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Autore: AlessiA_hanachan    28/06/2008    11 recensioni
[...]No, non poteva essere lui. Quel ragazzino non poteva essere…
- Sabaku, le presento Shikamaru Nara, generale di brigata aerea e… suo diretto superiore –
I due ragazzi si guardarono negli occhi per qualche attimo, poi entrambi sbuffarono sarcasticamente.
- Yondaime, io dovrei lavorare con una donna? – chiese Shikamaru annoiato
- E questo ragazzino sarebbe un generale? – ribatté Temari incredula

I due ragazzi continuarono a guardarsi con espressione di sfida, fino a quando Yondaime non intervenne per calmarli.
- Nara, la donna in questione ha un nome. Si chiama Temari no Sabaku ed è il nuovo colonnello della tua sessione.
Sabaku, lei eviti di mancare di rispetto al suo superiore. Questo ragazzino ha venti anni e un quoziente intellettivo pari a 200.
Ora vedete di collaborare, io devo andare ragazzi – concluse il generale in tono categorico.
pairing: shika/tema
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore ad alta quota

Amore ad alta quota

 

- Nara –

 

Il ragazzo assorto nello studio delle carte presenti sulla scrivania si girò verso di loro. Squadrò le due persone che erano appena entrate nell’ufficio, poi portò svogliatamente la mano destra alla fronte.

 

- Generale –

 

- Avevo giusto bisogno di lei – disse il ragazzo tornando a guardare i documenti sulla scrivania – guardi qui. Ho notato… -

 

- Lasci stare quelle carte ora – lo interruppe autoritariamente l’uomo che aveva di fronte – Devo parlarle di un’altra cosa –

 

La ragazza che fino a quel momento era stata in disparte fu invitata a farsi avanti. Stava guardando attentamente il ragazzo che il generale Namikaze aveva chiamato Nara. Era giovane, poteva avere al massimo diciotto anni, e dovette ammettere che era anche tremendamente affascinante. Aveva lunghi capelli neri raccolti in un codino, due occhi scuri dall’espressione annoiata e indossava una divisa nera. Quest’ultimo particolare richiamò sua attenzione.

 

No, non poteva essere lui. Quel ragazzino non poteva essere…

 

- Sabaku, le presento Shikamaru Nara, generale di brigata aerea e… suo diretto superiore –

 

I due ragazzi si guardarono negli occhi per qualche attimo, poi entrambi sbuffarono sarcasticamente.

 

- Yondaime, io dovrei lavorare con una donna? – chiese Shikamaru annoiato

- E questo ragazzino sarebbe un generale? – ribatté Temari incredula

 

I due ragazzi continuarono a guardarsi con espressione di sfida, fino a quando Yondaime non intervenne per calmarli.

 

- Nara, la donna in questione ha un nome. Si chiama Temari no Sabaku ed è il nuovo colonnello della tua sessione.

Sabaku, lei eviti di mancare di rispetto al suo superiore. Questo ragazzino ha venti anni e un quoziente intellettivo pari a 200.

Ora vedete di collaborare, io devo andare ragazzi – concluse il generale in tono categorico.

 

Temari scattò immediatamente sull’attenti, mentre Shikamaru si limitò ad un saluto scomposto, portandosi la mano alla fronte.

 

- Non te lo hanno insegnato a metterti sull’attenti in presenza di un tuo superiore? – sbottò la ragazza.

 

Shikamaru si strinse nelle spalle.

- Qui lo sanno tutti che sono pigro. E’ ora che lo impari anche tu, dato che a quanto pare dovremo lavorare insieme- rispose lui in tono piatto.

 

- Perfetto. Dovrò lavorare con un ragazzino pigro che oltretutto è mio superiore – disse Temari in tono esasperato, buttandosi su una sedia.

 

Shikamaru la guardò torvo.

- Perfetto. Dovrò lavorare con una donna, che è già di per se una seccatura e oltretutto è anche antipatica – la canzonò il ragazzo – E poi basta con questa storia del ragazzino, non mi sembra che tu abbia l’aria di donna vissuta.

