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Autore: NeverMe    07/03/2014    3 recensioni
Ambientata dopo il finale della seconda stagione, visto che la terza non è sicura devo trovare un modo di colmare il vuoto...
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Claudia era sul ciglio della porta di casa, ad aspettarlo.
"Ciao..." Giocherellava nervosamente con il ciondolo che portava al collo.
Gabriel si avvicinò "Ciao..." Si fermò a una spanna di distanza, indeciso sul da farsi. "E' tutto ok?"
Lei annuì, ma i suoi occhi erano lucidi.
Le accarezzò una guancia e le spostò delicatamente il viso, in modo che potesse guardarlo negli occhi "Che c'è?"
"Niente..." si affrettò a dire lei e si diresse verso il salotto.
"Claudia, c'è qualcosa che non vuoi dirmi?"
"E tu?" disse lei voltandosi a guardarlo.
Gabriel abbassò lo sguardo, sapeva di aver assunto un'aria colpevole, sapeva di essere stato smascherato. Non aveva voglia di parlarne, però, non aveva voglia di spiegarle che lo avevano nominato a capo del direttorio e che lui si era preso del tempo per decidere. Non aveva voglia di decidere adesso se doveva chiudere o no i conti col passato.
A Claudia caddero di mano le chiavi "Dimmi che non è vero..."
"Claudia...?"
"Tu avevi detto che volevi stare con me." Una lacrima le rigò il viso.
"Ma cosa?" Gabriel si avvicinò, ma lei usò il divano per separare i loro corpi.
"Hai cambiato idea... sei venuto per dirmi che rimarrai un sacerdote..."
Gabriel si rese conto di aver assunto un atteggiamento troppo colpevole, troppo per lei che riusciva a capire ogni suo gesto. Rimanere nella congregazione non avrebbe implicato rimanere un sacerdote, questo lo aveva messo in chiaro ai membri del direttorio.
"Se mi rivolete sarà alle mie condizioni..."
Sapeva di essere rincasato da quello che doveva essere un passo importante: la sua ultima riunione, avrebbe dovuto essere entusiasta, invece aveva assunto quell'atteggiamento! Ovvio che lei avesse pensato immediatamente al peggio.
Sorrise e cercò nuovamente di accorciare le distanze tra i loro corpi "Claudia, l'unico motivo per cui sarei disposto a tornare all'altare di una chiesa sarebbe per sposare te..."
Lei lo guardò con la stessa espressione intensa e sorpesa di quando lui le aveva detto di aver scelto e che non sarebbe più tornato indietro.
Gabriel la prese per mano "Te l'avrei chiesto appena uscito dal vescovato, quando ti ho chiesto di aspettarmi, prima che succedesse tutto..."
Gli occhi di Claudia vagavano su Gabriel e sembravano chiedergli lo stai facendo davvero?
"Mi sposerai?" gli chiese.
"Se vuoi..." sorrise Gabriel e cercò di baciarla, ma lei si spostò.
"Non me l'hai chiesto..." lo prese in giro.
"Mi hai già risposto" prese il suo labbro inferiore tra le proprie labbra, come aveva scoperto di amare fare. Amava da impazzirre la sensazione delle sue labbra morbide sulle proprie. Lei le aprì quel tanto che bastava per permettere alla sua lingua di insinuarvisi ed incontrare la propria. Claudia gli mise le mani sui fianchi, mentre Gabriel l'avvolse completamente tra le braccia. Abbandonò la sua bocca per baciarle il collo, le aprì la camicietta per poter continuare a baciare ogni centimetro della sua pelle, senza impedimenti. Amava sentirla fremere per i suoi baci, amava le sue mani sulla propria nuca.
Le diede un altro bacio sulle labbra e la prese in braccio.
"Gabriel..." rise, non se l'aspettava. Gli mise le braccia intorno al collo ed avvicinò la propria fronte alla sua.
"Mi alleno per quando sarai mia moglie..." disse cercando di dirigersi verso la camera da letto, ma rischiò di inciampare nel tavolino del soggiorno.
Claudia rise ancora "Sicuro di farcela?"
"Volevo vedere se ti fidavi..." finse di giustificarsi Gabriel.
"Lo sai che mi fido di te..." gli accarezzò la guancia e gli stampò un tenero bacio sulle labbra "... ma casomai volessi evitare di fare tutta quella strada, quel divano non sembra male!"
"Nemmeno quella poltrona..."
"Nemmeno il tavolino..."
"Claudia!"
"E' vero!"
Gabriel rise "Dobbiamo scegliere da cosa cominciare"
"Voto per il divano!"
"E divano sia!"
Risero insieme e fecero l'amore, un paio di volte, forse tre... testarono quante più superfici solide possibili, ecco.
***
"Gliel'hai detto?"
"No."
"Ma come no? Hai anche fatto le prove davanti allo specchio, dopo aver buttato via così la propria reputazione dirlo a lui avrebbe dovuto essere un gioco da ragazzi!" rise Teresa.
"E' che non era il momento giusto..." si giustificò Claudia.
"Mmm..." Teresa bevve un goccio di tè "Sarà sicuramente felice di saperlo quando il bambino sarà nato... questo? ah... è tuo figlio... perchè? Non te l'avevo detto che ero incinta? Devo essermi scordata... va beh, adesso lo sai!"
Claudia alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.
"Perchè non hai ritenuto che fosse il momento giusto?" tornò seria Teresa.
Claudia alzò le spalle "Quand'è tornato a casa aveva un'espressione sul volto... non era sereno, Teresa, si portava dietro un peso, un peso che non ha voluto condividere con me."
"Claudia il passato di Gabriel lo tormenterà sempre, come questa storia. Non potete aspettare che vada tutto bene per iniziare a vivere, non puoi aspettare che sia completamente sereno per dirglielo! Dovete costruirla la vostra serenità!"
Claudia sorrise e annuì. Sapeva che l'amica aveva ragione. "C'è una cosa che non ti ho detto..."
Teresa le fece segno di parlare.
"Ci sposiamo!"
Teresa sorrise "Ma perchè non me lo hai detto prima? Non credevi che fosse il momento giusto?"
Claudia rise.
"Ti assicuro che sono completamente serena e pronta ad accogliere qualsiasi notizia!"
Claudia le diede una cuscinata, poi si abbracciarono.
"L'avresti mai detto?" chiese Claudia. "Perchè io non ho mai nemmeno osato immaginarlo e adesso sta accadendo tutto, tutto quello che desideravo... ed io ho paura che me lo strappino dalle mani, Teresa."
  
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