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Autore: Alisa Sato    06/03/2014    3 recensioni
Lei era speciale, unica e incredibile. Io, sì, io credo di amare sul serio Luka-senpai. Pensavo che non sarei mai riuscita ad arrivare a quel punto, ed invece lei mi aveva ammaliata come se fosse un magnete, un magnifico magnete.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Gumi, Lily, Luka Megurine, Miku Hatsune
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia delle sette mi fece sobbalzare dal letto come ogni mattina, la spensi e poi mi alzai con svogliatezza; mi preparai per come si deve e dopo aver fatto colazione andai verso scuola.
Il cielo era sereno e prometteva una bella giornata, incontrai per strada i miei cari amici d'infanzia, Len e Rin, mentre stavano avendo una discussione abbastanza accesa e udibile a qualche chilometro di distanza.
“Fai sempre così! Sei insopportabile!”
“Finiscila di dire scemenze, Rin!” Mi avvicinai a loro, mentre stavano per menarsi, e misi una mano sulle spalle di entrambi.
“Cosa è successo stavolta?” Si girarono dalla mia parte e mi fissarono increduli, parlando in coro come solo i gemelli Kagamine riuscivano a fare.
“Miku!”
“Avanti, vedete di non discutere in mezzo alla strada, altrimenti faremo tardi a scuola.” Nessuno dei due ribatté il mio comando e ci incamminammo verso l'entrata della Loid High School.
Nei corridoi pullulavano centinaia di studenti, ragazzi come noi, che sistemavano le loro cose o cercavano le loro aule; per fortuna la nostra era al primo piano, proprio di lato alla scalinata. Eravamo al secondo anno e avevamo molti amici, l'unica cosa che peccava era il fatto che c'erano ben pochi ragazzi nella scuola.
Per un breve periodo fui fidanzata con Kaito, un mio senpai che mi voleva molto bene, ma che poi mi lasciò dopo tre mesi perché si era reso conto che era innamorato della sua amica d'infanzia, Meiko. Con lui non ero mai andata oltre il bacio, perché avevo paura di sentire dolore e non mi sentivo tranquilla; c'era solo una persona, che avevo intravisto tempo prima, che m'incuriosiva, ricordo solo fluenti capelli rosa di questa persona e nient'altro.
Quel giorno, come sempre, Len e Rin litigarono anche a scuola, o a causa di Neru, la fidanzata di Len, oppure per questioni familiari; durante la pausa pranzo non potei più sopportarli e uscì dalla classe insieme ad un'altra mia amica, che conobbi l'anno precedente, Gumi.
“Miku, hai pensato cosa fare per San Valentino?” Quella domanda mi fece leggermente arrossire e guardai il pavimento, mentre salivamo per andare nel terrazzo, per pranzare con i nostri Bento al sacco.
“In verità no. Non saprei a chi regalargli..” Lei sospirò e mi mise una mano sulla spalla, con aria sconfortata.
“Miku. Miku. Miku. Cosa dobbiamo fare con te? È così difficile trovare una persona che possa ricambiarti?” Rimasi in silenzio e continuammo a salire per le scale.
“Non sono come te, Gumi.”
“Cosa stai insinuando?” Mi guardò di traverso, con le mani sui fianchi. “Non mi sembra di essere così strana. Da quando in qua dare dei cioccolatini ad una ragazza risulta bizzarro?”
“Non ho mai detto questo.”
“Ma l'hai pensato. E non puoi dire nulla, Lily-senpai è perfetta!” Le brillarono gli occhi e si strinse le braccia intorno a se stessa. “Quanto vorrei che per il White Day ricambiasse il mio dono, magari approfondendo la nostra relazione.”
“Tu hai qualche rotella fuori …” Non conclusi la frase quando, appena arrivate nel terrazzo, vidi due figure che, se non sapessi che quello che riguarda la mitologia era leggenda, le avrei scambiate per due Dee: due bellissime Dee.
Ci fermammo entrambe e notammo che, davanti a noi, due ragazze in posizione stante, una dai capelli fini e biondi, cadenti alle spalle come l'altra, ma di un colore diverso, diciamo sul colore dei fiori di ciliegio, parlavano allegramente; entrambe aveva gli occhi azzurri e i loro volti erano rilassati e ci davano l'impressione che fossimo capitate in qualche secolo precedente a noi sconosciuto, ai tempi in cui le dame occidentali erano la parte portante della società aristocratica.
