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Autore: bic    08/03/2014    2 recensioni
Tratto dal testo:
Bibi, che suo malgrado aveva assistito impotente all’amorevole scambio di battute, non riuscì a trattenere un pensiero: “Ma era possibile che quei due non fossero in grado di parlare da persone adulte e civili per almeno dieci minuti?”
La bella principessa dai capelli azzurri ha deciso di far ragionare quei due testoni dei suoi compagni di ciurma. Riuscirà nell'impresa? E riflettendo sui lorosentimenti riuscirà a farsi avanti con colui che è importante per lei?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nefertari Bibi | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Nami?
- mmh
Le due ragazze erano distese ognuna nel proprio letto nella cabina che condividevano sulla Going Merry.
Nami aveva le braccia a sorreggere la testa in una posizione molto simile a quella assunta dallo spadaccino della ciurma nei momenti di riposo.
Bibi sapeva che l’amica non stava dormendo.
- Da quanto tempo hai scoperto di essere innamorata di lui?
La ragazza dai capelli corti sorrise mestamente. L’amica aveva visto giusto, era una persona sufficientemente sveglia da rendersi conto di ciò che a tutti i compagni era sfuggito, o forse era semplicemente perché era una ragazza.
- Non ci crederai mai.
- Andiamo, Nami, a me puoi dirlo.
- Arolng Park.
- Come, cosa ,che?
La ragazza dai lunghi capelli turchini era rimasta basita: d’accordo che la sua amica fosse una testarda senza speranza, ma non pensava che fosse cotta a puntino da tutto quel tempo.
- E come  hai fatto ad accorgertene?
- Quando l’ho visto lanciarsi in acqua legato ero atterrita: non ho potuto fare a meno di saltargli dietro per riportarlo a galla, ricordo di aver pensato che se fosse stato privo di sensi avrei avuto l’occasione di praticargli la respirazione artificiale e la cosa mi avrebbe fatto un enorme piacere.
Bibi era girata verso Nami e la osservava attentamente: - E’ per questo che lo tratti male? Non è mica colpa sua se ti sei innamorata di lui.
- E cosa posso fare? Dirglielo? Mi considera una mocciosa e una strega.
Nami si voltò verso la parete di legno: - Buonanotte.
Bibi avrebbe voluto continuare quella conversazione, anche se cercare di convincere Nami a fare qualcosa era una causa persa in partenza.
Si era accorta di ciò che la navigatrice provava nei confronti di Zoro da segnali microscopici che ai più sarebbero parsi invisibili: il modo in cui l’amica lo osservava quando sapeva di non essere vista, il fatto che appena poteva lo angariava o lo ingiuriava per la sua pigrizia con il solo scopo di fargli notare che lei era lì per lui e non certo per quel damerino di Sanji o per quel bambinone di Rufy.
E ovviamente quella zucca vuota dello spadaccino non si era accorto di nulla. E non faceva che esasperarla appellandola con nomignoli tutt’altro che lusinghieri.
Certo era sempre più facile pensare ai problemi di cuore degli altri piuttosto che ai propri e se lei fosse riuscita a far capitombolare i suoi due testardi compagni sarebbe certamente riuscita a distrarre l’attenzione di un certo cuoco dalla navigatrice accaparrandoselo tutto per sé. Meditando un buon piano scivolò tra le braccia di Morfeo.
 
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La Going Merry era in alto mare, non ci sarebbero voluti molti giorni prima di riuscire a raggiungere la capitale della sua adorata Alabasta e doveva sfruttare al meglio il tempo che aveva per far innamorare quel frigorifero di uno spadaccino. Cominciò a meditare un modo per rinchiudere i due in una stanza da soli affinché potessero almeno cominciare a parlare. Quando fu interrotta dalla navigatrice: - Ho dimenticato il Torquetum, puoi andare a prendermelo?
Ed un’idea le balenò in mente.
