Eccomi
qui con questa breve ff su The Host. Subito dopo aver letto il libro,
ho
sentito l’impulso di scrivere qualcosa. E alla fine
è venuto fuori questo! L’ho
scritto di getto ieri sera. Mi intrigava l’idea.
Spero
vi piaccia. Pensavo di fare anche un secondo capitolo, visto dal Pov di
Melanie, che prosegua e completi questo. Lì
sguinzaglierò il mio lato piccante
… Ah, Melanie … !
Fatemi
sapere come vi è sembrata questa breve storia! Grazie e a
presto!!! Aspetto con
ansia qualche commento!
Grazie
e a presto
Cassandra.
<
Soffrirai? >
< No, Doc. Non sentirò
nulla. >
Mentiva, lo capivo dal suo
sguardo, dalla sua voce.
Dire le bugie non era proprio
il genere di cosa che le riuscisse bene.
Wanda,
seduta sul lettino, mi
osservava calma. Aveva già assunto una dose di anti-dolore e
aspettava che
fossi pronto.
Io non riuscivo a reggere il
suo sguardo. Non ce la facevo proprio. Combattevo contro le lacrime.
L’avrei uccisa. Era lei
stessa a Chiedermelo.
Pur di liberare Melanie, era
disposta a morire. L’unica richiesta quella di venir sepolta
accanto a Wes e
alter.
La sentii sospirare e poi la
vidi sdraiarsi sul lettino, a pancia in giù. Si
voltò verso di me e mi chiese:
< Addormentami, Doc. >
il tono della sua voce era neutro.
Questa fase dell’operazione
le era familiare.
Aprii
il flacone e lo agitai,
inzuppando il panno che avevo preparato.
Con
un nodo allo stomaco,
riuscii a mormorarle, prima di addormentarla:
< Sei l’essere più nobile
e puro che abbia mai conosciuto. L’universo sarà
un luogo più buio, senza di
te. >
Mi sorrise serena.
Le mie parole erano intrise
di sincerità. Esprimevano bene i miei pensieri.
Senza di lei, non sarebbe
stato lo stesso …
La
vidi concentrata, e capii
che stava parlando con Melanine.
Probabilmente si stavano
salutando. Le lasciai il tempo che le serviva. Glie ne avrei lasciato
all’infinito …
Non sapevo dove avrei trovato
la forza per adempire alla promessa.
E
pensare, che inizialmente
ero intenzionato ad usarla come cavia.
Il mio stomaco si rivoltò al
pensiero.
Non
mi era mai piaciuto,
quello che dovevo fare. Lo sentivo come un dovere nei confronti della
comunità.
Se solo avessimo saputo prima
che era così semplice, chissà quante vite avremmo
potuto salvare …
Quando vidi il suo corpo
rilassarsi ulteriormente, capii che avevano finito e mi avvicinai.
Con dolcezza, le premetti il
panno bagnato sul volto.
Attesi finché tutti i muscoli
del suo corpo si furono distesi.
Wanda
e Mel ora dormivano.
Solo Mel però, si sarebbero
risvegliata.
Con
delicatezza le scostai i
capelli dal collo e passai con il dito lungo la sottile cicatrice alla
base del
suo cranio.
Chiara e sottile, mi mostrava
dove incidere.
Sul tavolo, vicino a me, i
miei strumenti …
I crioserbatoi si trovavano
non lontano. Questa volta però, non avrei dovuto usarli.
Afferrai il bisturi ed incisi
lungo la cicatrice, con lentezza e gentilezza.
La
pelle e la carne si
lacerarono e rivoli rissi cominciarono a scorrere da entrambi i lati,
macchiando il lenzuolo su cui era appoggiato il corpo di Melanie.
Divaricai un pochino la
ferita e la vidi.
L’anima
…
Wanda …
Piccola, bianca, argentea,
all’apparenza così fragile …
Ripetei scrupolosamente ogni
gesto che lei stessa mi aveva insegnato.
Le accarezzai il dorso con la
punta del dito indice e le sussurrai, trattenendo le lacrime:
< non preoccuparti … va
tutto bene. >
Poi
affondai il dito
all’attaccatura del collo. Arrivai a toccare le antenne.
