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Autore: CassandraLeben    28/06/2008    22 recensioni
Primo mio esperimento basato su The Host, questa ff di due cap descriverà dal punto di vista di due personaggi (uno più approfondito dall’autrice e l’altro meno) quello che è successo alla fine del libro ma che non viene descritto dalla Meyer. Una specie di capitolo da inserire tra il cap 58 e il 59.
Spero davvero che vi piaccia!
Grazie infinite a Laura (KiraraMiranda) che ha postato per me questa storia, visto che il mio account non funziona bene ... L'aggiornamento arriverà presto (prima mi devo far riprestare il libro. Devo controllare una cosa. Un bacio!)
Genere: Romantico, Malinconico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con questa breve ff su The Host. Subito dopo aver letto il libro, ho sentito l’impulso di scrivere qualcosa. E alla fine è venuto fuori questo! L’ho scritto di getto ieri sera. Mi intrigava l’idea.
Spero vi piaccia. Pensavo di fare anche un secondo capitolo, visto dal Pov di Melanie, che prosegua e completi questo. Lì sguinzaglierò il mio lato piccante … Ah, Melanie … !
Fatemi sapere come vi è sembrata questa breve storia! Grazie e a presto!!! Aspetto con ansia qualche commento!
     Grazie e a presto                                                                  Cassandra.

 

 

< Soffrirai? >
< No, Doc. Non sentirò nulla. >
Mentiva, lo capivo dal suo sguardo, dalla sua voce.
Dire le bugie non era proprio il genere di cosa che le riuscisse bene.

Wanda, seduta sul lettino, mi osservava calma. Aveva già assunto una dose di anti-dolore e aspettava che fossi pronto.
Io non riuscivo a reggere il suo sguardo. Non ce la facevo proprio. Combattevo contro le lacrime.
L’avrei uccisa. Era lei stessa a Chiedermelo.
Pur di liberare Melanie, era disposta a morire. L’unica richiesta quella di venir sepolta accanto a Wes e alter.
La sentii sospirare e poi la vidi sdraiarsi sul lettino, a pancia in giù. Si voltò verso di me e mi chiese:
< Addormentami, Doc. > il tono della sua voce era neutro.
Questa fase dell’operazione le era familiare.

Aprii il flacone e lo agitai, inzuppando il panno che avevo preparato.

Con un nodo allo stomaco, riuscii a mormorarle, prima di addormentarla:
< Sei l’essere più nobile e puro che abbia mai conosciuto. L’universo sarà un luogo più buio, senza di te. >
Mi sorrise serena.
Le mie parole erano intrise di sincerità. Esprimevano bene i miei pensieri.
Senza di lei, non sarebbe stato lo stesso …

La vidi concentrata, e capii che stava parlando con Melanine.
Probabilmente si stavano salutando. Le lasciai il tempo che le serviva. Glie ne avrei lasciato all’infinito …
Non sapevo dove avrei trovato la forza per adempire alla promessa.

E pensare, che inizialmente ero intenzionato ad usarla come cavia.
Il mio stomaco si rivoltò al pensiero.

Non mi era mai piaciuto, quello che dovevo fare. Lo sentivo come un dovere nei confronti della comunità.
Se solo avessimo saputo prima che era così semplice, chissà quante vite avremmo potuto salvare …
Quando vidi il suo corpo rilassarsi ulteriormente, capii che avevano finito e mi avvicinai.
Con dolcezza, le premetti il panno bagnato sul volto.
Attesi finché tutti i muscoli del suo corpo si furono distesi.

Wanda e Mel ora dormivano.
Solo Mel però, si sarebbero risvegliata.

Con delicatezza le scostai i capelli dal collo e passai con il dito lungo la sottile cicatrice alla base del suo cranio.
Chiara e sottile, mi mostrava dove incidere.
Sul tavolo, vicino a me, i miei strumenti …
I crioserbatoi si trovavano non lontano. Questa volta però, non avrei dovuto usarli.
Afferrai il bisturi ed incisi lungo la cicatrice, con lentezza e gentilezza.

La pelle e la carne si lacerarono e rivoli rissi cominciarono a scorrere da entrambi i lati, macchiando il lenzuolo su cui era appoggiato il corpo di Melanie.
Divaricai un pochino la ferita e la vidi.