Appena Nami si chiuse nella sala riunioni, in cui aveva momentaneamente depositato alcune carte da studiare per valutare venti ed eventuali burrasche da evitare, Bibi cominciò a vagare per la nave alla ricerca di Zoro con in mano un cesto di panni bagnati e l’espressione di chi ha davvero bisogno di aiuto. Lo trovò sdraiato sotto un arbusto di mandarini ad osservare quei dolci frutti perso nei suoi pensieri.
-  Zoro?  
- mmh?
Ma quei due rispondevano anche nello stesso modo quando venivano chiamati?
- Senti, Nami avrebbe bisogno del Torquetum, è nella nostra stanza, ma io sto andando a stendere il bucato, per favore, potresti portarglielo tu?
Se si fosse trattato di qualcun altro ovviamente Zoro lo avrebbe mandato a stendere, ma Bibi già ci stava andando, perciò non poté rispondere negativamente, e poi lei chiedeva sempre le cose con una tale grazia e gentilezza che era impossibile dire di no; si alzò di malavoglia e si recò nella stanza delle ragazze, recuperò dal tavolino il computer analogico e si avviò verso la sala riunioni, aprì la porta e si trovò di fronte la navigatrice che sorpresa fece una salto indietro.
- Stavo proprio andando a prendere il Torquetum, come facevi a sapere che mi serviva?
- Veramente mi ha detto Bibi di portartelo.
Nami sorrise: - Pensavo che si fosse dimenticata, grazie.
Zoro le porse lo strano aggeggio, davvero non capiva come diavolo funzionasse quell’affare e, prima di accorgersi di cosa stava facendo chiese: - Ma a cosa diavolo serve questo affare?
Nami gli rivolse uno sguardo tra lo stupito e l’inquisitorio: - Davvero ti interessa?
- Lo so che mi reputi un idiota, ma guarda che qualche cosa la capisco anche io. Comunque non ti faccio perdere altro tempo.
Disse voltandosi e appoggiando la mano sulla maniglia.
- Aspetta se vuoi te lo spiego. In realtà è più semplice usarlo che spiegarlo. In pratica serve per convertire le misurazioni ed io lo uso basandomi sulle carte per trovare la rotta migliore evitando di incontrare burrasche che ci porterebbero lontani dalla nostra destinazione, anche se a volte per farlo devo allungare un po’ il viaggio.
Zoro era rimasto ad osservare la navigatrice: le dita affusolate che trafficavano sicure con l’oggetto di metallo, lo sguardo concentrato a carpirne dei segreti che per lui sarebbero sempre rimasti un mistero.
La navigatrice ormai non gli prestava più attenzione e lui si dileguò silenziosamente in modo da non distrarla, d’altro canto erano tutti nelle sue mani e lui non era abbastanza intelligente per essere alla sua altezza.
Nami sollevò lo sguardo, ma Zoro se n’era andato. Ecco, sempre il solito buzzurro, lei gli stava spiegando come funzionava quell’affare e lui se n’era andato senza nemmeno degnarla di un saluto.
Bibi aveva finito di sistemare i panni e, passando accanto ai cespugli verdi e arancioni, vide lo spadaccino seduto a gambe incrociate con gli occhi chiusi in posa meditativa.
Quando sentì un urlo provenire da lì vicino: - Ehi! Buzzurro, chi ti credi di essere a lasciarmi lì a metà di una spiegazione?- Nami, con le mani appoggiate sui fianchi e vampe di fuoco che la avvolgevano guardava feroce lo spadaccino.
- Senti mocciosa, ti ho lasciata stare perché eri occupata, mica credevo che avessi tempo da perdere!
- Allora la prossima volta non farmi domande di cui non vuoi sapere la risposta!
- E tu non dimenticarti i pezzi prima di metterti a lavorare!
- Troglodita!
- Strega!
- Carogna!
- Megera!
E continuarono così finché entrambi si chiusero in un mutismo corrucciato voltandosi in direzioni diverse e ritornarono alle proprie occupazioni.
Bibi, che suo malgrado aveva assistito impotente all’amorevole scambio di battute, non riuscì a trattenere un pensiero: “Ma era possibile che quei due non fossero in grado di parlare da persone adulte e civili per almeno dieci minuti?”
