Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: SheDontLikeTheLights    09/03/2014    5 recensioni
Lei è una ragazza con una vita difficile, circondata da persone che non attendono altro che un suo errore.
Lui ha una vita perfetta, quello che ognuno sognerebbe, o almeno cosi sembra, ma la sta vivendo nel modo sbagliato.
Il destino vuole dare una possibilità a entrambi, saranno in grado di coglierla?
-Posso essere il tuo angelo, bambolina?-
-Si, ne ho davvero bisogno.-
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo Uno.



Mi chiamo Summer. Odio il mio nome, odio l'estate, odio il mare. Odio dover indossare uno stupido costume ed essere circondata da ragazze con dei fisici stupendi.
Odio il mio fisico.
Una volta mi piaceva, quando c'era mio padre. Mi comprava dei vestiti bellissimi e mi diceva sempre che ero stupenda e che avrei presto trovato il mio principe. Beh credo che il mio principe si sia perso per strada, considerato che lo aspetto da diciassette anni.
Da quando mio papà non c'è più vivo sola con mia madre, lei però non è molto presente, anzi. È come in trance, non mi parla, non mi ascolta, non mi guarda, non si muove, se non le dessi dà mangiare sarebbe morta da parecchio.
Lei amava davvero tanto mio padre, anch'io lo amavo, ma è andata così, bisogna farsene una ragione e passare oltre.
Lei però è come ferma in una sorta di limbo e ho paura, perché i soldi di mio padre stanno finendo e lei non sembra pronta a lavorare.

Io vado ancora a scuola e nel pomeriggio lavoro a un bar qui accanto, non prendo molto ma con quei pochi soldi riesco a comprare cibo e qualche vestito.
In effetti il cibo è più per mia madre perché io sono in una sorta di digiuno per dimagrire.
Ovviamente ogni tanto mangio ma finisco quasi sempre col rimettere tutto.

Ho qualche amico, o meglio amiche, si chiamano Anne e Brigitte. Loro mi riempiono la testa con le solite frasi 'sei magra' 'smettila, devi mangiare!' 'diventerai anoressica' ma non è vero.

Io non sono anoressica.

È lunedì, sono appena tornata da scuola, saluto mia madre nella speranza che si giri anche solo verso di me ma non succede nulla. Mangio uno yogurt e mi vesto per il lavoro, indosso la solita divisa, una gonna nera che mi copre a malapena il sedere e una camicetta bianca parecchio trasparente. Che schifo, devo convincere John a cambiare la divisa.
John è il mio capo, ha circa 35 anni ed è un uomo abbastanza affascinante, è gentile ma testardo e non credo abbia intenzione di cambiarmi la divisa, dice sempre che così sono sexy e attiro clienti. Beh se lo dice lui, comunque proverò a chiederglielo ancora, prendo il cellulare, chiudo la porta di casa e attraverso la strada per entrare nel bar.

Non mi stupirò mai di quanto sia squallido questo posto, un'insegna luminosa dice 'Bar da John' anche se di illuminate ci sono solo tre lettere, non credo che qualcuno entrerebbe volentieri passandoci davanti, infatti i clienti sono sempre i soliti cinquantenni ubriachi che cercano solo qualche ragazza a cui mettere le mani addosso.
Devo trovare al più presto un altro lavoro ma non è molto facile. Entro, saluto John e vado nello sgabuzzino a prendere il mio grembiule rosa, faccio un respiro profondo e torno nella sala col blocchetto delle ordinazioni.
John mi lancia un'occhiata per indicarmi dove devo andare mentre prepara un drink per un uomo al bancone.
Mi dirigo verso il tavolo che mi è stato assegnato con un sorriso in volto e inizio a prendere le ordinazioni
'Salve sono Summer, cosa desiderate?' I quattro uomini al tavolo si scambiano delle occhiate e uno che potrebbe essere mio nonno mi fa l'occhiolino. Cerco di mantenere il sorriso e uno di loro mi risponde
'Quattro birre dolcezza, e fai in fretta.' mi giro diretta al bancone prendo le birre e gliele porto. Dopo di che saluto con un sorriso e torno da John ma un braccio mi ferma e in pochi secondi mi trovo seduta sulle gambe di uno degli uomini del tavolo.
'Dove vai così in fretta dolcezza? Non mi saluti per bene?' mi sussurra con uno sguardo ammiccante
'I-Io devo servire altri tavoli.' rispondo cercando di alzarmi ma la sua presa è parecchio forte, inizia ad accarezzarmi le gambe, salendo verso la gonna, in questo schifo di posto è sempre la stessa storia, cerco John con lo sguardo ma non lo vedo, probabilmente è nello sgabuzzino, così metto assieme tutta la mia forza e mi impegno per alzarmi.

Lo sforzo è inutile, anzi ora mi trovo faccia a faccia con l'uomo. Lui si avvicina a me ma prima che possa baciarmi due braccia mi strappano da lui e mi spingono un po' indietro.
Riesco a vedere un ragazzo di spalle e il suo pugno entra in collisione col viso dell'uomo.
Il ragazzo dice qualcosa all'uomo che non riesco a capire e John interviene portando fuori quei quattro ubriachi. Cerco di allontanarmi ma il ragazzo misterioso si gira verso di me
'Tutto bene bambolina?' mi chiede con un sorriso
'S-Si, ehm io.. grazie.' rispondo perdendomi nei suoi occhi color caramello
'Bene, fa attenzione, mi raccomando.' mi dice allontanandosi con un gruppo di amici.
John richiama la mia attenzione indicandomi un altro tavolo da servire e mi da una pacca sulla spalla per assicurarsi che vada tutto bene.
Mi conosce anche troppo e sa che non amo le dimostrazioni d’affetto quindi mi lascia stare e torna a pulire il bancone. Prendo le ordinazioni a qualche tavolo e quando ormai non c’è piu nessuno torno a casa.

Sono le sette e mezza, mentre attraverso la strada incontro Cristine, lei fa i turni di notte al bar, incrociamo lo sguardo, le faccio un cenno con la mano e lei entra salutando John calorosamente.
Non mi è mai piaciuta, è cosi superficiale, ma provo pena per lei, insomma ha le ore peggiori al bar, di notte è pieno di ubriaconi, anche se a lei non sembra dare fastidio.
Entro in casa, appoggio la borsa sul tavolo e vado a farmi una doccia. Mi tolgo quella stupida divisa e lascio che l’acqua calda mi lavi via lo schifo di oggi.
Ripenso alla giornata appena trascorsa, alla scuola, al bar, a quel ragazzo. È stato cosi carino, com’è che mi aveva chiamata? Ah si bambolina, che dolce, non devo pensarci.
Concentrati su qualcos’altro Sum.
Esco dalla doccia, mi asciugo i capelli neri e li lascio cadere sulla schiena, forse dovrei tagliarli, ormai raggiungono quasi il fondoschiena. Ci penserò, intanto metto il pigiama azzurro, do un bacio a mia madre, rileggo gli appunti di storia e mi metto a dormire.
 

Ciao a tutte, mi chiamo Lucrezia, non è molto che scrivo fanfiction quindi siate buone, mi farebbe piacere ricevere qualche recensione per sapere se la storia interessa, d'altronde se a nessuno piace quello che scrivo, cosa scrivo a fare? Non mi serve un numero preciso di recensioni, solo qualcuna per vedere se vi piace c:
Bacioni
  
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