AllynChannel
trasmette HASHIRAMA&MADARA!
Non è
una novità, ma era molto che questi due non passavano dal
mio schermo e dalla
tastiera, ne sentivo la mancanza, qualcosa grattava, voleva uscire ed
eccolo
qua, anzi eccola, una fic, abbastanza breve, angst, che li vede
inevitabilmente
protagonisti.
C’è
anche Mito.
Perché?
Perché sì, perché c’era
anche lei, nonostante venga spesso messa ai margini
della storia.
Una
fic, ripeto, breve, neppure definibile con un inizio e una
fine...piuttosto un
kaboom di anime!
A
presto, come sempre spero di non annoiarvi :P spero che questo sclero
vi
piaccia, spero di leggervi nelle Recensioni :D !
Un
bacione, enorme per chi ama questa coppia!
Allyn
Tre punti di
vista
*°*°*°*°*
[Mito Uzumaki]
Che fosse un
uomo...su questo lei non
aveva alcun dubbio.
Che fosse
gentile e buono...neppure su questo nutriva
incertezze.
Che
l’amasse, ecco, che l’amasse come si ama il grande
di
amore della vita, quello voluto, bramato e sofferto, su questo, Mito
Uzumaki, aveva
la certezza del contrario.
L’aveva
sposato, certo, come l’obbligo comandava, come il
nome guidava.
Lei
l’aveva sposato, l’aveva toccato, l’aveva
sentito...Non
suo, lontano e bello, altrove rispetto a quelle lenzuola che aveva
cambiato il
giorno seguente, trattenendo lacrime indegne per una donna della sua
posizione.
Eppure Mito
aveva continuato a vivere, con quel peso sullo
stomaco aveva ingoiato e ingoiato più volte il boccone di
troppo, fino a
sentirsi sazia anche dell’aria.
Ma non diceva
niente, neppure le veniva più da piangere,
anzi, c’erano dei giorni in cui rideva pure, di gusto, per
sempre recisa dall’albero
della felicità coniugale, era divenuta radice senza
accorgersene.
Reggeva
l’impalcatura di un tronco che non avrebbe dovuto cadere,
mai oscillare, saldo pilastro di un’intera generazione di
sogni nuovi e vecchi,
quelli dei bambini, quelli che erano stati anche suoi, prima ancora di
Hashirama
e dell’altro.
L’altro
aveva un nome, aveva delle mani, ed era un uomo, di
questo lei ne era certa.
E non era
gentile, anche su questo non nutriva dubbio alcuno.
Hashirama lo
amava, lo amava come avrebbe dovuto amare lei,
con le viscere, con gli occhi, con le dita, con il sangue, con ogni
ferita
rimarginata; Hashirama Senju amava Madara Uchiha, di questo, Mito
Uzumaki aveva
la piena e dolorosa certezza.
*°*°*°*°*
[Hashirama
Senju]
Una volta aveva
passato le dita tra i propri capelli, poi tra
i suoi, sorridendo di quella consistenza diversa, di
quell’accozzo di chiari e
di scuri; l’altro aveva scostato la sua mano e
l’aveva rimproverato per quelle
frivolezze, poi l’aveva baciato.
Hashirama Senju
amava, era un qualcosa che gli partiva da
dentro riscaldandolo fino alla punta dei piedi, sollevandolo da terra,
spingendolo a sognare più in alto delle vette delle montagne.
Hashirama Senju
più volte aveva rischiato di cadere, e più
volte aveva pianto.
Sempre per lui,
sempre e solo per lui, da quando era
cresciuto, da quando aveva deciso che l’anima esisteva e che
poteva sceglierne
un’altra con cui fondersi.
Hashirama aveva
però sposato Mito, bella e perfetta, con i
capelli rossi come il sangue, fili lisci che le percorrevano la schiena
pallida
e che ogni volta gli ricordavano le ferite sulla pelle di Madara.