 
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- Zoro?
Bibi si era seduta accanto a al ragazzo che aveva cominciato la quotidiana manutenzione delle proprie Katane.
- La prossima volta che l’arpia ti chiede qualcosa scordati il mio aiuto.
- Ho bisogno di chiederti una cosa …
- Ti ascolto.
- Da quanto tempo sei innamorato di Nami?
Zoro assunse una tinta tendente al bordeaux che decisamente stonava con la sfumatura lattughesca dei suoi capelli.
- Ma cosa ti salta in mente, io non sono innamorato di quella mocciosa.
- Strano, perché sei davvero molto protettivo per essere un uomo del tutto disinteressato.
- Lei mi ricatta.
Bibi sollevò un sopracciglio poi aggiunse: - Pensavo che Roronoa Zoro, il temibile spadaccino fosse più coraggioso.
- Non sono un codardo.
Rispose piccato il ragazzo.
Bibi si alzò e lo guardò dall’alto in basso: - Tu, uno che non è nemmeno in grado di ammettere i propri sentimenti come lo chiami? Cuor di leone?
- Mi conosco, principessa, non ho bisogno che qualcun altro cerchi di leggermi dentro.
Zoro normalmente non era così duro, ma nessuno doveva intromettersi nella sua vita privata.
- E’ un vero peccato Zoro, comportandoti così rischi di perdere qualcosa di molto più prezioso delle tue katane o dei Berry che devi a Nami.
- Se non ti meriti una cosa non puoi averla e quindi non puoi nemmeno perderla. E ora vado ad allenarmi.
Bibi sorrise: bene, anche Zoro era cotto, solo che era convinto di non meritarsi Nami, perciò non restava che tentare l’ultima possibilità, ma per quella aveva bisogno di aiuto.
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Quando Bibi li vide, Rufy stava cercando di intrufolarsi nella dispensa con l’aiuto di Usopp e Chopper, i quali controllavano che il cuoco non arrivasse da un momento all’altro a gamba tesa.
- Rufy, se riesco a procurarti qualcosa da sgranocchiare mi dai una mano?
Il sorriso felice di Rufy fu una risposta sufficiente.
Bibi si recò in cucina e si avvicinò a Sanji sussurrando: - Sanji, c’è qual cosina da sgranocchiare prima di cena? Sai, la mia non è proprio fame, è più voglia di qualcosa di buono.
Il cuoco, al settimo cielo per aver ottenuto l’attenzione di una delle sue dee le riempì un cestino da pic nic manco fosse cappuccetto rosso in visita alla nonna e, in cambio, ricevette un leggero bacio sulla guancia che trasformò i suoi occhi in palpitanti cuoricini rosa. Bibi si voltò prima che il cuoco notasse che le sue guance si erano tinte di un lieve rossore.
Bibi posizionò il cestino di fronte a Rufy e cominciò: - Caro capitano, nella tua ciurma c’è un piccolo problema.
Rufy drizzò le orecchie, era insolito che Bibi esordisse in quel modo. La giovane principessa continuò: - Ci sono due nostri compagni che sono innamorati, ma sono troppo orgogliosi o codardi da dichiararsi l’affetto che provano l’uno per l’altro.
Rufy osservò Bibi come se stesse parlando una lingua a lui sconosciuta poi cominciò: - Vuoi dirmi che in realtà Usopp è innamorato di Chopper?
Bibi si mise una mano sulla faccia e la trascinò come a portarsi via dalla mente quel pensiero raccapricciante: - No, Rufy, parlavo di Nami e Zoro.
A Rufy cadde la mascella proprio mentre stava per addentare un cosciotto di maiale al forno: - Ma ne sei proprio sicura?
La principessa sollevò un sopracciglio: - Sì, Rufy, te lo garantisco.
- E allora che facciamo?
- Semplice – rispose Bibi sorridendo – ingaggiamo battaglia contro l’orgoglio e la codardia!
