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Autore: Mistress Lay    28/06/2008    13 recensioni
Gaara ha sempre pensato di avere il cuore arido come il deserto che circonda il Sunagakure. E lo è davvero, fino a quando, inaspettatamente, qualcuno non vi fa breccia: anche in mezzo al deserto può nascere il miracolo di un fiore. A Gaara la decisione se questo fiore debba o meno sbocciare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sabaku no Gaara , Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Choices and Charges03eEpisodio extraML

Disclaimer: i personaggi appartengono a Masashi Kishimoto e a chi ne detiene i diritti. Non guadagno nulla da questa fic, se non il piacere intrinseco di scriverla.

 

 

 

CHOICES AND CHARGES

 

*

 

I Wish I had an Angel

For one moment of love

I Wish I had your Angel tonight

- Nightwish

 

*

 

 

Capitolo Terzo: Ciò che lenisce le ferite

 

 

Non è indolore scoprire che una donna ha sacrificato la vita per donarla a Gaara, che ora, con quell’espressione serena, riposa senza che il petto si sollevi per ritmarle il respiro.

Non è nemmeno indolore comprendere quanta oscura ironia permei quel momento: solo grazie al suo sacrificio ultimo Gaara è ancora vivo, solo grazie a Chiyo Naruto può osservare al suo fianco Gaara, può toccare l’incavo del suo braccio caldo e pulsante di vita.

Chiyo, proprio lei che aveva sigillato il demone Shukaku nel corpo di Gaara, proprio lei, che alla fine, gli ha donato quella vita normale che in precedenza gli aveva sottratto.

Non l’aveva conosciuta, se non in quelle ultime, drammatiche, caotiche ore, e probabilmente si era fatto un’idea sbagliata di lei, però, adesso, ogni suo giudizio maligno è caduto.

 

Gaara la conosceva meglio, per questo è maggiormente turbato, perché la vecchia Chiyo lo aveva sempre guardato storto, perché vedeva in lui un’arma di distruzione che aveva lei stessa impiantato nel corpo di un neonato.

Eppure, questa volta, senza fiatare, Chiyo ha sacrificato la sua esistenza per lui, per lui, che la vecchia considerava un mostro.

Gaara sa perfettamente perché.

 

Chiyo ha conosciuto Naruto.

E Naruto ha compiuto, come con me, un miracolo.

 

Assieme a Naruto, osserva, in piedi, di fronte alla vecchia, il suo volto sereno, le sue rughe e le palpebre dolcemente abbassate.

 

- Preghiamo tutti per la vecchia Chiyo – sussurra il kazekage. Si avvicina ulteriormente a Naruto e ora sono spalla contro spalla.

 

E ora, ora non sono più un mostro.

 

 

*

 

 

Tornare a casa dopo essere morto non è una semplice metafora, per Gaara è la realtà, e appoggia una mano sulla scrivania ingombra di fogli con un sospiro.

Shukaku non gli risponde, non cerca contatto con lui, non gli sussurra atti di violenza e forza: Gaara non è abituato a quell’incredibile quiete, a quel silente vuoto dentro di lui non ancora riempito dalla lenta e nuova quotidianità.

Pensa a Shukaku anche mentre si lava e si toglie di dosso i vestiti e li getta in un angolo, si infila nel bagno per una lunga abluzione rinvigorente, per togliersi i residui della spiacevole sensazione di  freddo nell’anima.

Quando riemerge nella sua stanza indossa abiti puliti, ne aspira il profumo: pulito e sole e quel retrogusto che assomiglia al clima secco del deserto.

Rientra nel suo ufficio e lì sobbalza, vedendo Naruto in piedi, appoggiato al muro. Anche il ninja della foglia sobbalza non appena si accorge della presenza di Gaara, arrossisce visibilmente mentre cerca di giustificarsi: - La porta era aperta… ho bussato, eh! –

A Gaara, comunque, non importa se Naruto abbia bussato o meno, se sia entrato o no con il suo consenso, importa solamente che è lì, con quel sorriso imbarazzato sul volto.

- Io… - inizia Naruto – Volevo… volevo solo… - si morde il labbro, in crisi, perché quello che vorrebbe dire potrebbe risultare alle orecchie di Gaara troppo schietto e forse opprimente.