Feci passare un dito sul
ventre. Sentii le altre propaggini.
Le
contai una per una.
Duecentodiciassette.
Tutto sembrava normale.
Arrivato
all’ultima,
piccolissima e rotonda, esercitai una leggera pressione,
massaggiandola. Era
liscissima.
In quel momento, i filamenti
prima tesi come una corda di violino cominciarono ad allentarsi e
ritrarsi
lentamente.
Nonostante il sangue,
brillavano argentei.
Vidi il corpo principale
gonfiarsi man mano che accoglieva al suo interno quei fili splendenti.
La sentii dondolare sul dito,
dibattesi lentamente.
Finalmente, niente la legava più a Melanie.
Entrambe, adesso erano
Libere.
<
Aspetta che io smetta di
muovermi … > Mi aveva detto Wanda.
Non aveva aggiunto altro, ma
sapevo che, nel momento in cui me la fossi ritrovata immobile tra le
mani,
sarebbe stata morta.
Nonostante tutto però, non
smetteva di dibattersi. Ci
sarebbe
voluto un po’ di tempo.
Erano
passasti poco più di
trenta secondi da quando l’avevo estratta senza fatica dal
collo di Melanie,
che Jared Entrò.
< Ei, Doc. Wanda
ha detto che mi avresti chiamato. Non
hai ancora finito? >
Poi si immobilizzò.
Vide che tenevo l’anima,
Wanda, in mano e vide anche che non avevo neanche preparato il
crioserbatorio.
La
sua voce mi fece
spaventare.
< Cosa diavolo credi di
fare? >
E si fiondò a preparare lo
strumento per l’ibernazione.
Con
la voce più pacata che
potessi permettermi, gli dissi:
<
Jared, calmati. Me lo ha
chiesto lei … Ha detto chiaramente che non voleva altre
vite, dopo di questa …
Che qui è l’unico posto dove si sia mai trovata a
casa … >
Vidi la furia nei suoi occhi.
Sicuramente, aveva capito perché Wanda lo avesse voluto
lontano durante
l’operazione.
Con un gesto fulmineo,
estrasse un lungo coltello dalla cintura e me lo puntò al
collo.
< Ora tu la prendi e la
metti dentro. > Era un ordine.
< Jared, calmati. Così le
daresti solo un dispiacere. Farla vivere da un’altra parte
…. Lei non vorrebbe.
La faresti solo soffrire. Assecondala, per una volta …
>
Lo
stavo pregando,
così come Wanda, attraverso le labbra di Melanie, aveva
fatto con me.
Ma
Jared non era me …
Non lo avrei convinto con le
suppliche.
Appena
vide che l’anima, che Wanda,
cominciava a muoversi meno, capì che stava morendo e mi
avvicinò di più il
coltello alla pelle.
< Muoviti, o con lei,
morirai anche tu. >
Obbedii. Non avrei potuto
fare altro. < Scusami, Wanda … Ti chiedo perdono.
>
E
così dicendo, la posai nel
crioserbatoio. Le mie dita, dopo averla appoggiata nel vano gelato,
l’accarezzarono. Una volta avvolta dal gelo, si
dimenò per poco, pochissimo
tempo e poi, come tutte le anime su cui avevo applicato la stessa
procedura
prima di lei, si addormentò.
Chiusi il contenitore e dissi con rabbia:
< Sarai contento adesso.
>
Jared annuì e fece per riporre il
coltello.
In
quell’istante entrò Ian.
Vide il coltello e chiese, assonnato:
< Cosa diavolo succede?
>
< Cosa ci fai qui?
>chiesi seccato.
< Volevo vedere cosa
succedesse. Mi sono svegliato … e Wanda non c’era
più. È ancora molto presto.
Mi sono preoccupato. >
Jared lo fissò e poi disse:
< Wanda è al sicuro. Sta dormendo. >
Vidi
Ian prima sorpreso e
confuso, poi addolorato, trattenere un singhiozzo e sussurrare:
< Avrei
voluto almeno salutarla … > e poi
accarezzò il crioserbatoio.
< Doc, occupati di
Melanie. Hai perso anche troppo tempo. > La voce di Jared era
dura.
Mi avvicinai alla ragazza
addormentata e le accarezzai il capo.
