Salve a tutti! =D
Ogni tanto mi capita di tornare a scribacchiare qualcosa per Junjou e fatalità ieri nella pagina FB di Waifu sono capitata su un suo post che mi ha fatto buttare giù una cosuccia random, quindi già che l'ho scritta tanto vale caricarla anche qui. XD

Note: La tempistica è molto vaga, haha.

Disclaimer: vedi pagina autore.

Ja ne,
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Slip of the Tongue

        Gli spasmi che lo avvolgevano dall'interno del corpo scosso dal piacere di Misaki - accompagnati dai gemiti del ragazzo mentre si riversava sul proprio basso ventre, gettando la testa indietro in un gesto di abbandono,  - furono il solo incentivo che servì ad Akihiko per raggiungere l'orgasmo a sua volta.
        La testa poggiata nell'incavo - sudato ed allettante - del collo di Misaki e le mani ancorate fermamente ai fianchi dello studente, con un ultimo scatto del bacino, quasi brusco nella nebbia di passione che gli oscurava la ragione, lo scrittore affondò nel corpo sotto di lui.
        «Nngh...» Gemette Akihiko, continuando a muoversi con piccole spinte poco profonde mentre sentiva il proprio seme riversarsi in Misaki; avvertì vagamente una mano tremante e sudata posarsi su una scapola, un gesto carico di affetto, e lo scrittore a sua volta risalì il fianco destro dell'altro con delicatezza, la mente ancora intorpidita dalla sensazione di appagamento e del piacere residui dell'orgasmo appena avuto.
        «Mmh,» Mormorò Akihiko, un mezzo sorriso a distendergli le labbra, «come mai così affettuoso? Non è da te, Takahiro...»
        Il violento spasmo che percorse istantaneamente il corpo sotto di lui sembrò bruciare lo scrittore all'istante, ed al contempo lo fecero rabbrividire come se gli avessero rovesciato un secchio di ghiaccio sulla testa.
        "No." Fu tutto quello che gli passò per la mente. "No, no."
        Non era quello che intendeva dire...
        Non era quello che... avrebbe dovuto dire...
        Perché aveva...
        Alzandosi sulle ginocchia, e portando l'altro con sé, il più grande dei due pregò con voce roca, «Misaki io—»
        «No.» Interruppe Misaki, e la speranza di poter chiedere perdono abbandonò immediatamente Akihiko, nel sentire la voce piatta e priva di alcuna inflessione del più giovane; con una mano appena tremante, Misaki fece forza su una spalla dello scrittore che, troppo scioccato per resistere, si lasciò spingere, si lasciò cadere seduto sul materasso di fronte allo studente — nessun contatto fisico.
        Misaki si trascinò lentamente sul bordo del letto, si sollevò su ginocchia instabili e fece un passo verso la porta della camera, quando Akihiko allungò una mano e la chiuse intorno al polso dello studente.
        «Non toccarmi.» Sbottò Misaki, strattonando il braccio e liberandosi dalla presa.
        Il suono secco della porta sbattuta alle spalle di Misaki riecheggiò nel cuore di Akihiko con una finalità tanto assoluta e devastante che non si accorse nemmeno del proprio respiro irregolare e del rivolo di lacrime che gli solcavano le guance.