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Autore: Rinalamisteriosa    09/03/2014    5 recensioni
Giselle era speciale. Aveva conquistato suo padre Robert e lei stessa l’aveva presa in simpatia senza dubitarne quasi mai.
Si intendevano a meraviglia e si divertivano tantissimo, con quel pizzico di serena complicità che si poteva provare con le persone pure e limpide.
Naturale e spontanea, sincera e gioiosa, si era mostrata semplicemente per quella che era, con le sue fantasie insolite, le sue idee romantiche, il suo scarso realismo, i suoi atteggiamenti spensierati, le sue domande curiose e ingenue, le sue canzoni improvvisate.
Persino con quella capacità strabiliante di educare gli insetti, i topolini e gli animaletti degli alberi a fare tutto ciò che richiedeva loro.
Ah, e sapeva cucire benissimo, era bravissima a creare abiti deliziosi con qualsiasi tessuto le capitasse davanti, che questo fosse una tenda o un tappeto non aveva importanza.

[Scritta per il Disney contest indetto da Ayumi Yoshida]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Giselle, Morgan Philip
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Come un bel quadro da completare insieme

 

 

 

“Vedrai, vedrai... Ci vorrà qualche minuto e dopo avrò tutto quello che mi serve per cominciar!” trillò la splendida giovane, che ormai da una settimana viveva a casa sua, indossando l’accappatoio.

Prima che Giselle piombasse magicamente nelle loro vite, inaspettata, la piccola Morgan non avrebbe saputo spiegare cosa significasse avere una mamma accanto.

Poteva soltanto immaginare, osservando dispiaciuta le compagne di scuola che all’uscita correvano felici ad abbracciare queste amorevoli e premurose signore, cosa si provasse realmente.

Felicità, sollievo e amore.

Non che fosse completamente abbandonata, sola e triste, in fondo aveva il suo papà e gli voleva molto bene, solo che a volte le sembrava di stare dentro a un quadro incompleto.

Era bello, sì, ma c’era una parte vuota che stonava con tutto l’insieme. Provava una gioia a metà. Le mancava qualcosa di importante, di essenziale per sentirsi finalmente completa, per essere una bambina come tutte le altre che incontrava.

Poi era arrivata la dolce e bizzarra Giselle.

Nessuna, tra le babysitter occasionali e le maestre diligenti che aveva conosciuto, era come lei.

Nemmeno Nancy.

Giselle era speciale. Aveva conquistato suo padre Robert e lei stessa l’aveva presa in simpatia senza dubitarne quasi mai.

Si intendevano a meraviglia e si divertivano tantissimo, con quel pizzico di serena complicità che si poteva provare con le persone pure e limpide.

Naturale e spontanea, sincera e gioiosa, si era mostrata semplicemente per quella che era, con le sue fantasie insolite, le sue idee romantiche, il suo scarso realismo, i suoi atteggiamenti spensierati, le sue domande curiose e ingenue, le sue canzoni improvvisate.

Persino con quella capacità strabiliante di educare gli insetti, i topolini e gli animaletti degli alberi a fare tutto ciò che richiedeva loro.

Ah, e sapeva cucire benissimo, era bravissima a creare abiti deliziosi con qualsiasi tessuto le capitasse davanti, che questo fosse una tenda o un tappeto non aveva importanza.

Un pomeriggio, approfittando del fatto che il papà lavorava e che potevano godere della reciproca compagnia, si era offerta di realizzarle un vestitino su misura, uno carino e sgargiante come i suoi. Prima avevano fatto il bagno insieme, raccontandosi tante cose e ridendo senza un motivo preciso, circondate da schiuma bianca e da labili bollicine; poi solamente Morgan era rimasta in mutandine per permetterle di misurare le circonferenze del suo corpo ancora immaturo con precisione.

Così, si faceva vedere senza alcuna vergogna, senza provare imbarazzo.

Come si comporterebbe una figlia con la sua mamma, pensò, mentre il metro da sarta le solleticava la pancia nuda, infatti non riuscì a trattenere una leggera risata e a non muoversi.

“Ho quasi finito, Morgan. Resisti ancora un poco”.

“Giselle… ti ricordi quel giorno dal parrucchiere? Quando abbiamo parlato?” le chiese, per renderla in un certo senso partecipe dei suoi pensieri più profondi.

“Certo che ricordo. Mi hai fatto scoprire la magia dello shopping, un’attività divertente che nel mio mondo non si pratica”, le rispose subito in tono entusiasta e forse un po’ nostalgico.

“Bene. Perché grazie a te ho cambiato idea riguardo alle matrigne…” mormorò, guardandola perplessa mentre chiedeva al piccolo scoiattolo che la stava aiutando a prendere nota delle sue misure di congedarsi, per poi rivolgerle la sua totale attenzione.

“Ne sono lieta, tesoro”. Le mostrò un sorriso raggiante e contagioso, davvero contagioso.

“Anche se io preferirei chiamarti mamma, non matrigna”, aggiunse in tutta onestà.

Trattenendo il fiato, attese una sua reazione, che non tardò ad arrivare.

L’aiutò a infilare una maglietta di cotone e poi l’abbracciò teneramente, senza abbandonare la sua espressione estasiata.

“Sei una bambina dolcissima e sostituire la tua vera madre sarebbe un onore per me!” approvò in un sussurro, cullandola con calore e facendo pensare ottimisticamente alla piccola Morgan che il quadro incompleto non costituiva più un problema concreto, uno strano disagio per lei.

Diede un bacino sulla guancia a Giselle e appoggiò la testa riccia sulla sua spalla.

Perché insieme a lei, che per amore aveva sconfitto da sola un enorme drago viola, non sarebbe stato difficile colmare quello spazio vuoto e carpire finalmente il prezioso significato di quella parola unica.

 

 

 

 

Volevo scrivere una flash-fic, ma mi è sfuggita di mano xD quindi eccoti una mini-shot introspettiva e dolce dedicata a questo film Disney, con protagoniste Giselle e Morgan.

Senza troppe pretese, lo ammetto, ma penso sia perfetta così, dal momento che il punto di vista principale è quello della bambina. Ho interpretato il tema del contest a modo mio, decisamente xD ma ho pensato che sarebbe stato meno scontato scegliere lei anziché Giselle o Robert, perché a mio parere loro sono perfetti così come si vedono, e poi non volevo ridicolizzare nessuno =)

Ringrazio Ayumi per l’idea simpatica (davvero *__* magari in futuro la sfrutterò nuovamente per un altro fandom) e spero che piaccia comunque nella sua semplicità.

Baci,

Rina

 

 

  
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