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Autore: Lenn chan    07/12/2004    7 recensioni
Fingere nella vita reale, tacere e mentire...stringere i denti e continuare a lottare, ma a quale prezzo? Un'ombra oscura avvolge il passato di Hilary indirettamente legato a quello di Kai, e che condiziona anche il suo presente...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non posso crederci

Non posso crederci!!!!! Sono arrivata all’ultimo cap!!!!! Mi ero affezionata a questa fic!!!! Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e dedico il cap a tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui!!! Grazie!!!!!! Il cap è molto lungo, ma vi consiglio di leggerlo tutto, anche dopo che vedete la parola Fine, altrimenti non riuscirete a comprendere il cap!! (perché se leggiamo tutto cambia qualcosa?? nd.tutti).

 

Quando il battito del cuore

supera le ombra del passato

l’amore potrà trionfare sul destino (“Un segreto nel cuore” di Nicholas Sparks)

 

Erano arrivati, la Borg si innalzava imponente davanti ai loro occhi, lo scontro finale era ormai giunto, non poteva più essere rimandato. Il sole si sollevava lentamente all’orizzonte, l’alba nascente inaugurava l’inizio di un nuovo giorno; un giorno particolare, un giorno in cui si sarebbero decise le sorti dell’umanità mentre questa era ancora ignara di quello che stava succedendo, e avrebbe continuato ad esserlo, a vivere tranquilla, se solo loro fossero riusciti ad impedire ciò che quella folle organizzazione aveva a lungo progettato. Dovevano riuscire ad ogni costo a fermare i loro diabolici piani o il mondo sarebbe stato nelle loro mani. Vorkov il giorno precedente gli aveva dato appuntamento, come lo chiamava lui, per quella mattina alla sede della Borg, un campo che di certo non poteva essere considerato neutrale, ma loro avrebbero comunque dato il massimo, non potevano permettersi di sbagliare, anche se con tutta probabilità quell’uomo non avrebbe giocato correttamente. Quando si era presentato al parco la sua espressione troppo sicura di sé aveva dato da sospettare ai Bladebreakers

-Bene arrivati! Vedo che siete stati puntuali- il falso monaco in questione li stava aspettando davanti l’entrata principale dell’edificio per dargli un “caloroso benvenuto”, le braccia incrociate al petto, un sorriso disgustoso dipinto sul volto. I ragazzi furono in grado di rivolgergli solo occhiate cariche di odio, senza fiatare. L’uomo li squadrò uno per uno, i Bladebreakers, Mariam, quelle due mocciose venute da chissà dove che li avevano aiutati a liberare Alex, il bambino che avevano tenuto segregato nelle prigioni per anni, e una ragazzina che non aveva mai visto prima. Notò una certa somiglianza con Kai ma non si soffermò a lungo su di lei, di certo non gli avrebbe causato problemi, e a lui di chi fosse non importava minimamente. Per ultimo posò gli occhi su Hilary, se avrebbe vinto, cosa che era certo sarebbe successa, si sarebbe preso anche lei…avrebbe avuto tutto quello che desiderava.

La brunetta sostenne il suo sguardo, non aveva più paura di lui, non doveva averne, era certa che avrebbero vinto e finalmente quell’incubo che durava ormai da cinque anni, da troppi anni, sarebbe finito

 

-Come ti senti?- le aveva chiesto il suo ragazzo la sera precedente. Hilary sospirò sedendosi sul divano e si passò una mano tra i capelli con aria stanca –Bene…-rispose, cercando forse di convincere più se stessa che il suo interlocutore. Il russo le si inginocchiò accanto sollevandole il mento con un dito e costringendola a incrociare i suoi occhi –Sicura?-

La blader lo guardò in silenzio trattenendo a stento le lacrime prima di gettargli le braccia al collo –No…ho paura Kai- disse liberandosi di una parte dell’enorme peso che l’opprimeva –Ho paura…- ribadì.

-Ce la faremo, vinceremo noi, abbiamo già mandato in fumo i piani di Vorkov e mio nonno una volta, lo faremo di nuovo-

-Lo so…non è questo che mi spaventa- l’occhiata interrogativa del sedicenne la indusse a spiegargli –Io sono certa che li sconfiggeremo- affermò convinta –Ma quello che mi preoccupa è ciò che succederà dopo. Fermare la Borg sarà la fine di un incubo…e l’inizio della vita reale per me- si sciolse dolcemente dal suo abbraccio, seppur controvoglia. Si diresse alla finestra ammirando lo splendore del cielo invernale, colmo di stelle –A volte mi domando se riuscirò a buttarmi il passato alla spalle, a dimenticare tutto quello che è accaduto, ma soprattutto se riuscirò a spiegare ad Alex ciò che è successo. Si, ho paura di Alex…ancora è piccolo ma ho paura che quando crescerà un giorno mi possa rinfacciare quello che ha passato. Morti i miei genitori non sono stata in grado di dargli un’infanzia normale…è solo colpa mia-

-Ma tu non ne hai colpa, amore mio!- Kai le prese il volto tra le mani facendo arrossire vivacemente la ragazza.