 

‘Volevo solo vederti. Per assicurarmi che stai bene, che ci sei.’

 

- Ti lascio riposare – conclude in fretta – Ci vediamo più tardi -

- Aspetta – lo ferma Gaara.

Gli occhi zaffiro di Naruto corrono ad incontrare i suoi, in aspettativa.

- Non ti ho ringraziato -

Naruto sorride: - E per che cosa? –

- Per tutto quello che hai fatto – ‘Per Esserci’

- Sei mio amico, no? È normale – Naruto recupera la sua allegria, si passa una mano tra i capelli.

- Anche… - Gaara si morde il labbro, improvvisamente insicuro, distoglie lo sguardo, lo punta in un luogo indeterminato della stanza – Anche se ormai non sono più il portatore di Shukaku? -

Naruto spalanca gli occhi, sbatte più volte le palpebre, sorpreso da quella domanda.

Poi sorride dolcemente, quasi commosso dalla confessione di Gaara: rivela quella paura, invertita, che aveva avuto lo stesso Naruto.

Eppure, si rende conto, nell’esatto momento in cui sente sfuggire quella domanda dalle labbra strette del kazekage, che è del tutto superflua, che è insensata, perché ha una risposta semplice, trasparente.

- Che domande fai, Gaara-kun? – Naruto scoppia a ridere – Shukaku ti è stato estratto e in più sei qui, di fronte a me, vivo. Hai imparato a convivere con il demone, hai diviso il corpo e lo spirito con lui, ma ora sei libero di vivere tua vita senza costrizioni. Abbiamo condiviso un’esperienza particolare, ma di certo non siamo amici solamente perché siamo stati jinchuuriki, no? – Naruto si avvia verso la porta – Sono… sono veramente felice che tu sia qui, Gaara -

 

 

*

 

 

Dovrebbero ripartire il giorno stesso del funerale della vecchia Chiyo, ma Gaara non è ancora pronto a salutare Naruto, non è pronto a vederlo partire per Konoha, tornarsene nel suo villaggio e rimanere lì per chissà quanto tempo.

Come potergli dire di rimanere?

Deve dirglielo…

Tentenna ancora un poco poi si alza di scatto in piedi, la sedia raschia sul pavimento provocando un rumore stridulo per l’attrito, ma nemmeno riesce a sentirlo, concentrato com’era sul pensiero di rivedere Naruto e cercare di confessargli quello che prova per lui.

Per un istante si ferma, tendendo una specie di orecchio mentale alla ricerca di una possibile replica stizzita di Shukaku: si aspetta che lo esorti ad abbandonare il suo intento, a rinchiudersi in sé e lasciare che l’unica ragione che lo rende così ‘umano’ se ne vada per lasciarlo finalmente in pace con le fastidiose e complicate elucubrazioni mentali che gli provoca.

Ma Shukaku tace, perché non esiste più, e lascia Gaara confuso, perché ora che finalmente deve scendere a patti con la sua sola coscienza quel senso di libertà lo rende nervoso.

Non può di certo imputare a Shukaku le sue scelte presenti o future, d’ora in avanti dovrà rendere conto solamente a se stesso.

Infine, si decide, percorre a rapide falcate la distanza che lo separa dalla porta e la spalanca.

Lì, di fronte a lui, con la mano destra sollevata nell’atto di bussare, c’è Naruto.

 

 

 

*

 

 

Il momento di imbarazzo che segue si infrange con la risata nervosa di Naruto: si affretta ad abbassare la mano: - Ci-ciao Gaara –

Lo sguardo di Gaara si intenerisce, inutile, Naruto ha sempre le redini dei suoi sentimenti…

- Senti… - inizia Naruto - … mi chiedevo se andasse tutto bene… -

Gaara annuisce, nel silenzio cerca di raccogliere idee e parole per esprimere, anche solo in minima parte, quello che sente e che desidererebbe da Naruto.

- Perché non dovrebbe? – infine domanda.

Naruto pensa disperatamente a qualcosa che possa alleggerire la tensione che avverte, perché davvero non si aspettava che Gaara spalancasse la porta prima: era andato da lui per parlargli, ma non con l’intenzione di farlo subito. Voleva prima chiarire con se stesso: invece la mossa inaspettata del kazekage gli ha rovinato il meraviglioso piano.

