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Autore: Ele28    09/03/2014    1 recensioni
"Hai tanto sonno tesoro?" gli sussurra piano tra i capelli, ed il minore, con le palpebre nuovamente calate ed il ventaglio delle ciglia sulle gote, si limita ad annuire, strofinando così il naso nell'incavo del suo collo, e a stringere la sua stretta ancora di più.
-Harry/Louis - 19.2kb-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ticchettio di lancette nere tra pagine, sogni e carezze


 
 
Le lancette dell'orologio appeso alla parete color panna scandiscono, con il loro leggero ticchettio, la calda e soffusa atmosfera del loro salotto e accompagnano la lettura di Louis. Le asticelle nere indicano solamente le 21 e 16 minuti, ma la casa è già calata in una tiepida aria notturna.

Louis è seduto all'estremità sinistra del divano di fronte al camino ora spento. Un gomito poggiato sul bracciolo e tiene tra le mani piccole 'Novecento'*, e si perde tra le frasi, tra le righe, tra le parole, tra le lettere: vede quel mondo, quel mondo che contiene altri mondi, dove sono nascosti altri mondi ancora... ogni persona e personaggio sono un mondo. Gli occhi celesti e un po' stanchi di Louis, oltre le spesse lenti dei suoi occhiali marroni da riposo, sono in attesa: in attesa di scoprire se Novecento riuscirà davvero a compiere quel passo che gli cambierà la vita e la visuale, se riuscirà davvero a vedere il mare come il grido di Lynn Baster.*

Novecento è fermo al terzo gradino della scaletta che lo separa dalla terra ferma, lo sguardo fisso al mondo vero, il cervello su tutt'altra sinfonia e...

E Louis viene distolto dalla lettura e torna indietro: tra le lettere, tra le parole, tra le righe, tra le frasi, e ricomincia a vedere ciò che gli è attorno.

Lo ha distratto un piccolo suono, un piccolo movimento, quello di Harry. Sono le 21 e 20 di sera ed Harry dorme disteso sullo stesso divano, i piedi che escono fuori dal bracciolo sull'estremità destra non riescono a starci dentro completamente, talmente sono lunghe quelle gambe infinite, e la testa poggia su quelle non infinite di Louis.

Ritornato al mondo reale ricomincia a percepire tutto: il ticchettio delle lancette nere, il respiro regolare di Harry, il lieve peso della sua testa di ricci poggiato sulle sue cosce.

Si erano messi così prima, dopo cena, stanchi delle loro giornate sempre piene. Piene anche emotivamente, infatti Harry aveva discusso con Liam da due giorni e lui è uno che le cose gli penetrano sottopelle, non riesce a farsele scivolare sull'epidermide come gocce d'acqua sotto la doccia. E' così emotivo, così sensibile, e quando c'è qualcosa che non va, qualcosa che non funziona con gi altri, il pensiero che non tutto suona in armonia, ma che note stonate rovinano la melodia, lo fanno sentire sotto pressione, con i sensi di colpa che lo fanno quasi tremare, l'ansia di aver rovinato quel 'pezzo', quella canzone che è una parte della sua vita, lo sfinisce.

Harry è troppo emotivo ed ora è come una corda di violino tesa al massimo, la quale se si tira troppo rischia di spezzarsi.

Harry è troppo emotivo e non si rende conto che le cose gli penetrano davvero troppo nel profondo, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Infatti, possibile che Liam davvero potrebbe abbandonarlo dopo tutto questo tempo? Dopo che si conoscono da più di una vita? Loro sono praticamente fratelli e Liam, per quanto possa essere arrabbiato con Harry, non potrebbe mai lasciarlo, mai, sarebbe come se si spezzasse un omero praticamente, perché anche Harry gli è penetrato fin dentro le ossa pure a lui. Si risolverà tutto, Louis ne è certo, anzi no, ne è assolutamente certo. Intanto però è lui che deve cercare di allentare la corda, e nel sonno Harry è flessibile come un elastico: abbandonato nella spensieratezza, nell'inconsapevolezza, nel suo mondo.

Harry si era leggermente mosso e dalla labbra lievemente dischiuse era uscito un piccolo mormorio di gola, un piccolo soffio di suono, ma non si era svegliato.

Louis lo fissa: i tratti da bambino sono illuminati dall'unica fonte di luce tenue nella stanza, ovvero la bajour che si trova sul tavolinetto in legno scuro attaccato proprio al fianco sinistro del bracciolo del divano, dove Louis appoggia il libro aperto.

Il maggiore cerca di non far rumore, né alcuno movimento brusco, ma si china leggermente su di Harry per studiarne i tratti. Ha un viso pacifico, ma non del tutto.