Gumi esultò, facendo un piccolo urlo, e si avviò di fretta verso la ragazza dai capelli come il sole, buttandosi tra le sue braccia, mentre l'altra ricambiò il gesto; io mi avvicinai a malapena e rimasi a qualche metro di distanza, sentendomi quello sguardo profondo su di me.
“Lily-senpai!”
“Gumi-chan!” Sorrisero e poi si scambiarono un bacio casto davanti a noi ed io, imbarazzata da morire da quel gesto così estraneo per me, girai lo sguardo verso le mattonelle grigie della terrazza. “Ciao Miku-chan.”
“Salve senpai..” Non alzai mai gli occhi da quel punto. “Come stai?”
“Alla grande, vedo che tu sei sempre la stessa.” Rise piano e poi notai che aveva messo sopra le sue gambe Gumi, che masticava nel frattempo il suo Yakisoba Pan con gusto. “Conosci già Luka?”
Alzai gli occhi e incrociai quello sguardo, così penetrante, che rispecchiava l'azzurro intenso del cielo e arrossii involontariamente; negai con la testa e poi Lily la indicò con la mano. “Luka, questa è l'amica della mia ragazza, Miku Hatsune. Miku, questa è la mia compagna di banco, nonché amica, Luka Megurine” La ragazza si avviò verso di me e mi porse la mano, con un sorriso debole e alquanto affascinata.
“È un piacere conoscerti, Miku.”
“P-Piacere mio …” La mia voce uscì appena e abbassai lo sguardo; quella ragazza mi metteva in ansia, come nessuno mai aveva fatto, ed il cuore iniziò a battermi con tanta di quella forza che lo sentivo anche nelle orecchie.
Forse per il caldo, o forse per la troppa emozione che provavo in quel momento, persi i sensi e mi ritrovai tra le sue braccia. Il suo sguardo fu l'unica cosa che ricordai prima di perdere del tutto coscienza.

Sentii qualcosa di freddo sulla mia fronte e aprii gli occhi, mi misi a sedere nel letto e osservai la stanza dove mi trovavo: era molto femminile e alquanto ordinata; mi tolsi la pezza umida dalla fronte e girai il volto verso la porta, che era socchiusa.
“Finalmente ti sei ripresa, va meglio ora?” La sua voce era profonda e calma, il suo viso rilassato, annuii e si mise seduta affianco a me. “Ti capitano spesso questi colpi di sole?” Negai con la testa, mentre mi guardavo le mani sul grembo, con il viso arrossato. “Capisco. Però mi sa che la febbre non ti è scesa.” Si avvicinò a me e trasalii, quando appoggiò la fronte contro la mia. Sentivo il suo respiro calmo e caldo sul mio viso e la sua mano vicino alla mia; non riuscivo a dire nulla e iniziai ad ansimare per il strano calore che provavo, dovuto a quella vicinanza imprevista. “Non scotti. Che sia io la causa di tutto ciò?” Lo disse sorridendo e mi guardò intensamente negli occhi. Allora era consapevole dell'effetto che aveva su di me. Me lo stava facendo appositamente.
“Luka-senpai …” La mia voce uscì a malapena, quasi come se fosse un sussurro, e mi prese il mento con la mano.
“Miku … Dimmi cosa vuoi ed io lo esaudirò.” Quella frase mi fece sussultare, facendo palpitare il cuore e la fissai negli occhi con veemenza. Mi aveva rubato il cuore e l'anima sin dal primo momento che l'avevo vista, ma adesso voleva anche il mio corpo, non che io ero contraria per questo, e fu così che le sussurrai qualcosa che non mi sarei mai immaginata di dire neanche a Kaito.
“Voglio fare l'amore con te …” Sorrise debolmente e poi mi diede un bacio casto sulle labbra. Fu dolce e piacevole, nemmeno lui era riuscito a farmi emozionare con un bacio così semplice, mentre lei c'era riuscita alla grande.
Si staccò da me, guardandomi con quei suoi occhi, che mi lasciavano annegare in quei sentimenti mai provati prima, e mi fece sdraiare, mettendosi sopra di me. Iniziò a baciarmi con più frequenza e la sua mano mi sfiorava il viso teneramente; sentii la sua lingua cercare la mia e gliela porsi, facendole danzare ed esplorare l'altra.
La sua mano scese, fino a sfiorarmi il ventre e risalire verso il reggiseno, togliendomi la divisa da sopra le braccia; mi guardò con occhi lucidi e lascivi, togliendo ogni indumento e lasciandomi priva di ogni cosa.