 

Temari era allibita, non era facile trovare un ragazzo in grado di tenerle testa. Forse dopotutto, quella situazione non era così terrificante come le era sembrato, anzi poteva addirittura diventare interessante.

 

- Ho 22 anni, compiuti il mese scorso – disse Temari con espressione altezzosa.

- Capirai, io ne compirò 20 domani. Ora, potremmo pensare a lavorare? – Shikamaru accennò al mucchio di carte sul tavolo.

Temari si alzò e si avvicinò alla scrivania, ma non aveva voglia di mettersi al lavoro. In fin dei conti, era appena arrivata.

Si avvicinò a Shikamaru, che era già concentrato sui quei fogli che stava studiando prima del suo arrivo, e gli mise entrambe le mani sulle spalle per raggiungere la sua altezza.

 

- Generale, mi porta a fare un giro nella base? – gli chiese Temari con le labbra vicino al suo orecchio.

- Scordatelo. E ora aiutami per favore, qui ci sono i dettagli per l’esercitazione di domani –

 

Temari sbruffò e poi iniziò di malavoglia a dare un’occhiata a quel dannato foglio.

 

Shikamaru alzò la testa per osservarla, mentre lei era intenta a leggere. Era bella, e terribilmente sfacciata, il più seccante genere di donna esistente.

 

Temari si accorse che lui la stava fissando e si lasciò sfuggire un leggero sorriso di compiacimento.

 

- Dobbiamo lavorare, generale Nara – gli disse guardandolo negli occhi.

 

Uno a zero per lei.

 

- Andiamo, seccatura – si avviò alla porta dell’ufficio e lei, colta alla sprovvista, lo seguì velocemente.

 

Era il genere di donna per cui si facevano eccezioni, quello a cui non sapeva dire di no.

 

L’ambiente all’esterno era in continuo fremito. Centinaia di persone circolavano nell’immensa base, decine di aerei venivano preparati per l’esercitazione del giorno dopo.

 

Un ragazzo biondo stava controllando le carte di volo, ma si mise subito sull’attenti quando i due si avvicinarono.

 

- Generale Nara -

- Capitano. Come procedono le operazioni? –

- Benissimo – disse il ragazzo con un sorriso – ho appena contattato la pattuglia acrobatica. e’ tutto pronto per domani –

- Aerei acrobatici? – chiese Temari a voce alta, entusiasta.

- Generale, chi è la signorina? – chiese Naruto incuriosito da quella figura nuova.

 

Shikamaru fece per aprire bocca, ma Temari lo anticipò.

 

- Sabaku no Temari, colonnello dell’Aeronautica militare, e tuo superiore – si presentò divertita porgendogli la mano – sono stata appena trasferita qui -

- Uzumaki Naruto, capitano della sezione e figlio del generale Namikaze. Le piacerebbe vedere le frecce tricolori da vicino? – chiese il ragazzo sorridendo – Generale, è possibile? –

 

Shikamaru si sarebbe dovuto opporre, ma non aveva alcuna voglia di discutere con quella ragazza. Inoltre, aveva intuito che non si sarebbe fatta scoraggiare tanto facilmente, dunque si strinse nelle spalle e si avviò al seguito di Naruto e Temari.

 

Arrivarono ad un grande spiazzale dove si trovavano i leggeri aerei acrobatici.

Temari non stava più in se dall’entusiasmo.

 

- Che meraviglia, non ne vedevo uno da anni – disse la ragazza che guardava quell’ammasso di ferraglia con gli stessi occhi di un bambino che vede la neve per la prima volta.

 

Shikamaru la guardava divertito e sorpreso allo stesso tempo. Stavolta la sua geniale intuizione aveva sbagliato, quella ragazza aveva anche un lato sensibile a quanto pareva.

 

- E’ possibile pilotarlo? Ho il brevetto – disse voltandosi speranzosa a guardare Shikamaru.

 

- E’ pericoloso – disse lui secco. Stavolta era deciso a non lasciarsi convincere, ma non aveva fatto i conti con i mezzi persuasivi di Temari.

 

- Uzumaki, puoi andare. Qui ci penso io – disse Shikamaru subito dopo.