-Non mi avevi mai chiamato così- biascicò ancora imbarazzata. Il russo abbozzò un sorriso, aveva ragione, quella era la prima volta che lo faceva. Le accarezzò una guancia con il dorso della mano –Tu non ne hai colpa, gli unici responsabili in questa storia sono Vorkov e mio nonno-

-Scusate se interrompo questo dolcissimo momento…- fece Rei affacciandosi alla porta della stanza con un sorrisetto dipinto sulle labbra –ma c’è al telefono una persona per te Hilary-

-Per me?!-

Il cinesino annuì, porgendole il telefono –E’ da parte di un certo ragazzo…- le disse facendole l’occhiolino. Hilary afferrò l’apparecchio e se lo portò all’orecchio –Pronto?-

-Ciao Hilary!- una vocina squillante rispose dall’altro capo.

-Ciao tesoro!-

Kai si irrigidì leggermente alla parola “tesoro” e alzò un sopracciglio fissando la quindicenne che sembrava a dir poco entusiasta per quella chiamata ricevuta.

-Non preoccuparti, è Alex- gli sussurrò l’amico intuendo chiaramente la sua reazione.

-Ah- fu tutto quello che riuscì a dire prima di lanciare un’occhiata a Rei e continuare –Si può sapere che hai da sghignazzare?-

-No, niente…è solo che non sono abituato a vederti geloso- cercò di sopprimere una risata anche se con scarsi risultati.

-Non sono geloso- ribatté impassibile.

-Strano, di solito ti riesce bene mentire ma questa volta non inganneresti neanche un bambino!-

-Volete farla finita di lanciarvi frecciatine? Siete amici, no?- li riprese la brunetta quando ebbe terminato la conversazione con il fratellino. Alex le aveva telefonato perché era venuto a sapere delle sfida che avrebbero dovuto disputare il giorno successivo contro la Borg, era stato il nonno di Takao ad informarlo, e voleva augurarle buona fortuna. Le aveva fatto molto piacere sentirlo, erano due giorni che non lo andava a trovare ma appena finita quella brutta storia avrebbe rimediato immediatamente.

-Io amico di un simile arrogante?- Kai stava per ribattere ma la voce di Federica interruppe il loro più o meno scherzoso discorso.

-Rei, invece di stare qui a non far nulla, potresti venire in cucina a darmi una mano con i piatti?-

-Devo proprio?- rispose con scarso entusiasmo alla biondina.

-Si, dai ti aspetto di là cucciolotto-

Rei arrossì visibilmente mentre Kai ed Hilary si morsero il labbro inferiore per non scoppiare a ridere.

-Ehm…vi lascio soli- disse appena si riprese –Così potrete farvi gli affari vostri-

-Non ce ne sarebbe bisogno, noi andiamo-

-Dove?- domandò la ragazza sorpresa. Il russo le cinse la vita con un braccio –A fare una passeggiata-

-A quest’ora?-

-Si, il lungomare è bellissimo la sera e voglio che tu sia rilassata per domani- si stava preoccupando per lei, e ad Hilary piaceva quando si preoccupava per lei. E poi sarebbe stata con Kai, da sola, a camminare sulla spiaggia deserta, magari mano nella mano, al chiaro di luna…come poteva rifiutare? Gli sorrise dolcemente e gli regalò un tenero bacio sulla guancia poi si voltò a salutare l’amico –Ciao Rei, ci vediamo più tardi-

-Si, ciao…cucciolotto- lo prese in giro il russo divertendosi ad osservare l’espressione mista tra la rabbia e l’imbarazzo che si dipinse sul volto del compagno, beccandosi un’occhiata ammonitrice da parte della sua ragazza.

 

Era quella la vita che voleva, la vita che aveva sempre desiderato da quando aveva cominciato a vivere nell’inferno della Borg, una vita tranquilla, serena, divertente, lo voleva con tutte le sue forze e ci sarebbe riuscita. Più nessuno glielo avrebbe impedito.

Seguirono Vorkov all’interno dell’edificio fin quando non giunsero in un’enorme sala, provvista di un beyblade stadium semplice, di dimensioni medie, al suo centro e un maxi schermo sulla parete opposta a loro. Tre ragazzi li aspettavano, Takeshi appoggiato al muro in silenzio, sicuro di sé, Jeremy e Carlos seduti sul pavimento, tranquilli e quasi impazienti di cominciare sicuri dell’esito favorevole della sfida.

-A questo punto non posso che augurarvi buona fortuna Bladebreakers!-

-Risparmiati i convenevoli Vorkov, non ti si addicono!- Takao sembrava piuttosto irrequieto, voleva iniziare subito, avevano aspettato troppo, era ora di finirla.