Con la punta fantasma del dito indice, quello della mano destra, comincia a delinearne i contorni, come se volesse disegnarlo, abbozzarlo. Gli scosta con estrema delicatezza quel piccolo ciuffo di cappelli scuri calatogli troppo sulla fronte perlacea: può sentirne la morbidezza di seta sulla pelle. Poi continua, passa a tracciare la piccola rughetta sopra le sopracciglia, tra gli occhi, sopra la punta del naso un po' largo, al quale tocco leggerissimo arriccia infastidito. E' così dolce, pensa Louis, quando compie quel gesto la sua mente lo associa ad un morbido coniglietto e quel movimento fa nascere a Louis un sorriso sghembo divertito. Scuote la testa piano, pensando a quanto è scemo per arrivare a creare queste immagini nella sua mente, e cattura il sorriso tra i denti, mordendosi il labbro inferiore. Continua la sua "esplorazione", sebbene conosca a menadito ogni piega di quel corpo grande e sinuoso.

Passa il dito, come una nuvola che carezza il dorso di colline, sulla palpebra del suo occhio sinistro, ne scavalca le ciglia lunghe e posate sulla gota vermiglia e sfiora lo spettro della sua fossetta profonda. Arriva a tracciare le curve della guancia morbida, della mascella squadrata, fino a percorrergli il collo latteo, partendo dal mento fino a raggiungere l'accennato pomo d'adamo.

Come è bello, è così tante cose belle messe insieme: è sensuale, ma ha i tratti di un bambino, è piccolo e tenero, ma è anche grande e piazzato, è delicato, ma ha anche dei tratti forti: come ad esempio labbra piene e rosse di fragola e ciliegia, le quali infatti non resiste a saggiare.

Non gli basta più però la piccola punta di quel dito troppo minuto, ma ne traccia i contorni morbidi con tutto il polpastrello del pollice, il quale distingue tutte le linee e le curve di quelle labbra da baciare, che sente il respiro caldo infrangerglisi contro e riscaldarlo.

Con ancora il pollice posato all'angola della bocca, gli poggia tutto il resto dell'esile mano sulla guancia sentendone il calore che emana. Poi si sporge sempre più su di lui, finché i respiri non si scontrano leggeri. Gli è così vicino, così vicino, che gli annebbia la mente, ma osserva di nuovo quelle labbra carnose, prima di unirle alle sue così diverse e sottili, ma che si incastrano come se fossero state plasmate una per incontrare l'altra.

Non lo bacia davvero, è solo un piccolissimo e leggerissimo sfioramento, ma questo fa riportare a galla Harry dal suo stato di incoscienza.

Il minore schiude piano piano le sue palpebre, le quali rivelano occhi assonnati e liquidi, di un verde cangiante, ora scuro, reso tale dall'aria soffusa della sera o magari dal tempo che quelle perle hanno trascorso nell'oscurità di occhi chiusi.

Louis si allontana dal suo viso per ritornare alla posizione precedente e comincia a districare piano i ricci di Harry con la mano sinistra, facendo scorrerne le ciocche seriche tra gli spazi delle dita, ed infilargliene qualcuna dietro le orecchie piccole.

Harry non è del tutto sveglio, è in uno stato di dormiveglia più che altro e con la voce impastata dal sonno

"Lou" chiama con un suono piccolo e roco.

Poi strizza l'occhio sinistro con il grande pugno della sua mano e a Louis quasi gli scoppia il cuore da tanta tenerezza, gli sembra un cucciolo, un bimbo, è la cosa più tenera che abbia mai visto, giura.

Poi Harry, con gli occhi ancora mezzi socchiusi, alza la testa dalle cosce morbide del maggiore e gli si rifugia nel petto, gli si rannicchia contro. A Lou quasi manca quel peso al quale si era abituato, manca il calore che quel corpo bollente emanava e che ora ha lasciato solo un posto freddo.

Harry appoggia il lato destro del viso al suo sterno, i ricci a solleticare la gola ed il mento di Louis, il respiro ad infrangersi su quel collo sottile, allaccia poi le grandi mani hai fianchi del suo ragazzo.

E' un po' buffo a dire il vero, Harry ha il busto molto più lungo di quello di Louis e per stare in quella posizione tiene la schiena e le spalle tutte curve, le braccia strette al petto, sembra rimpicciolirsi quasi.

Louis lo avvolge con le sue braccia, continua ad accarezzargli i ricci con la medesima mano di prima e appoggia la guancia sinistra sopra quella matassa dall'odore di mandorla e semplicemente di Harry.