- Comandi, generale. Arrivederci colonnello, è stato un piacere – disse Naruto sfoggiando il suo sorriso.

 

E Shikamaru senza rendersene conto si infastidì. Possibile che fosse geloso? Di una ragazza terribilmente seccante e oltretutto conosciuta un ora prima? No, decisamente non era possibile.

 

- Ma mi stai ascoltando? – sbottò la ragazza di fronte a lui guardandolo diritto negli occhi.

 

Era cosi assorto in quei stupidi pensieri che non si era reso conto che lei stesse ancora cercando di convincerlo.

 

- Ho detto di no, Temari – Shikamaru arrossì lievemente.

- Da quando abbiamo tanta confidenza? – Temari sorrise maliziosamente.

 

Si era lasciato sfuggire il suo nome, due a zero per lei. Maledì ancora una volta quegli stupidi pensieri, poi si affrettò a trovare una giustificazione.

 

- Dovremo lavorare insieme. E’ opportuno entrare in confidenza – Shikamaru disse la prima cosa che gli passò per la mente. Diamine, non sapeva neanche se lei si ricordasse il suo nome.

 

- Bene, Shikamaru. Magari stasera mi inviterai anche a cena? – lo schernì lei, soddisfatta.

 

Poi si diresse verso l’aereo più vicino e iniziò a contemplarlo dal basso. Shikamaru la raggiunse, per poi pentirsene.

 

- Scommettiamo che tu sali su quell’aereo con me – disse ad un tratto lei in tono serio.

 

Shikamaru la guardò annoiato.

- E quali sarebbero i termini della scommessa? -

 

- Se tu sali con me su quell’aereo, io accetto l’invito a cena di stasera. Se non sali beh, sei un codardo. Ecco tutto – disse Temari furba.

 

Shikamaru ci pensò un attimo.

Non poteva tirarsi indietro da una scommessa con una donna, e non poteva lasciarle pensare di essere un codardo. Però… Lui su quel rottame infernale avrebbe passato i minuti più brutti della sua esistenza, lo sentiva.

 

- Io, soffro le altezze – inventò Shikamaru.

- Beh, in questo caso non fa niente – disse Temari con finto tono rassegnato – Ragazzino piagnone.

 

Shikamaru la guardò torvo, poi prese la sua decisione.

Temari aveva vinto di nuovo.

 

- Andiamo. E stasera mi devi una cena, seccatura –

 

Salirono nel piccolo aeromobile biposto, presero i caschi e allacciarono le cinture.

 

- Generale, si prepari a passare i minuti più divertenti della sua vita – disse Temari felice, mentre si preparava al decollo.

 

E chissà perché, quelle parole non gli piacquero affatto.

 

 

Dopo circa mezz’ora, Temari decise che per quel giorno poteva bastare. Anche perché non riusciva a divertirsi pienamente, con quel ragazzo apatico affianco. Non aveva detto una sola parola, né aveva dimostrato entusiasmo, se ci fosse stata una statua al suo posto sarebbe stata la stessa cosa. Fece l’ultimo girò acrobatico e iniziò la picchiata.

 

Una volta atterrati, entrambi si tolsero i caschi e Temari era già pronta a rivolgergli una delle sue frasi pungenti, ma quando si girò verso di lui e vide che era bianco come un lenzuolo si preoccupò seriamente.

 

- Shikamaru, stai bene? – gli chiese avvicinando il viso a quello di lui.

- Come ti sembra che stia, seccatura? – rispose ironicamente con un filo di voce.

- Io, pensavo che non dicessi sul serio quando hai detto di soffrire le altezze –

- Infatti non soffro le altezze, soffro le acrobazie ad alta quota – confessò Shikamaru.

 

Temari scoppiò a ridere.

- E cosa pensavi che lo guidassi a fare un aereo del genere? Per stare sola con te ad alta quota? – disse Temari sorridendo, mentre Shikamaru riacquistava lentamente il suo colorito naturale.

– E perché non me lo hai detto lassù, invece di arrivare in queste condizioni a terra? – continuò la biondina.

- Ti stavi divertendo – rispose lui semplicemente.