-Che impazienza!- ribatté l’uomo con un ghigno perfido dipinto sulle labbra –Piuttosto, il primo a scendere in campo sarà Takeshi…voi avete già deciso chi lo affronterà?-

-Sarò io!-

-Aspetta Takao!- Max poggiò una mano sul braccio del capitano –Non sarebbe meglio se scendessimo a batterci prima noi?-

-E perché?-

-Max ha ragione, tu sei il più forte tra noi, sarebbe meglio se intervenissi quando la situazione comincerà a farsi più difficile. Se ti batti adesso dopo sarai troppo stanco per combattere ancora- il capitano notò che Rei non aveva tutti i torti, probabilmente Vorkov aveva schierato per primo un blader meno forte per lasciare per ultimo il suo atleta migliore…e in effetti era questo il suo piano anche se non si sarebbe svolto esattamente nel modo in cui loro avevano pensato…

-Per quanto mi riguarda potreste battervi contro di me tutti e tre insieme, per me non fa differenza- la voce dell’avversario li distolse dalle loro riflessioni. Takeshi avanzò verso i tre ragazzi, una strana luce negli occhi verde opaco danzava pungente.

-Come non fa differenza?-

-Posso vincere anche se combattete insieme- ribadì sicuro di sé.

-Cosa?! Tu ci stai sottovalutando, noi siamo i campioni del mondo!-

-Lo so perfettamente Takao- la tranquillità di quelle parole lo lasciò incapace di rispondere. Probabilmente i blader della Borg erano molto forti, ma addirittura così tanto da riuscire a vincere anche contro tre campioni come Takao, Max e Rei?

-Ma non sarebbe corretto-

-Si, dal momento che sono io a chiedervelo-

-E va bene!-

-Ma Takao…- il biondino provò a fermarlo.

-Se vuole così peggio per lui Max! Noi dobbiamo solo pensare a vincere!- il cinese e l’americano si guardarono negli occhi per un attimo, indecisi sul da farsi, il capitano aveva ragione. Il loro compito era quello di fermare la Borg e in un modo o nell’altro avrebbero dovuto farcela.

-Siamo con te Takao- dissero infine. Il moretto sorrise, si calcò in testa il capellino e con in mano il suo fedele Dragoon si avviò in direzione del campo di gara seguito dai suoi compagni. Vorkov incrociò le braccia al petto, soddisfatto…tutto stava procedendo secondo i suoi piani…

Hilary guardò i suoi amici incamminarsi verso il beyblade stadium, non sapeva il perché ma aveva addosso un brutto presentimento; per il poco tempo che era tornata alla Borg aveva potuto chiaramente constatare che tra i tre Black Killer, Takeshi, nonché il capitano, era il più forte a beyblade…ma allora perché schierarlo per primo e non lasciarlo come asso nella manica? Come avrebbe potuto sperare di vincere contro tre campioni come i suoi amici? Avrebbe dovuto fermarli, lo sapeva, ma sapeva anche che non avrebbero rinunciato a sfidarsi…si morse il labbro inferiore pregando in silenzio di non avere spiacevoli sorprese.

Takao, Max e Rei si misero in posizione e lo stesso fece il loro avversario sotto gli sguardi attenti dei presenti.

-Se voi siete pronti si può dare inizio a questa competizione- asserì Vorkov solenne.

 

Intanto da una poltrona dell’ufficio più grande della Borg, Hito Hiwatari osservava l’inizio dell’ambita sfida, il maxi schermo della sala in cui stava per svolgersi l’incontro trasferiva le immagini direttamente sul suo computer grazie al quale poteva assistere comodamente ad ogni sequenza, e tenere sotto controllo ogni minima mossa.

 

-TRE, DUE, UNO…LANCIO!-

I quattro beyblade schizzarono velocemente all’interno del campo di gara, cominciando subito ad attaccare. La trottola color nero della notte si staccò dalle altre tre fermandosi qualche secondo a studiarle. Era in minoranza numerica ma Takeshi era certo dell’esito dello scontro, dopo che il suo beyblade era stato potenziato nessuno era in grado di batterlo. Pensò di terminare in fretta quel primo match, non erano loro gli avversari con i quali agognava sfidarsi…sollevò gli occhi oltre i Bladebreakers, incontrando quelli di Hilary…un sorrisino indecifrabile comparve sul suo volto prima di tornare ad interessarsi al gioco. Partì all’attacco di Draciel, li avrebbe eliminati uno per uno, tanto per farli soffrire un po’ di più. Aumentò la rotazione del bey scagliandosi contro quello verde dell’americano che riuscì ad attutire a malapena il colpo, di una potenza inaudita. Takeshi stava per buttare fuori Max quando Rei intervenne in suo aiuto allontanando la trottola avversaria, che colta alla sprovvista fu costretta ad indietreggiare.