Si strinsero la mano sorridendo e strizzandosi vicendevolmente l’occhio.
Nami aveva riposto le carte, recuperato il proprio annaffiatoio ed un cestino, aveva bisogno di rilassarsi tra i suoi mandarini per scacciare il pensiero di quel brutto buzzurro col cervello  da babbuino che l’aveva illusa di essere interessato alle sue mappe e poi se n’era andato infischiandosene di cosa gli stava dicendo.
Zoro finiti i suoi allenamenti si era disteso all’ombra di un cespuglio verde - arancio osservando come quei due colori fossero, a suo parere, complementari nel loro contrasto.
Né lo spadaccino né tantomeno la navigatrice si avvidero di una gamba che si allungava smisuratamente a fare uno sgambetto alla povera ragazza che rovinò sullo spadaccino finendo con il naso ad un centimetro da quello del ragazzo. Rimasero alcuni istanti in quella bislacca posizione, dapprima perché non si erano resi ben conto di quello che era successo e poi troppo imbarazzati per muoversi. Quando lo spadaccino, in uno straordinario moto di coraggio, fu sul punto di stringere la navigatrice, il cui viso era diventato di una bel carminio, ella si alzò di scatto bofonchiando una scusa e corse via, non prima di aver assestato un cazzotto fenomenale sulla faccia del suo gommoso capitano.
Durante la cena l’aria era allegra come sempre solo Nami e Zoro non sollevavano gli occhi dai loro piatti per la paura che i loro sguardi si incrociassero.
Bibi cominciava a pensare che non sarebbe riuscita a smuovere quei due, così decise di provare a parlarne con Chopper. Dopo cena si diresse nello sgabuzzino che avevano adibito ad infermeria.
- Chpper? – La piccola renna trasalì, poi si voltò verso la principessa.
- Dimmi Bibi.
- Zoro e Nami sono innamorati, ma sono troppo orgogliosi per dirselo, mi daresti una mano?
- Come posso fare, scusa?
- Non hai qualche intruglio che faccia stare male uno dei due e che permetta all’altro di vegliarlo? Magari da cosa nasce cosa …
- Bibi, lo sai cos’è il giuramento di Ippocrate? Sai che io non posso procurare un danno ad una persona consapevolmente?
- Ma sarebbe una cosa senza strascichi e a fin di bene …
- Fammici pensare, ok?
Bibi sorrise accarezzando il capo del medico di bordo: - Grazie.

****************
 
Nami stava osservando le stelle appoggiata al parapetto di prua e Zoro stava osservando Nami nascosto dal castello. Bibi li guardò: due idioti. E lei era anche più stupida, ma non aveva intenzione di continuare a fare la codarda.
Scese in cucina con passo svelto, Sanji stava finendo di ripulire i fornelli ed aveva già cominciato a preparare alcuni degli ingredienti che gli sarebbero serviti il giorno seguente.
- Posso darti una mano ad asciugare i piatti?
Sanji, che era sovrappensiero fece un balzo tagliandosi un dito con un coltello che stava sciacquando.
Bibi gli prese la mano ed osservò la ferita, poi, repentinamente, leccò via il sangue dal dito del cuoco e cominciò a succhiare la falange, quando l’emorragia si fermò sollevò lo sguardo vedendo Sanji interdetto, con le guance rosse, ma per una volta senza parole e senza occhi a forma di cuore, la cicca che aveva perennemente tra le labbra giaceva a terra ormai spenta.
- Sanji, non so cosa succederà quando arriveremo ad Alubarna, non so se riuscirò a ritornare ad avere la fiducia del mio popolo e quasi sicuramente in caso riesca a ritornare sul trono non potrò lasciare di nuovo la mia terra. – Il cuoco stava per interromperla, ma lei glielo impedì- No, aspetta, non posso e non voglio fermarmi, io non sono una codarda, io voglio dirti quello che provo: tu mi piaci, mi piaci quando sei galante, ma ancora di più quando sei serio, mi piace vederti cucinare perché in quei momenti traspare tutta la tua passione, mi piaci quando guardi l’orizzonte con la cicca che ti penzola a mezza bocca e sei perso nei tuoi pensieri, mi piace il tuo odore che è un misto di tabacco e spezie.
