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Autore: Piuma D oro    10/03/2014    0 recensioni
Continuava ad osservarmi, come volesse capire cosa stessi pensando in quel momento. Non lo sapevo nemmeno io. Mi limitavo a guardare da un lato e ad ascoltare vari rumori che interrompevano il nostro silenzio.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E vidi del sangue scorrere sul pavimento.

Avevo le mani impastate di rosso e non mi resi conto di stringere un paio di forbici.

Gli avevo aperto il petto ed estraendo un sacchetto con all'interno un biglietto dalla mia tasca della camicetta, ormai
macchiata da un sangue quasi indelebile, glielo misi vicino al suo cuore e cucii la sua pelle
come per rimarginare quella immensa ferita.

12 giugno.

Era proprio il 12 giugno il giorno in cui conobbi Jackob. Era un ragazzo come un altro, ma aveva
qualcosa in più. Un qualcosa di maledettamente affascinante che riusciva a superare ogni canone
di bellezza. Maledizione. Gia proprio maledizione, la maledizione che mi aveva colpita conoscendolo.

Non voglio descriverlo come si farebbe solitamente, ma preferisco limitarmi a dire che era intrigante.
Esatto, intrigante è l'aggettivo giusto.

Il nostro incontro aveva preso luogo in un parco non molto lontano dalla stazione di Bristol, proprio
quando un treno stava passando e con lui un rumore di rotaie che andava perdendosi. Continuava ad
osservarmi, come volesse capire cosa stessi pensando in quel momento. Non lo sapevo nemmeno io.
Mi limitavo a guardare da un lato e ad ascoltare vari rumori che interrompevano il nostro silenzio.

"Hai mai provato quella voglia di" iniziò Jackob "uccidere?" risposi io "beh, non era esattamente ciò
intendevo dire..." "ah...e cosa allora?" "quella voglia di volare in alto e poi non so..." "cadere?" intervenni.

Nessuno di noi conosceva la vita dell'altro, ma non avrei mai immaginato cosa stesse per succedere.
"Insomma...tu chi sei?" mi chiese. Rimasi allibita. Nessuno mai mi aveva chiesto chi fossi;era una cosa insolita.
Non era in me rivelare i miei segreti o al massimo un minimo di vita trascorsa in qualche modo. Mi limitai
a rispondere con il mio nome: Megan. Megan Gold.

Pur sapendo solo i nostri nomi incominciammo ad amarci con gli occhi.

Me ne andai sperando che dopo quell'incontro non sarebbe più successo nulla, invece cominciò a seguirmi,
credevo, con aria indifferente. Tentai di prendere strade diverse e intricate, ma nonostante tutto lui era lì,
dietro di me, che camminava.

Osservai il cemento su cui camminavamo, in quel momento mi somigliava: grigio, triste, incognito che nascondeva
ciò che aveva sotto; notai un pezzo di vetro, mi chinai per raccoglierlo ma divenne improvvisamente rosso: mi ero tagliata.
Provai una strana sensazione, diversa dalle solite ed è strano perchè tagliarsi per caso con un pezzo di vetro è una cosa normale,
provai uno strano piacere. Guardai la mia mano, mi girai all'indietro per vedere se Jackob fosse ancora dietro di me ma era scomparso.

 

 

 
  
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