 

Temari fu stupita da quella risposta. Non immaginava che fosse stato male tutto quel tempo solo per farla divertire, era stato così romantico. Senza averlo premeditato, accorciò ulteriormente la distanza tra i loro volti e posò le sue labbra su quelle di lui.

Shikamaru restò pietrificato, quello non avrebbe potuto prevederlo neanche con il suo geniale quoziente intellettivo.

Dopo aver riacquistato coscienza delle sue azioni, chiuse gli occhi e si lasciò andare a quel bacio morbido con quella ragazza che conosceva solo da un’ora, e che già gli sembrava di conoscere da sempre.

 

Lei per prima allontanò le labbra dalle sue, che non volevano lasciarla andare. Gli sorrise dolcemente, e per la prima volta notò quanto fosse bello quel suo sorriso spontaneo.

 

- Grazie per avermi lasciato divertire, Shikamaru. Ci vediamo qui stasera alle 8, la scommessa l’hai vinta tu – gli disse scendendo per prima dal piccolo aereo.

 

Shikamaru la guardò andare via. Era successo tutto così in fretta, e gli era anche piaciuto, cazzo. E se davvero quello, era un colpo di fulmine?

Smise di farsi domande e scese anche lui dall’aereo, con una sola certezza:

 

Non aveva affatto vinto lui, quella seccatura l’aveva fottuto.

 

 

 

Continuava a fumare nervosamente da dieci minuti, poggiato alla sua mini nera. La stava aspettando, davanti all’imponente ingresso della base aeronautica, in piena periferia, e due cose lo preoccupavano. Era dannatamente in anticipo, ed era dannatamente nervoso. Possibile che quella seccatura, in così poco tempo aveva sortito quell’effetto sul suo carattere apatico? Smise di pensare quando la luce accecante di due fari gli arrivò diritta negli occhi. Una macchina bianca si fermò proprio davanti a lui, e dallo sportello posteriore ne uscì la ragazza che stava tormentando i suoi pensieri. Shikamaru la guardò avvicinarsi con la sua andatura scomposta, quasi mascolina, e notò ancora una volta quanto fosse bella, con quei jeans attillati e quella camicia bianca leggermente sbottonata.

 

- Hai fatto bene a venire in taxi – buttò lì Shikamaru

- Perché? – chiese lei accigliata.

 

Shikamaru si pentì di quello che aveva appena detto. Non poteva dargliela vinta anche stavolta, non poteva dirle quello stupido pensiero che aveva fatto, non poteva dirle che la voleva accanto a lui, forse per sempre.

 

- Pensa se ti avessero aggredito, mentre eri in macchina da sola, lungo questa strada deserta. Mi sarebbe toccato venirti a salvare, e non ne avevo voglia sinceramente – disse con tono annoiato.

 

Si diresse verso la macchina, seguito da lei.

 

- Dove mi porti, ragazzino? – disse lei, continuando a chiamarlo in quel modo con irriverenza.

- Ristorante, pizzeria, trattoria, bar? Per me è uguale –

 

Temari ci pensò su un attimo.

- Uhm, sai cucinare? – gli chiese lei con naturalezza.

Shikamaru si voltò incredulo verso di lei.

- Cosa hai in mente, seccatura? – rispose perplesso.

- Casa tua. Non mi piace mangiare fuori – disse lei con la sua faccia tosta.

 

Quel ragazzo le aveva fatto perdere la testa da subito, e ora avrebbe fatto di tutto per prenderselo.

 

Partì spedito, diretto verso casa sua, e verso chissà quale avventura che lo aspettava, quella sera.

 

- Attento, un gatto nero – gridò all’improvviso Temari.

 

Shikamaru frenò di botto, facendo stridere le gomme dell’auto. Si lasciò andare contro lo schienale, imprecando a bassa voce. Poi si girò a guardarla, sul suo viso quell’irritante ghigno furbo.

 

- Scusi generale, la ho spaventata? – disse con finta aria innocente, gli occhi verdi spalancati.

 

Le piaceva provocarlo per vedere le sue reazioni.