Non riuscì a finire di parlare perché il cuoco le prese il viso tra le mani e le fece assaggiare quelle labbra che sapevano di fumo, timo e rosmarino.
- Anche a me piaci Bibi.
- Come Nami? – la sua voce era incrinata da una nota di preoccupazione.
- No, in maniera del tutto diversa: non ho mai pensato di baciare Nami, mentre da quando tu sei entrata a fare parte della ciurma non ho pensato ad altro.
Bibi gli allacciò le braccia intorno al collo e ripresero da dove si erano interrotti, poi lei lo guardò cucinare, mentre lui le spiegava come donare ai cibi che preparava una sapore migliore.
La accompagnò alla sua cabina e le diede un ultimo bacio appoggiandosi allo stipite della porta, lei scivolò dentro lasciando la mano del cuoco solo un attimo prima di chiudere la porta. Si gettò sul letto sorridente e si levò il nastro dai capelli lasciandoseli scivolare sulla schiena.
- Hai dei gusti strani in fatto di uomini.
- Sarà, ma per lo meno mi do da fare.
- Non hai pensato a cosa farai dopo essere tornata ad Alubarna?
- Sì, ma non posso avere paura di vivere per un futuro che è ancora sconosciuto, me lo avete insegnato voi, soprattutto Rufy. E sai, forse anche tu dovresti cogliere l’attimo invece di pensare a cosa tu o lui diventerete da grandi.
- Come sarebbe da grandi? Noi non siamo mai stati piccoli, forse non lo sai, ma la nostra infanzia non è stata proprio quella che si dice serena e spensierata.
Nami non era mai stata così cattiva nei confronti di Bibi, ma la principessa non era certo tipo da farsi mettere i piedi in testa.
- Nami, tu e Zoro vi comportate entrambi come mocciosi, avete l’esperienza affettiva di due infanti, certo non per colpa vostra, ma dovete crescere o la situazione peggiorerà e rischiate di mandare a monte la serenità della ciurma. Siamo tutti amici, ma in certe situazioni la tensione si sente eccome.
Nami non rispose, si girò e fece finta di dormire, anche se in realtà stava riflettendo su tante cose: su Nojiko, su Bellmer e su Zoro e si rese conto che aveva paura. Aveva paura di perdere la sua ciurma, i suoi amici, la sua famiglia, aveva paura di restare sola di nuovo.
La mattina seguente, quando si svegliò, Bibi trovò la colazione appoggiata sul suo comodino ed il tovagliolo aveva la forma di una rosa. Quando si affacciò sul ponte Nami si stava godendo il sole, ma accanto a sé non aveva il solito Sanji che la riempiva di moine. Il cuoco era appoggiato ad osservare l’orizzonte.
Anche Zoro si era accorto di questa anomalia e strabuzzò tanto d’occhi quando vide la principessa avvicinarsi al cuoco e cingergli la vita posandogli il capo sul petto. Sanji, senza dire una parola accarezzò la testa della ragazza e le posò delicatamente un bacio sui capelli sussurrandole: - Buongiorno, principessa.
A pranzo tutti si accorsero che qualcosa era cambiato. Bibi e Sanji, seduti vicini, sembravano sospesi in una bolla che tagliava fuori tutti gli altri: si guardavano negli occhi, ridacchiavano sommessamente ed ogni tanto Sanji appoggiava un lieve bacio dietro l’orecchio della principessa. Ad un tratto Nami sbottò: - Adesso basta, siete disgustosi, finitela di sbaciucchiarvi, ne abbiamo abbastanza.
Tutti gli altri guardarono Nami stupiti, a nessuno dava davvero fastidio il fatto che cuoco e principessa avessero deciso di farsi le coccole e Rufy stava per intervenire quando Nami sbattendo le posate sul tavolo si alzò e se ne andò.