Il
collo continuava a
sanguinare.
Utilizzando le medicine
procurate da Wanda, disinfettai, pulii e richiusi la ferita. Con il
Cicatrizza,
tutto si sistemò, come se non avessi fatto niente.
Per ultimo utilizzai il
Leviga, per far diminuire dimensioni della cicatrice.
Un lavoro perfetto.
Ora
che Melanie era a posto,
mi voltai verso Jared e dissi:
< Ho finito. >
Lui si avvicinò e prese la
mano della ragazza.
< Doc, dammi il risveglia.
>
Glie lo passai e gli
domandai: < sicuro? Non vuoi aspettare che si risvegli da sola?
>
< No. > Fu la sua
risposta secca.
Afferrò l’inalatore e fece
respirare a Melanie il profumo del pompelmo.
Continuava a chiamarla. Le
sussurrò:
<
Mel? Mel mi senti? Sono
io, il tuo Jared.
Torna, Mel torna. Torna da me
e da Jamie. >
Osservai
il crioserbatorio e
gli chiesi:
< E adesso? Ora che sei andato contro la sua
volontà? Vuoi dirmi dove diavolo hai intenzione
di mandarla? La farai soffrire solo di
più. Su un altro pianeta … lontano da tutti
coloro che ama. Come credi che si
sentirà, quando si sveglierà? Si
sentirà tradita. E quando realizzerà che ormai
saremo tutti morti?
Dei suoi sentimenti non te ne importa niente. Lo hai fatto solo per
metterti il
cuore in pace. E poi, crederà che io abbia infranto la
promessa. Glie lo avevo
giurato! > Stavo letteralmente urlando.
Ian
mi guardava sconvolto.
< Ma, ma come? >
Domandò frastornato. < Era deciso fin
dall’inizio che… >
Jared lo interruppe
bruscamente.
< LUI voleva ucciderla.
> e indicò me.
Irato, ribattei: < LEI non
voleva andarsene. Voleva restare con noi. Mi aveva chiesto di lasciarla
morire.
Non se ne voleva andare. Voleva finire la sua vita sulla terra. >
< E chi ha detto che la
faremo andare via? > Chiese Jared, quasi ridendo, sempre tenendo
la mano a
Melanie.
< Cosa intendi fare? >
< Le troveremo un corpo.
Resterà con noi. > Era convinto delle sue parole.
Ian
invece, fissava il
crioserbatorio con sguardo assente. Mi chiese: <
Perché? >
A voce bassa, risposi: <
Credo che si fosse affezionata troppo a noi e che, in un certo senso,
avesse in
parte rinnegato la sua stessa natura. >
Con un movimento veloce, Ian
si mise seduto sul tavolo e poggiò Wanda, chiusa nel
contenitore, sulle sue
ginocchia. Nonostante lei fosse immersa in un sonno che lei stessa
aveva
pensato sarebbe stato senza risveglio, lui le sussurrava parole
rassicuranti.
Poi, nel silenzio, dei gemiti
e la voce di Jared, possente e allo stesso tempo carica di gioia.
<
MEL! Mel! >
< Mh … >
< Melanie, mi senti
piccola? >
Mi avvicinai e le presi il
battito al polso.
Tutto regolare.
Cominciai
a chiamarla anche
io.
< Melanie? Melanie? Svegliati.
>
Un
battito di ciglia.
Un respiro più profondo.
Un sorriso e degli occhi che
ci fissano felici.
Un sussurrò: < Jared …
>
< Eccomi, piccola. >
E poi, la consapevolezza …
Terrore
e dolore dipinti sul
volto
Lacrime.
Cercò
di alzarsi a sedere di
colpo ma io e Jared glie lo impedimmo.
Lei bisbiglio nel pianto:
< Wanda! Wanda! Viandante! Sorella mia … >
Si voltò ed affondò il viso
nella maglietta di Jared.
Lui, sorridente, le passava
la mano sulla schiena.
< Non preoccuparti, Mel,
va tutto bene. Wanda non è morta. Sta solo dormendo. Non la
lasceremo andare.