L’anima …
Wanda …
Piccola, bianca, argentea, all’apparenza così fragile …
Ripetei scrupolosamente ogni gesto che lei stessa mi aveva insegnato.
Le accarezzai il dorso con la punta del dito indice e le sussurrai, trattenendo le lacrime:
< non preoccuparti … va tutto bene. >

Poi affondai il dito all’attaccatura del collo. Arrivai a toccare le antenne.
Feci passare un dito sul ventre. Sentii le altre propaggini.

Le contai una per una.
Duecentodiciassette.
Tutto sembrava normale.

Arrivato all’ultima, piccolissima e rotonda, esercitai una leggera pressione, massaggiandola. Era liscissima.
In quel momento, i filamenti prima tesi come una corda di violino cominciarono ad allentarsi e ritrarsi lentamente.
Nonostante il sangue, brillavano argentei.
Vidi il corpo principale gonfiarsi man mano che accoglieva al suo interno quei fili splendenti.
La sentii dondolare sul dito, dibattesi lentamente.

Finalmente, niente la legava più a Melanie.

Entrambe, adesso erano Libere.

< Aspetta che io smetta di muovermi … > Mi aveva detto Wanda.
Non aveva aggiunto altro, ma sapevo che, nel momento in cui me la fossi ritrovata immobile tra le mani, sarebbe stata morta.
Nonostante tutto però, non smetteva di dibattersi.  Ci sarebbe voluto un po’ di tempo.

Erano passasti poco più di trenta secondi da quando l’avevo estratta senza fatica dal collo di Melanie, che Jared Entrò.
< Ei, Doc.  Wanda ha detto che mi avresti chiamato. Non hai ancora finito? >
Poi si immobilizzò.
Vide che tenevo l’anima, Wanda, in mano e vide anche che non avevo neanche preparato il crioserbatorio.

La sua voce mi fece spaventare.
< Cosa diavolo credi di fare? >
E si fiondò a preparare lo strumento per l’ibernazione.

Con la voce più pacata che potessi permettermi, gli dissi:

< Jared, calmati. Me lo ha chiesto lei … Ha detto chiaramente che non voleva altre vite, dopo di questa … Che qui è l’unico posto dove si sia mai trovata a casa … >
Vidi la furia nei suoi occhi. Sicuramente, aveva capito perché Wanda lo avesse voluto lontano durante l’operazione.  
Con un gesto fulmineo, estrasse un lungo coltello dalla cintura e me lo puntò al collo.
< Ora tu la prendi e la metti dentro. > Era un ordine.
< Jared, calmati. Così le daresti solo un dispiacere. Farla vivere da un’altra parte …. Lei non vorrebbe. La faresti solo soffrire. Assecondala, per una volta … > 

Lo stavo pregando,
così come Wanda, attraverso le labbra di Melanie, aveva fatto con me.

Ma Jared non era me …
Non lo avrei convinto con le suppliche.

Appena vide che l’anima, che Wanda, cominciava a muoversi meno, capì che stava morendo e mi avvicinò di più il coltello alla pelle.
< Muoviti, o con lei, morirai anche tu. >
Obbedii. Non avrei potuto fare altro. < Scusami, Wanda … Ti chiedo perdono. >

E così dicendo, la posai nel crioserbatoio. Le mie dita, dopo averla appoggiata nel vano gelato, l’accarezzarono. Una volta avvolta dal gelo, si dimenò per poco, pochissimo tempo e poi, come tutte le anime su cui avevo applicato la stessa procedura prima di lei, si addormentò.
Chiusi il contenitore e dissi con rabbia:
< Sarai contento adesso. >
Jared annuì e fece per riporre il coltello.

In quell’istante entrò Ian. Vide il coltello e chiese, assonnato:
< Cosa diavolo succede? >
< Cosa ci fai qui? >chiesi seccato.
< Volevo vedere cosa succedesse. Mi sono svegliato … e Wanda non c’era più. È ancora molto presto. Mi sono preoccupato. >
Jared lo fissò e poi disse: < Wanda è al sicuro. Sta dormendo. >

Vidi Ian prima sorpreso e confuso, poi addolorato, trattenere un singhiozzo e sussurrare: < Avrei voluto almeno salutarla … > e poi accarezzò il crioserbatoio.
< Doc, occupati di Melanie. Hai perso anche troppo tempo. > La voce di Jared era dura.
Mi avvicinai alla ragazza addormentata e le accarezzai il capo.