L’ossessione
l’avrebbe divorato un giorno, del pilastro che
avrebbe dovuto essere per il villaggio sarebbe rimasta solo polvere.
Ma
l’Uchiha per
lui era
questo, era follia e dolore, era l’oscurità che
completava la sua luce, era
tutto ciò contro e per cui, aveva sempre combattuto, Madara
era un mondo intero
in un paio d’occhi neri.
Non ci sarebbe
mai stata altra pelle che avrebbe baciato in
quel modo, non ci sarebbero mai state notti come quelle in cui moriva e
rinasceva in un abbraccio doloroso, non ci sarebbe mai stato piacere
più grande
di saperlo suo, solo suo, anche se perderlo era divenuta una paura
troppo
concreta.
Allora sarebbe
caduto, solo per lui, sempre e solo per lui...
*°*°*°*°*
[Madara Uchiha]
Tutto
ciò che aveva amato, e che si era ripromesso di
proteggere, gli era scivolato via dalle dita macchiandole di sangue.
Madara era morto
e rinato molte volte.
Aveva ucciso
fino a non sentir più il peso dei numeri
gravargli sulla coscienza.
Non
c’era pietà, non c’erano più
sogni in cui credere, non c’era
niente...ma c’era lui.
Lui lo teneva
ancorato alla vita, lui gli faceva sentire
odori più freschi dello stantio raggrumarsi del sangue degli
sconfitti, lui lo
trascinava alla luce di un sole che si era rifiutato di carezzare la
sua pelle,
di imprimere nel suo petto il calore del conforto e della speranza.
Allora Madara
aveva capito di amarlo, contro ogni logica,
contro ogni previsione.
E non
c’era niente da fare, era qualcosa di incontrastabile,
come il desiderio che aveva di ucciderlo allo stesso tempo, eppure
amore e odio
si contrastavano alla perfezione, oscillavano su piatti opposti di una
bilancia
che li teneva entrambi in bilico, sospesi in uno stato di
felicità assurda.
Madara gli
baciava le labbra, le mordeva, poi rideva e si
faceva prendere, si faceva sconfiggere e sconfiggeva anche, tirandogli
i
capelli lunghi, graffiandogli la schiena brunita.
Hashirama
l’avrebbe lasciato fare, sempre e comunque, e lui
alle sue spalle avrebbe sempre riso di quella debolezza
d’animo, poi però si
sarebbe poggiato una mano sul petto dove il cuore
pareba spesso troppo caldo per uno come lui.
L’altra
era divenuta sua moglie.
Non aveva detto
niente e aveva finto di non provare niente.
Hashirama era
tornato da lui quella notte stessa, e insieme
avevano lavato via con la saliva e con il sudore l’odore di
altre lenzuola e di
un altro corpo troppo differente dal loro.
Marchiando e
marchiandosi.
Madara lo amava,
si era rassegnato, ma c’era altro, l’oscuro
e antico dolore che gli ridisegnava l’anima, che lo rendeva
incompatibile rispetto
a quella vita, che faceva di lui la foglia marcia pronta a cadere da
quell’albero
perfetto.
L’avrebbe
deluso, l’avrebbe tradito, nonostante l’amasse
troppo.
Faceva male.
*******
Note
di Allyn: è tardi,
tardissimo, ma loro mi mancavano, e questa volta nel gruppo
c’è anche
Mito...Hashirama e Madara sono un mondo intero in due personaggi, un
tripudio
di emozioni e sentimenti, e purtroppo di contraddizioni...un equilibrio
precario di cuori e di anime. Tutto è sempre destinato a
crollare. AMO SCRIVERE
DI LORO, ormai credo sia banale e scontato dirlo, ma non riesco a
trattenermi,
perciò perdonatemi, e perdonate anche questo sclero, sono le
4:00 AM, ufficialmente
è Lunedì... Con questa fic, nella speranza che vi
piaccia, io vi auguro buon
inizio settimana, sperando di renderla più piacevole.
Spero
di leggervi, come
sempre <3
Allyn