-Tutto a posto, Max?-

-Si, grazie Rei-

-Non c’è di che!-

-Ma che bella prova di amicizia! Siete patetici!- sogghignò il giapponese per nulla turbato.

-Chiudi il becco e non insultare i miei amici!- Takao fece lanciare Dragoon contro il beyblade di Takeshi che con estrema semplicità riuscì a schivarlo sparendo dal campo di gara.

-Ma dove è andato?-

-Sopra di te Takao!- Kai mise in guardia l’amico giusto in tempo per permettere al suo beyblade di spostarsi ed evitare così un attacco che se fosse andato a segno gli avrebbe sicuramente causato parecchi danni.

-Per un pelo!- esclamò il capitano osservando la spaccatura procurata dal beyblade nero nell’arena per l’urto appena avvenuto.

-Ti è andata bene- commentò a denti stretti –Ma non ho ancora finito!-

-Nemmeno noi!- Driger e Draciel partirono a tutta velocità contro l’avversario, ormai stufo di quella sfida che stava durando anche troppo per i suoi gusti. Decise di farla finita. Invece di evitare il colpo ordinò alla sua trottola di restare immobile e di aspettare di riceverlo…l’impatto tra i beyblade durò un attimo, provocando un’onda d’urto che si ripercosse per tutta la stanza, buttando fuori dal campo di gioco i bey di Rei e Max, ormai fermi ai loro piedi. Un’ondata di stupore attraversò il volto dei BladebreakersTakeshi aveva eliminato senza difficoltà contemporaneamente due dei bladers più forti al mondo.

-Non…non è possibile- commentò il professore incredulo. Come aveva fatto? Era riuscito ad attutire il colpo sferratogli e riversarlo contro di loro aumentandone la potenza.

-Che vi prende? Siete senza parole per così poco? Sbaglio o avevate detto di essere i campioni del mondo?-

Takao, ancora scettico, spostò l’attenzione sul giapponese –Non è ancora finita- affermò una volta ripresa la sua solita determinazione.

-Hai ragione…ma la farò finire presto!-

-Takeshi!- Vorkov richiamò l’attenzione del ragazzo –Sai quello che devi fare…vedi di non esagerare-

Annuì sotto lo sguardo interrogativo del capitano dei Bladebreakers…che intendeva dire con quelle parole? “Vedi di non esagerare”…si stavano giocando il tutto per tutto, non aveva senso…scosse la testa, non era il momento per simile pensieri, doveva concentrarsi. Lanciò un’occhiata fugace ai suoi compagni che fino a un minuto prima avevano combattuto con lui…non poteva deluderli.

-Attacca Dragoon!- obbedendo al suo proprietario il beyblade scagliò un attacco contro l’avversario e a questo ne seguirono molti altri, tutti di notevole potenza. Nessuno dei due sembrava volesse cedere, fin quando un’azione di Takeshi mise fine al combattimento…senza vincitori, né vinti. I due beyblade tornarono contemporaneamente nella mani dei due ragazzi. Pareva che il match fosse terminato in perfetta parità. Il sedicenne voltò le spalle ai Bladebreakers e senza proferire parola si avviò verso Carlos e Jeremy, adesso sarebbe stato il loro turno.

-Aspetta un momento!- le parole di Takao lo costrinsero a fermarsi –Non abbiamo ancora finito! L’incontro è terminato in parità-

-Takeshi disputerà un’altra sfida per ultimo, dopo le altre due. Quindi se vuoi batterlo dovrai pazientare ancora un po’ Takao-

-Ora ho capito!- dichiarò il professore leggendo fra le righe le parole di Vorkov.

-Cosa?- domandarono in coro Liz e Federica, al suo fianco.

-Credo che Vorkov avesse architettato tutto fin dall’inizio; ha progettato nei minimi dettagli questa sfida, immaginando la reazione di Takao, Max e Rei e prevedendo che avrebbero combattuto insieme-

-E allora?- chiese Mariam, anche lei interessata.

-In questo modo ha messo fuori gioco Max e Rei e fatto stancare Takao…il suo beyblade ha subito dei danni durante l’incontro mentre quello di Takeshi è perfettamente integro. Quando combatteranno di nuovo, Takao partirà svantaggiato-

-E’ come ha detto Kai…- sopirò sconsolato lo studioso.

Hilary chiuse gli occhi respirando profondamente, ora cominciava a capire, e non le piaceva affatto. Non potevano perdere, non potevano. Strinse i pugni…e non sarebbe successo, aveva in mente un piano alternativo. Si guardò la mano destra, avvolta da una fascia bianco candido…era l’unica soluzione.

