Capitolo 7
Non ho parole... per
cui, X
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"Scegliere..."
Gli echi degli incubi passati erano finiti. Adesso esistevano solo
loro... loro
e il proprio futuro... Finalmente potevano decidere se rimanere
lì e fondare
una nuova città, all'oscuro di tutto e di tutti, e
cominciare una nuova vita.
Non avrebbero dovuto più preoccuparsi né di
Neoatlantide né di Gargoyle, non ci
sarebbe stato più motivo di temere di questi se non avessero
avuto un valido
motivo per venire alle armi. Lui aveva voltato le spalle a quello che
era stato
il suo obiettivo fin dall'inizio del loro viaggio e adesso non gli
importava
più di portare a termine il progetto di vendetta. Anche lei
aveva rinunciato a
ciò per cui avevano combattuto per anni, anche se tale
missione non se la
sentiva sua nello stesso modo in cui l'aveva sentiva lui. Lei, in
fondo, non si
era trovata a combattere con Gargoyle e i Neoatlantidei ma con se
stessa, col
suo odio e amore per la persona che più le stava vicino. E
adesso che aveva
finalmente trovato la scelta giusta, non gli importava più
del resto, dei loro
nemici, del loro passato. Avrebbe cercato di dimenticare, questo per
lui avrebbe
potuto farlo.
E così si addormentavano senza più alcuna
preoccupazione, senza pensare al
domani.
Tuttavia nei pensieri di Nemo c'era sempre una piccola speranza, quella
di
rivedere sua figlia Nadia ancora una volta, ma tutte le volte che ci
pensava reprimeva
forzatamente quel pensiero. Ma più andavano là
con i giorni e più il desiderio
era forte, tanto che anche lei alla fine si accorse che c'era qualcosa
che non
andava, qualcosa che non voleva dire. Così decise di
parlarne con lui, nel
momento più opportuno.
Erano sdraiati e parlavano dei momenti passati insieme, ridendo. Ad un
certo
punto lui fissò un punto indeterminato di quello che doveva
essere un cielo e
rimase così per un po’, immerso nei propri
pensieri. Lei se ne accorse e decise
che quello era il momento buono per affrontare l'argomento.
"Sai, è da un po’ di tempo che ti vedo strano...
mi vuoi dire che
hai?". Lui si voltò a guardarla, fissandola nei suoi occhi
blu, poi tornò
a guardare il cielo.
"Pensavo... a noi, a Neoatlantide, a Nadia... non so più
cosa è giusto e
cosa è sbagliato, non so che decisione prendere..."
"Quale decisione?" rispose lei guardandolo un poco sorpresa.
"Rimanere qua per sempre con te al mio fianco oppure cercare di salvare
Nadia... se rimanessi qua, lei probabilmente morirebbe ed io vivrei col
rimpianto di non aver mai fatto nulla nella mia vita per lei... non
nego il
fatto che io sia stato artefice di numerose morti, ma adesso che tutto
è
cambiato, adesso che finalmente so cosa voglio, ho deciso che non avrei
più
abbandonato coloro che amo... ma adesso Nadia si trova in serio
pericolo di
vita, se le capitasse qualcosa, io non me lo potrei mai perdonare... ma
se
decidessi di andare, rischierei di perdere te ed io..." lei
bloccò il suo
discorso mettendogli un dito sulla bocca.
"Per tutte le cose c'è un rischio, ma comunque sappi che se
anche
deciderai di andare a salvare Nadia, ebbene, io sarò sempre
con te, non importa
quello che accadrà... ti giuro che non mi perderai mai... so
quanto Nadia sia
importante per te ed anch'io ho sbagliato a dubitare di te quando lei
era a
bordo del Nautilus, finendo per odiarla... " rimasero in silenzio per
un po’.
Lei ricordò la discussione avuta con lei nei bagni del
Nautilus. Nadia aveva
paura che lei avesse potuto portargli via l'affetto di Jean, ma la
rassicurò,
dicendole che per lei Jean era come un fratello minore.
"...un fratello minore?..." Nadia rimase per un momento
pensierosa
e sorrise per il fatto di aver dubitato di lui per un solo momento...
Si susseguivano i ricordi.
"... grazie, ma non adularmi, questo è un
complimento che dovresti fare
a Nadia, non a me!"