Ero inerme davanti a lei. Ero la sua bambola, e non mi dispiaceva affatto. Lei mi guardò ancora e ancora, facendo imporporare le mie guance e farmi imbarazzare.
“Miku, sei meravigliosa.” Mi baciò sulle labbra dolcemente e scese il viso verso i miei seni; non potevo far altro che rimanere lì, sdraiata e tremante, a vedere il viso di Luka con impresso una sola cosa: lussuria.
Mi toccò i seni piano, stuzzicando un capezzolo tra pollice ed indice, mentre l'altro veniva leccato dalla sua lingua esperta. Riuscì a strapparmi qualche gemito, mentre ero aggrappata al cuscino, quando mi baciò a fior di pelle ogni angolo, fino ad arrivare lì.
“L..Luka-senpai, ho paura.” Lei si fermò e alzò il volto per guardarmi, nei suoi occhi c'era un sentimento dolce, uno sguardo a cui si rivolge agli amanti più intimi e mi fece palpitare il cuore.
“Non temere, Miku, andrà tutto bene. Non ti farei mai del male.” Le sue parole erano appena sussurrate e intonate dolcemente, m'infondettero coraggio e tranquillità, nel mio animo turbato e scosso.
Annuii soltanto e le toccai una guancia con la mano, lei vi strofinò quest'ultima contro il viso, baciandomi il palmo e congiungendo le sue dita alle mie. “Abbi fiducia in me.”
Non potetti non dirle di no, ormai stregata da lei, così la vidi scendere completamente verso la mia intimità e appoggiare le mani sulle cosce, vicinissime all'inguine.
Un brivido percorse la mia spina dorsale, quando sentii la sua lingua passare sulla mia intimità, così, senza preavviso, lasciandomi a bocca aperta e con il cuore palpitarmi, con tanta di quella forza, che sembrava sul punto di scoppiare.
“L..Luka-senpai!” Urlai il suo nome, mentre inarcavo sempre di più la schiena, quando lei intensificò il suo gesto, facendomi andare la mente in tilt, nel buio più totale.
“Miku …”
“Luka-senpai … Luka-senpai!” Ripetei il suo nome, finché non avvertì qualcosa nel bassoventre. “Io … credo che sto per …”
“Tranquilla, fai pure …” Fece più pressione nel baciarmi e dedicarsi completamente a me, tanto che non resistetti più e mi lasciai andare.
Mi abbandonai a peso morto sul letto, con la testa leggera e il cuore che riprendeva a battere con regolarità; vidi Luka avvicinarsi a me e sfiorarmi la guancia con una mano, la guardai negli occhi con un sorriso debole dipinto sul volto.
“Luka-senpai …”
“Stai bene?”
“Sì, non mi sono mai sentita così bene prima d'ora.” Risi piano e mi girai del tutto verso di lei, cingendole il bacino con le braccia. “Ti ringrazio, Luka-senpai.” Lei sorrise e mi accarezzò la testa con affetto, chinandosi di poco per baciarmi la fronte.
“Sono contenta.” Prima che potessi aggiungere altro, sentii la suoneria del mio cellulare e mi voltai verso la borsa.
“Pronto? Gumi? Che c'è? Cosa?! Sul serio?! Potevi dirmelo stamani! Si. Okay. Sì, sono con Luka-senpai. Per forza? Va bene. A dopo.” Chiusi la chiamata e mi giro di nuovo verso Luka e lei mi guarda dolcemente.
“Se devi andare, vai pure; ci vediamo comunque a scuola.”
“Ne sei sicura?”
“Ovviamente. Se hanno bisogno di te, vai. Sta tranquilla, ci vedremo prima che te ne accorga.” Rise e poi si alzò con la mia divisa in mano. “Tieni.” Presi i vestiti e, dopo averli indossati e diretta verso la porta d'ingresso, mi voltai verso Luka. “Cosa c'è?”
“Io …” Non trovando le parole, mi avvicinai a lei prendendola per un braccio e, alzandomi di poco, le detti un bacio. Rimase sorpresa da tale gesto e si toccò le labbra quando mi staccai con le guance arrossate. “Grazie.”
“D..Di nulla.” Le sorrisi e, poco dopo, uscii da casa sua, camminando velocemente verso il luogo dove mi aspettava Gumi.
Lei era speciale, unica e incredibile. Io, sì, io credo di amare sul serio Luka-senpai. Pensavo che non sarei mai riuscita ad arrivare a quel punto, ed invece lei mi aveva ammaliata come se fosse un magnete, un magnifico magnete.
  
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