Non era pronto a confrontarsi con lui, nonostante il corpo avesse deciso di buttarsi in quell’impresa e sollevare il pugno nell’atto di bussare.

- Non so… io domani parto -

- Lo so -

- Ah bene… - Naruto sembra deluso dalla risposta di Gaara, dalla maschera apparentemente fredda che gli mostra.

- Io… -

La replica di Naruto viene interrotta, Gaara allunga la mano, sfiora il dorso di quella del biondo, è una carezza dapprima, diventa una stretta dopo. Naruto lo guarda sorpreso.

Nemmeno Gaara sa il perché del suo gesto, semplicemente la sua mano si è mossa da sola, ha superato la distanza che li divideva per ricercare la gemella, per toccarla, sentire che era reale, per tenerla stretta, perché è di Naruto.

Non può fare a meno di pensare alla differenza di circostanze tra quella mattina quando Shukaku gli era scivolato via dall’anima, e adesso, con quella curiosa stretta all’altezza del cuore che non viene minimamente biasimata dalla bestia monocoda.

Senza accorgersene le sue stesse parole e una preghiera che doveva rimanere muta sfuggono dalla sua bocca e infrangono il silenzio.

 

- Resta. Resta ancora un po’ -

 

Sta quasi per pentirsi della sua avventatezza, della sua impulsività, delle sue parole e dei suoi gesti quando vede spuntare sul viso di Naruto. Improvvisamente la sua mano è coinvolta nella stretta di Naruto.

 

- Speravo che me lo chiedessi… - confessa il biondo.

 

Gaara sente il suo essere illuminarsi, sente qualcosa muovergli il cuore ed è un sentimento folle di felicità, arricchito dal pathos del momento.

 

Avevi ragione, Yashamaru, pensa tra sé e sé Ciò che guarisce le ferite dell’anima è l’affetto.

 

Poi la stretta di Naruto si affievolisce, il sorriso si fa aperto, ma più imbarazzato: - Immagino che adesso tu ti debba occupare di tutte quelle cose da kazekage, no? – ma prima di riuscire a trattenersi aggiunge – Ci vediamo dopo, ok? –

La sua brusca ritirata viene bloccata da Gaara, lungi da rimanerne ferito, comprende, come Naruto, la assoluta novità della situazione. Lo tiene per un polso, frenandolo, tenendolo ancora vicino.

- Sono con te adesso. Tutto il resto può aspettare -

Rinuncia ad interminabili rapporti, rinuncia a pile di documenti, rinuncia a passare il tempo da solo, in quell’ufficio, senza il sole che porta con sé Naruto e che riesce sempre a rischiarare i suoi pensieri.

Il ricordo della morte è lontano, e Gaara rinuncia anche a riviverlo con la memoria, rinuncia a ripensarvici perché ora vuole vivere il presente, vuole realizzare quell’ultimo desiderio che aveva espresso muto a se stesso: rivedere Naruto. Non lasciarlo andare via senza aver saputo la vera forma dei suoi sentimenti.

Il tempo sembra fermarsi.

La vita fuori trascorre senza particolari alterazioni, forse la gente di Suna appare più allegra, ora che il nobile kazekage è tornato sano e salvo, forse per qualche ora si era temuto il peggio, ma ora la routine si riappropria delle loro vite. Forse qualche sguardo di rivolge verso la finestra del suo ufficio, quell’edificio bianco, dove abitualmente il kazekage svolge la sua mansione.

Forse da qualche parte della casa Sakura veglia un corpo di vecchia, forse Kakashi, ancora steso a letto, stila un frettoloso rapporto provvisorio da mandare a Konoha, forse Lee è da qualche parte a sconvolgere gli abitanti di Suna con qualcuna delle sue stravaganze.

Nel frattempo, in quella stanza, blandamente accarezzata dal caldo soffocante, Naruto e Gaara continuano a fissarsi.

Entrambi si rendono conto che, durante quella lunga giornata, l’ultima barriera che separava l’amicizia dal qualcosa in più era stata abbattuta.

L’ultimo ostacolo che divideva la semplice amicizia da… da che cosa?

La risposta, così diretta, quasi scontata, decisamente condivisa ma timidamente nascosta, è lì, tra i loro pensieri e sospiri silenziosi, in attesa di essere pronunciata ad alta voce ed acquistare un carattere di ‘ufficilità’.