Zoro la osservò lasciare la cucina poi si alzò lentamente e la seguì.
- Nami!
- Cosa vuoi, lasciami in pace!
- Non puoi trattare così i tuoi amici.
- Non li sopporto.
Zoro assunse un’espressione dura: - Come mai, sei gelosa? Cos’è, sei cotta del cuoco e la principessa te l’ha soffiato da sotto il naso?
- Zoro, sei un idiota, a me del cuoco non frega un accidente di niente, sono invidiosa del fatto che loro possono mostrare a tutti quello che provano mentre a me non è concesso!
La ragazza si morse il labbro inferiore, ecco, aveva detto troppo, Zoro le faceva perdere la pazienza senza soluzione di continuità.
Ovviamente, lo zotico che non aveva capito un accidente rincarò la dose: - Cosa ti impedisce di parlare, sei davvero così codarda, mocciosa, per male che ti andasse Rufy continuerebbe a trattarti come una sorella.
Nami guardò lo spadaccino come se fosse un inutile scarafaggio: - Sei davvero un imbecille per me Rufy è davvero un fratello e non tirare in ballo Usopp o Chopper, perché altrimenti ti butto fuori bordo.
La ragazza si rese conto che se lo spadaccino fosse stato in grado di farsi due conti ci sarebbe arrivato, ma tanto non le importava, si diresse verso la sua cabina lasciando l’ex cacciatore di pirati fermo, immobile in mezzo al ponte a guardarla mentre si allontanava.
Bibi lo raggiunse: - Vai da lei, ne ha bisogno, ora. Ti ha praticamente detto che vuole stare con te.
 Lo spadaccino bussò alla porta della cabina delle ragazze. Nami, convinta che fosse Bibi rispose: - Entra e scusami, sono una scema.
Il giovane si sedette contro la porta a gambe incrociate, certe battute non  poteva servirgliele così su un piatto d’argento senza che cogliesse la palla al balzo: - Sì, hai perfettamente ragione, per una volta sono d’accordo con te.
Nami sussultò e si voltò nella direzione da cui proveniva la voce.
- Vattela a prendere nell’All Blue, idiota d’uno spadaccino
- Acoltami bene, mocciosa, nemmeno tu puoi permetterti di reagire così, Bibi non se lo merita e per quanto poco me ne importi del cuoco nemmeno lui ha fatto niente di male. Comportandoti in quel modo non fai altro che buttare giù il morale di Chopper perciò impara a comportarti da persona adulta una volta tanto.
La ragazza tutto si sarebbe aspettata fuorché di essere seguita proprio da colui che le causava quell’umore pessimo e soprattutto mai avrebbe accettato che fosse proprio quel buzzurro a farle la predica, non dopo quello che gli aveva vomitato addosso poc’anzi. Si alzò in piedi e a passo di carica si diresse verso lo spadaccino puntandogli un dito contro lo sterno.
- Brutto babbuino verdognolo, chi ti credi di essere per parlarmi così? Sono finita all’inferno all’età di dieci anni e ne sono uscita grazie a voi. Sono stufa marcia che tu mi paragoni ad una bimbetta solo perché mi hai aiutata e ti ricordo che se sei ancora qui è solo perché ti ho trascinato fuori da quella piscina.
Zoro la squadrò con astio: - Perché cavolo credi che cerchi di convincermi che sei una marmocchia? Cazzo, ma ti sei guardata in uno specchio ultimamente? Hai delle canottiere e delle gonne talmente striminzite che se andassi in giro in costume faresti prima. Se non mi auto convincessi costantemente che sei solo una bambina di sedici anni a quest’ora il lupo cattivo ti avrebbe già divorata.
- Brutto idiota, a te non è passato per l’anticamera del cervello che forse Cappuccetto Rosso si veste così proprio perché spera che il lupo cattivo faccia di lei un solo boccone?