Il collo continuava a sanguinare.
Utilizzando le medicine procurate da Wanda, disinfettai, pulii e richiusi la ferita. Con il Cicatrizza, tutto si sistemò, come se non avessi fatto niente.
Per ultimo utilizzai il Leviga, per far diminuire dimensioni della cicatrice.
Un lavoro perfetto.

Ora che Melanie era a posto, mi voltai verso Jared e dissi:
< Ho finito. >
Lui si avvicinò e prese la mano della ragazza.
< Doc, dammi il risveglia. >
Glie lo passai e gli domandai: < sicuro? Non vuoi aspettare che si risvegli da sola? >
< No. > Fu la sua risposta secca.
Afferrò l’inalatore e fece respirare a Melanie il profumo del pompelmo.
Continuava a chiamarla. Le sussurrò:

< Mel? Mel mi senti? Sono io, il tuo Jared.
Torna, Mel torna. Torna da me e da Jamie. >

Osservai il crioserbatorio e gli chiesi:
<  E adesso? Ora che sei andato contro la sua volontà?  Vuoi dirmi dove diavolo hai intenzione di mandarla? La farai soffrire solo di più. Su un altro pianeta … lontano da tutti coloro che ama. Come credi che si sentirà, quando si sveglierà? Si sentirà tradita. E quando realizzerà che ormai saremo tutti morti?
Dei suoi sentimenti non te ne importa niente. Lo hai fatto solo per metterti il cuore in pace. E poi, crederà che io abbia infranto la promessa. Glie lo avevo giurato! > Stavo letteralmente urlando.

Ian mi guardava sconvolto.
< Ma, ma come? > Domandò frastornato. < Era deciso fin dall’inizio che… >
Jared lo interruppe bruscamente.
< LUI voleva ucciderla. > e indicò me.
Irato, ribattei: < LEI non voleva andarsene. Voleva restare con noi. Mi aveva chiesto di lasciarla morire. Non se ne voleva andare. Voleva finire la sua vita sulla terra. >
< E chi ha detto che la faremo andare via? > Chiese Jared, quasi ridendo, sempre tenendo la mano a Melanie.
< Cosa intendi fare? >
< Le troveremo un corpo. Resterà con noi. > Era convinto delle sue parole.

Ian invece, fissava il crioserbatorio con sguardo assente. Mi chiese: < Perché? >
A voce bassa, risposi: < Credo che si fosse affezionata troppo a noi e che, in un certo senso, avesse in parte rinnegato la sua stessa natura. >
Con un movimento veloce, Ian si mise seduto sul tavolo e poggiò Wanda, chiusa nel contenitore, sulle sue ginocchia. Nonostante lei fosse immersa in un sonno che lei stessa aveva pensato sarebbe stato senza risveglio, lui le sussurrava parole rassicuranti.
Poi, nel silenzio, dei gemiti e la voce di Jared, possente e allo stesso tempo carica di gioia.

< MEL! Mel! >
< Mh … >
< Melanie, mi senti piccola? >
Mi avvicinai e le presi il battito al polso.
Tutto regolare.

Cominciai a chiamarla anche io.
< Melanie? Melanie? Svegliati. >

Un battito di ciglia.
Un respiro più profondo.
Un sorriso e degli occhi che ci fissano felici.
Un sussurrò: < Jared … >
< Eccomi, piccola. >
E poi, la consapevolezza …

Terrore e dolore dipinti sul volto
Lacrime.

Cercò di alzarsi a sedere di colpo ma io e Jared glie lo impedimmo.
Lei bisbiglio nel pianto: < Wanda! Wanda! Viandante! Sorella mia … >
Si voltò ed affondò il viso nella maglietta di Jared.
Lui, sorridente, le passava la mano sulla schiena.
< Non preoccuparti, Mel, va tutto bene. Wanda non è morta. Sta solo dormendo. Non la lasceremo andare. >
< Ma lei … ma lei … > Balbettava Mel confusa. < Noi, lei voleva … Wanda ha chiesto … >
poi si voltò verso di me e mi urlò: < Tu lo avevi promesso. Le hai promesso che l’avresti seppellita con Wes e Walter. Glie lo hai giurato! Come hai potuto farle questo? >
Sentii Ian irrigidirsi e stringere di più a sé il crioserbatoio.