Vorkov si avvicinò ai ragazzi –Ottimo lavoro Takeshi- si congratulò, stava andando tutto come previsto –Ora tocca a te- fece poi rivolto a Jeremy. Il biondo si alzò giocherellando con un beyblade arancione scuro, quasi rosso e avviandosi verso il campo di gara.

-Lo affronto io- affermò Kai risoluto, con Dranzer stretto nel pugno. Si posizionò di fronte all’americano e caricò il beyblade nel dispositivo di lancio deciso a vincere. Guardava le due trottole scontrarsi l’una contro l’altra mentre aumentava in lui la consapevolezza di riuscire a vincere. Quello era il momento per riscattarsi di tutto ciò che aveva passato, di quello a cui suo nonno lo aveva costretto…a crescere senza amore, senza amicizia, a vivere lontano da sua sorella…senza contare quanto aveva fatto soffrire Hilary…adesso che era innamorato di lei sapeva che cosa significava star male per qualcun altro.

-Che cos’ha?- chiese Takao non capendo l’impassibilità dell’amico. Dranzer cercava di evitare gli attacchi del beyblade avversario senza contrattaccare, con movimenti estremamente meccanici.

-Sembra come in trance…- Rei aveva ragione, pareva si fosse estraniato da ciò che lo circondava, rinchiuso in un mondo tutto suo.

-Kai…- sussurrò il suo nome così piano che soltanto lei riuscì a sentirlo. Poteva immaginare che anche lui stesse soffrendo…

Aveva visto piangere troppe persone a cui era legato, non voleva che succedesse ancora…

 

“Sarà la fine di un incubo…e l’inizio della vita reale per me”

 

Le parole della sua ragazza gli attraversarono la mente; forse sarebbe stata la stessa cosa anche per lui…la fine di un incubo e l’inizio della vita reale. Avrebbe finalmente potuto buttarsi il passato alle spalle e liberarsene una volta per sempre.

Sollevò lo sguardo da terra spostando la sua attenzione sul beyblade di Jeremy, il bit si illuminò liberando il bit-power contenuto al suo interno sotto le sembianze di un falco.

-Preparati Kai, adesso ti butto fuori!-

-Questo è da vedere- ribatté impassibile, prima di chiamare in aiuto l’Aquila Rossa –ATTACCO FIAMMEGGIANTE, VAI!- Dranzer si lanciò all’attacco dell’avversario con una velocità e potenza spaventose tanto da far tremare e rimbombare le pareti dell’enorme sala. Il biondino fu scaraventato a terra, stravolto, mentre il suo bey venne spazzato via dallo stadio. Kai recuperò Dranzer e tornò dai suoi compagni, silenzioso come suo solito.

-Sei stato grande Kai! Anche se devo ammettere che ci hai fatto preoccupare all’inizio!-

-Takao ha ragione!- concordò Max –Sembravi fuori dal mondo!-

Hilary gli si avvicinò e lo abbracciò, cingendogli il collo con le braccia –Ero sicura che avresti vinto…- gli sussurrò all’orecchio. Sentì il russo poggiarle una mano sulla testa e stringerla di più a sé.

-Non vi conviene esultare Bladebreakers, non abbiamo ancora finito- la voce di Vorkov risuonò terribile per tutta la stanza. Anche quella sfida era andata secondo i suoi piani…incrociò le braccia al petto, procedeva esattamente come lui l’aveva pianificata…questo equivaleva a dire che avrebbe vinto, come da programma. Contro Carlos si sarebbero battuti o Kai o Hilary o Takao. Gli unici rimasti ancora in gioco, o almeno così pensava lui. La ragazza non era al massimo della forma fisica per via della lesione alla mano, mentre gli altri due erano già spossati per gli incontri svolti. Senza contare il match di spareggio con Takeshi…sul volto dell’uomo comparve un’espressione rilassata e perfida allo stesso tempo, la vittoria della Borg era vicina. Ma non aveva calcolato un piccolo particolare…

-Chi di voi disputerà la gara contro Carlos?- chiese divertito nel conoscere la risposta.

-Io- una voce femminile attraversò velocemente la sala. Kayx avanzò di qualche passo stringendo nel pugno il suo beyblade rosso fiammante.

-Sei sicura?- le domandò il fratello.

-Certo, se voi siete d’accordo- fece rivolgendosi al resto del gruppo che le sorrise accondiscendente –Fai del tuo meglio!- la incoraggiò il capitano.

-Puoi contarci Takao!-

-Un momento! Si può sapere chi sei ragazzina?- il falso monaco sembrava essersi piuttosto innervosito. Questo non lo aveva previsto.

