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Autore: tempestadentroquietefuori    10/03/2014    3 recensioni
Liceo scientifico G. Marconi.
Aurora Abate:
liceale 17enne;
nuova rappresentante d'istituto;
decisa,non si fa mettere piedi in testa,forse un modello da seguire.
Carter Smith:
nuovo arrivato;
americano 18enne;
bello,stronzo e da subito popolare.
Diversi sotto certi aspetti,uguali sotto altri. Amici o nemici? Amore o odio?...spetta a voi scoprirlo!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Giunti a destinazione. 
Era un capannone, un enorme capannone sperduto nella campagna. 
Il furgoncino si era fermato e noi, di riflesso, abbiamo fatto lo stesso. 
Sotto ordini di Carter sono stata costretta ad abbassarmi per non farmi vedere, almeno fin quando non fossero entrati tutti dentro. 

- via libera, scendi - mi sussurra Carter per non farsi sentire. 

Lo ubbidisco e scendo, facendo il meno rumore possibile. 
Purtroppo non è andato secondo i piani di Carter. Mi avevano visto. I due uomini mi avevano visto. 

- chi è quella? Che ci fa qui ? - urla uno dei due severamente. 

- è con me - risponde solamente Carter cercando di rimanere calmo. 

- le sai le regole, niente " ospiti " - dice l'altro. - la ragazza viene con noi dall'innominato - continua venendo verso di me e strattonandomi un braccio. 

- tu non la porti proprio da nessuna parte - afferma Carter rabbioso. - lei è con me, punto - esclama severo senza ammettere repliche. 

- lo vedremo - rispondo entrambi. 

- stai al mio fianco, lui ti vedrà e vorrà a tutti i costi fare in modo che tu non parli, ma io non permetterò che ti facciano del male - dice lui. 

Sbaglio o si preoccupa per me? C-che dolce... No Auro', sicuramente si comporta così per non averti sulla coscienza. 
Entriamo dentro, davanti ai nostri occhi appare quell'uomo, quell'uomo temuto da tutti qui presenti, me esclusa. 

- così ci hai portato un regalino? - domanda lui guardandomi malizioso. 

Lui fa per rispondere ma io lo precedo. 
- non sono un "regalino" sono qui per parlare con lei, anzi, con te . - affermo io decisa e sicura più che mai. Questa storia deve finire. 
Sento premere il mio polso. Carter. Un modo per incitarmi a stare zitta? 

- mmh peperina la ragazza. E così tu vorresti parlare con me ? E cosa vorresti dirmi ? - domanda sarcasticamente. 

Sbaglio, o mi sta prendendo come una stupida?

- si voglio parlare con te. Non trovo per niente giusto quello che fai in generale, ma soprattutto non trovo per niente giusto che obblighi la gente a non abbandonare la cerchia. Mi riferisco in particolare a Carter, perché ,senza offesa, di voi non me ne fotte un cazzo ! - grido io. Sembro un'isterica, lo so, ma non me ne fotte una beata minchia! 

- ohoh e sentiamo, perché dovrei ascoltarti? Perché dovrei permettere ai miei uomini, incluso Carter, di essere liberi di lasciare o no questo giro? A me non farebbe comodo,no? Quindi dammi una motivazione. - afferma lui. 

Mi sta sfidando? 

- una motivazione? L'adolescenza, ecco la motivazione. L'adolescenza va vissuta, non sprecata in questo modo, stando a servizio di qualcuno che secondo me è un senza palle,vigliacco visto che fai fare il lavoro sporco ad altri e preferisci lavartene le mani!  Lui - urlo indicando Carter - non può lasciare questo giro per mezzo di un deficiente che glielo impedisce! Io, che sono un'adolescente come lui, non trovo giusto che lui rinunci alla sua libertà ed indipendenza per un qualcosa che non ha basi concrete, perché secondo me la droga può farti star bene quanto vuoi, ma resterai sempre e solo tu,forse con qualche danno in più ! - urlo . 

