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Autore: JessL_    09/03/2014    2 recensioni
Questa fanfiction è una specie di continuo di Overwhelms me - Travolgimi, non si può leggere senza aver letto l'altra storia.
Alessia e Gigi. Gigi e Alessia. Dopo otto anni di relazione, finalmente fanno un piccolo grande cambiamento... sarà tutto rose e fiori? Arriveranno a fare altri passi avanti? Sì, d'altronde a piccoli passi si può fare tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Travolgimi'
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Nonostante ci troviamo a marzo, questo è il primo aggiornamento del 2014. Sono stata svelta, eh? Va beh, bando alle ciance, vi lascio direttamente al capitolo. Capitolo che alla fin fine è uscito di getto e che mi piace, nonostante non sia lunghissimo.
 
Rammento che questa storia deve essere letta dopo Travolgimi, se no determinate cose non si riuscirebbero a capire.

Contatti: Gruppo. Facebook. Pagina Grafica. 
Buona lettura.


 
<< Riesci a crederci? >>
Ok, eccomi qui, decisamente con la mente fin troppo impegnata a pensare ad altro invece che ad ascoltare la mia fidanzata. Sono letteralmente fottuto.
<< No, in effetti no. >> Non so perché le ho risposto, ma dalla sua espressione capisco di essere nei guai.
<< E vorrei ben vedere! Quale ragazzo sano di mente, non appena viene a sapere che la praticamente ex fidanzata è incinta, decide di sposarla?! E soprattutto quale deficiente glielo chiede davanti a tutti i parenti? >> Oh. Alessia sta parlando di Sandra. Che bello saperlo… il sarcasmo si è notato? Spero di sì, perché io mi sto per cagare addosso.
Quello che ha fatto Andrea… il beh, oramai prossimo marito di Sandra, è più o meno quello che volevo fare io tra qualche giorno. Cioè inginocchiarmi sul pavimento dei miei genitori e chiedere ad Alessia di diventare mia moglie. Originale… pensavo, e invece no! E dalla sua reazione, deduco che se fosse stata nei panni di Sandra, avrebbe distrutto qualcosa – o qualcuno – con le sue stesse mani. No buono. Per niente.
<< Beh… oddio! Ognuno… fa come si sente. Evidentemente Andrea è pronto a prendersi tutte le responsabilità e non è una cosa poi così… sbagliata. Perché mi guardi male? >>
<< Non ti sto guardando male. >> Dite che si offende se le faccio notare che non le crede nessuno? << È che sono un paio di giorni che sei strano. Sei addirittura più silenzioso… che cos’hai combinato? >> Cerco di deglutire e mentalmente insulto Alex.
Me lo aveva detto che avrebbe scoperto qualcosa, perché tutte le donne lo capiscono.
Peccato che io con un’alzata di spalle gli abbia detto che Alessia non è come tutte e che di certo non arriverebbe mai a capire che cos’ho combinato.
Sono un emerito coglione.
<< Niente. Non ho fatto niente. Perché avrei dovuto fare qualcosa? Non te l’ho detto che ho mal di gola? Suvvia, siamo in dicembre, ammalarsi è normale, fa un freddo cane e direi che dopo questa… vado a fare una telefonata. >> Lasciando Alessia, con la bocca aperta, sul divano, vado a rinchiudermi in bagno e chiamo Alex.
<< Che succede? >>
<< Che succede mi chiedi? >> Alex non mi risponde e io sospiro. << Sono terrorizzato. >>
<< Alessia ha già capito tutto e sta cercando di ucciderti? >>
<< Non ancora, ma penso che se rimarrò altri dieci minuti da solo con lei… potrei direttamente confessare il misfatto. >> Alex cerca di non ridermi in faccia e io appoggio la fronte sulle piastrelle fredde del bagno.
<< Gi, amico, respira. Non devi per forza pensare in grande… penso che… impazzirai se continui a cercare il momento perfetto. Bada bene, non ti sto dicendo di affrontarla e farle la proposta, ti sto dicendo di essere te stesso. Tutto qui. >>
<< Tutto qui? Dici “tutto qui”? Sai qual è il problema? Che sarà anche vero che tu hai fatto la proposta ad Elise in un cazzo di McDonald’s ma almeno sapevi che lei, almeno, al matrimonio ci pensava! Alessia… quando pensa ai matrimoni… vorrebbe suicidarsi! >> Da parte sua sento solo un sospiro, perciò taccio e mi siedo sulla tazza del water.
<< Gigi? >> Sobbalzo quando sento la voce di Elise.
<< Sì? >> Chiedo con voce terrorizzata.
<< Che cos’hai fatto? >> Mi raschio la gola e dopo mezzo secondo le racconto tutto.
Sono una donnina! Cazzo! Perché di fronte a un tono un po’ più serio e grave non riesco a mentire? Perché!?
<< Ti rendi conto che è un grande passo, quello che vuoi fare? >>
<< Sì, Elise, me ne rendo conto ma siamo sinceri… ultimamente ho fatto tanti passi avanti con Alessia, non posso fermarmi adesso e nemmeno lo voglio. L’unica cosa che non capisco è perché lei non voglia tutto ciò. >>
<< Ti chiedi anche perché? >> Aggrotto la fronte alla sua domanda. Sinceramente mi aspettavo qualche rimprovero o… non lo so, da Elise mi aspettavo di tutto tranne una semplice domanda.
<< Ovvio! Stiamo insieme da una vita, per i miei standard e anche per i suoi contando che sono stato il suo unico fidanzato… ma a parte questo, perché mi hai chiesto una cosa del genere? >>
<< Gigi… non la prendere male ma Alessia non crede nel “per sempre”. Voglio dire… chi ci crede? O meglio, chi ci crederebbe nei suoi panni? I suoi genitori non li ha mai visti stare insieme. È come se non conoscesse il vero prototipo di famiglia. >>
Non le rispondo subito, più che altro perché non so come ribattere.
<< Hai ragione, non ha mai visto i suoi genitori come una coppia, non ne ha avuto l’opportunità, ma il significato di “famiglia” lo conosce. Il compagno di sua madre fa parte della sua vita da quando è nata. È come un padre per lei, di conseguenza sa cosa significa crescere con due figure adulte che ti sostengono. Poi ha visto i tuoi genitori e adesso ha te e Alex come esempio… il per sempre esiste se lo si vuole e lei sa cosa significa stare con una persona e crearsi una vita. Non penso dipenda da questo, ma giuro, Eli, che se mi assicuri che quello che hai detto, lo pensa anche lei, sfondo la porta e la strozzo. >>
<< Era una mia teoria. Anche perché se non è quello… sai cosa significa. >> Deglutisco e osservo il soffitto afflitto.
<< Cioè che non vuole veramente fare quel passo. Dio! Pensi dipenda da me? Magari lei in realtà non vuole vivere con me, non vuole darmi dei figli e portare il mio cognome... >>
<< Gigi, stai sragionando e andando in paranoia. Smettila. >> Sospira. << Senti, fai una cosa furba… parlale. Non dico adesso, appena esci da qualsiasi posto tu ti sia rintanato, però appena te la senti, prendi il discorso, perché stai “nascondendo” una cosa importante, e non parlo dell’anello, bensì dei tuoi sentimenti e delle tue parue. >>
<< Noi uomini non facciamo questi discorsi. >> Dico quasi schifato.
<< Non vuoi che ti sputtani in un momento del genere, vero? >> Sgrano gli occhi e le dico che farò come vuole. Alla fine ha ragione, a chi voglio prendere in giro? I discorsi più merdosi e sentimentali sono sempre stato io a farli. Altro che femminuccia! Sono qualcosa di peggio, poco ma sicuro.
 