Già, aveva dimenticato Jean. Quel singolare ragazzino che
attirò la sua
attenzione dalla seconda volta in cui si rincontrarono a bordo del
Nautils
aveva suscitato in lei un ricordo di nostalgia. Per lei, Jean era
davvero un
fratellino minore e questo si sarebbe potuto mettere contro tutta
Neoatlantide
pur di salvare Nadia, andando però incontro ad una morte
certa. E proprio alla
fine, quando tutto sembrava ormai perduto, aveva incominciato a voler
bene
anche a Nadia. Anche loro avevano perso sin da piccoli l'affetto dei
genitori, e
vi erano moltissimi particolari che erano comuni a tutti e due.
E alla fine dei conti non potevano escludere del tutto la
possibilità di riavere a che fare con i Neoatlantidei,
seppur indirettamente,
in quanto non potevano escludere i malvagi intenti di Gargoyle, che
potevano
andare dal dominare il mondo o la distruzione della terra stessa.
No, Gargoyle sarebbe rimasto un pericolo finché fosse
rimasto in vita, ma non solo.
Anche la vita di Nadia costituiva di per sé un pericolo. Per
quanto triste e orribile fosse da pensare, era una verità
con cui fare i conti.
“Cosa accadrebbe se Gargoyle finisse per usare Nadia?” pensò Electra.
La morte di uno dei due
sarebbe stata inevitabile, o per il
raggiungimento dei malvagi scopi di Neoatlantide, o per la pace
assoluta,
riuscendo a salvare Nadia dalle grinfie di Gargoyle.
Si chiese cosa avrebbe potuto dare in cambio di questa
utopica pace, adesso che finalmente, anche se apparentemente,
l’avevano
trovata. Come per tutte le cose, c’è un prezzo da
pagare per raggiungere uno
scopo.
“Ma quanto alto sarà il costo nel dover fare questa scelta?”
In ogni caso c’era in gioco la loro stessa vita, che lo volessero o no.
“Allora
se tanto dobbiamo
rischiare la nostra vita, preferirei perderla nella consapevolezza di
aver
tentato di salvarli, piuttosto che stare qua ad attendere ansiosamente
la
nostra fine … magari non riusciremo a salvare le nostre
vite, ma forse potremo
sperare di salvare il futuro degli altri … il sacrificio di
pochi per la
salvezza di molti …”
Questo e altri pensieri
catastrofici riempivano di ansia
crescente la mente di Electra. Per un attimo la sicurezza che aveva
prima sul loro futuro
fu sostituito da un soffocante e angoscioso dubbio.
“E se tutto tornasse
come prima? Sarei pronta ad affrontare i nuovi dolori che il destino ci
ha serbato
per noi? La perdita di un altro fratello? La perdita
dell’amore?”
Il cuore
cominciò a battere dolorosamente nel suo petto,
tanto che poteva riuscire a sentirlo. Il timore di perdere tutto, il
conosciuto sentimento dell’abbandono
e della solitudine.
Cominciò ad innervosirsi, mentre cercava invano di calmarsi.
In quel momento lui se ne accorse. Si fissarono negli occhi
per un istante che a loro parve interminabile. Non c’era
bisogno di parlare, i
loro sguardi bastavano per capire che c’era qualcosa che non
andava.
“Non preoccuparti, Medina” disse infine lui.
“La vita è fatta di scelte, che noi lo vogliamo o
no …
quello che noi possiamo fare, è scegliere il male minore
… noi tenteremo di
salvare Nadia, per il bene di tutti noi … e venga quel che
sarà … ”
Lei si calmò, il dubbio svanì. Rimase solo un
po’ di
tristezza per le verità, purtroppo evidenti, che lui le
aveva fatto notare.
“Era inevitabile … arrivare a questo punto per poi
tornare
sui propri passi … ” rispose lei, sorridendo.
Lei lo baciò e lui rispose al bacio con passione...
“Per
adesso noi dormiamo,
insieme, attendendo quel che verrà, quello che noi chiamiamo
fato … per adesso,
il resto non ha importanza … per adesso, non possiamo fare
altro che aspettare
il domani per scegliere.”
Finalmente
ce l’ho fatta!!!
Ringrazio
particolarmente luisa, elektra810, blue sun per i commenti e gli
incoraggiamenti a terminare la mia fic.
Grazie
Al
prossimo, ed ultimo,
capitolo.