-Io? Sono Kayx, la sorella di Kai-

 

-Dannazione!- Hito sbatté con violenza i pugni sulla scrivania. Non era possibile. Che ci faceva quella ragazzina lì? Quanti anni erano che non la vedeva…sette, otto? E ora era tornata, spuntata dal nulla come niente fosse e pronta a combattere a beyblade contro la Borg. Provò a calmarsi…in fondo cosa avrebbe potuto fare? Non sarebbe stata lei a mettergli i bastoni tra le ruote…o si? Si alzò dalla poltrona dirigendosi verso la sala dove stava avvenendo l’incontro, o meglio dove era avvenuto l’incontro.

Kayx aveva messo fuori gioco Carlos in pochissimo tempo, anche se non era stato facile. Il presidente si avvicinò a Vorkov, quest’ultimo fuori di sé dalla rabbia –La situazione ci sta sfuggendo di mano-

-Non era previsto che mia nipote tornasse- disse squadrandola da lontano mentre era accerchiata dai suoi amici, pronti a congratularsi con lei per la vittoria appena ottenuta.

-Poco male…rimane ancora la sfida contro Takeshi…nessuno di loro sarà in grado di batterlo-

 

-Sei bravissima!- Takao fu il primo a complimentarsi.

-Si vede che sei la sorella di Kai!- concordò Max.

-Adesso non esagerate, mi mettete in imbarazzo! E poi…- aggiunse rigirando il suo beyblade tra le mani –Zerdran è piuttosto malridotto…-

-Di questo non devi preoccuparti, ci penserò io a farlo tornare come nuovo!-

-Davvero? Grazie prof!- gli sorrise radiosa facendolo visibilmente arrossire.

-Fi-figurati!- (non preoccupatevi, non farò mettere Kayx insieme al prof! Non sono così cattiva (con lei ovviamente)!!!! nd.A)

-Mi dispiace davvero tanto interrompervi- esordì Takeshi che impaziente aspettava il suo prossimo avversario –Ma dovete ancora battere me! E vi dico subito che non ci riuscirete!-

Era vero, mancava l’incontro di spareggio contro il capitano dei Black Killer, era un blader fortissimo, questo dovevano ammetterlo, senza contare che nonostante lui avesse già combattuto era come se non fosse ancora sceso in campo, il suo beyblade era in perfette condizioni, a differenza di quelli dei Bladebreakers.

-Combatto io contro di lui, ho un conto in sospeso-

-Aspetta Takao…- il ragazzo si voltò verso Hilary. La brunetta alzò lo sguardo dal pavimento incrociando quello dell’amico –Voglio combattere io- affermò secca lasciando il moretto completamente senza parole.

-Hilary…sei sicura? E la mano?- chiese il professore preoccupato. La ragazza portò la mano destra sotto gli occhi osservandola per qualche istante, poi con quella libera cominciò a disfare la fasciatura lasciando cadere in terra le bende. Nell’atto di aprire e stringere il pugno sentì una specie di scossa che partendo dal palmo le attraversava tutto il braccio.

-Va bene- disse cercando di essere il più convincente possibile. Non poteva tirarsi indietro, era l’unica che aveva ancora il beyblade integro, non avendo ancora combattuto. Era certa che gli altri avrebbero capito, voleva far parte anche lei della causa della sconfitta della Borg, dopo tutto quello che aveva passato…doveva fargliela pagare. Cercò con gli occhi l’appoggio dei suoi compagni e lo trovò…le sorrisero incoraggiandola, certi che ce l’avrebbe fatta.

Liz e Federica si scambiarono un’occhiata complice e si allontanarono dal gruppo con in mano i loro cellulari…solo più tardi si scoprì che erano andate a chiamare i rinforzi presso la filiale della MITHRIL di Kawasaki.

Ora le rimaneva solo una cosa da fare…combattere e vincere…

 

Sette mesi più tardi: 16 Agosto 2004

 

Si inginocchiò davanti alla lastra di marmo posandole accanto un mazzo di splendidi crisantemi bianchi. Accarezzò con la punta delle dita quella lapide gelida, così in contrasto con la temperatura estiva della giornata, sulla quale c’erano incisi due nomi: Hiroyuky Tachibana (1960-1999) e Ran Tachibana (1961-1999). Cinque anni, erano passati esattamente cinque anni. Un periodo terribile per lei e per suo fratello, il periodo più brutto di tutta la sua vita. Un sorriso comparve sul suo volto…un periodo finalmente finito, e questa volta definitivamente, per sempre.

