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Autore: ringostarrismybeatle    07/03/2014    3 recensioni
Quel sabato John era a letto, sconvolto dalla febbre e dal raffreddore, con il viso bianco come un cadavere ed il naso rosso come quello di un pagliaccio. Un bel pagliaccio, a detta di Paul.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Hai bisogno di qualcos’altro, Johnny?”

Paul rivolse al proprio compagno uno sguardo carico d’affetto. La visione di John in quel momento era la cosa più dolce che avesse mai visto in tutta la sua vita.

“Paul, te l’ho detto. Non devi restare qui solo perché ti faccio pena.”
“Ma tu non mi fai pena. Resto qui perché ne ho voglia.”

Era sabato sera. Il sabato sera che i due si trovavano a sognare per tutta la settimana, per poter finalmente uscire a suonare con gli altri.
E invece, quel sabato John era a letto, sconvolto dalla febbre e dal raffreddore, con il viso bianco come un cadavere ed il naso rosso come quello di un pagliaccio. Un bel pagliaccio, a detta di Paul. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento, quasi non lo avrebbe riconosciuto. Vestito con il suo enorme pigiama di lana, allungato nel letto, sotto alle orrende coperte a righe di zia Mimi, con in mano una tazza di latte fumante preparata con amore dalle mani del suo fedele Paul.

“Dico sul serio. Non puoi rovinarti il sabato per colpa mia. Dai, non mi incazzo se decidi di uscire.”

Il ragazzo incrociò le braccia, guardandolo con uno sguardo scocciato.

“E sentiamo. Con chi dovremmo suonare, se io e gli altri decidessimo di andare?”

John alzò le spalle, spostando lo sguardo vagamente a terra.

“Potreste trovare un’altra persona, no? Ci sono tanti ragazzi che sognano di suonare con noi.”
“Io credo che tu stia delirando per la febbre.”
“Io credo che tu debba stare zitto.”

Paul alzò un sopracciglio, scuotendo leggermente la testa. John poteva sembrare dolce, quando era malato, ma la verità era che la sua indole non cambiava mai. Era sempre il solito scontroso, presuntuoso e permaloso John che lui amava incondizionatamente.

“Oh, Lennon, Lennon. Come faresti, se non ci fossi io a sopportarti?”

Si avvicinò con calma al letto, sedendosi sul bordo dove il compagno aveva lasciato un piccolo spazio libero.

“Bevi un po’ di latte, dai.”
“Ma ci hai messo il miele.”

Lo sguardo del più piccolo si fece confuso, davanti al viso quasi disgustato di John.

“E allora?”
“Non mi piace il miele, lo sai.”
“Come pensi di tornare a parlare, e soprattutto a cantare normalmente, se non ne prendi un po’?”

Il ragazzo sbuffò, mantenendo lo sguardo su di lui, ma sentendosi sconfitto. Maledetto Paul. Maledetto miele. Gliel’avrebbe fatta pagare, quando sarebbe guarito.
Prese un sorso di latte, chiudendo gli occhi per cercare di rendere il tutto più semplice. Ma ben presto, la risata cristallina di Paul lo riportò alla realtà.

“Cosa c’è?”
“Niente, niente.”

Il più grande appoggiò la tazza sul comodino, tornando a guardare il compagno in modo scorbutico.

“Dimmi subito perché ridi, McCartney.”

Paul cercò di nascondere la propria bocca con una mano, ma il suo sorriso era diventato così grande da essere visibile anche in quel modo.

“Sei davvero dolce, lo sai?”
“Vaffanculo.”
“No, dico davvero. Non voglio prenderti in giro. Guardati.”

Spostò la mano sul suo viso, sentendolo così caldo da fare spavento. Passò le dita tra i suoi capelli, scompigliati dai movimenti su quel cuscino sgualcito. Era bello. Era così bello che Paul per qualche secondo non riuscì a parlare, perso nei suoi pensieri.

“Sono uno schifo.”
“No, non è vero.” 

Si alzò nuovamente, sollevando le coperte dal corpo dell’altro e allungandosi accanto a lui. Sentì sulla propria pelle il calore del letto, il calore di quelle lenzuola. Il calore di John.

“Sai che domani anche tu avrai la febbre, vero?”

Paul sorrise, accarezzando delicatamente il suo fianco ed entrando all’interno della sua maglia. Per un attimo, John rabbrividì. Non per il freddo che aveva avvertito, non per la differenza di temperatura tra di loro. Rabbrividì perché quello era Paul. Era il suo tocco, erano le sue dita. Lì, solo per prendersi cura di lui.

“Non mi interessa.”

Il ragazzo si avvicinò, tenendo lo sguardo fisso su quelle labbra leggermente screpolate per la malattia.

“Il dottore mi ha detto di non baciare nessuna ragazza.”
“Appunto.”

Sfiorò con la propria bocca quella del compagno, posando un bacio delicato su di essa e sentendolo rispondere in modo sempre più convinto.

“Nessuna ragazza, John. Non ha parlato di ragazzi.”




Ciao a tutti :D Eccomi qui, di nuovo :D E stranamente, di nuovo con una fluff (Per la felicità di Kia85) :D Teoricamente, avrei voluto scrivere una flash, ma come sapete odio riassumere troppo. Queste sono giusto 700 parole, credo sia anche poco per tutto ciò che scrivo normalmente :D

Beh, l’ispirazione mi è venuta ieri sera, quando per il raffreddore e per il mal di gola non sono potuta uscire >.< Un mix perfetto che, tra tante cose negative, almeno mi ha fatto venire in mente qualcosa da scrivere. E forse neanche questo è davvero positivo, siete voi a giudicare :D

Allora, grazie mille come sempre a tutti coloro che leggeranno :) Davvero! Grazie a chi mi segue, a chi mi supporta e grazie a Lui, che sa sempre come ispirarmi.

A presto!

Peace&Love,

ringostarrismybeatle
  
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