- Sai… - comincia Naruto – quando ti ho visto in quella specie di giara di argilla io… - gli scocca una veloce occhiata, per poi indirizzare lo sguardo ai piedi, e poi di nuovo di Gaara - … mi sono sentito morire. Non volevo credere che tu fossi morto… non ci volevo credere… - il ninja di Konoha si lasciò sfuggire un lieve sospiro – Non avrei sopportato di perdere anche te… -

La mano libera di Gaara scioglie il pugno chiuso di Naruto, solleva il suo viso dal mento, con un unico dito deciso.

- Sai che cosa ho più rimpianto mentre mi veniva estratto Shukaku? -

Naruto lo ascolta attentamente, timoroso delle prossime parole del kazekage: il suo volto è un armonioso fascio di tratti dolcemente modellati da melanconia e un pizzico di durezza. Eppure per Naruto è il volto più bello che abbia mai visto.

Quegli occhi acquamarina, così limpidi, quella pelle alabastrina, quei capelli color amaranto…

Era bello.

Possiede quel tipo di bellezza tutta particolare che Naruto non aveva associato a nessuno prima di allora: è qualcosa che gli suscitava strane emozioni e gli faceva sentire lo stomaco pieno di farfalle svolazzanti.

- A cosa hai pensato? -

- A te -

- Eh? – le farfalle cominciarono la loro danza sfrenata.

- Non volevo morire prima di dirti che… - ultimo tentennamento che turba la fatal atmosfera. Gaara si dibatte alla ricerca di qualche perifrasi per evitare quelle due paroline troppo dirette, troppo precise, che mettevano completamente a nudo la sua anima.

Eppure quelle parole gli escono spontanee, lo costringono persino, sforzano le sue corde vocali e le sue labbra per essere formulate.

 

Tre sillabe.

 

- Io ti amo -

 

Naruto spalanca gli occhi cerulei, li richiude, li apre e li richiude di nuovo, continua a farlo mentre le gote cominciano a perdere il delicato colore incarnato per tingersi di un rosso sempre più acceso.

Alla fine di tutte quelle manovre alza lo sguardo, gli rivolge un sorriso splendente, senza preavviso gli butta le braccia al collo, sussurrando ad un centimetro dalle sue labbra: - Ti amo anche io – ridacchia, tutto contento, continuando a stringerlo e il suo viso sembra spaccarsi in due dalla felicità che Gaara vi legge.

Se fosse stata una persona non assoggettata dalla presenza invasiva e soffocante di un bijuu come Shukaku avrebbe esternato la sua felicità togliendo il respiro a Naruto con un abbraccio-piovra o lo avrebbe tempestato di baci mentre saltellava come un pazzo su e giù.

Ovviamente un demone come Shukaku aveva compromesso le sue esternazioni di gioia… non al punto da impedirgli, però, di abbracciare Naruto tenendolo stretto a sé e sciogliere l’espressione seriosa in un caldo sorriso, che scivola sulla pelle di Naruto come se fosse stato bollente, da quanta felicità trapela da quella singola espressione.

Le labbra del kazekage si posano di quelle del genin, stupendo quest’ultimo per la loro estrema morbidezza, soffocando un sorriso, ricambia il bacio: prima un lieve contatto, piccolo sfioramento, poi le labbra combaciano e il bacio diventa qualcosa di più profondo, travolgendoli entrambi in una spirale di sensazioni del tutto nuovo e ingestibili.

Divorarsi le labbra a vicenda li rende ebbri e solo a mancata riserva di ossigeno si separano, si respirano addosso, gote egualmente arrossate, fronte a fronte, zaffiro nell’acquamarina a guardarsi, a specchiare la propria felicità nell’altro.

Naruto è il primo ad infrangere quel momento di impasse, scoppia a ridere e la risata fa sussultare le sue spalle, tale è la vicinanza con Gaara che a quest’ultimo pare di sentire il battito accelerato del cuore del ninja di Konoha. Spera che la vicinanza possa far sentire a Naruto il suo battito accelerato.

- Gaara-kun… -

- Uhm? -

- Sei tutto rosso in viso! -

- Beh, anche tu lo sei -

Naruto scoppia di nuovo a ridere, felice, felice, felice. Si spinge contro Gaara, lo bacia di nuovo, e Gaara lo accoglie con tutto il trasporto di cui è capace.