Si sedette sull’erba continuando a guardare la fotografia dei genitori incorniciata in un piccolo ovale appena sopra i loro nomi. Quante cose erano cambiate da allora, molte di esse in meglio. Si soffermò con la mente al giorno di circa sette mesi prima, quando era riuscita a battere Takeshi. Si ricordava ogni particolare come fosse accaduto il giorno precedente…le difficoltà che aveva incontrato per sconfiggerlo, era un blader abilissimo e le aveva dato del filo da torcere. Per un momento aveva addirittura creduto di non farcela; quando aveva sfoderato il suo attacco migliore colpendola in pieno con la forza del suo potente bit-power, la Lince, era caduta a terra sentendole le forze venirle meno. Sarebbe stata sconfitta se fosse stata da sola, ma non lo era…Kai si era avvicinato a lei, sembrava arrabbiato –Non volevi vincere? Non volevi liberarti per sempre di quest’incubo? Se cederai condannerai non solo te ma anche noi…ed Alex…è questo che vuoi?- le aveva gridato. Ma lui non era arrabbiato, le aveva detto quelle cose solo per spronarla a dare il meglio…lei si era rialzata, aveva guardato i suoi amici, che in quel momento riponevano in lei ogni speranza, non poteva deluderli…si era rigirata, aveva guardato in faccia il suo avversario concentrando tutte le sue forze in Ixion, il suo beyblade, aveva liberato il suo bit-power, l’unicorno alato che scontrandosi con la lince aveva finito per avere la meglio, con un attacco spettacolare che aveva inondato la sala di una bellissima luce violetta, aveva scaraventato fuori dal campo la trottola di Takeshi, aveva distrutto i piani della Borg.

Si passò una mano tra i capelli ancora sorridendo, non avrebbe più dimenticato l’espressione sconvolta dipinta sul volto di Vorkov e Hito alla loro disfatta, quando improvvisamente la porta della sala si era aperta inondando la stanza di agenti in divisa con tanto di pistole puntante contro di loro. Erano i rinforzi che avevano chiamato Liz e Federica…peccato che loro non si erano potute fermare di più in Giappone, il loro lavoro le richiamava a Limerik, in Irlanda…Rei e Takao volavano laggiù un fine settimana si e uno no per andarle a trovare. E qualche volta capitava che le due ragazze ottenessero il permesso per passare un paio di giorni a Tokyo.

Estrasse dallo zainetto un quaderno, che per lei aveva la funzione di un diario, aveva cominciato a scrivere tutto quello che le era capitato, era sicura che un giorno nel rileggerlo avrebbe sorriso. Mentre stava per scrivere la data del giorno la sua mente tornò indietro su un altro particolare, sulla squadra dei Black Killer. Ricordava ancora l’espressione di smarrimento sul viso di Takeshi, quella quando sei consapevole che tutte le certezze che avevi sono andate distrutte, la conosceva bene…Hilary gli si era avvicinata porgendogli la mano. Lui l’aveva afferrata, accettando l’aiuto e lei gli aveva sorriso –So come ti senti- gli aveva detto –Ma non lasciare che Vorkov ti rovini la vita, non lasciare che i ricordi si trasformino in rimorsi. Prima riuscirai a capirlo e prima potrai ricominciare, credimi-

Il ragazzo l’aveva abbracciata, senza preavviso –Grazie…- una sola parola, un secondo dopo lo aveva visto allontanarsi insieme ai suoi due compagni, e da allora non ne aveva più avuto notizie ma qualcosa le diceva che stava bene adesso, come si sentiva lei in quel momento.

-Sapevo di trovarti qui-

-Kai!- chiuse il quaderno e guardò il suo ragazzo sorridendogli. Si alzò in piedi spostando l’attenzione sulla lapide ai suoi piedi –Sono passati cinque anni da allora…-

Il russo le si avvicinò cingendole la vita con le braccia e scostandole una ciocca di capelli dal viso –Va tutto bene?- le chiese dolcemente. La brunetta annuì, poggiando la testa sul petto del sedicenne, lasciandosi cullare dal suo abbraccio rassicurante. Sorrise di nuovo –Grazie…- sussurrò.

-Di che?-

-Per tutto quello che hai fatto per me…mi sei stato vicino nel momento in cui ne avevo bisogno, senza di te probabilmente non sarei riuscita a superare tutto quello che ho passato- lo guardò negli occhi, la luce che filtrava attraverso le foglie degli alberi andandogli ad accarezzare il viso lo faceva sembrare ancora più bello –Ti amo- gli sussurrò a un centimetro dalla sua bocca.

-Anch’io ti amo…da morire- concluse azzerando le distanze che li separavano e fondendo le sue labbra con quelle della ragazza in un breve ma dolcissimo bacio.

 

E ti amo ancora adesso amore mio, se ripenso a tutti i momenti che abbiamo passato insieme, quelli belli e quelli brutti, a quanto mi hai aiutata…hai riacceso in me la speranza dove qualcun altro l’aveva distrutta, hai riportato i sogni dove prima c’erano solo incubi, in un istante, in un battito d’ali…come un soffio di vento.

 

Fine

 

Kai sfogliò il libro al contrario arrivando alla prima pagina, quella precedente al primo capitolo, una semplice pagina bianca dove a metà con inchiostro nero c’era una dedica: A Kai, lui sa il perché. Sorrise leggendola. Chiuse il romanzo e sfiorò con la mano la copertina, in alto era scritto a lettere dorate il titolo, Come Un Soffio Di Vento, appena sotto c’era l’immagine di una spiaggia deserta dove si infrangono le onde sul bagnasciuga, e sotto ancora l’autore o meglio l’autrice del libro, Hilary Tachibana.

