a uomini gay.
Non necessariamente in questo ordine e con questa frequenza. Magari posso smettere piano piano, magari a rate, ma devo smettere.
“Heiiiiiiiiiiiii” 
Ma Harry Styles non smetterà con me, pare.
Nello il Trovatello in una brughiera irlandese ha l'aria carina. Carina per uno che solitamente somiglia a strani incroci di esseri viventi e non viventi, e ride come Flipper appeso per le pinne e costretto a vedere tutte e quarantadue le stagioni di Settimo Cielo.
“Ce l'avete fatta!” Liam è davvero contento di vederli.
Contento che Harry Styles non abbia sbagliato a scrivere il numero, contento che l'abbia chiamato, contento che la Quota Tette della serata sia stata ampiamente superata da una Quota Culi di Vocazione pari a Castro Street il giorno dell'elezione di Milk a sindaco di San Francisco.
E Harry Styles ha l'aria, e Louis Tomlinson deve di nuovo strizzare gli occhi per ricacciare indietro, nell'ordine “arrapata”, “sfacciata”, “irritante”, “rilassata” e “eccitata”, per formulare un accettabile “felice”. 
Louis odia la parola felice. È inutile, è insulsa, usata, logora, vuota, stupida. Da vocabolario ridotto della lingua inglese. Da stupido protozoo dislessico in via d'estinzione.
Da biglietti d'auguri.
Da messaggi di compleanno.
Da buste piene di soldi alla Comunione con tutte le dediche del caso cercate su Internet prima di uscire di casa.
Odia la felicità, quella duratura sensazione ebete di essere in cima al mondo e poterci saltare sopra fino a scoppiare.
Odia anche Harry Styles, le sue fossette, i leopardi morti per confezionare la sua maglietta, e l'odore di mela dei suoi capelli.
E odia anche l'ingresso, il corridoio, le scale e il bagno di quel locale merdoso che Liam eleggerebbe a Capitale degli Universi Conosciuti solo perché ormai lo fanno entrare gratis e sanno qual è il suo profilo migliore da fotografare.
Odia anche Liam, e anche Zayn, che sta impalato come un ganster minorenne ad aspettare i suoi diciotto cugini, che probabilmente avranno affittato un pulmino con il palo da lap dance dentro, giusto per non avvallare gli stereotipi razzisti sul trash de vivre dei pakistani.
Nessuno è di sostegno. Nessuno è mai di sostegno.
E Louis Tomlinson ha un'erezione. Non delle dimensioni di un'Anaconda assassina sopravvissuta al disgelo che ha trovato rifugio in Australia (l'habitat dei serpenti è sempre il campo di Liam), ma come uno che dovrebbe davvero smettere di frequentare certa gente, evitare di incontrare certa gente, e riprendere a pieno ritmo le sopracitate tecniche masturbatorie quotidiane.
E raddoppiarle magari.
Magari evitando di pensare agli avi ebraici di Harry Styles che lo ammoniscono e bandiscono dal Paradiso per atti impuri.
Magari.
Ha un'erezione in un paio di pantaloni decisamente troppo attillati per poterla nascondere.
Lui che, diciamo, non ha mai dovuto esattamente elemosinare doti in quei meandri ormai sconosciuti.
Se qualcosa si risveglia per Harry Styles, qualcosa non va.
E' veramente la fine di un'Era, se non riesco nemmeno più a dialogare con il mio uccello.