Naruto aveva sempre donato tutto se stesso in ogni cosa, nelle amicizie come negli allenamenti, e ora sta donando tutto il suo cuore a Gaara con la sua impulsiva irruenza, e Gaara non è come uno se lo aspetta, algido e distaccato come sempre, ma ricambia l’irruenza di Naruto con una passione del tutto inaspettata.

 

Amore.

Amore che cancella anni di solitudine, di delusioni, di rabbia contro il mondo.

 

Amore.

Amore che gli riempie il cuore.

 

Amore.

Amore che cura le sue ferite, lenisce ogni suo dolore passato, lo culla nella sua ampolla di felicità cieca.

 

- Naruto… -

- Sì, Gaara-kun? -

- Rimarrai davvero ancora un po’ qui a Suna? -

Naruto si accoccola contro il suo petto, estasiato dal battito impazzito del cuore di Gaara ed inebriato dalla sua intossicante presenza, sente le labbra gonfie e si passa un dito su queste, prima di rispondere: - Sì, rimarrò ancora un po’ qui con te –

 

- Che cariniiiiiiii -

 

I due ragazzi sobbalzano al suono di quella voce chiaramente femminile, alzano la testa, rimanendo comunque ancora allacciati: sulla porta c’erano Temari, Kankuro e Sakura, le due ragazze con espressioni gongolanti, Kankuro più apertamente malizioso.

Naruto arrossisce di colpo, poi si riprende, notando la flemma con cui Gaara affronta la situazione, invidia la sua calma in ogni situazione: - Ehmm… che ci fate qui? -

Sakura gli fa cenno di guardare fuori dalla finestra, i due si voltano e vedono una tempesta di sabbia in piena regola vorticare: - Sta avvolgendo tutto il palazzo – confessa con un ghigno malizioso mentre Gaara arrossisce per l’imbarazzo e cerca di far calmare la sabbia.

- Ma come… - comincia Naruto. Poi comprende: l’agitazione di Gaara ha creato quella tempesta, evidentemente la sua felicità era stata così travolgente da alimentare una tormenta senza nemmeno che se ne accorgesse. Non aveva perso il suo potere sulla sabbia, rimaneva pur sempre un ninja di classe A, e quella dimostrazione di potere servì a Naruto per sentirsi decisamente orgoglioso dell’impatto che aveva avuto sull’autocontrollo di Gaara.

- Ora tutta Suna sa che qualcuno ha turbato all’inverosimile il kazekage! – esclama tutto soddisfatto Kankuro – E quando sapranno che cos’è successo, Naruto, aspettati le congratulazioni! Sei riuscito a scongelare quel ghiacciolo di Gaara! -

- Kankuro… -

Al sibilo di Gaara la risata di Kankuro si spegne immediatamente, sebbene sul viso truccato del fratello aleggi ancora un sorriso.

- Era ora che vi decideste – afferma Temari, strizzando l’occhio a Naruto.

- Impiccioni! – Naruto fa loro la linguaccia, senza però prendersela realmente.

Gaara rivolge al fratello un’occhiata molto eloquente, Kankuro, a quell’avvertimento muto, alza le mani, giustificandosi: - Ehi, sono state queste due a trascinarmi qui! –

Si guadagna una sventagliata da Temari.

Naruto ridacchia e Gaara concede al suo pubblico un sorriso: - Li mando via, adesso – sussurra nell’orecchio, complice, a Naruto. Il ninja biondo ghigna quasi sadicamente: - Voglio proprio vedere come fai… -

Allora la sabbia entra nell’ufficio con l’impeto di una tempesta, corre come un cavallone sulle onde, chiudendo la porta con un rumore secco ed estromettendo fratelli ed amici fuori dal loro spazio personale, esce infine dalla finestra, disperdendosi nell’aria.

- Soddisfatto? -

Solo quando assapora il suo sapore di nuovo Naruto può dirsi soddisfatto.

E fuori, la sabbia rincomincia a vorticare.

