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Autore: Allyn    10/03/2014    6 recensioni
Tre punti di vista, tre personaggi, loro: Madara Uchiha, Hashirama Senju e Mito Uzumaki. Una Oneshot breve, articolata in tre capitoletti, tre differenti dolori, tre differenti voci, ma le vite che si intrecciano sono le stesse...Cosa dire, io li amo, non riesco a fare a meno di scriverne, rendendo Allynchannel un canale a due colori, HashiMadaHashi e NaruSasuNaru, perdonatemi!
[...]Hashirama Senju amava Madara Uchiha, di questo, Mito Uzumaki aveva la piena e dolorosa certezza.[...]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hashirama Senju, Madara Uchiha, Mito Uzumaki
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Prima dell'inizio
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AllynChannel trasmette HASHIRAMA&MADARA!

Non è una novità, ma era molto che questi due non passavano dal mio schermo e dalla tastiera, ne sentivo la mancanza, qualcosa grattava, voleva uscire ed eccolo qua, anzi eccola, una fic, abbastanza breve, angst, che li vede inevitabilmente protagonisti.

C’è anche Mito.

Perché? Perché sì, perché c’era anche lei, nonostante venga spesso messa ai margini della storia.

Una fic, ripeto, breve, neppure definibile con un inizio e una fine...piuttosto un kaboom di anime!

A presto, come sempre spero di non annoiarvi :P spero che questo sclero vi piaccia, spero di leggervi nelle Recensioni :D !

Un bacione, enorme per chi ama questa coppia!

Allyn                                                                                               

 

Tre punti di vista

*°*°*°*°*

[Mito Uzumaki]

Che fosse un uomo...su questo lei non aveva alcun dubbio.

Che fosse gentile e buono...neppure su questo nutriva incertezze.

Che l’amasse, ecco, che l’amasse come si ama il grande di amore della vita, quello voluto, bramato e sofferto, su questo, Mito Uzumaki, aveva la certezza del contrario.

L’aveva sposato, certo, come l’obbligo comandava, come il nome guidava.

Lei l’aveva sposato, l’aveva toccato, l’aveva sentito...Non suo, lontano e bello, altrove rispetto a quelle lenzuola che aveva cambiato il giorno seguente, trattenendo lacrime indegne per una donna della sua posizione.

Eppure Mito aveva continuato a vivere, con quel peso sullo stomaco aveva ingoiato e ingoiato più volte il boccone di troppo, fino a sentirsi sazia anche dell’aria.

Ma non diceva niente, neppure le veniva più da piangere, anzi, c’erano dei giorni in cui rideva pure, di gusto, per sempre recisa dall’albero della felicità coniugale, era divenuta radice senza accorgersene.

Reggeva l’impalcatura di un tronco che non avrebbe dovuto cadere, mai oscillare, saldo pilastro di un’intera generazione di sogni nuovi e vecchi, quelli dei bambini, quelli che erano stati anche suoi, prima ancora di Hashirama e dell’altro.

L’altro aveva un nome, aveva delle mani, ed era un uomo, di questo lei ne era certa.

E non era gentile, anche su questo non nutriva dubbio alcuno.

Hashirama lo amava, lo amava come avrebbe dovuto amare lei, con le viscere, con gli occhi, con le dita, con il sangue, con ogni ferita rimarginata; Hashirama Senju amava Madara Uchiha, di questo, Mito Uzumaki aveva la piena e dolorosa certezza.

*°*°*°*°*

[Hashirama Senju]

Una volta aveva passato le dita tra i propri capelli, poi tra i suoi, sorridendo di quella consistenza diversa, di quell’accozzo di chiari e di scuri; l’altro aveva scostato la sua mano e l’aveva rimproverato per quelle frivolezze, poi l’aveva baciato.

Hashirama Senju amava, era un qualcosa che gli partiva da dentro riscaldandolo fino alla punta dei piedi, sollevandolo da terra, spingendolo a sognare più in alto delle vette delle montagne.

Hashirama Senju più volte aveva rischiato di cadere, e più volte aveva pianto.

Sempre per lui, sempre e solo per lui, da quando era cresciuto, da quando aveva deciso che l’anima esisteva e che poteva sceglierne un’altra con cui fondersi.