"Hai tanto sonno tesoro?" gli sussurra piano tra i capelli, ed il minore, con le palpebre nuovamente calate ed il ventaglio delle ciglia sulle gote, si limita ad annuire, strofinando così il naso nell'incavo del suo collo e a stringere la sua stretta ancora di più.

Louis non ferma mai il dolce movimento della sua mano sulla nuca, movimento che sa riesce a rilassare il suo piccolo tantissimo, riesce quasi ad assopirlo, infatti, dopo nemmeno qualche minuto, sente il respiro sul suo collo farsi sempre più pesante, segno che Harry si è riaddormentato.

E' stretto nella sua morsa, il minore a fargli da coperta, e non riuscirebbe mai a staccarselo di dosso, e a dire il vero, non ne avrebbe nemmeno il coraggio.

Così gli posa un ultimo bacio tra i capelli profumati, si sfila gli occhialoni che poggia sul comodino accanto, strofina le punte del dito indice e medio sul ponte del naso, tira poi la cordicina che spegne la bajour e, con la testa tirata indietro poggiata al divano, gli occhi chiusi rivolti al soffitto, stringe tra le braccia il suo grande e tenero ragazzo.

A guardare quei due amanti uniti come tessere di puzzle, solo le pagine stropicciate 48 e 49 del libro ancora aperto. Non ha poi scoperto se Novecento è davvero riuscito ad affrontare la decisione più difficile della sua vita, se si è inoltrato davvero tra gli uomini della terra ferma, se fosse stato pronto a scoprire nuovi suoni e melodie. Lo farà domani, ora non gli importa, gli importa solo di Harry che le cose e le persone gli entrano sottopelle, di Harry che si preoccupa troppo di tutto e di tutti, spesso anche inutilmente, di Harry che è così sensibile e dolce da non poter essere davvero reale, che arriva ad essere teso come corde di violino da allentare, di Harry che è in grado di svuotargli la mente solamente respirando, davvero.

A scandire i loro sogni, un ticchettio di lancette nere.







 
 
 
(1)* : 'Novecento' è un libro, un monologo teatrale, di Alessandro Baricco. (che se avete il tempo di leggere, per chi non lo avesse ancora fatto, ve lo consiglio caldamente. Ha solo 62 pagine, o almeno così nella mia edizione, ma nonostante la misura ridotta dentro c'è tanto, c'è un piccolo capolavoro a mio parere).

(2)* Allora, volevo spiegarvi un po' questa frase che può risultare un po' strana.. innanzitutto dico "cambiare visuale", perché il protagonista, di nome Novecento, sebbene sia vissuto tutta la vita nella Virginian, una nave, e quindi tra le onde dell'oceano, vorrebbe poter scendere a terra per vedere il mare, sembra strano, ma lui nel mare ci è sempre stato dentro, ma non lo ha mai visto, non come gli uomini della terra, non dalla loro visuale, non dalla visuale di Lynn Baster, un contadino che ha incontrato sulla nave, il quale gli ha raccontato che per lui vedere il mare è stato come vedere la speranza, la salvezza, un grido di vita, dopo che la sua vita gli si era disgregata tra le dita.

-(precisazione: non ho voluto approfondire il litigio con Liam perché non ha davvero importanza, non volevo distogliere l'attenzione dal momento principale innanzitutto, e poi perché ce l'ho messo solo per dare al personaggio di Harry l'aria di una persona molto sensibile, un cucciolo da proteggere, che si preoccupa troppo quando non ce n'è davvero bisogno e Loueh questo lo sa).

-(c'è qualche metafora sull'ambito della musica (metafore anche un po' orribile tra l'altro :S) perché mi ha ispirato 'Novecento' ovviamente)
 
 
 
 
 
 














 
-->CORNER<---

Buona sera!! :) Eccomi dopo tanto tempo con questa mini mini OS.. lo so che è parecchio che non mi faccio sentire ma sono stata molto occupata :S. Comunque sto diciamo lavorando su qualcosa di più serio ma anche di molto più lungo, e dato che non c'ho il tempo ora per cominciare a scriverlo, e dato che mi mancano anche  molti punti della storia, ho pensato che intanto potevo darvi questo piccolo angolo di tenerezza.

Infine, anche se di un giorno di ritardo, auguro a tutte le donne, ragazze e bambine una buona Giornata Internazionale della Donna, non tanto una festa, perché non è un giorno da prendere come occasione per andare al locale la sera con le amiche (anche magari), ma è un giorno per ricordarci quanto le donne abbiano lottato e sofferto per raggiungere i diritti di cui oggi godiamo, che diamo per scontati e che moltissime persone ancora non hanno purtroppo, quindi così internazionale non è poi infondo.  Auguroni a tette :))


Elena
  
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