Posò il volume sul tavolo non appena cominciò a squillare il telefono, che lo costrinse ad alzarsi dal divano per rispondere.

-Ciao amore!- la voce della donna all’altro capo lo fece sorridere –Hilary!-

-Ho appena finito di leggere il tuo libro…- aggiunse.

-Davvero? Ti è piaciuto?- chiese radiosa, teneva molto al suo giudizio.

-Molto…racconta la tua storia-

-Racconta la nostra storia…- lo corresse lei in tono malizioso.

-Già…-

-Che succede da quelle parti?- Hilary era momentaneamente a Parigi, un importante editore francese aveva chiesto di parlarle di persona per commissionargli un nuovo romanzo, ormai era famosa in quasi tutto il mondo per i suoi libri. Senza contare che era anche la moglie di un campione di beyblade che ora si dedicava ad insegnare, come Takao e gli altri, alle giovani promesse di questo sport.

-Niente di particolare…a parte Takao e Liz, sai che si sono rimessi insieme?-

-Sono contenta per loro, mi era dispiaciuto così tanto quando due anni fa si erano separati. Ma succede tutto sempre quando io non ci sono?- si lamentò con quel tono da bambina che a Kai faceva impazzire. Lo trovava tremendamente sensuale.

-E Ran?-

Il ragazzo gettò un occhiata alla bambina che giocava felicemente con i peluche, si divertiva a lanciarli poco distanti da lei e ad andarli a riprendere gattonando. Aveva compiuto da poco dieci mesi, aveva una montagna di capelli castano scuro come la madre, e due splendidi occhioni viola, come il padre.

-Sta bene- rispose abbozzando un sorriso nel vedere la figlia così spensierata. Il suono del campanello della porta costrinse Kai ad interrompere per un minuto la conversazione.

-Aspetta un attimo, vado ad aprire…sarà la mia amante che è arrivata in anticipo- scherzò. Aprì la porta del delizioso appartamentino in cui vivevano da quando si erano sposati, circa tre anni ormai.

-Ciao fratellone!- una bellissima donna entrò portandosi dietro pacchetti e varie buste per la spesa –Ho pensato di cenare con te stasera, sei contento?-

-Non mi sembra di averti invitato, ma se proprio devi…-

-Tanto lo so che ti fa piacere!- gli schioccò un bacio sulla guancia prima di fiondarsi in cucina a sistemare la spesa e poi dalla piccola Ran, si era innamorata di quella bambina.

-Stavi al telefono?- gli domandò Kayx vedendo la cornetta dell’apparecchio poggiata sul tavolo.

-Si, con Hilary-

-Allora porto di là a giocare mia nipote, così voi potete fare i piccioncini al telefono in santa pace!- prese in braccio la piccola e fece l’occhiolino al fratello.

-Chi era?- domandò quando Kai tornò al telefono.

-Kayx, stasera si ferma a cena-

-A proposito…Alex, come sta?-

-Credo bene anche se a casa non lo trovo mai-

-E’ sempre in giro quel ragazzo…-

-Come tutti i diciannovenni di questo mondo- Hilary si preoccupava troppo per il fratello, ormai era maggiorenne, ed era un bravo ragazzo, sapeva badare a se stesso.

-Già…comunque ti ho chiamato per dirti che martedì torno a Tokyo-

-Ti vengo a prendere all’aeroporto insieme a Ran allora-

-Non vedo l’ora di riabbracciarla-

-E io non vedo l’ora di riabbracciare te…ti amo-

-Oh Kai…- nonostante stessero insieme da dieci anni e fossero sposati da tre quel russo riusciva ancora a farla arrossire e a farle provare le stesse emozioni che le percorrevano il corpo durante i primi tempi della loro storia.

-Anch’io ti amo…e tanto-

 

THE END

 

Questa è davvero la fine!!!!! Ci ho messo l’intera mattinata per scrivere questo cap!!!! Spero che tutta la fic sia stata di vostro gradimento!!! Vi prego fatemi sapere se vi è piaciuto il finale…l’idea che quello che avete letto fino ad ora era in realtà quello che aveva scritto Hilary nel libro nel raccontare la sua storia mi è venuta in mente di notte…in fondo la notte è fatta per pensare, no? (veramente sarebbe fatta per dormire! nd.tutti). Bene, ora posso dedicarmi completamente a “Un richiamo irrevocabile” l’altra fic che ho già cominciato a pubblicare…faccio pubblicità: se vi è piaciuta questa fic leggete anche quest’altra!! Bacioni!!!!!!                     

  

   

  

          

            

     

 

 

  
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