C'è da dire che Harry Styles ha un tono di voce quasi suburbano, ma comunque rimbomba, quasi quanto la risata di Liam, che è sempre veloce e gorgogliante come il suo dialetto Klingon spacciato per inglese.
Sono a loro agio, insieme, in un bagno, Liam e Harry, a discutere di qualcosa di normale, senza che Draco, il pitone di Liam, si risvegli dalla pubertà e cominci a fare le bizze.
È Louis quello che ha un problema con Harry.
Perché alla fine Zayn riesce anche a non avere il broncio quattordici ore su quindici che passano insieme, e non saprebbe davvero come spiegarsi perché, fra l'altro, visto che accanto a lui Nello il menestrello delle lande desolate sta enumerando con dovizia di particolari la formazione dell'Irlanda al Sei Nazioni, senza dimenticare di spiegare il perché, dannazione, hanno perso in quella maniera imbarazzante.
Sull'imbarazzante lui e Louis sono d'accordo.
C'è qualcosa di imbarazzante nel suo Compagno di Vita che si ridesta dal suo sonno invernale per Harry Styles. E, concentrandosi anche a dovere per scacciare il pensiero, Louis Tomlinson riesce solo a immaginare quanto caldo possa avere Harry Styles con quel cappotto pesante nei trecentosessantasei gradi centigradi di quel cesso minuscolo.
Lui ha caldo. 
Caldo.
E deve andare a casa.
Ma Liam Payne non asseconda mai le sue fughe, e Zayn Malik, anche volendo, non si è accorto di nulla, impegnato in quella risata un po' sfrigolante che riserva alle persone che gli piacciono davvero tanto.
E Nello il Cantastorie del Re probabilmente ha in serbo ancora un centinaio di poco edificanti aneddoti sulle sue polluzioni notturne, o sulle fasi della mungitura delle capre su a Mullingar, dove il padre, quasi certamente, ha una distilleria abusiva in cantina e un'orribile cicatrice da rissa che gli attraversa l'occhio destro.
E Louis riesce a recuperare un vago controllo solo perché Harry Styles gli ha appena voltato le spalle.
E perché Liam ha cominciato a discutere con Zayn sull'esercizio fisico, e sull'altro che è la vergogna delle persone in grado di deambulare, e Liam che è un fissato bulimico, e tutte le stupide scuse che trovano per toccarsi e spintonarsi da quando, probabilmente, si sono incontrati per sbaglio al McDonalds.
E perché quel Niall Horan se la ride comunque, con i suoi denti perfetti freschi di apparecchio, e riesce a spacchettare da quel dramma omoerotico represso qualcosa che lo diverta.
Lui cerca solo di concentrarsi sul rumore del getto che Harry Styles sta proiettando sulle piastrelle, sperando che l'irritante cadenza della sua urina lo scoraggi dall'attentare a qualcosa che non è certo la sua verginità, che è lontano anni luce dalla virilità, e che certo non assomiglia alla dignità.
Ha un nome, anatomico e colloquiale, quello a cui Louis vuole attentare, ma non verrà riportato in questi luoghi, perché in origine questa storia doveva far ridere, non essere segnalata all'Interpol per i contenuti ad alto tasso di pericolosità mondiale.
“Ma ti dico che è vero!” 
La vocina da folletto dei boschi lussureggianti (di una favola per bambini che fa venire gli incubi) di Niall Horan si allontana su per le scale, e con lui Liam e uno scazzato Zayn, che gli guarda le spalle in obliquo, senza dimenticare di lanciare la solita promessa sessuale a se stesso nello specchio prima di iniziare la serata, ma il panico di Louis assume tutte le tonalità del verde rancido in quei quattro secondi. 
Perché Harry Styles non ha ancora finito di riversare il dubbio contenuto liquido del suo organismo nello scolo dell'orinatoio, e Louis non è nemmeno ancora riuscito a slacciarsi i pantaloni, il panico di vedere l'amico di un tempo sgusciargli via dalle mani, letteralmente.
Non si può baciare qualcuno con le palle al vento in bilico su un orinatoio mezzo sbeccato.
Non è davvero né bello, né romantico, né edificante.

Ma la sua mano è rimasta comunque sospesa su quell'orinatoio, e il suo cervello ha pensato di fare ben di peggio, quindi Louis è tutto sommato felice di non aver spinto Harry Styles contro il ripiano dei lavandini, jeans calati e tutto il repertorio, per farselo a tradimento contro il rubinetto dell'acqua calda che non funziona mai.
È fiero di sé in qualche modo.
È riuscito anche ad aspettare che si lavasse le mani, e si voltasse, prima di abusare sessualmente della sua maglietta leopardata e tutto quello che c'era sotto.
E la bocca di Harry Styles è davvero enorme, ma non troppo, non come aveva pensato, non gli risucchia la faccia fino alle orecchie, non è umido e non somiglia ad un San Bernardo con la rabbia, e non è lontanamente simile alla spugna imbevuta di schiuma da barba scivolosa che aveva ipotizzato nelle serate in cui si sforzava di non pensare alla bocca di Harry Styles.
Ma la bocca di Harry Styles sa esattamente cosa fare, tutto il tempo, il che gli fa pensare, nella frazione di secondo in cui riesce a deviare la mente dai denti dell'altro attorno al suo labbro inferiore, che è forse l'unica parte di lui che risponde correttamente agli stimoli del mondo esterno.
Quello e un paio di altre cose, che a giudicare dall'impatto notevole fra parti anatomiche che nuovamente verranno omesse, si trovano piacevolmente a loro agio ad interagire.
Sarebbe anche un bacio decente, di quelli che fanno rizzare i peli sulle braccia a pensarci per un giorno o due dopo che sono avvenuti, se Harry Styles per poco non si fosse sfracellato sulle piastrelle per essere inciampato nei suoi stessi kilometrici piedi.
Ma il contatto è interrotto, la dilettantesca megalomania da arrapato sessuale di Louis sta passando dalla fase schizofrenia acuta ad un quieto seppur vago controllo, e quell'agitarsi spastico di arti ipersviluppati ha riportato apparentemente la situazione alla normalità.
E Louis è comunque riuscito a uscire da quel bagno, a salire le scale, in ogni caso a darsela prima che l'altro pronunciasse lente e cadenzate richieste spastiche di spiegazioni inutili, quindi la fuga è stata tutto sommato programmata a dovere.
Una fuga più simile a Billie Elliott che scappa dai bulli con le scarpette di danza in mano, piuttosto che una meta da macho al Super Bowl, ma comunque una fuga dal punto A al punto B senza tornare indietro a verificare di non aver lasciato brandelli di sé sul palato di Harry Styles.















Hello! Anche questo capitolo è un delirio senza capo nè coda. Io rido male, lo giuro, ormai da giorni a scrivere questa cosaXD Spero anche voi, diciamoXD
Niente, che vi devo dire? Harry sta scrivendo con i Kodaline e io ho perso un pezzo di cuore e autocontrollo alla notizia, ma sopravviveremo, forseXD
A presto, spero.


 
   
 
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