>
< Ma lei … ma lei … >
Balbettava Mel confusa. < Noi, lei voleva … Wanda ha
chiesto … >
poi si voltò verso di me e mi
urlò: < Tu lo avevi promesso. Le hai promesso che
l’avresti seppellita con
Wes e Walter. Glie lo hai giurato! Come hai potuto farle questo?
>
Sentii Ian irrigidirsi e
stringere di più a sé il crioserbatoio.
Forse,
si era preparato a
saperla lontano. Di sicuro, non avrebbe potuto accettare di saperla
morta.
Con voce pacata risposi a
Melanie:
< Non preoccuparti. Non la faremo partire. Cercheremo un corpo
adatto a lei. Resterà qui con noi. Il tuo Jared mi ha
convinto a cambiare idea.
>
Notò il sarcasmo nella mia
voce e si mise lentamente seduta.
Adagio, poggiò le braccia
intorno al collo di Jared e gli sussurrò:
< Grazie, per aver salvato
mia sorella. >
Il ragazzo avvicinò il suo
volto a quello di Melanie e le sussurrò sulle labbra:
< Le voglio bene anche io.
Ho imparato a volergliene grazie a te. In fondo, le devo molto.
È grazie a lei,
se ora posso stare di nuovo con te. >
E
dicendole queste parole, le
si avvicinò sempre di più, fino ad avvolgerla
completamente nel suo abbraccio.
Lo vidi appoggiare le sue labbra su quelle di lei e distolsi lo sguardo.
Sistemai tutti gli strumenti
e poi mi avvicinai a loro. Chiesi:
< Tutto a posto? Melanie?
>
< Sì … solo, è così
strano. > Sembrava sorpresa. < Sai, è
così bello poter muovermi a mio
piacimento! >
Le dissi: < Immagino! >
e poi mi rivolsi al ragazzo:
< Jared, perché non ve ne
andate da Jamie? Sarà felicissimo di vederla, di parlarle
direttamente. >
Lui annuì e la prese in
braccio.
Lei però insistette per farsi
mettere giù e si avvicinò a Ian che, silenzioso e
pensieroso, fissava
dall’altra parte. Doveva essere difficile sentire Melanie, il
suo tono e la
cadenza della sua voce, e accettare che quella
fosse Melanie. Associare quella personalità, quella persona
che non aveva mai
realmente conosciuto, al corpo che aveva imparato ad amare nella
persona di
Wanda.
Immaginavo appena il suo
dolore.
Quella
che gli andava
incontro non era Wanda. Wanda dormiva tra le sue braccia.
< Grazie Ian. Wanda ti ama
moltissimo. Voleva che te lo dicessi. >
< Grazie, Mel … >
E
poi la intravidi
accarezzare il crioserbatorio.
< Dormi tranquilla,
viandante. Presto potremo parlare di nuovo, e la smetterai finalmente
di
impedirmi di fare quello che voglio! Dormi bene, finché non
riusciremo a
trovare il corpo giusto per te. Io, meglio di tutti, so quello che
vuoi. Non
devi preoccuparti. Rispetterò i tuoi desideri,
così come tu hai rispettato i
miei. Grazie di tutto. Dormi, Wanda. Ti voglio bene. >
e
dopo vidi Jared sollevarla
per il bacino e posizionarsela sulla spalla, in modo da tenerla per le
gambe,
mentre lei gli batteva i pugni sulla schiena.
Nell’aria le risa sincere.
Uscirono con Jared che le
chiedeva: < Vuoi che incontriamo prima Jamie, o preferisci
qualcosa di un
po’ più intimo? >
< Jamie! Prima voglio
vedere Jamie! >
< Come preferisci … però
sappi che voglio poter stare con te, da soli, finalmente. >
Ridevano
mentre scuotevo la
testa.
Tra
me e me sussurrai:
< Ah, Wanda … torna presto
… >
E
poi rimisi a posto tutto,
piegando accuratamente il lenzuolo sporco del sangue di Melanie.
Il sacrificio di Wanda.
Il prezzo di quelle risa.
Ed
in cuor mio, ero davvero
felice di sapere che non sarei dovuto andare alla tomba, a seppellire
quella
fragile, argentea, piccola, compassionevole creatura.
Wanda meritava la felicità.
E noi avremmo fatto di tutto
per dargliela.
Avrei fatto di tutto per
restituirla alle braccia di Ian.