 

 

End

 

 

*

 

Episodio Extra: Prima il dovere…

 

 

- Ogni anno questa storia, che seccatura -

Temari si trattiene dall’affibbiare una sventagliata a Shikamaru, che le cammina al fianco, si limita a sbuffare, incrociando le braccia al petto: - Sei sempre a lamentarti, piagnone –

Shikamaru sbuffa a sua volta e una piccola nuvoletta di fumo si forma di fronte al suo viso, non risponde, trovando saggio non contestare Temari. Donne, tutte tiranne. Sua madre, la sua migliore amica Ino, la sua fidanzata Temari.

- Che seccatura – borbotta.

- Che cos’hai detto? -

Shikamaru ignora la domanda, salutando con un cenno di capo Iruka, che sta cercando disperatamente di far allineare i bambini in modo ordinato. Povero Iruka, alle prese con i suoi doveri di sensei… qualcuno avrebbe detto che dopo i combinaguai della cricca di Konohamaru avesse trovato un po’ di serenità, e invece gli sono capitati soggetti ancora più rumorosi dei precedenti anni. Il mio sogno è diventare hokage, lo dicevano ancora, e si divertivano a rendere la vita impossibile a Iruka con le loro bravate. Perché il loro hokage è una persona onesta, gentile e fin troppo irruente, con un passato da combinaguai alle spalle.

A proposito di Konohamaru…

Shikamaru osserva il nipote del terzo hokage sedersi su una delle gradinate più basse dell’arena, parlando animatamente con i compagni di team, era riuscito a classificarsi per l’ultima prova di selezione chunin, il suo sarà il secondo incontro della mattinata.

Come ogni anno Konoha si era animata per la selezione che portava i genin a scontrarsi anche con altri ninja provenienti da altri villaggi, e quell’ultima prova é la più aspettata di tutte, non solo perché si assisteva ai duelli più appassionanti tra i ninja più dotati, ma anche perché era l’unica prova alla quale l’hokage avrebbe assistito: generalmente l’hokage voleva seguire da vicino tutti i giovani genin, cosa che lo rendeva particolarmente ammirato dai ragazzi, ma negli ultimi mesi c’erano stati dei problemi con l’organizzazione Akatsuki e l’hokage aveva dovuto, con suo sommo rammarico, occuparsi di altro che non di una prova tra genin.

È ovvio che fosse talmente atteso.

- Che hai da startene lì impalato? – Temari interrompe i pensieri di Shikamaru – Vai dall’hokage ad annunciare l’inizio della competizione, no? -

Shikamaru sospira, mentre la donna continua: - Vedrai, i miei ragazzi faranno mangiare la polvere a quelli di Konoha! – sorride soddisfatta. Shikamaru geme, immaginando che se quei ragazzi fossero stati allenati da Temari, avrebbero fatto più che far sollevare la polvere, avrebbero distrutto l’arena, altroché.

In ogni caso non discute gli ordini e sale le scalette per raggiungere il palchetto riservato alle autorità occupato: solo due sono vuote e Shikamaru può immaginare benissimo perché.

Devia il percorso, scostando la tenda ed entrando nello spazio angusto di una piccola saletta, trovandosi di fronte ad una scena a cui avrebbe dovuto, ormai, farci l’abitudine.

Si schiarisce la gola: - Rokudaime, kazekage, la vostra presenza è obbligatoriamente richiesta per l’inizio della competizione –

Il kazekage grugnisce il suo malumore mentre il sesto hokage ridacchia, divertito. Gaara solleva il capo, sciogliendo l’abbraccio e il bacio appassionato in cui aveva coinvolto l’hokage di Konoha, scocca a Shikamaru un’occhiata a dir poco omicida prima di afferrare il suo capello bianco e posizionarselo sui capelli rosso fuoco, con una mano si sistema i vestiti cerimoniali, sempre contrariato.

- Arriviamo subito, Shika – replica allegramente l’hokage, recuperando anche il suo di cappello, identico a quello del kazekage solo che attraversato al centro da una striscia azzurra con impresso in nero il simbolo del Konohagakure.