Hashirama aveva però sposato Mito, bella e perfetta, con i capelli rossi come il sangue, fili lisci che le percorrevano la schiena pallida e che ogni volta gli ricordavano le ferite sulla pelle di Madara.

L’ossessione l’avrebbe divorato un giorno, del pilastro che avrebbe dovuto essere per il villaggio sarebbe rimasta solo polvere.

Ma l’Uchiha  per lui era questo, era follia e dolore, era l’oscurità che completava la sua luce, era tutto ciò contro e per cui, aveva sempre combattuto, Madara era un mondo intero in un paio d’occhi neri.

Non ci sarebbe mai stata altra pelle che avrebbe baciato in quel modo, non ci sarebbero mai state notti come quelle in cui moriva e rinasceva in un abbraccio doloroso, non ci sarebbe mai stato piacere più grande di saperlo suo, solo suo, anche se perderlo era divenuta una paura troppo concreta.

Allora sarebbe caduto, solo per lui, sempre e solo per lui...

*°*°*°*°*

 [Madara Uchiha]

Tutto ciò che aveva amato, e che si era ripromesso di proteggere, gli era scivolato via dalle dita macchiandole di sangue.

Madara era morto e rinato molte volte.

Aveva ucciso fino a non sentir più il peso dei numeri gravargli sulla coscienza.

Non c’era pietà, non c’erano più sogni in cui credere, non c’era niente...ma c’era lui.

Lui lo teneva ancorato alla vita, lui gli faceva sentire odori più freschi dello stantio raggrumarsi del sangue degli sconfitti, lui lo trascinava alla luce di un sole che si era rifiutato di carezzare la sua pelle, di imprimere nel suo petto il calore del conforto e della speranza.

Allora Madara aveva capito di amarlo, contro ogni logica, contro ogni previsione.

E non c’era niente da fare, era qualcosa di incontrastabile, come il desiderio che aveva di ucciderlo allo stesso tempo, eppure amore e odio si contrastavano alla perfezione, oscillavano su piatti opposti di una bilancia che li teneva entrambi in bilico, sospesi in uno stato di felicità assurda.

Madara gli baciava le labbra, le mordeva, poi rideva e si faceva prendere, si faceva sconfiggere e sconfiggeva anche, tirandogli i capelli lunghi, graffiandogli la schiena brunita.

Hashirama l’avrebbe lasciato fare, sempre e comunque, e lui alle sue spalle avrebbe sempre riso di quella debolezza d’animo, poi però si sarebbe poggiato una mano sul petto dove il cuore  pareba spesso troppo caldo per uno come lui.

L’altra era divenuta sua moglie.

Non aveva detto niente e aveva finto di non provare niente.

Hashirama era tornato da lui quella notte stessa, e insieme avevano lavato via con la saliva e con il sudore l’odore di altre lenzuola e di un altro corpo troppo differente dal loro.

Marchiando e marchiandosi.

Madara lo amava, si era rassegnato, ma c’era altro, l’oscuro e antico dolore che gli ridisegnava l’anima, che lo rendeva incompatibile rispetto a quella vita, che faceva di lui la foglia marcia pronta a cadere da quell’albero perfetto.

L’avrebbe deluso, l’avrebbe tradito, nonostante l’amasse troppo.

Faceva male.

*******

 

Note di Allyn: è tardi, tardissimo, ma loro mi mancavano, e questa volta nel gruppo c’è anche Mito...Hashirama e Madara sono un mondo intero in due personaggi, un tripudio di emozioni e sentimenti, e purtroppo di contraddizioni...un equilibrio precario di cuori e di anime. Tutto è sempre destinato a crollare. AMO SCRIVERE DI LORO, ormai credo sia banale e scontato dirlo, ma non riesco a trattenermi, perciò perdonatemi, e perdonate anche questo sclero, sono le 4:00 AM, ufficialmente è Lunedì... Con questa fic, nella speranza che vi piaccia, io vi auguro buon inizio settimana, sperando di renderla più piacevole.

Spero di leggervi, come sempre <3

Allyn

   
 
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