 

Shikamaru continuò a guardarla per qualche secondo, poi lei scoppiò a ridere e ne approfittò per baciarla. Erano ore che aspettava solo il momento di poter di nuovo unire le loro labbra, ma non era come il bacio di prima, era più passionale. Poggiò entrambe le mani ai bordi del suo sedile, lei si abbandonò lungo lo schienale, si abbandonò a quel bacio che le aveva letteralmente tolto il fiato.

 

Stavolta fu lui il primo ad allontanarsi, rimise in moto e ripartì, lanciandole ogni tanto occhiate fugaci che lei ricambiava maliziosamente.

 

Arrivarono alla piccola villa poco lontana dal centro della città, Shikamaru estrasse le chiavi dalla tasca ed aprì il cancello per lasciarla entrare. Arrivati all’ingresso, Temari si fermò ad ammirare la stanza, perfettamente arredata in stile moderno.

 

- Bella casa, ragazzino. La hai arredata tu? – chiese Temari

- Mi ha aiutato mia madre – rispose Shikamaru dalla cucina – In effetti, ha deciso tutto lei. Per fortuna, ha dei buoni gusti –

- Capisco –

 

Raggiunse Shikamaru in cucina, che stava cercando tra gli sportelli qualcosa da poter mangiare quella sera.

 

- Cucini tu, seccatura. Sei tu che sei voluta venire qua, a me secca cucinare – disse Shikamaru categorico, mettendosi a sedere sul divano.

- Povera futura moglie – rispose sarcasticamente Temari.

 

Si avvicinò a lui di soppiatto e iniziò a mordicchiargli il lobo dell’orecchio.

- Shika, ma io non ho fame – gli sussurrò maliziosamente.

 

Shikamaru la prese per un braccio e la attirò accanto a se sul divano. Si guardarono negli occhi con i loro visi a pochi centimetri l’uno dall’altro, poi fu lui a sussurrare.

 

- Neanche io ho fame –

 

La baciò di nuovo, con voglia, con passione. Non riusciva a fare a meno della morbidezza di quelle labbra carnose.

Temari finì distesa sul divano, portò le mani sulla schiena di lui, attirandolo ancora di più a se.

 

Le mani di lui viaggiavano sul suo corpo, lungo le gambe fasciate da quel jeans perfettamente aderente, lungo quella camicia scollata che lasciava intravedere il seno prosperoso, non sapeva ancora se poteva osare.

Temari portò le mani al bordo dei suoi jeans, giocando sensualmente con la cerniera. La tirò giù, e gli fece capire cosa era che lei voleva.

Le loro bocche continuavano a cercarsi vogliosamente, i loro corpi si muovevano freneticamente in quello spazio troppo ristretto, gli unici rumori che si udivano in quella casa silenziosa erano i loro sussulti, i loro sospiri, i loro nomi pronunciati di tanto in tanto ansimando. Poi, entrambi esausti, si coricarono uno affianco all’altro. I loro corpi, ancora accaldati dopo l’amore, erano resi ancora più appiccicosi dal loro contatto. Si addormentarono così, in quella scomoda posizione, abbracciati per tutta la notte.

 

Si svegliarono a mattinata inoltrata, nonostante la luce del sole filtrata attraverso l’ampio balcone avesse già illuminato tutta la stanza da un pezzo.

 

- Shika – chiamò lei dolcemente.

Il ragazzo rispose con un grugnito assonnato.

- Dovremmo andare. E’ tardi, e devo passare da casa a prendere la divisa –

Silenzio.

- Cazzo, oggi c’è l’esercitazione. Te lo ricordi o no, generale? – sbottò Temari, spazientita.

 

Fece per alzarsi, ma Shikamaru la bloccò.

- Secondo te, noi ci amiamo? – disse lui con voce ancora impastata di sonno, ma con tono serio.

 

Temari scoppiò in una risata cristallina, poi tornò seria.

- Non lo so, ragazzino. Ma a questo ci penseremo poi, abbiamo tutta la vita davanti no? – disse Temari allegra.

 

- Dimenticavo – disse Temari scoccandogli un bacio a fior di labbra - Buon compleanno, tesoro -.

- Sei una seccatura fantastica, Tem – le gridò Shikamaru, deciso finalmente ad alzarsi.

 

 

 

 

  
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