Il ninja annuisce e esce dalla piccola saletta, allo scostarsi della tenda si sentono le grida impazienti del pubblico. Gaara sbuffa: - Poteva venire un po’ più tardi a chiamarci… -

L’hokage sorride, schioccando un bacetto sulle labbra del compagno: - Se fosse arrivato qualche minuto dopo ci avrebbe trovato in una posizione ‘equivoca’ a far ben altro che ‘baciarci’ –

Il kazekage fa passare un braccio attorno alla vita dell’altro: - Non ci vedo nulla di male… dopotutto non ci vediamo da due settimane, Naruto… -

Naruto si stringe a Gaara, sospirando a malincuore: - Lo so, ma ultimamente l’Akatsuki… -

- Non dire niente – lo interrompe Gaara – lo so -

Erano passati cinque anni dallo spiacevole rapimento del quindicenne Gaara ad opera dell’Akatsuki e nel frattempo erano accadute molte cose, alcune positive ed altre negative: tra le negative era di primaria importante annoverare il crescente problema rappresentato dall’Akatsuki che con il trascorrere del tempo aveva cercato e neutralizzato altri jinchuuriki, tra le positive… beh, il fatto che Gaara e Naruto fossero fidanzati era una cosa ben più che positiva. Inoltre Naruto era stato fatto hokage, avverando finalmente il suo sogno.

Tsunade aveva lasciato il suo posto a Naruto dopo una serie di azioni condotte egregiamente, decidendo di rimettersi in viaggio per acquisire alcune informazioni come stava facendo lo stesso Jiraya. Il posto di ninja-medico era andato a Sakura.

- Dopo le selezioni sarò tutto tuo – promette Naruto.

Gaara sorride soddisfatto: - Oh, ne sono sicuro –

Ancora un bacio e poi i due escono dalla tenda, un’ovazione li accoglie, e, sedutisi, dopo il cerimoniale discorso di incoraggiamento di un sorridente hokage, in ninja arbitro da il via al primo combattimento.

Le mani del sesto hokage e del kazekage sono intrecciate per tutto il tempo.

 

 

The End

 

 

Notes: perdono per l’incredibile ritardo! Avevo promesso un aggiornamento ad un settimana di distanza dal secondo capitolo, invece vi ho fatto aspettare per più di due mesi! Oh my, sono imperdonabile! >.<

Comunque, per lenire di poco il mio ritardo, ho aggiunto al terzo capitolo anche un epilogo extra, spero abbiate apprezzato! XD (una precisazione: ho dato come data di distanza dalla dichiarazione di Naruto e Gaara cinque anni, attribuendo a Konohamaru l’età di tredici anni. Non so di preciso quanti anni avesse nella prima serie, quindi ho supposto che ne avesse sette, non avendo ancora abbandonato l’Accademia. Se ho sbagliato, prego, ditemelo e condonatemi l’errore! XD)

 

Grazie a tutti coloro che hanno messo questa fic tra i loro preferiti e coloro che si sono armati di pazienza da lasciarmi una recensione, che mi ha lasciata saltellante per minuti interi! XD

 

Grazie a:

 

Moony9, ti prego non farmi venire crisi di coscienza! Di idee ne ho anche troppe, solo che mi serve terminarla! XD

Redhat,

James_ Prongs,

Vampire_and_Witch (2),

_Mae_, ti ringrazio tantissimo per i complimenti! *///* Purtroppo non ho aggiornato presto, sigh, la scuola mi ha assorbito completamente, ma ora che sono tornata, beh, piomberanno aggiornamenti da tutte le parti! XD Colgo l’occasione per ringraziarti delle recensioni che mi hai lasciato a RdS! *///* Grazieee!

Sky_Shindou, adoro alla follia le GaaNaru, quindi non sai che soddisfazione scrivere qualcosa su loro due! XD Mi spiace ancora per il ritardo, mi cospargo il capo di cenere, ma ho avuto dei mesi molto impegnati! -.- Bax bax! Temari, quando ho saputo lo spoiler sulla morte di Gaara mi è venuto anche a me il magone!  Per fortuna Kishimoto ha salvato la situazione che stava per trasformarsi in tragedia! XD Bax bax!

Slice,

Nami_Phoenix,

Kira Hashashin,

Capitatapercaso, una versione GaaNaru alternativa a quella del manga ci stava troppo bene per non scriverla! XD Eheheh, il richiamo dello yaoi… Bax bax!

Astaroth,

Mokona89, tesoro mio, alla fine cel’ho fatta, hai visto? XD Sì, nel manga muore ma Kishimoto, come la sottoscritta, non avrebbe mai permesso che morisse davvero! XD Sono una sentimentalona a volta… eheh (molto raramente, a quanto mi dicono! XD) Bax bax!

 

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Miss

  
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