Forse, si era preparato a saperla lontano. Di sicuro, non avrebbe potuto accettare di saperla morta.
Con voce pacata risposi a Melanie: 
< Non preoccuparti. Non la faremo partire. Cercheremo un corpo adatto a lei. Resterà qui con noi. Il tuo Jared mi ha convinto a cambiare idea. >
Notò il sarcasmo nella mia voce e si mise lentamente seduta.
Adagio, poggiò le braccia intorno al collo di Jared e gli sussurrò:
< Grazie, per aver salvato mia sorella. >
Il ragazzo avvicinò il suo volto a quello di Melanie e le sussurrò sulle labbra:
< Le voglio bene anche io. Ho imparato a volergliene grazie a te. In fondo, le devo molto. È grazie a lei, se ora posso stare di nuovo con te. >

E dicendole queste parole, le si avvicinò sempre di più, fino ad avvolgerla completamente nel suo abbraccio. Lo vidi appoggiare le sue labbra su quelle di lei e distolsi lo sguardo.
Sistemai tutti gli strumenti e poi mi avvicinai a loro. Chiesi:
< Tutto a posto? Melanie? >
< Sì … solo, è così strano. > Sembrava sorpresa. < Sai, è così bello poter muovermi a mio piacimento! >
Le dissi: < Immagino! > e poi mi rivolsi al ragazzo:
< Jared, perché non ve ne andate da Jamie? Sarà felicissimo di vederla, di parlarle direttamente. >
Lui annuì e la prese in braccio.
Lei però insistette per farsi mettere giù e si avvicinò a Ian che, silenzioso e pensieroso, fissava dall’altra parte. Doveva essere difficile sentire Melanie, il suo tono e la cadenza della sua voce, e accettare che quella fosse Melanie. Associare quella personalità, quella persona che non aveva mai realmente conosciuto, al corpo che aveva imparato ad amare nella persona di Wanda.
Immaginavo appena il suo dolore.

Quella che gli andava incontro non era Wanda. Wanda dormiva tra le sue braccia.
< Grazie Ian. Wanda ti ama moltissimo. Voleva che te lo dicessi. >
< Grazie, Mel … >

E poi la intravidi accarezzare il crioserbatorio.
< Dormi tranquilla, viandante. Presto potremo parlare di nuovo, e la smetterai finalmente di impedirmi di fare quello che voglio! Dormi bene, finché non riusciremo a trovare il corpo giusto per te. Io, meglio di tutti, so quello che vuoi. Non devi preoccuparti. Rispetterò i tuoi desideri, così come tu hai rispettato i miei. Grazie di tutto. Dormi, Wanda. Ti voglio bene. >

e dopo vidi Jared sollevarla per il bacino e posizionarsela sulla spalla, in modo da tenerla per le gambe, mentre lei gli batteva i pugni sulla schiena.
Nell’aria le risa sincere.
Uscirono con Jared che le chiedeva: < Vuoi che incontriamo prima Jamie, o preferisci qualcosa di un po’ più intimo? >
< Jamie! Prima voglio vedere Jamie! >
< Come preferisci … però sappi che voglio poter stare con te, da soli, finalmente. >

Ridevano mentre scuotevo la testa.

Tra me e me sussurrai:
< Ah, Wanda … torna presto … >

E poi rimisi a posto tutto, piegando accuratamente il lenzuolo sporco del sangue di Melanie.
Il sacrificio di Wanda.
Il prezzo di quelle risa.

Ed in cuor mio, ero davvero felice di sapere che non sarei dovuto andare alla tomba, a seppellire quella fragile, argentea, piccola, compassionevole creatura.
Wanda meritava la felicità.
E noi avremmo fatto di tutto per dargliela.
Avrei fatto di tutto per restituirla alle braccia di Ian.

  
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