<< Ora mi vuoi dire che cosa c’è che non va? >> Giro il viso verso il suo e cerco di sorriderle. Saranno le quattro di mattina, eppure non ho chiuso occhio. Anzi, penso di non aver neppure aperto bocca da quando sono uscito dal bagno, dopo la conversazione con Elise.
Non saprei dire perché vorrei Alessia come moglie. Voglio dire… la amo, voglio passare il resto della mia vita con lei, sono pronto a tutto per lei ma perché dopo tutti questi anni ancora non l’ho capita? Perché per lei è così… insormontabile questa cosa del matrimonio? Io vorrei solo sfoggiare l’anello che le ho comprato davanti a tutti e direi con orgoglio ai nostri amici che stiamo per fare il grande passo, perché lo vogliamo, perché abbiamo bisogno di andare avanti e iniziare un nuovo capitolo della nostra fottutissima vita perfetta.
Senza risponderle, mi volto e accendo la luce dell’abatjour per poi alzarmi e aprire l’armadio. Sento nitidamente Alessia che si mette seduta e che mi fissa.
Afferro la scatolina dell’anello e torno accanto a lei.
Non oso guardarla negli occhi, quindi non saprei dire quale sia la sua reazione, e nemmeno se sia morta sul colpo.
<< È questo il motivo del mio silenzio. L’ho comprato qualche giorno fa; appena l’ho visto non ho fatto altro che immaginarmelo al tuo dito e… e non lo so. So solo che doveva essere tuo e so benissimo che… che se te lo facessi vedere tu scapperesti. So che… non vuoi sentir parlare di matrimonio. È già stato abbastanza complicato farti capire che eravamo pronti ad andare a vivere assieme. Ma alla fin fine… con te è stato tutto complicato. >> Sorrido lievemente, continuando a guardare la scatoletta tra le mie mani.
<< Non è stato facile darti il primo bacio, perché avevamo entrambi paura di rovinare quel poco di bello e prezioso che avevamo creato pur essendoci visti pochissime volte. È stato complicato fare l’amore la prima volta, un po’ perché era la tua prima volta, un po’ perché in un certo senso lo era anche per me… era la prima volta che facevo l’amore con una ragazza e sapevo che quello avrebbe cambiato tutto quanto. Con te è difficile litigare, mentirti, istigarti per farmi dire le cose e soprattutto ottenere delle risposte. Amo la tua tenacia… sei riuscita a laurearti in tempi ancora più brevi di quelli che avevi deciso, hai trovato lavoro facilmente e soprattutto fai quello che hai sempre desiderato… tu vai avanti a testa alta, ti mostri forte, sveglia e impeccabile ma hai paura di tante cose. Come tutti. D’altronde anche tu sei umana… ma questo… >> Dico finalmente alzando la sguardo e stringendo maggiormente il cofanetto. << Questo non dovrebbe farti paura. Perché sono io a dartelo, perché qua dentro c’è un altro piccolo pezzo del mio cuore, proprio come quello che hai attaccato al collo, che ti ho regalato oramai tanto tempo fa. >>
Alessia si porta una mano alla bocca e trattiene a stento un singhiozzo, non fiata ma accarezza lievemente la collana a forma di chiave che le ho regalato quando ci eravamo messi da poco assieme. Non se l’è mai tolta, come io ho ancora addosso il lucchetto.
<< So… che probabilmente non mi risponderai. So… che probabilmente vorresti picchiarmi e insultarmi perché ti sto facendo perdere del sonno ma… ti amo e ho bisogno di farti vedere questo anello e ho bisogno di chiederti se vuoi diventare mia moglie, perché lo desidero con tutto me stesso. >> Oramai le lacrime sono scappate dai suoi occhi, purtroppo non fa incontrare i nostri sguardi, ma posso riprendere un minimo a respirare,o almeno lo faccio quando una sua piccola mano ghiacciata si posa sulla mia, quella che contiene la custodia dell’anello.
<< Sai benissimo che non potrei mai dirti di no. Anche se la paura è così tremenda e profonda che è difficile da spiegare. >> I suoi occhi incontrano finalmente i miei e un sorriso nasce sulle nostre labbra. << Ti amo, Gigi. Ti amo così pazzamente che ti sto dicendo di sì anche se la domanda vera e propria non me l’hai ancora fatta. Ti sto dicendo di sì, anche se l’unica cosa che la paura vorrebbe farmi fare, sarebbe girarmi e rimettermi a dormire, perché sono le quattro di mattina. >>
Una risata incontrollata abbandona le mie labbra e Alessia stringe la mia mano e si avvicina in ginocchio a me.
<< Stai dicendo sul serio? >> Glielo chiedo fissandola negli occhi, con la speranza nel cuore e i battiti a mille.
<< Dicendo… cosa? >> Mi stuzzica con un sorriso dolcissimo.
<< Stai accettando questo anello? Diventerai mia moglie? >> Le sue braccia si posano sulle mie spalle e con un movimento del capo, sposta i capelli da davanti il suo bellissimo viso.
<< Penso che se ti dicessi di no… me ne pentirei per tutta la vita. E poi non sarebbe la cosa che vorrei… io voglio… diventare tua moglie, se questa è l’unica cosa che riesce a farti avere quel sorriso da bambino che hai proprio adesso. >> Inutile dire che le salto addosso, facendola ridere. L’anello può aspettare, prima dobbiamo assolutamente festeggiare.
 