Ma come diavolo erano arrivati a parlare di sé stessi in terza persone e per di più paragonandosi ai personaggi delle fiabe? Non ebbero nemmeno il tempo di ragionare su questo elemento perché avevano smesso di ringhiarsi contro e si fissavano a vicenda occhi negli occhi, uno sguardo carico di elettricità.
Nami fece un passo, Zoro le mise una mano sulla nuca ed avvicinò il capo della ragazza al suo, le labbra della navigatrice erano esattamente come le aveva immaginate: dolci, tenere. Le labbra dello spadaccino erano molto più morbide di quanto pensasse, lievi e per nulla prepotenti.
Fu Nami a socchiuderle e Zoro accettò l’invito. Passarono attimi, minuti, ore. Zoro si era seduto a terra e Nami gli si era accoccolata in braccio.
- Senti, Nami, se hai ucciso il marimo facendolo perire di una morte lenta e dolorosa per me non è un grosso problema, anzi, solo che credo che la mia dolce principessa abbia bisogno di andare a dormire nel suo letto, le ho gentilmente offerto di condividere con lei la mia amaca, ma non ha voluto sentire ragioni.
- E chissà perché? – Rispose la voce di Zoro dall’interno. Nami si alzò ed offrì la mano a Zoro, aprirono la porta e Bibi si lanciò ad abbracciare la navigatrice che le sussurrò le proprie scuse all’orecchio.
- Grazie Bibi, grazie  a tutti! - Disse Nami raggiante rivolgendosi alla ciurma. Zoro le fece una lieve carezza alla base del collo che nessuno a parte Bibi fu in grado di notare. E si diresse lentamente verso la stanza dei ragazzi.
 
Epilogo
- Allora ci salutiamo qui. – Disse il cuoco mettendosi una sigaretta tra le labbra, ma senza accenderla.
La principessa aveva le lacrime agli occhi, non avrebbe voluto lasciarlo, ma la ragion di stato era più importante dei suoi sentimenti e lo sapevano entrambi.
- Sai come si dice: “E’ meglio aver amato e perduto, che non aver amato mai”.
- Sì, ma fa male lo stesso.
- Promettimi che realizzerai il tuo sogno, altrimenti non riuscirei a lasciarti andare.
- E tu promettimi che farai di tutto per essere felice e che troverai qualcuno che sia in grado di starti accanto come io non potrei fare mai.
Il cuoco si allacciò le scarpe, la principessa, avvolta nel lenzuolo si sporse per sistemargli il nodo della cravatta, poi si alzò e lo accompagnò alla porta.
- Domani verrò a salutarvi.
- Preferisco salutarti qui, ora.
Le diede un ultimo bacio, leggero, poi voltò le spalle e mentre si incamminava nel lungo corridoio si accese la sigaretta.
 
****************
 
Erano tutti molto giù per aver lasciato Alubarna, poi una voce di donna interruppe le elucubrazioni della ciurma: - Finalmente siamo in alto mare.
Nico Robin fece la sua apparizione sulla Going Merry e Sanji, seppur ancora abbattuto, non poté fare a meno di dedicare le proprie attenzioni alla nuova dea della nave.
Alla sera finalmente la novità dell’ingresso di Robin nella ciurma era stata quasi accettata e Nami si era appoggiata ad osservare le stelle che brillavano nel cielo terso. Lo spadaccino si avvicinò e le cinse la vita con un braccio.
- Siamo romantici stasera? – La ragazza sorrideva serena, erano di nuovo in mare, pronti ad intraprendere  nuove splendide avventure e lui era lì con lei, per lei.
- Sì. – Fu la laconica risposta e, prima che lui potesse rovinare quello splendido momento con una delle sue stupidaggini la navigatrice si voltò e gli chiuse la bocca con un bacio.    
 
 N.d.A.
Ho recuperato questa storia dal mio pc e mi sono resa conto che pur avendola scritta da parecchio tempo non l'avevo mai pubblicata, rileggendola mi sono resa conto che era un po' troppo Fluff, ma pazienza, stasera avevo bisogno di qualcosa grondante miele.
Grazie a tutti coloro che hanno letto fino qui
ciao
bic
  
  
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