Sento l'ultima parola pronunciata da me rimbombare nell'aria. 
Silenzio assoluto. Di sottocchio guardo Carter. Sembra esterrefatto. Forse non si aspettava queste parole?  Beh, neanche io, ma mi sono lasciata andare forse un po troppo, anche se il concetto era quello. 

* applauso *

- sai, hai un carattere forte. In anni ed anni di carriera, se la posso chiamare così, nessuno è riuscito a tenermi testa, ad obbiettare ogni mia parola, a ribellarsi, a rispondermi per le rime. Ma tu, tu si. Una ragazzina che nemmeno conosco. Posso dirti che le tue parole sono state toccanti, però la realtà è un altra. La droga è il mio lavoro ed io non posso rinunciare a questo ne tantomeno dare libertà, come dici tu, ai miei dipendenti. 
Poi, da come vedo, tu sei anche contraria al commercio della droga, quindi sarebbe inutile dirti di entrarne a far parte, per cui resta solo una cosa da fare, ucciderti. - risponde secco, estraendo la pistola dalla giacca. 

- che cosa? Non avrai intenzione di farlo sul serio! - esclama rabbioso Carter affiancandomi. 
È la prima volta che lo sento aprir bocca da quando siamo qui. 

Uccidermi? Come può? Come può con così tanta indifferenza? Cazzo sono umana come lui, sono un suo simile! 

- allora? Hai qualcosa da dire prima di passare all'altra vita? - domanda lui ignorando Carter. 

- si, Carter abbi cura di te. Sembra strano dirlo, ma per me sei diventato importante - dico io quasi imbarazzata. - ora procedi, vai, premi quel cazzo di grilletto, e questo che vuoi no? - gli urlo io contro. 

Involontariamente chiudo gli occhi. 
Perché mi sento vuota? 
Perché tutti i ricordi iniziano ad affollare la mia mente? Uno per uno, un susseguirsi cronologico della mia vita. 
Perché ho paura? Non immaginavo la mia morte così. La immaginavo una indolore, a casa mia, nel mio caldo letto, una morte indolore e diretta. Invece no. 

Sento uno sparo. Il grilletto è stato premuto. 

- Aurora no! - urla disperato Carter. 

Perché sento la sua voce? Non sono morta? E perché sento ancora quel vuoto? I miei pensieri che affollano la mente? Perché ? 

Apro gli occhi lentamente. Quel che vedo mi lascia interdetta. 
L'innominato con la pistola in mano puntata verso l'alto. Lo sparo è stato azionato, si, però nel vuoto. 
Vedo Carter corrermi in contro, mi abbraccia, mi stringe forte a se, una sensazione veramente bella. 

Ancora confusa ed incredula guardo quell'uomo. 

- perché ? - domando soltanto. 

- perché ci tieni ad uno come noi. Ad un criminale, se così possiamo definirci. Anche se Carter è stato sempre quello più "buono" . - afferma lui. - lo lascio a te, lo affido a te. - mi dice; poi si volta verso Carter. -Vai Carter, sei libero. Sei libero di goderti la tua vita. E se vuoi un consiglio,tieniti stretta questa ragazza, è una ragazza d'oro e ci tiene a te, e molto, visto e considerato che stava perdendo la vita per te. - afferma secco a Carter. 

- grazie - dice Carter. - seguirò il consiglio - continua voltandosi verso di me. 
Arrossisco visibilmente e lui lo nota sorridendomi dolcemente. 

Lo vedo avvicinarsi, forse troppo. La distanza fra noi diminuisce; tre, due, un centimetro. Le sue labbra si poggiano delicatamente sulle mie, all'inizio dolcemente, ma poi bisognose di quel contatto. Insinua la sua lingua nella mia bocca, che l'accoglie vogliosamente. Iniziamo una danza senza fine. Un bacio aspettato, desiderato,sognato,sudato. 

Sento intorno a noi l'eco di applausi, sempre più insistente; svogliatamente ci stacchiamo imbarazzati, soltanto io visto che lui non sembra  per niente imbarazzato dell'idea. 

È stato il bacio più corto della storia,ma in quel mezzo secondo tutte le farfalle del pianeta si sono radunate a fare baldoria nel mio stomaco. 
  
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