<< Ehi, amico! >> Lorenzo si volta confuso verso di me e mi guarda con un punto interrogativo sul volto. Gli faccio segno di avvicinarsi, e il piccolo lo fa.
Siamo nel salotto di casa sua, ma non sembra molto tranquillo a girarmi attorno, almeno non al momento. E posso anche capirlo, sarà da dieci minuti che sono in casa sua con un sorriso ebete e non ho ancora detto nulla a nessuno. Alessia si trova in cucina con Elise e io sono qui… qui con il piccolo.
<< Cosa succede, zio? E perché parli così piano? >> Il mio sorriso si espande e noto i suoi sgranarsi leggermente. Questo bambino ha decisamente il viso di Elise. E soprattutto ha le sue espressioni, è… allucinante.
<< Vuoi saperlo un segreto? Lo sarà ancora per poco, ma vorrei che tu fossi il primo. >>
Lorenzo si rilassa e si viene a sedere accanto a me, lasciando sua sorella che gioca tranquilla sul tappeto ai nostri piedi.
<< Spara. Adoro i segreti. >>
<< Io e zia Ale ci sposiamo. >> Il piccolo spalanca la bocca.
<< E non lo sa nemmeno papà? >> Ridacchio.
<< Già. Volevo che fossi il primo. >>
<< Grazie, zio Gigi… è stato un bel regalo di Natale. >> Dice abbracciandomi.
<< Oh no, piccolo, il tuo vero regalo si trova sotto l’albero ma diciamo che puoi considerarti fortunato e dire di aver ricevuto un doppio dono. >> Gli faccio l’occhiolino per poi riportarlo tra le mie braccia.
<< Sono contento. >> Già, piccolino, siamo in due.
Lo penso, ma non lo dico… penso che il mio sorriso ebete sia più che significativo.
   
 
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